mercoledì 24 dicembre 2008

Buone Feste!!

Rivolgo a tutti gli amici e lettori i miei migliori auguri per questo periodo di festa:

Buon Natale a chi ci crede
Buon Riposo a chi se lo puo’ permettere
Buon Anno a tutti, con un piccolo omaggio musicale

A presto !

venerdì 19 dicembre 2008

Election Day: bisogna includere anche il referendum elettorale

Vi segnalo la lettera di Giovanni Guzzetta e Mario Segni al Corriere della Sera, lettera destinata al Ministro Maroni, per chiedere l’inclusione del referendum elettorale, che si dovra’ tenere nel prossimo giugno, nell’Election Day del 6 e 7 giugno 2009.

Con questa semplice scelta, si potrebbero risparmiare almeno 150 milioni di Euro: “Con questa somma si possono fare tante cose, come mettere in sicurezza un ampio numero di scuole pubbliche, rimodernare ospedali, potenziare la social card.”

Ci aspettiamo una scelta di grande rigore e serieta’, che, come dicono gli autori della lettera’, potrebbe “rafforzare la fiducia nelle istituzioni” da parte dei cittadini italiani. E sapppiamo tutti quanto ce ne sia bisogno.


martedì 16 dicembre 2008

Elezioni in abruzzo: una lezione per tutti

Mi auguro che chi di dovere analizzi con attenzione i risultati delle elezioni abruzzesi e tragga le opportune conclusioni.

Ma vediamo che cosa e’ successo.
Nel 2005 avevano votato circa 830.000 elettori (68.6%). Ora hanno votato in 640.000 (53%). Sono percio’ mancati 190.000 votanti (15.6% - degli aventi diritto - in meno).

Nel 2005, i voti per lista erano questi:
Forza Italia: 117.500 voti, AN: 81.900, DC: 20.500. Totale dei tre: 219.900 voti
D.S.: 136.350, Margherita: 122.950. Totale dei due: 259.300 voti
IDV: 17.900, UDC: 61.800, SDI: 38.100, Rif.Com. + Com.Ital.: 57.500.
Il centro-sinistra aveva vinto ed era stato eletto Del Turco, poi arrestato per tangenti.

Veniamo al 2008:
PDL: 191.000 voti (quasi 30.000 voti in meno rispetto al 2005);
PD: 106.400 (quasi 153.000 voti in meno che nel 2005);
UDC: 30.500 (meno della meta’ del 2005);
Socialisti: 9.400 (28.700 voti in meno);
Rif.Com. + C.I.: 25.400 (32.000 voti in meno);
IDV: 81.500 (63.600 voti in piu’ rispetto al 2005).

Quindi, credo che si possa dire quanto segue:

  • il centro-destra non arriva nemmeno ai voti che aveva avuto nel 2005 (per non parlare delle Politiche dell’aprile scorso, dove aveva guadagnato 344 mila voti), quindi mi pare non ci sia molto da cantar vittoria: non c’e’ stato alcun effetto “traino” del governo di destra, anzi, mi pare proprio il contrario;
  • i socialisti, a cui apparteneva Del Turco,vedono il loro bottino diviso per quattro: al loro posto cambierei mestiere
  • persiste l’abbandono dell’estrema sinistra: meno della meta’ dei voti (esattamente come alle Politiche 2008: i pochi rimasti sono fedeli);
  • l’UDC, quasi scomparso dei TG nazionali, si divide per due;
  • PD: passa da 260 mila voti del 2005 ai 106 attuali (277 mila alle Politiche 2008 !!!): sostanzialmente, si potrebbe dire che quelli che non sono andati a votare erano tutti del PD. Praticamente, una fuga di cervelli. In massa.
  • IDV: e’ la vera novita’, peraltro attesa: da 18 mila a 81 mila (piu’ di 4 volte tanto), passando per i 58 mila voti delle Politiche 2008. Propabilmente ha raccolto sia dal PD, sia dai socialisti, sia dall’estrema sinistra. E’ Di Pietro il vero vincitore, premiato per la linea politica che ha tenuto contro il governo Berlusconi, in contrasto con quella del PD, decisamente bocciata dagli elettori.
Nel PD c’e’ gia’ chi si lamenta delle alleanze fatte in Abruzzo (con l’IDV di Di Pietro), avrebbe preferito l’UDC: per questo - affermano - abbiamo perso. E cosi’ dicendo dimostrano di non aver capito niente.
Io mi auguro che i leaders del PD abbiano cosi’ tanto acume politico da capire che hanno solo due possibilita’: o se ne vanno definitivamente e ritornano alle loro occupazioni precedenti (ammesso che ne abbiamo mai avute, in caso contrario possono sempre cominciare finalmente a lavorare), oppure che cambino decisamente rotta, magari chiedendo consiglio a chi ha dimostrato, quanto meno, di capire qualcosa di piu’ dell’elettorato che vorrebbero rappresentare.

Le elezioni abruzzesi sono state un piccolo assaggio di quello che potrebbe accadere l’anno prossimo alle Europee o alle Amministrative di primavera.
Mi auguro che comunque la lezione venga presa in seria considerazione dal PD e che si cerchi finalmente di costruire un partito nuovo, onesto e effettivamente “democratico”.
In caso contrario, credo che il tunnel in cui siamo entrati all’inizio di quest’anno, ci ospitera’ ancora a lungo.


giovedì 11 dicembre 2008

Un governo miope ci puo' solo portare nel baratro

Gia’ l’Italia ha i suoi problemi strutturali, frutto di 30 anni di governi di coalizione che puntavano solo alla rielezione, piuttosto che al risanamento ed all’interesse dei cittadini.
Ora il governo Berlusconi prosegue in questa direzione, incapace di avere una visione del futuro che non sia puramente il perpetuarsi degli interessi particolari, vuoi della solita casta dei politici, vuoi di un gruppetto di imprenditori capaci solo di rischiare con i soldi degli altri.

La posizione del governo italiano nella discussione del piano europeo di riduzione delle emissioni di CO2, che io stento a credere sia condivisa dai cittadini pensanti del nostro paese, ci sta costringendo nell’angolo, in una posizione non solo difficile per le nostre relazioni con gli altri paesi europei, ma soprattutto relegandoci tra i paesi piu’ retrogradi e dannosi per la salute dell’intero pianeta.

Siamo gia’ al 44-esimo posto nella classifica dei 57 paesi con maggiori emissioni di CO2, per quanto riguarda le azioni intraprese per la riduzione di emissioni. Nei primi 5 posti della classifica, cioe’ i paesi che stanno facendo di piu’ per l’ambiente, ci sono Svezia, Germania e Francia, seguiti da India e Brasile. Noi, invece, siamo in compagnia di Arabia Saudita, USA e Cina (che non hanno mai ratificato il trattato di Kyoto). Tra l’altro, l’anno scorso eravamo in posizione 41, ora peggiorata a 44. E, per quanto sta dimostrando di saper fare questo governo, non mi pare proprio che la situazione sia destinata a cambiare, se non in peggio.

In questa trattativa con la Comunita’ Europea, l’Italia e’ quella che piu’ di tutti sta trascinando l’intero continente al ribasso, compromettendo definitivamente il Piano del 3 x 20 (20% di emissioni di CO2 in meno, 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili, il tutto entro il 2020). E’ una posizione assolutamente opposta a quella in cui si sta muovendo il mondo intero, anche se con difficolta’, Stati Uniti del neo presidente Obama in testa.

Anziche’ pensare ai disastri che stanno avvenendo in campo economico, fianziario, ambientale, il nostro governo pensa alla riforma della costituzione (peraltro gia’ bocciata due anni fa dalla maggioranza dei cittadini, con un referendum dedicato), pensa al PD che lo paragona ad un dittatore (perche’, non e’ vero?), pensa a Di Pietro, che vuole mettere in galera i ladri.

Insomma, questo governo non e’ all’altezza della situazione: la gravita’ dei problemi richiederebbe persone piu’ preparate, piu’ lungimiranti, meno attaccate ai loro meschini interessi di bottega e piu’ concentrate sull’interesse di tutti noi, cioe’ i cittadini di questo paese.

Abbiamo bisogno di Statisti con la S maiuscola, di persone che sappiano immaginare come sara’ il mondo tra 50 anni e da subito sappiano indirizzarsi in quella direzione, anche con dei sacrifici, anche se costa. Non ci servono i commercialisti di Sondrio, le soubrettes del varieta’, le prime-donne del gossip televisivo, piu’ attente al loro look che ai problemi urgenti che abbiamo.

Mi piacerebbe che il popolo della rete (almeno quello, visto che ne abbiamo ancora la possibilita’) si facesse sentire, cominciasse a premere su questa classe politica di incapaci: l’unica nostra possibilita’ di salvezza e’ che se ne vadano. Per sempre.



venerdì 5 dicembre 2008

Un fiocco nero contro le morti sul lavoro


Riceviamo questa segnalazione da Rifondazione Comunista della provincia di Milano. Ci associamo e diffondiamo l’appello. Chi vuole aderire puo’ mandare una mail a: iodicobasta@gmail.com

Il 6 dicembre dello scorso anno le fiamme della fonderia Thyssen a Torino, bruciarono la vita di sei lavoratori, giovani lavoratori che persero il loro futuro, per sempre.

Una così grande tragedia, la sofferenza dei famigliari, dei compagni di lavoro, di tutti, fu un grido che non si poteva non ascoltare, ci disse che quando di lavoro si muore la società intera porta una ferita profonda, ci disse ciò che già sapevamo: ogni giorno vi sono morti, ogni giorno gli incidenti sono migliaia, di lavoro ci si ammala e l’amianto ha ucciso e uccide ancora.

Sono lavoratori italiani, rumeni, curdi, slavi, indiani e di tante altre parti del mondo. Il popolo degli invisibili, del lavoro nero, le vittime ignote pagano il prezzo più alto. Nulla rende la vita più precaria della morte.

Dicemmo allora: mai più morti sul lavoro, non si può restare indifferenti, rifiutiamo l’assuefazione. Lanciammo una campagna per il diritto alla dignità e alla vita sul lavoro. Ci mobilitammo. Ricordate la catena umana in Piazza del Duomo? Il nostro sentire comune?

Oggi diciamo che non abbiamo dimenticato e perciò proponiamo di far ancora sentire la nostra voce rivolta al mondo del lavoro, la voce di quanti ancora nutrono sentimenti di solidarietà, di appartenenza, capaci di indignarsi.

Proponiamo che nella settimana che va dal 6 dicembre (anniversario della tragedia della Thyssen), al 12 dicembre (giornata di mobilitazione dei lavoratori e lavoratrici per lo sciopero generale, che auspichiamo sia anche di popolo), vengano assunte iniziative, anche simboliche, alle quali tutte e tutti possono partecipare e autorganizzare. Iniziative che segnino la nostra ribellione e la volontà di impedire che la strage continui, che ogni giorno si ripetano i drammi, che dicano a noi stessi e a tutti: ciascuno faccia la sua parte. Mai più morti sul lavoro!

In particolare proponiamo che dal 6 al 12 dicembre (giorno dello sciopero generale):

- ognuno porti un fiocco nero intorno al braccio, sulla giacca o sulla borsa, come segno di lutto e di indignazione contro le morti sul lavoro;

- nelle sedi istituzionali vengano assunti impegni per il futuro e atti simbolici per sottolineare quanto sconvolgente sia il susseguirsi di morti e incidenti, e consiglieri e assessori portino un fiocco nero durante una seduta.

Questa settimana di impegno su questo terreno, organico a tutti gli obiettivi dello sciopero generale, sarà utile per valorizzare quanto già è stato fatto, in questo anno, per contrastare lo stillicidio di vite e in difesa della salute, a tutti i livelli: numerose infatti sono state le iniziative di sensibilizzazione nella società, nelle scuole e nelle istituzioni a tutti i livelli, dalle zone del decentramento al livello nazionale, con l’approvazione del Testo unico per la sicurezza sul lavoro, che va difeso dagli attacchi di Governo e Confindustria, e la legge fa finanziata e applicata.

E in particolare sarà utile per non fermarci, molto resta da fare: va costruita una diffusa coscienza nella società, la base per poter dire un giorno: “ il dramma delle morti sul lavoro appartiene al passato”.

Questa nostra “piccola” proposta ha il senso di sollecitare la visibilità di un sentire comune, di valorizzare la politica dei contenuti e dei valori di giustizia sociale che così gravemente sono aggrediti e scossi. È un’idea, se sarà da molti condivisa e praticata diventerà un fatto.


giovedì 27 novembre 2008

Milano da bere? si, ma per dimenticare

Milano ne esce proprio male.
Per una citta’ che vorrebbe rappresentare la punta di diamante della modernita’, lanciata a tutta velocita’ (?) verso l’Expo 2015, la Milano motore dell’economia e della rinascita urbana, per questa citta’ la faccenda Biagi - Saviano e’ proprio una brutta figura.

I fatti: la commissione, composta di consiglieri comunali, che deve decidere l’assegnazione degli “Ambrogini d’oro“, il massimo riconoscimento della citta’ ai suoi cittadini piu’ illustri, nega il premio sia ad Enzo Biagi - illustre giornalista bolognese, ma vissuto a Milano per gran parte della sua vita, scomparso un anno fa - sia a Roberto Saviano - scrittore e giornalista, sotto protezione per le minacce di morte ricevute dalla camorra, dopo il suo libro “Gomorra”.
Per quest’ultimo, non passa nemmeno l’assegnazione della cittadinanza onoraria, proposta come alternativa per trovare una soluzione di compromesso.

Quando una qualsiasi questione, anche la piu’ oggettiva, come puo’ essere la situazione di pericolo di vita per una persona a causa delle sue idee (come sta succedendo per Roberto Saviano) diventa materia ideologica, da condividere o da avversare solo perche’ viene da una parte anziche’ dall’altra, allora vuol dire che chi e’ preposto a queste scelte, i politici che ci amministrano, hanno perso qualsiasi credibilita’, qualsiasi fiducia, qualsiasi residua possibilita’ di rappresentarci.

Enzo Biagi e’ stato un grande giornalista, amante della liberta’ fin dalla prima ora, fedele alle sue idee, anche se non condivise da tutti. Ha dato fastidio al potere costitito, perche’ l’ha criticato ed il potere costituito l’ha fatto scomparire (mediaticamente). Ora, un’appendice remota - ma poi neanche tanto - di quel potere costituito sta tentando di eliminarlo ancora, per cancellarne anche la memoria.

Roberto Saviano sta vivendo sotto scorta, nascondendosi e muovendosi di continuo, per sfuggire alla promessa di eliminazione giuratagli da una organizzazione mafiosa e criminale. La citta’ di Milano non riesce nemmeno a esprimergli solidarieta’ accogliendolo, simbolicamente, tra i suoi cittadini.

Ci sono stati giorni in cui essere milanesi era motivo di orgoglio e di vanto.
Oggi ce ne vergognamo.

E’ arrivato ormai il momento, ed e’ questo, in cui le persone intellettualmente libere, oneste, la parte migliore di questa citta’ e di questo Paese, si sveglino, si organizzino, si tirino su le maniche e diano il loro indispensabile contributo a ricostruire la nostra povera Italia.
Prima che sia troppo tardi



lunedì 24 novembre 2008

La soluzione alla crisi: spendete !

Credo che il nostro povero paese sia ormai alla frutta.
Siamo ostaggio di una classe politica assolutamente inadeguata per far fronte alle sfide ed ai problemi che dobbiamo affrontare.
Non puo’ il nostro primo ministro chiederci di consumare di piu’: ma che razza di soluzione e’? ma con quali soldi? con quali risorse? ma cosa ne sa, quello li’, del paese reale? e cosa dovremmo consumare? quello che ci dira’ lui, oppure quello che vogliamo, quello che ci pare? prodotti italiani, immagino, in linea con la migliore tradizione autarchica che l’italiano medio ha sempre saputo sfoderare nei momenti di crisi.

Mentre il mondo va dalla parte opposta.

Io da un governo serio mi aspetto iniziative e investimenti che sappiano finalmente individuare la strada che questo paese deve percorrere, che valorizzi le sue specificita’, le sue risorse, le sue ricchezze. Per uscire dalla crisi dobbiamo capire cosa siamo capaci di fare, quale sia la nostra arma vincente, il nostro punto di forza. Penso, ad esempio, semplicemente, al ricchezze artistiche, al turismo. E che dire dell’energia solare, che qui da noi e’ cosi’ abbondante e gratis? ma lo sapete che la meta’ (e’ vero, la meta’!) dei pannelli solari installati AL MONDO e’ in Germania? dove tra pioggia e neve funzionano per meta’ dell’anno? no, noi andiamo a dire che bisogna modificare i parametri di Kyoto, perche’ il nostro povero paese non puo’ permetterseli. Ma vi sembra possibile?

Niente di tutto questo e’ stato fatto, anche prendendo gli ultimi 20 anni. Non e’ piu’ un problema di destra o di sinistra. E’ una classe politica che non e’ in grado di governare l’Italia.

Per questo e’ urgente fondare un movimento nuovo, fatto di persone competenti, come ce ne sono molte nel nostro paese, scelte per la loro bravura, preparazione, serieta’, non solo per la fedelta’ al capo (degli altri, magari, come Villari). Un movimento civico, al di fuori degli schemi bloccati con cui i nostri politici attuali leggono la realta’, un movimento di popolo, che metta al primo posto la rinascita dell’Italia.

Basta politici di professione, che pensano solo a perpetuare la loro poltrona, basta favori ad una classe imprenditoriale capace solo di rischiare con i soldi degli altri, con le protezioni della politica. Basta con una opposizione che non sa nemmeno individuare i problemi, gli basta solo mantenere un equilibrio insignificante quanto ipocrita che mostri la distanza da Berlusconi e da Di Pietro nello stesso tempo.

Basta. Basta. Basta.

Qui, o si fa la nuova Italia, o ce ne andiamo. L’unica vera alternativa e’ la fuga per chi ha un minimo di cervello. E non solo per chi ha vent’anni, ma anche per chi dopo tanto lavoro, sforzi, contributi (economici e non) continua a vedere tutta questa fatica sprecata dai politici che negli ultimi vent’anni hanno governato, solo per difendere le proprie posizioni di potere.
Oppure facciamo un referendum per diventare un “land” della Germania, o una provincia staccata della Svezia. Staremmo senz’altro meglio.

Voglio degli amministratori che pensino a noi, come primo pensiero, e non al proprio tornaconto, successo o futuro. Basta.
C’e’ bisogno di gente nuova, giovane. Via questi babbioni incompetenti e corrotti: ci vogliamo svegliare, finalmente?

Aspetto con fiducia un minimo di segnale da qualcuno. Me lo auguro



sabato 22 novembre 2008

emergenza sicurezza: il TG non ne parla, quindi è finita

E’ vero che si puo’ avere una sola paura per volta, e che ora ci sono dei problemi molto piu’ gravi che in passato, ma la classifica delle paure degli italiani e’ molto cambiata, da qualche mese a questa parte.

Praticamente, l’emergenza sicurezza, quella su cui si e’ giocata la battaglia elettorale e che ha portato alla vittoria della destra, e’ finita, gli italiani l’hanno rimossa dalla testa della classifica delle paure piu’ diffuse, sostituendola con altre paure, la crisi economica, la perdita del posto di lavoro, eccetera.

Dopo che i TG nazionali (e non solo, anche i vari ‘talk show’ politici, da Porta a Porta in giu’) hanno fomentato l’allarme criminalita’, legandola all’immigrazione, appena prima della campagna elettorale (trascinando anche le testate editoriali e televisive tradizionalmente non legate alla destra), ora non ne parla piu’ nessuno e la gente smette di aver paura per la propria sicurezza, o almeno diminuisce la percezione di questo pericolo.

Ora i TG parlano di crisi economica, di disoccupazione, posti di lavoro persi, banche che falliscono e puntualmente questa diventa la prima preoccupazione, balzando in testa ai sondaggi dell’istituto Unipolis (Osservatorio di Pavia, con il contributo di Ilvo Diamanti).

In realta’, quello che misura veramente il grado di sicurezza, cioe’ il numero di crimini, di scippi, di omicidi, di furti, ecc., ha cominciato a diminuire fin dal 2007, quindi molto prima delle elezioni e si e’ stabilizzato nel corso del 2008 (dai pochi dati che ci sono al momento).

Sara’ perche’ ora abbiamo i millitari per strada ? se e’ bastato mettere due o tre soldatini a stazionare sul marciapiede davanti a qualche bar (basta vedere a Milano dove sono, in via Padova o in Corso Buenos Aires), beh, allora avevamo dei criminali proprio da poco, non c’era da preoccuparsi nemmeno prima.

Intanto, pero’, abbiamo un governo di destra, che ha costruito la sua vittoria proprio sul tema sicurezza, un governo nelle mani dell’uomo che possiede le maggiori reti televisive del paese e che ora controlla anche quelle pubbliche (in realta’ non ha mai smesso di controllarle anche durante il governo di centro-sinistra, lo sappiamo dalle famose intercettazioni), un governo che ogni giorno di piu’ si dimostra incompetente e inadeguato ad affrontare i veri problemi che ci troviamo davanti.

Comunque, questa analisi mostra come sia importante il controllo dei mezzi di informazione per determinare gli spostamenti dell’opinione pubblica, per pilotarne le scelte e le decisioni. Secondo voi questa la possiamo chiamare “democrazia” ?

Secondo me, no


venerdì 14 novembre 2008

Riecco la legge sull'editoria. E i blog rischiano ancora

C’aveva gia’ provato Prodi, un anno fa: allora il consiglio dei ministri aveva approvato il “DDL Levi-Prodi” che obbligava tutti i bloggers ad iscriversi al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione, in pratica l’albo dei giornalisti).
La Rete si mobilito’ e il decredo fu fatto decadere.

Ora, a distanza di un anno, riappare in Commissione VII (Cultura) il PDL 1269 (PDL sta per Progetto di Legge, anche se ricorda altre sigle …), che ripropone la regolamentazione dell’editoria, comprendendo anche la rete.

Riporto i punti salienti, con un piccolo commento:

Articolo 2 - Comma 1: Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.

Cio’ significa che ogni blog, anche questo, e’ considerato un prodotto editoriale, quindi rientra nell’ambito della legge.

Articolo 6 - Comma 1: Ai fini della presente legge, per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e alla distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria. L’esercizio dell’attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative.

Questo articolo definisce che chiunque realizza e distribuisce un prodotto editoriale, svolge attivita’ editoriale, anche se non c’e’ scopo di lucro

Articolo 7 - Comma 1: Ai fini della tutela della trasparenza, della concorrenza e del pluralismo nel settore editoriale, tutti i soggetti che esercitano l’attività editoriale sono tenuti all’iscrizione nel Registro degli Operatori di Comunicazione, …

Applicando le definizioni date finora, un blogger dovrebbe iscriversi al ROC

Articolo 8 - Comma 1: L’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet rileva anche ai fini dell’applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa

A colui che e’ responsabile della pubblicazione del prodotto editoriale su Internet, essendo iscritto al ROC, si applica la normativa sulla responsabilita’ connessa ai reati di diffamazione, ecc. ecc. a mezzo stampa. In pratica, se qualcuno, in un commento ad un mio post, diffama qualcun’altro, io ne sono responsabile !!

Articolo 8 - Comma 3: Sono esclusi dall’obbligo dell’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un’organizzazione imprenditoriale del lavoro

Questo e’ il punto chiave: da qui sembra di capire che chi scrive un blog senza avere alle spalle una organizzazione imprenditoriale, non e’ obbligato ad iscriversi al ROC.
Ma che cos’e’ una organizzazione imprenditoriale ? Beppe Grillo ha delle persone che lo aiutano, magari stipendiate, vende dei prodotti, raccoglie della pubblicita’: e’ una organizzazione imprenditoriale ? sembra di si.
Ma se un blog ha dei semplici banner pubblicitari ? si tratta di una “attivita’ pubblicitaria continuativa”, che genera introiti, quindi e’ una attivita’ d’impresa, ma chi fa impresa per la sua attivita’ editoriale deve registrarsi al ROC.

Come vedete, la cosa non e’ chiara, si presta a varie interpretazioni, quindi in se’ molto pericolosa. Inoltre, la proposta di legge e’ in commissione, quindi modificabile e quel piccolo appiglio dell’articolo 8 potrebbe anche sparire. Ricordando poi che un anno fa fu il PD (che nasceva proprio in quei giorni) a proporre questa legge, non credo che possiamo stare troppo tranquilli.

La rete e’ libera, la rete e’ di tutti. Obama ha vinto la sua battaglia grazie alla rete. In Cina e in Russia invece la rete e’ sotto il controllo del governo: a chi vogliamo assomigliare ?



FATTO ! Silvio segna un altro punto

… si deve tenere presente che l’unita’ sindacale in atto e’ la peggiore nemica della democrazia sostanziale che si vuole restaurare. Sotto questo profilo, qualunque spesa per provocare la scissione e la nascita di una libera confederazione sindacale che raggruppi gli autonomi appare indispensabile, se non addirittura pregiudiziale …

i sindacati, sia confederali CISL e UIL, sia autonomi, nella ricerca di un punto di leva per ricondurli alla loro naturale funzione, anche al prezzo di una scissione e successiva costituzione di una libera associazione di lavoratori.

per quanto concerne i sindacati, la scelta prioritaria e’ fra la sollecitazione alla rottura, seguendo cioe’ le linee gia’ esistenti dei gruppi minoritari della CISL e maggioritari della UIL, per poi agevolare la fusione con gli autonomi in una libera confederazione, oppure, senza toccare gli autonomi, acquisire con strumenti finanziari di pari entita’ i piu’ disponibili fra gli attuali confederali allo scopo di rovegliare i rapporti di forza all’interno dell’attuale trimurti.

Vediamo se indovinate da dove arrivano queste citazioni.
No, non sono le memorie del giovane Silvio. Non e’ nemmeno una citazione da qualche quotidiano della settimana scorsa.

Queste sono parole di Licio Gelli, scritte di suo pugno nel Piano di Rinascita democratica, 1977.
Quest’uomo e’ un genio, oppure predice il futuro. Oppure, piu’ semplicemente, ha trovato in Silvio il suo naturale prosecutore (come del resto ha affermato lui stesso pochi giorni fa).

Quello che sta avvenendo in questi giorni, la famosa riunione a Palazzo Grazioli di qualche giorno fa tra Berlusconi, i suoi fidi scudieri ministri, la Marcegaglia e Bonanni e Angeletti, la conseguente rottura dell’unita’ sindacale, con CISL e UIL da una parte, CGIL dall’altra, e’ un altro obiettivo raggiunto dal nostro Silvio, un altro FATTO! da aggiungere al suo curriculum.

Come ho gia’ avuto modo di scrivere su queste pagine (web), quello che mi stupisce sempre e’ la totale apatia, rassegnazione, assuefazione della maggioranza del popolo italiano a questo regime, senza il minimo stupore, la minima incazzatura, una qualche reazione.

Che sia la dittatura della maggioranza silenziosa ?


lunedì 10 novembre 2008

Not in my name!

Per chi non la conoscesse ancora, segnaliamo la campagna “Not in my name” che condivido in pieno:

IF YOU ARE ITALIAN AND YOU FEEL LIKE PRIME MINISTER SILVIO BERLUSCONI IS NOT SPEAKING IN YOUR NAME WRITE IT DOWN ON A PIECE OF PAPER, TAKE A PICTURE AND SEND IT HERE (along with your name, last name and location)

Il blog, o sito, è questo.
E’ in inglese perché diretto agli altri, a quelli che ci leggono e guardano da lontano. Chiunque può partecipare a questa manifestazione spontanea, non apolitica ma certamente apartitica. Mandando una foto qualsiasi di se stesso con addosso, sopra, sotto, in mano, in fronte la scritta: I’m Italian and Prime Minister Silvio Berlusconi is not speaking in my name : “Sono italiano e il primo ministro Silvio Berlusconi non parla a mio nome”.

venerdì 31 ottobre 2008

Chi si rivede? Gelli, la quadratura del cerchio

Speravamo tutti che avesse definitivamente abbandonato i suoi disegni, invece eccolo riaffiorare con una sua trasmissione televisiva, da lunedi prossimo, su Odeon TV.

Presentandola, ha fatto qualche dichiarazione (da Repubblica.it):

“L’unico che può andare avanti è Silvio Berlusconi”. Lo ha detto — riferendosi al ‘piano di rinascita democratica’ — l’ex gran maestro della loggia P2, Licio Gelli, nel corso della trasmissione ‘Venerabile Italia’, presentata oggi a Firenze e che andrà in onda su Odeon Tv a partire da lunedì prossimo. Berlusconi, secondo Gelli, può portare avanti questo progetto “non perché era iscritto alla P2, ma perché ha la tempra del grande uomo, che ha saputo fare, anche se ora dimostra un pò di debolezza, perché non si avvale della maggioranza parlamentare che ha. Non condivido il Governo Berlusconi — ha poi proseguito l’ex gran maestro — perché se uno ha la maggioranza deve usarla, senza interessarsi della minoranza.

Ci sono provvedimenti che non vengono presi perché sono impopolari e invece andrebbero presi. Bisogna affondare il bisturi o non si può guarire il malato‘. Riferendosi poi a quale forza politica, secondo lui, abbia messo in pratica il piano di rilancio democratico, Gelli ha aggiunto: ”tutti si sono abbeverati, tutti ne hanno preso spunto. Ma i partiti veri non esistono piu’, non c’è più destra o sinistra. A sinistra ci sono quindici frange e la destra non esiste. Se dovesse morire Berlusconi, cosa che non gli auguro perché la morte non si augura a nessuno, Forza Italia non potrebbe andare avanti perché non ha una struttura partitica“.

Ora sembra proprio che siamo arrivati alla quadratura del cerchio, ogni cosa al suo posto.

Buona fortuna a tutti

lunedì 27 ottobre 2008

Prestigiacomo: la persona sbagliata nel posto sbagliato

Segnalo una notizia ANSA di ieri:

(ANSA) - BARI, 26 OTT - Polemiche ha suscitato la decisione del ministro Prestigiacomo, di sostituire i tecnici che avrebbero dovuto decidere sull’Ilva di Taranto. I tecnici dovevano stabilire se concedere l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Per Legambiente e’ un ‘ulteriore favore’ all’azienda e ricorda la corposa documentazione inviata da tante associazioni. Ermete Realacci annuncia per domani una interrogazione parlamentare. Contestazioni da Bonelli (Verdi) e dalla Uilm-Uil.

La presenza di diossina negli scarichi dell’Ilva di Taranto e’ certa per qualcuno, impossibile per altri. Cosa c’e’ di meglio che far controllare ai tecnici dell’ARPA, dedicati proprio a queste attivita’ ? ma forse la conclusione a cui stavano arrivando questi tecnici non piaceva a qualcuno (famiglia Riva, proprietaria dell’Ilva?) che si e’ rivolto al ministro, che ha pensato bene di cambiare i tecnici. Cosi’ di sicuro la diossina non ci sara’.

Peccato pero’ che i tassi di diffusione di neoplasie da diossina, a Taranto, sono molto maggiori che in altre parti della Puglia e dell’Italia.

Pero’ aggiornare gli impianti per evitare scarichi nocivi, costa e in questo momento “l’Italia non puo’ sopportare tali costi, per star dietro a tutte le normative richieste dalle leggi europee e dal trattato di Kyoto”.

Se aggiungiamo che il proprietario dell’Ilva, Riva appunto, fa parte della cordata CAI, per l’acquisto di Alitalia, si capisce come i suoi soldi al momento servano per altro, non puo’ certo spendere per eliminare la diossina … e cosi’ il Ministro gli da’ una mano.

Un altro tassello del grande disegno va a posto, con buona pace del popolo dormiente …



lunedì 20 ottobre 2008

PD: un disastro annunciato

L’intervista di Veltroni, ieri sera, a “Che tempo che fa”, ha dimostrato in tutta chiarezza quanto il PD stia soffrendo per la pressione che gli arriva da Italia dei Valori. Al punto da sconfessare pubblicamente l’ex alleato accusandolo di ”essere molto lontano dall’alfabeto della cultura democratica del centro-sinistra“.

Sono parole esagerate, troppo forti, che dimostrano quanto grave sia la crisi in cui sta precipitando il PD.
Per tentare di salvare il salvabile, Veltroni fa delle affermazioni che non fanno altro che peggiorare ancora di piu’ la situazione. E l’errore di Veltroni sta nel non capire che i problemi del suo partito non arrivano da Di Pietro, non arrivano dall’esterno, ma piuttosto vengono dal suo stesso partito, dai suoi elettori, che in gran parte non vi si riconoscono piu’.

E’ poi sintomatica l’uscita di pochi minuti fa di Parisi, che sembra prendere le distanze dal disastro in cui Veltroni sta portando il suo partito.

A questo punto, io penso che prenda quota, sempre piu’, la possibilita’ che nasca una nuova formazione, qualcosa molto simile a quanto auspicato da Paolo Flores D’Arcais sulla sua rivista “Micro Mega“, e cioe’ una specie di Lista Civica d’Italia, con il coinvolgimento anche di Di Pietro, progetto che si sta aggregando e sta crescendo attorno alla necessita’ di fare un’opposizione piu’ seria, piu’ decisa, verso questo governo che, a forza di decreti e di colpi di mano, sta di fatto mettendo in discussione le stesse basi democratiche della nostra repubblica.

E’ un progetto arduo e rischioso, ma la buona volonta’ di molte persone, intellettuali o semplici cittadini, e’ la migliore garanzia del successo, o quanto meno della necessita’ di un simile tentativo.
Io auspico che ci sia l’adesione a questo progetto di chi non si sente piu’ rappresentato dal PD, che ha imboccato una strada che nessuno poteva nemmeno immaginare solo un anno fa, quando tutti abbiamo partecipato alle primarie, con grande speranza e rinnovato entusiasmo.
Sara’ poi naturale il coinvolgimento di Di Pietro, che piu’ volte ha gia’ espresso la necessita’ di svincolare il suo movimento, l’Italia dei Valori, dalla sua persona e di farne un soggetto politico moderno, riformista e compiutamente democratico.

Inoltre, mi piace lanciare da questo blog l’invito a Parisi, che ormai ha i giorni contati nel PD, dopo l’uscita di oggi, di aderire al progetto di Paolo Flores, e di contribuire, con la sua esperienza, la sua autorevolezza, le sue idee, alla crescita ed al successo di questo nuovo movimento. Prima che sia troppo tardi.



mercoledì 15 ottobre 2008

Scrivi al governo per una rivoluzione energetica pulita

Vi segnalo una petizione promossa da Greenpeace a favore di una rivoluzione energetica per il nostro paese.


Ecco il testo della petizione:

È necessaria una rivoluzione energetica basata sulla progressiva riduzione dell’uso dei combustibili fossili, a partire dal carbone, e dallo sviluppo delle alternative veramente pulite: efficienza e fonti rinnovabili. Le scriviamo per chiederle di:

1. introdurre una moratoria per nuove centrali a carbone
2. presentare un serio piano per l’efficienza energetica per conseguire l’obiettivo europeo al 2020
3. sviluppare le fonti rinnovabili come richiesto dagli obiettivi europei al 2020
4. abbandonare l’idea di un ritorno al nucleare in Italia.

Le ragioni di questa nostra posizione sono semplici:

Il carbone è la prima singola fonte del riscaldamento globale: circa un terzo delle emissioni mondiali di CO2 si devono alla sua combustione. Agli attuali tassi di sviluppo, le emissioni del carbone sono destinate ad aumentare del 60% al 2030. Se così fosse, non avremo alcuna speranza di fermare la folle corsa del Pianeta verso una crisi climatica irreversibile.

L’efficienza energetica è senza dubbio la più conveniente e ampiamente disponibile delle opzioni amiche del clima e un obiettivo del 20 per cento è tecnicamente fattibile ed economicamente conveniente. Per i soli usi elettrici è possibile tagliare i consumi in Italia per 100 miliardi di kWh/anno al 2020 con benefici economici netti di 65 miliardi di euro e occupazionali nell’ordine dei 60.000 posti di lavoro.

Le fonti rinnovabili, oltre a tagliare le emissioni, consentono anche di ridurre le importazioni energetiche. Nel solo settore elettrico, i 50 miliardi di kWh/anno aggiuntivi al 2020 taglierebbero le emissioni per 25 milioni di tonnellate e permetterebbero un risparmio annuale di 10 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti, pari a un risparmio stimato delle importazioni di petrolio di 7,6 miliardi di euro.

Non accettiamo il ricorso al nucleare proposto dal governo. È una tecnologia costosa e rischiosa, che non ha risolto nessuno dei problemi che da sempre ha posto: dai rischi di incidente grave alla gestione delle scorie, dalla proliferazione nucleare alla limitatezza della risorsa Uranio. Il piano nucleare del governo energeticamente è solo un terzo del potenziale di efficienza e fonti rinnovabili.

La costruzione di nuove centrali nucleari e impianti a carbone è contro la politica energetica dell’Unione europea, che ci chiede di promuovere rinnovabili ed efficienza con obiettivi vincolanti al 2020. L’attuale strategia energetica del governo è dunque contro Kyoto (sia per la prima fase che ha termine al 2012, che per gli obiettivi di medio termine al 2020), contro l’Ue e contro l’interesse dei contribuenti italiani, su cui ricadranno le sanzioni per l’inadempienza del nostro Paese agli accordi internazionali.

Anche il Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, ha ribadito che “conseguire la copertura del 20% del fabbisogno energetico europeo con le fonti rinnovabili significherà più di un milione di posti di lavoro al 2020. Per questo oggi è più importante che mai andare avanti con il pacchetto clima/energia, non a dispetto della crisi finanziaria, ma proprio a causa di questa crisi.”

sabato 11 ottobre 2008

11 ottobre

E’ di queste ultime ore la notizia dell’intensificarsi della caccia ai cristiani nel nord dell’Irak, nella zona di Mosul. Sei mesi fa era stato ucciso il vescovo caldeo di Mosul, Faraj Rahho e da allora e’ stata una escalation di violenze, di persecuzioni e di omicidi.
In India da mesi e’ ormai in corso una sorta di pulizia etnica nei confronti dei cristiani, ne sono ormai stati uccisi a decine, bruciate le Chiese e le loro case.

Perche’ questa ondata di violenze nei loro confronti? i cristiani, soprattutto nelle zone dove sono in forte minoranza, sono generalmente poco appariscenti e mansueti, non cercano lo scontro e non hanno nessun braccio armato. Forse, la predicazione della pace, della non violenza, dell’uguaglianza di tutti davanti a Dio, da’ fastidio a qualcuno, a qualche potere forte locale, a chi vuole mantenere lo stato di tensione e non vuole cercare la riconciliazione.

Oggi e’ l’11 di ottobre. E’ l’anniversario dell’apertura dal Concilio Vaticano II. Forse per i piu’ non e’ una data per niente significativa. Quella stessa sera, 11 ottobre 1962, l’allora papa Giovanni XXIII tenne il famoso “discorso della luna“: “questa sera, tornando a casa, troverete i vostri bambini. Fate una carezza ai vostri bambini e dite: questa e’ la carezza del papa ...”. Forse qualcuno se ne ricorda … Accarezzare qualcuno vuol dire avererlo a cuore, prendersi cura di lui, amarlo. Farlo nei confronti di un bambino, vuol dire prendersi cura di chi ha piu’ bisogno di noi.

Allora io ero un bambino, ma quel discorso, visto e rivisto anche in seguito, ascoltato piu’ volte, e’ rimasto come un punto fermo, un riferimento, una pietra miliare fondamentale della mia vita. Credo che l’aspirazione alla Pace, alla non violenza, il rispetto per le persone, anche l’impegno politico di questi anni, discenda da allora.
Quel giorno iniziava appunto il Concilio, che segno’ una svolta impressionante nella Chiesa di allora, una presa di coscienza “delle condizioni dell’uomo nel mondo contemporaneo” (da Gaudium et Spes”). Il Concilio porto’ delle riflessioni cosi’ moderne e attuali che spesso causo’ non pochi problemi all’interno della stessa Chiesa Romana. Pensandoci bene, sono convinto che quell’evento pose le basi di quanto successe da li’ a poco: il maggio francese, il “68″, anticipandone molte delle istanze e delle intuizioni.

Senz’altro la Chiesa, anche in epoca contemporanea, non sempre si e’ comportata come avrebbe dovuto. E’ innegabile pero’ che il messaggio che ha sempre cercato di diffondere, e parlo soprattutto nel periodo post-concilio, messaggio cosi’ ben sintetizzato nelle parole di Giovanni XXIII, sia stato fondamentalamente di pace, di fratellanza, di uguaglianza, di liberta’, di amore per il prossimo, per i piu’ poveri.

Per questo le violenze di questi mesi, soprattutto in paesi dove la poverta’ e’ particolarmente diffusa e grave, non trovano spiegazione. Forse questo amore per l’uomo, di qualsiasi colore, o razza, o casta, e’ scomodo per molti, per chi non vuole ammettere che nessuno puo’ imporsi sugli altri, tantomeno con la violenza, tantomeno in nome della religione.

Mi auguro che questo nostro povero mondo ritrovi almeno un po’ di quel buonsenso, di quella serenita’ che, nonostante tutto, gli ha consentito di sopravvivere fino ad oggi, di progredire, di migliorare. Perche’ come sappiamo bene, il lavoro non e’ ancora finito.


venerdì 10 ottobre 2008

Un'altra Italia, un'altra opposizione


Di seguito il mio articolo, scritto ai tempi di Piazza Pulita, pubblicato sul sito di MicroMega, nel nuovo forum politico.
Potete trovare qui tutti gli interventi e l’intero dibattito sul tema “Lista civica per le europee”.

Piazza Pulita: Costruiamo la rete delle reti delle realtà civiche
Devo dire che ho letto con rinnovata speranza l’intervento di Paolo Flores D’Arcais per il lancio di una lista civica per le elezioni europee.
Io da molto tempo coltivo questa speranza: che tutte le realtà “civiche”, presenti e operanti nel territorio, nelle amministrazioni comunali o provinciali, e schierate da una stessa parte, il centro-sinistra, possano coordinarsi, mobilitando la base che già le sostiene, per dare corpo e gambe ad una formazione nazionale che si ispira ai principi di una lista civica: democrazia più diretta, vicinanza ai problemi dei cittadini, ascolto della base, nessuna imposizione “romana”.
Premetto che già vivo e opero in una realtà di questo tipo, facendo parte di una lista civica (anzi, ne sono al momento presidente e portavoce) della mia città (cintura milanese) che un anno fa ha dato il suo contributo essenziale a vincere le elezioni, col suo 11%, in totale controtendenza rispetto al globale spostamento a destra dell’elettorato e dopo decenni di amministrazioni di centro o di destra.
Ho seguito con trepidazione e partecipazione la nascita del PD e le sue primarie, cercando anche di costiture una lista che pero’ non ha avuto nessuno spazio, visto il meccanismo di aggancio ai candidati previsto dal regolamento: appena chiarito questo piccolo dettaglio, ho abbandonato ogni speranza di rinnovamento e di “rinascita” di un modo di far politica finalmente diverso, onesto, che non mette al primo posto gli interessi propri o del partito, ma la qualità di vita della maggior numero di cittadini possibile, il famigerato “bene comune”.
La delusione è stata grande. Pero’ l’intuizione che da quel tentativo non poteva nascere niente di nuovo si è dimostrata azzeccata ed è, aihmè, tristemente confermata da cio che sta avvenendo al PD, giorno dopo giorno. Una strda, a mio avviso, destinata al fallimento, salvo un deciso, quanto improbabile, cambiamento di rotta.
La stessa speranza e trepidazione ho poi sperimentato per la Lista Civica Nazionale. Altro tentativo finito male, anche se alcune persone, a voi note, sono state aggregate alle liste di IDV e sono state elette. Pero’ sostanzialmente non si è riusciti a dar vita a quel collegamento, a quella rete di esperienze concrete che vive e lavora sul territorio.
Anche alla luce di questi sfortunati tentativi, con altri amici che condividono questo stesso modo di sentire, abbiamo dato vita al nostro Comitato Piazza Pulita, che vuole rendersi utile portando la sua piccola goccia, poche semplici azioni concrete, con riflessioni, iniziative, segnalazioni, idee che aiutino a migliorare il mondo in cui viviamo. Partendo dal basso.
Io sono sempre stato di questa idea: non serve un soggetto politico nuovo, un altro partito. Dobbiamo solo riuscire a coordinare, a collegare insieme centinaia, migliaia di realtà civiche che esistono già, che conoscono magari uno per uno i loro elettori, che sono capaci di mobilitare in poco tempo migliaia di persone, con le mailing list, il porta a porta, le telefonate. E’ tutto un mondo che opera e si muove già, che porta a casa risultati concreti ogni giorno e, sono convinto, che fa politica per passione e senza guadagnarci nemmeno un euro bucato. E’ questo mondo poco appariscente che sta tenendo in piedi il tessuto civile di questo paese, che sta tenendo accesa la fiammella della speranza, che resiste giorno per giorno al berlusconismo dilante e contagioso.
E’ per questo che ho visto con grande sollievo e rinata speranza questa proposta di Paolo, di far ripartire il tentativo di una lista civica per le europee. E’ ovvio che non sarà una passeggiata, non sarà nemmeno facile vincere le resistenze di una parte della sinistra che vede in questo tentativo un segno di debolezza di questa parte politica, convinti di dover cambiare le cose “dall’interno”.
Io quindi voglio provarci ancora, perchè sono convinto che le forze necessarie, nel nostro paese, ci sono: tanti giovani delusi dai tentativi fatti, ma non ancora rassegnati, tante persone che da anni fanno politica, a livello locale, avendo come bandiera solo l’onestà e l’interesse di tutti. E vogliono provarci ancora.
Si tratta solo di coordinamento e di comunicazione, di trovare quei canali che possono far arrivare questo messaggio a quante più persone possibile. E per questo dobbiamo essere capaci di mobilitare e coinvolgere le realtà civiche esistenti. Costruire “la rete di reti”. Io do’ la mia personale disponibilità a lavorare in questo senso, a contribuire per la nascita di questo coordinamento, a partecipare a questa esperienza che credo sia improcrastinabile se veramente abbiamo a cuore il futuro del nostro paese.Vi ringrazio per l’attenzione
Cordiali saluti

Fabio Battagion
www.piazza-pulita.org

giovedì 9 ottobre 2008

Non è mai troppo tardi

Credo di non aver mai condiviso nulla di quanto ha detto e fatto Paolo Guzzanti negli ultimi anni.
Gli va pero’ dato atto che questa volta la lealta’ alla sua coscienza l’ha portato a prendere una posizione chiara e coraggiosa.
Riporto qui solo poche frasi dal suo blog, sperando che la cosa non finisca qui, ma venga in qualche modo ripresa anche fuori dalla rete e diventi di dominio pubblico.
E’ finalmente una voce che, partendo dalla sua stessa parte, dice come e’ veramente Berlusconi.
Noi, in realta’, lo sapevamo gia’.

[dal blog di Paolo Guzzanti] Ieri sera ho ascoltato da Berlusconi parole terribili e inaccettabili che non avrei mai voluto ascoltare. Ma poiche’ invece le ho udite, non posso e non voglio fingere di non essere stato testimone e ho dunque il dovere che hanno tutti coloro che assistono ad un misfatto: chiamare a rapporto la propria coscienza e metterla al corrente del conflitto.
Dichiaro dunque da ieri notte una insuperabile crisi di coscienza: la mia coscienza e’ la sola entita’ cui io debba essere fedele.
Con i leaders politici si e’ leali, non fedeli. E io lealmente dico che di questa storia ne ho abbastanza. Cio’ che ho trovato piu’ grave, inaccettabile e nauseante è stato il tono con cui Berlusconi ha ripetuto a megafono le storie della propaganda russa, dicendo che “bisognava andare a “prendere quello la’, quel SADDAM”, intendendo il presidente Saakashvili .
Berlusconi ha riconfermato più volte in modo imbarazzante, anche perché sempre sorridente e faceto trattando una questione di una gravità morale gigantesca, la sua amicizia con Putin ed ha detto che il suo amico Putin, che deve essere un omonimo di quello che comanda a Mosca, non ne poteva più di udire i racconti strazianti di madri schiacciate dai carri armati (georgiani), donne violentate (dai georgiani) poveri soldati uccisi (russi) e così - quando ce vo’ ce vo’ - ad un certo punto anche un sant’uomo come lui ha perso la pazienza e ha fatto ciò che ha fatto Hitler con la Polonia.
Anche Hitler era seccatissimo con i polacchi: i polacchi nel 1939 erano uno strazio, sempre a manifestare sentimenti antidedeschi, a provocare incidenti di frontiera, per cui alla fine anche quell’altro sant’uomo di Hitler (bisogna pur capirlo) perse la pazienza e invase, spalleggiato dal suo compagno di merende Stalin che invase dall’altra parte.

Forse qualcosa si muove, anche da quella parte


martedì 7 ottobre 2008

Tremonti: Robin Hood o sceriffo di Nottingham ?

Che i media, totalmente nelle mani del capo del governo, distorcano o limitino l’informazione, e’ un fatto ormai assodato. Chi ha visto la trasmissione “Anno Zero” di tre settimane fa, dedicata ad Alitalia, ha avuto modo di constatarlo di persona.

Vorrei pero’ segnalare un altro esempio un po’ piu’ nascosto, di cui quasi nessuno ha parlato. Solo l’Espresso, in una sua uscita di luglio, ha citato l’argomento.

La recente manovra finanziaria, approvata a meta’ luglio, se ben analizzata, fa vedere come l’immagine del ministro Tremonti, novello Robin Hood, sia semplicemente costruita da stampa e TV, dicendo alcune cose, ma tacendone altre: in realta’ sono molto piu’ numerosi i provvedimenti, contenuti nel DPEF o in decreti emanati in giugno e luglio di quest’anno, che rendono il nostro molto piu’ simile all’ingordo e cattivo Sceriffo di Nottingham.

Ecco alcuni dettagli, per far capire da che parte stia mandando l’acqua il ministro.

Grandi strombazzamenti per la Robin Tax, 2 miliardi di gettito a carico delle aziende petrolifere (che comunque li stanno gia’ trasferendo pari pari ai consumatori). Silenzio assoluto sulla proroga fino a fine anno della famigerata “Cip6″, quella quota che tutti paghiamo sulla bolletta elettrica a favore di “energie rinnovabili e assimilabili” (assimilabili vuol dire: anche quelle non rinnovabili): un regalo di 3 miliardi di Euro a favore di Saras (famiglia Moratti), Erg (famiglia Garrone), Edison e altri, che quella quota intascano da decenni.

Tutti ricordiamo la tanto pubblicizzata “tessera annonaria” per i vecchietti nulla-tenenti, ma poi neanche a parlarne di sgravi per i lavoratori dipendenti. Oppure, con l’inflazione programmata al 1.7% nel prossimo triennio, come verra’ recuperata nei contratti di lavoro l’inflazione reale al 3.8% ? Fra tre anni, tessera per tutti.

Il nostro ministro amava farsi riprendere, nei mesi scorsi, con la scatola dei pelati Cirio sulla scrivania, per far capire che lui aveva sempre in mente la questione, a difesa dei poveri investitori truffati da Cirio e Parmalat. Ma nel contempo rimanda all’anno prossimo la “Class action”, azione legale collettiva che sola potrebbe difendere gruppi di persone colpite dalla stessa truffa.

Nessuno parla poi delle norme anti-evasione, istituite da Visco, e diligentemente cancellate da Tremonti: il registro clienti - fornitori non e’ piu’ obbligatorio, il limite per pagamenti in contanti alzato da 5 mila a 12 mila Euro, non piu’ obbligatorio il conto corrente dell’attivita’ professionale separato da quello personale, non piu’ obbligatoria la scritta “non trasferibile”, con tanto di codice fiscale del traente, sugli assegni bancari, e cosi’ via. Evasori di ogni ordine e grado, commercialisti dalla fantasia fertile, professionisti dal braccino corto, ringraziano, ma sotto voce.

Veniamo agli enti locali: cancellata l’ICI, unica tassa veramente federalista. Sostituita, ma solo a parole, da contributi romani (i leghisti dove sono?). I comuni, intanto, riducono i servizi per bilanciare le minori entrate.
C’era una norma, introdotta dalla legge Merloni, anni 90, che stabiliva un contributo del 2% a favore di quei professionisti, dipendenti degli stessi enti locali, che avessero progettato le opere pubbliche internamente, anziche’ pagare il 10% a professonisti esterni. A favore di un risparmio dell’8% dei costi dell’opera. La Finanziaria 2009 mantiene questo 2%, ma solo una parte di esso diventa incentivo per i professionisti interni che progettano (lo 0.5%), il restante 1.5% deve essere versato alle casse dello stato (i leghisti dove sono?).

Altra chicca, sempre per gli enti locali: dopo i roboanti piani casa della campagna elettorale berlusconiana, una leggina nuova nuova stabilisce che i comuni possono vendere le case popolari agli inquilini, ma il prezzo non sara’ quello di mercato, bensi’ un prezzo basato sul canone di affitto. Come dire: buoni tutti a fare il bolscevico con i soldi degli altri.

La lista potrebbe continuare (allarme sicurezza, ma taglio degli organici per polizia e guardia di finanza, taglio della spesa sanitaria per le regioni in rosso, ma proposta di eliminare il ticket su radiografie e affini, quelle su cui c’e’ il margine maggiore a favore delle cliniche private convenzionate, taglio del 22% delle spese per la Giustizia, ma riforma delle cause civili in modo che possano essere risolte, da chi se lo puo’ permettere, in modo extragiudiziale).

Lo sceriffo di Nottingham, nella favola di Robin Hood, fa una brutta fine.
Ma, si sa, solo nelle favole tutto finisce col “felici e contenti”.
La realta’ e’ tutta un’altra storia.

venerdì 3 ottobre 2008

Un autorevole appello contro le liste bloccate

Vi segnalo un articolo, pubblicato da ‘La Stampa’ di qualche giorno fa, a firma di Giovanni Guzzetta, presidente del comitato per il referendum elettorale.

Io l’ho trovato un contributo lucido e intelligente e vi invito a leggerlo. Ovviamente non mi aspetto che sortisca risultati di sorta, visti gli interlocutori.


venerdì 26 settembre 2008

L'opposizione in Italia? e' Famiglia Cristiana

Nel suo ultimo numero, in edicola in questi giorni (n.39), Famiglia Cristiana torna a lanciare bordate al Governo (e qualcuna anche all’opposizione, a dir il vero).
Sembra proprio che la funzione di mantenere sveglia la coscienza critica di questo nostro povero paese sia ormai solo il settimanale dei Paolini.


Nel primo, viene attaccata duramente la promessa legge elettorale (definita “porcata numero due”) che ancora si fara’ con liste bloccate, cioe’ senza preferenza: “L’interrogativo se sia in atto un processo degenerativo della democrazia anche in Italia è serio. I regimi formalmente democratici, ma parzialmente svuotati della loro capacità rappresentativa, sono ormai una semi-democrazia.

Il secondo si occupa di Alitalia: anziche rincorrersi sul terreno del “e’ merito mio”, “no, e’ merito mio” (ammesso che merito ci sia), sarebbe meglio analizzare perche’ siamo arrivati a questo punto critico: “in questa vicenda tutti hanno sbagliato almeno qualcosa, sarebbe una prova di serietà se soprattutto le persone sulle quali incombono i maggiori doveri rinunciassero al gioco della caccia al capro espiatorio“.

E’ comunque sintomatico che ormai solo il settimanale cattolico si possa permettere di esprimere pubblicamente pareri diversi da quelli imperanti, dalla propaganda del governo e dal silenzio dell’opposizione.

Ma anche questo ultimo canale di opposizione sta cadendo nell’oblio: a parte i (per fortuna numerosi) abbonati, chi potra’ conoscere queste posizioni chiare e coraggiose ? TV e giornali, questa volta, si sono ben guardati dal parlarne, come avvenne un mese fa.

Non resta che la rete, non rimaniamo che noi: commentiamo e pubblicizziamo, finche’ si puo’. Ma non ho dubbi che tra un po’ anche questo mezzo verra’ riformato.
E sara’ la fine.



martedì 23 settembre 2008

Una lezione di stile

Olmert, Primo Ministro di Israele, si e’ dimesso a causa delle accuse, secondo lui infondate, che gli sono state rivolte. Per potersi difendere pienamente, senza “intimorire” i giudici per la sua carica (come lui stesso ha voluto precisare), ha pensato che era meglio dimettersi, piuttosto che rischiare di compromettere l’immagine dell’intero paese.

Alcuni passaggi del suo discorso, tenuto il 30 luglio 2008 davanti alla nazione:

“I want to make one thing clear: I am proud to be a citizen of a country in which a prime minister can be investigated like any other citizen. It is the duty of the police to investigate. It is the duty of the State Prosecutor’s Office to instruct the police, and I have nothing against them for that. The prime minister is not above the law, but neither is he beneath it.”

(la mia traduzione: “voglio dire una cosa con chiarezza: io sono orgoglioso di essere un cittadino di un paese dove il primo ministro puo’ essere sottoposto ad un’inchiesta, come qualsiasi altro cittadino. E’ dovere della polizia investigare. E’ dovere della Procura investigare per mezzo della polizia e io non ho niente contro di loro per questo. Il Primo Ministro non e’ al di sopra della legge, ma nemmeno puo’ esserne calpestato”)

“Now the moment has come for me to make a decision. I am not doing this out of a sense that I cannot fulfill my duties. I believe, with all my being, in my ability to continue fulfilling my mission, as I believe my own honesty and innocence. But the current campaign of abuse, even by honest people who truly care about the state and its image, raises a question that I do not want to and cannot evade. What is more important? My private justice, or the public good? My private justice is very important to me. The infringement of my family’s privacy pains me exceedingly. In the choice between the considerations of my status and ability to struggle for my justice, and the considerations of the good of the state, the latter are more important!!!”

(la mia traduzione: “ora e’ arrivato il momento per me di prendere una decisione. Non lo sto facendo perche’ non mi sento in grado di svolgere il mio compito, ma perche’ credo nella mia onesta’ e nella mia innocenza. Pero’ l’attuale campagna diffamatoria, anche se da parte di gente onesta che in buona fede si preoccupa dello Stato e della sua immagine, fa sorgere una domanda che io non voglio e non posso eludere: che cosa e’ piu’ importante? la mia giustizia privata o il bene pubblico? la mia giustizia privata e’ molto importante per me. Il coinvolgimento della privacy della mia famiglia mi addolora grandemente. La scelta tra la considerazione del mio stato, la possibilita’ di battermi per la giustizia e il bene dello stato, quest’ultimo e’ per me molto piu’ importante!!!”)

Non so voi, ma a me il pensiero e’ subito andato ai fatti di casa nostra: stesso contesto, altra soluzione.
Staremo a vedere se magari non sara’ Israele a prendere spunto da noi: chissa come si dice “lodo Alfano” in lingua ebraica …

(fonte: Haaretz.com - quotidiano israeliano -




mercoledì 17 settembre 2008

Vogliamo le PREFERENZE !!

Mi scuso se torno ancora su un argomento che ho gia’ toccato in passato: la legge elettorale.

I partiti di opposizione, molto ma molto timidamente, cominciano a farsi sentire: si devono reintrodurre le preferenze.
Per me e’ una espressione della democrazia che e’ irrinunciabile: se non c’e’ la possibilita’ di scegliere almeno la persona, anche se all’interno di una lista preparata da un partito (per migliorare questo si puo’ provvedere piu’ avanti), non ha senso andare a votare.

Voglio rilanciare l’iniziativa, cui avevo gia’ accennato in passato, e che mi piacerebbe girasse nel popolo di Web 2.0 e diventasse la rivendicazione del popolo della rete: senza la preferenza non andiamo a votare per le Europee (la prossima primavera). Nel caso possiamo aprire una sottoscrizione e fare un banner da mettere nei nostri siti e pubblicizzare al massimo.

Che ne dite ? si puo’ fare ? attendo i vostri commenti. Numerosi.



lunedì 15 settembre 2008

Abdul, ucciso per aver rubato dei dolci


Un altro omicidio insensato. Un altro delitto causato dall’intolleranza di chi considera il colore della pelle come metro di giudizio.
Abdul era di Cernusco sul Naviglio, la mia citta’, dove molti lo conoscevano.
Pubblichiamo una delle molte mail che questa mattina stanno girando, da una nostra amica che conosceva Abdul da tempo. E’ una testimoianza a caldo, di chi e’ incredulo e sconfortato per quello che sta succedendo, sempre piu’ frequentemente, nel nostro paese. Una testimonianza che interpreta in pieno i sentimenti di tutti noi.

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Appena ho letto i giornali in Internet, stamattina, un tuffo al cuore per la notizia del ragazzo prima in coma, e poi morto per le ferite al capo. Due italiani, padre e figlio, lo hanno ucciso a sprangate accusandolo di aver rubato dolci al loro bar. Ho pensato subito al ragazzino che avevo conosciuto.
Era proprio lui, Abdul Guiebre, cittadino cernuschese, originario del Burkina Faso.
L’ho conosciuto quando, preadolescente, frequentava il CAG”Friends”. E l’ho rivisto tante volte in giro per la città. “Come va , Abdul?” Sorridente con i suoi occhi espressivi, a volte ironici. Non era un ragazzo facile, generoso e insofferente nello stesso tempo. Un ragazzo che stava cercando la sua strada, e non è mai semplice per chi è immigrato, trapiantato in una cultura così diversa da quella di origine.
In fondo noi sappiamo ben poco delle difficoltà che gli stranieri vivono nel loro intimo, siamo così pieni di noi stessi da credere di avergli dato il massimo delle possibilità . Che cosa vogliono di più?
Io dico che è orrendo anche solo pensare di ammazzare una persona per un furto. E mi turba profondamente immaginare la violenza bestiale di un uomo ( ma è ancora uomo?) nel calare una spranga di ferro su un ragazzo che potrebbe essere suo figlio. Ma in più quel ragazzo è nero, e si merita anche parolacce e insulti razzisti prima di essere fatto fuori.
Sarà la polizia a chiarire la dinamica dell’accaduto.Ma non posso accettare che un furto, se davvero lo è stato, possa giustificare un simile odio.
In quale società viviamo? Non la riconosco, non mi riconosco in chi ritiene giusto uccidere per salvare la sua proprietà ( e in questo caso ben misero il bottino del ladro!).
Sono convinta che ad armare le mani insensate dell’uccisore italiano sia stato anche il clima sociale, culturale che si respira in Italia contro gli immigrati. E l’attuale politica del governo Berlusconi rafforza gli atteggiamenti di intolleranza. Ci dicono che gli stranieri vengono da noi per derubarci, del lavoro, dei soldi,della cultura.Ci fanno pensare che la maggior parte di loro sono delinquenti. All’inizio molti non concordano con questo sentire, ma poi il martellamento della TV e dei giornali è tale che ci si comincia a credere e dalla diffidenza si passa alla paura e dalla paura si può arrivare all’odio, come in questo caso.
Caro Abdul, compiango i tuoi anni troppo brevi. Nessuno doveva permettersi di toglierti , con la vita, ogni speranza. Perdona la disumanità di chi lo ha fatto. Perdona anche la vigliaccheria e il perbenismo di tutti noi se staremo solo a guardare.

Ernestina


giovedì 11 settembre 2008

La Terra dei Fuochi, ovvero: quello che la TV non ci racconta

Ci associamo volentieri alla campagna di re-informazione, lanciata dal sito http://www.laterradeifuochi.it/ e poi richiamata anche da MicroMega, segnalataci dal nostro amico Matteo di Teo News.

In sostanza: il trionfalismo di Berlusconi per aver risolto il problema della spazzatura di Napoli, abbondantemente amplificato da tutte le TV (unica eccezione: un servizio sul TG3 del 2 settembre) e da tutti i giornali, e’ una bufala.
Il problema della spazzatura non e’ stato risolto, e’ solo stato allontanato da Napoli: ci sono decine di roghi che continuano ad ardere nelle campagne attorno alla citta’ (ma lontano abbastanza da non essere visibili dalle telecamere che documentano il premier spazzino con sorriso a 94 denti) dove la spazzatura abbandonata continua a creare i problemi di prima.

Chiediamo ai nostri visitatori che ci leggono da Napoli e dintorni di confermarci queste notizie, di comunicare a tutto il popolo della rete com’e’ la situazione VERAMENTE.

Ancora una volta, comunque, abbiamo la prova di quanto sia potente il mezzo televisivo e i media stampati, quando sono pilotati da forze che non amano la liberta’ ed il rispetto, ma vogliono solo perpetuare il loro dominio sulla societa’ intera.

Ancora una volta, la rete puo’ diventare uno strumento di libera informazione, di liberta’ e di democrazia. Grazie a Matteo che ci ha fatto questa segnalazione e grazie a tutti quelli che vorranno fare ulteriore pubblicita’ a questa iniziativa.

Potete inserire il banner nel vostro blog, lo trovate nel sito di La Terra dei Fuochi.


lunedì 8 settembre 2008

Tangentopoli, una storia del secolo scorso

E’ appena terminata su RAI 3 la trasmissione “Blu Notte”, che quest’oggi si e’ occupata di Tangentopoli: la cronistoria della rivoluzione che, nel giro di due anni, dal 1992 al 1993, ha cambiato QUASI del tutto il panorama della politica italiana.
Confesso che molti dettagli li avevo dimenticati, ma a risentirli tornano immediatamente alla memoria volti, nomi, avvenimenti, suicidi.

Non voglio qui dibattere se si e’ trattato di una rivoluzione giusta o sbagliata, o in parte giusta e in parte sbagliata. Su questo ho la mia idea, ma ora non e’ quello su cui vi chiedo di riflettere.

Quello che mi ha colpito stasera, quello che mi pare cosi’ lontano e diverso dalla situazione dei nostri giorni, e’ questo: Tangentopoli, nel 1992, aveva messo in moto un movimento popolare che la sosteneva: la gente, la gente comune come noi, allora, si e’ fatta sentire. Manifestazioni a Milano, a Roma, attorno ai palazzi di giustizia, nelle piazze, davanti ai simboli del potere politico. Famosa, piu’ di tutte le altre, la pioggia di monetine sulle teste e sulle auto di Craxi e dei suoi sfortunati accompagnatori.

Mi ha colpito come lo sdegno popolare si era riversato nelle piazze, dando forza ed energia al tentativo dei magistrati di capire quello che era successo e di ristabilire la Giustizia, quella con la G maiuscola.

E mi ha colpito soprattutto perche’ l’avevo scordato, ormai assuefatto ai comportamenti dei nostri giorni, dove praticamente nessuno si indegna, si scandalizza piu’ per le emergenze che continuano ancora oggi, che non sono (mai) finite, anzi.

Oggi, a distanza di 16 anni, la “pax romana” si e’ finalmente concretizzata. L’imperatore e’ stabilmente in sella, il popolo sa che di lui si puo’ fidare, perche’ lui se ne intende di imperi, ne ha gia’ costruiti piu’ di uno. Percio’, basta preoccuparsi, pensiamo a divertirci.
E giu’ veline, miss-italia, olimpiadi, campionato.

E’ il duemilaotto. E tutto va bene. Dormite in pace.



giovedì 4 settembre 2008

Sopravvivere ... a progetto

La societa’ per cui lavoro, dopo otto (ripeto: otto!) anni di rinnovi semestrali o annuali, non ha piu’ rinnovato il contratto ad alcune segretarie con contratto interinale, di fatto cacciandole.
E’ stato un dramma per noi (col posto fisso), che abbiamo lavorato gomito a gomito per tutto questo tempo, figurasi per loro: chi ha il mutuo da pagare (aperto con la garanzia dei genitori), chi un figlio ed un marito con stipendio normale (l’ultima settimana del mese si metteranno a dieta, che fa sempre bene), chi, pur da sola, deve comunque sbarcare il lunario. Tutte, comunque, con l’angoscia di cosa succedera’ loro da lunedi’ prossimo.

Da giovani, credevamo che la qualita’ della vita non potesse che migliorare, che il mondo fosse destinato a distribuire benessere a tutti, che la Giustizia non potesse che estendersi a tutti, un po’ alla volta. Insomma, che al passare del tempo non potessimo che stare meglio, tutti. Abbiamo sempre pensato che l’intera societa’ fosse incamminata verso il miglioramento e che indietro ormai non si tornava piu’.

E’ duro accorgersi che tutto cio’ non e’ vero, che se qualcuno sta meglio, c’e’ sempre qualcuno che sta peggio.
E’ questo lo sviluppo? e’ questo il benessere? finche’ continueremo a misurare la qualita’ della nostra vita con il PIL, con gli utili per azione, con i fatturati, continueremo a chiudere gli occhi sui disastri che questi numeri comportano.
E continueranno ad esserci altre ‘Marta’, altre ‘Antonella’, altre ‘Francesca’ che nel loro ultimo giorno di lavoro torneranno a casa piangendo.

Sara’ il caso di cambiare, prima che sia troppo tardi, per non doverci piu’ vergognare del mondo che abbiamo costruito.


martedì 29 luglio 2008

Legge Elettorale e referendum (passati e futuri)

Timidamente, sottolineo, timidamente si riprende a parlare di Legge Elettorale. Si avvicinano le elezioni europee (primavera 2009) quindi bisogna cominciare a parlare di come dovremo votare.

La faccenda preoccupante e’ che le proposte che si sentono avanzare sono proprio le peggiori (anche se dopo l’ultima tornata elettorale non ci si poteva aspettare di piu’): sistema proporzionale, sbarramento, liste bloccate.

Il referendum del 1993 stravinto a grande maggioranza a favore del maggioritario, e’ stato ormai completamente dimenticato. Ma sono anche totalmente inascoltate le proposte contenute nel referendum su cui saremo chiamati ad esprimerci l’anno prossimo (abrogazione parziale della legge del 2005, il “porcellum”) e cioe’ l’eliminazione del concetto di “coalizione” (con il premio di maggioranza assegnato alla singola lista, punto peraltro di fatto gia’ “superato” dai risultati delle ultime elezioni) e, soprattutto, eliminazione delle candidature “multiple” (lo stesso candidato si puo’ ora presentare un piu’ collegi, dando di fatto ai partiti il potere di decidere chi viene eletto e chi no).

Di fatto, si tratta dell’ennesima zampata della “casta” per aumentare e perpetuare il suo potere. Zampata che, a mio modesto avviso, dovrebbe vedere una risposta netta e decisa delle persone ragionevoli ancora presenti in questo paese (e non sono poche).

I punti irrinunciabili per una nuova legge elettorale (da applicare in primis alle prossime elezioni europee), sono per me i seguenti:

  • reintroduzione della preferenza (unica): no alle liste bloccate
  • eliminazioni delle candidature multiple: un candidato si puo’ presentare in un solo collegio
Senza queste due regole fondamentali, ogni legge elettorale e’ completamente inaccettabile.
Anzi, vorrei lanciare una proposta, che spero venga discussa e condivisa dal popolo della rete (e magari anche oltre): disertiamo in massa le urne per il Parlamento europeo, se non verranno introdotti questi due principi nella legge elettorale (che senz’altro verra’ modificata da qui a primavera prossima).
Mi piacerebbe anche (ma mi rendo conto che sto sognando) che il PD si facesse interprete di questa istanza e diventasse un punto qualificante della sua azione politica.




lunedì 28 luglio 2008

Un'altra mazzata per i precari


L’emendamento inserito nella Finanziaria, in via di preparazione in Parlamento, che riguarda i precari, e’ un’ennesima prova che al peggio non c’e’ limite.

Questa in sintesi, la questione: finora un lavoratore titolare di un contratto a termine, come dipendente effettivo o come finto autonomo (è il caso dei lavoratori a progetto), il quale riteneva che il contratto medesimo fosse viziato da qualche irregolarità (la durata, i contenuti per niente “autonomi”, …), poteva far ricorso al giudice del lavoro.
Se quest´ultimo stabiliva che il contratto era effettivamente irregolare, una condizione che sicuramente sussiste, tra gli altri, proprio per decine di migliaia di lavoratori a progetto, poteva imporre all´impresa di trasformare il rapporto di lavoro precario in un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Ora non più. Il governo, con l’emendamento di cui si diceva, intende togliere al giudice simile facoltà: l´impresa colta in fallo è tenuta al massimo a versare al lavoratore alcune mensilità di stipendio (massimo 6), a titolo di indennizzo. Né ha l´obbligo di rinnovare nemmeno il contratto a termine.

Confindustria plaude all’iniziativa: “e’ la direzione giusta“. Peccato che per migliaia di lavoratori precari, che per anni si sono visti rinnovare un contratto atipico, sottopagato, in deroga non solo a quanto stabilito dalla legge, ma anche ad ogni Giustizia sociale che deriva dal buonsenso, questa norma voglia dire la fine di ogni minima speranza di inserimento stabile in un mondo del lavoro che diventa sempre piu’ una giungla, dove il piu’ forte ha sempre ragione.

Mi auguro due cose.
Primo: che la norma venga eliminata dalla Finanziaria in discussione, ristabilendo un minimo di Giustizia per chi rappresenta sempre la parte piu’ debole del rapporto di lavoro.
Secondo: che almeno qualcuno dei precari che 4 mesi fa hanno votato questa maggioranza, dia segni di pentimento, aprendo finalmente gli occhi sulla vera anima di questo governo. Mi piacerebbe avere qualche contributo nei commenti proprio da qualcuno di loro. Oppure la questione non vi interessa ?


venerdì 25 luglio 2008

Obama vs. Berlusconi: 2 - 0

Le news di ieri sera e di stamattina mettono in prima pagina i due discorsi a cui abbiamo assistito ieri: quello del candidato democratico alla presidenza USA, in viaggio a Berlino (Germania), e quello del nostro Berlusconi, pronto per partire alla volta di Arcore (Brianza).

Il primo di fronte a piu’ di centomila persone, per il secondo il solito gruppetto di giornalisti, testimoni affezionati (a volte pagati, in quanto suoi dipendenti) delle esternazioni del nostro.

Non puo’ non colpire il dislivello che divide i due oratori (non sto parlando del rialzo nelle scarpe): per il primo (Obama) la liberta’ e la democrazia hanno portato all’abbattimento dei muri, in primis quello di Berlino. Per Silvio, la democrazia e’ migliore se attorno ai leaders si alzano nuovi muri, sbarramenti che devono proteggere la loro liberta’ (di governare): il Lodo Alfano e’ “il minimo” che possiamo fare (chissa’ quando arrivera’ “il massimo” !).

Obana parla all’Europa, dicendo: “uniamoci per salvare il pianeta“, Silvio parla ai suoi parlamentari e dice: “finalmente avro’ il sabato libero da impegni giudiziari”.

Il candidato Presidente dice: “la mia e’ una storia americana, mio nonno faceva il cuoco per gli inglesi”; il presidente a vita (Silvio) dice: “chi mi rimborsera’ i soldi e il tempo spesi per la storia spagnola (Telecinco)?”

Decisamente, 1 a 0 per Obama.

Nel suo viaggio europeo (ma con l’occhio ai sondaggi americani), il candidato Obama non inserisce l’Italia: solo Berlino, Parigi, Londra. Troppo compromettente farsi fotografare a fianco di Silvio ? o magari in una foto di gruppo con Bossi e Carfagna ? Quantomeno, inutile, se non dannoso.

Decisamente: autorete di Silvio (2 a 0 per Obama).


giovedì 17 luglio 2008

Un altro passo verso il baratro

Un’altra mazzata sulla classe politica del nostro Paese: Del Turco, governatore dell’Abruzzo, membro della Direzione nazionale del PD, finisce in galera con altri suoi colleghi e amici. Accusato da un supertestimone, proprietario di varie cliniche private, che subissato di richieste di tangenti, scoppia e racconta tutto.
E’ l’inizio di tangentopoli 2 - il ritorno ? forse si. Oppure finira’ tutto, come accade spesso, in una bolla di sapone. Un po’ di scuse e si ricomincia.

Ma il problema rimane: questa classe politica (destra o sinistra, non c’e’ differenza, purtroppo, anche se non voglio far di ogni erba un fascio) e’ completamente compromessa. Chi puo’ ancora aver fiducia nei politici di questo paese ?

Anzi, il problema e’ molto piu’ esteso: non solo la classe politica, ma una parte (quanto grande ?) della classe dirigente di questo paese (medici, professionisti, costruttori, industriali, sportivi, …) e’ marcia, e’ ormai cosi’ assuefatta alla tangente, al clientelismo, alla pratica mafiosa, che tutto diventa normale. Anzi: forse e’ cosi una parte (quanto grande ?) di noi italiani, in generale.

Chi ci salvera’ da questa situazione sempre piu’ grave, sempre piu’ estesa, sempre piu’ marcia ? forse il populismo un tanto al chilo del capo del governo, principe dei “bauscia” gretti e arrivisti della bassa brianza ? forse il “politically correct” di Uolter, stratega del nuovo, basato su fondamenta marce ed esauste (vedi Del Turco) ? forse i “vaffa” del grillo parlante ? o gli sbraiti del Tonino nazionale ?

Io non ho una risposta a questa domanda, ho paura che nessuno ce l’abbia. E nemmeno vedo vie d’uscita a breve, indolori e all’insegna del “rinnovamento della politica italiana”. Il nostro e’ un paese alla frutta: a volte ho il terrore che solo una rivoluzione, solo una guerra civile potranno effettivamente cambiare le cose. Un sollevamento di popolo, cruento, violento, ma purificatore. E chi restera’, forse, avra capito la lezione.



venerdì 11 luglio 2008

Un altro incidente nucleare, questa volta in Francia


Un altro incidente in una centrale nucleare, questa volta in Francia, a Tricastin, vicino ad Avignone (non piu’ di 250 km da Torino).
Martedi scorso, durante il lavaggio di una cisterna, parte dei 30 metri cubi d’acqua, contenente 12 grammi di uranio per litro, era accidentalmente finita in due fiumi vicini. Divieto di attività nautiche, bagno e pesca lungo il Gauffiere e l’Auzon, blocco della distribuzione di acqua potabile e dei prelievi privati dai due fiumi, oltre che dell’irrigazione dei campi nelle aree interessate dalla fuoriuscita.

Subito, le autorita’ francesi hanno minimizzato l’accaduto, diffondendo notizie rassicuranti, mentre tutte le associazioni ecologiste chiedono maggiori dettagli e misure oggettive sull’accaduto (ad esempio: cosa vuol dire “12 grammi per litro” ? quanta radioattivita’ contengono 12 grammi per litro?)

E’ di oggi invece la notizia che l’Autorita’ per la Sicurezza Nucleare francese ha chiesto in mattinata a Socatri, società satellite del colosso energetico Areva, proprietario della centrale, di “sospendere l’attività del suo sito di trattamento delle scorie nella centrale nucleare di Tricastin” e di prendere “misure immediate di messa in sicurezza“.

Ci stanno nascondendo qualcosa ?

Ovviamente, nessuna notizia e’ stata diffusa qui da noi, occupati come eravano a discutere di Guzzanti, Carfagna e Grillo.


lunedì 7 luglio 2008

L’adesione di Umberto Eco alla manifestazione dell’8 luglio

Mi pare degna di nota la dichiarazione di Umberto Eco nell’aderire alla manifestazione dell’8 luglio contro le leggi canaglia. Dice Umberto Eco:

A Furio Colombo, Paolo Flores d’Arcais, Pancho Pardi
2 luglio 2008
Cari Amici,
mentre esprimo la mia solidarietà per la vostra manifestazione, vorrei che essa servisse a ricordare a tutti due punti che si è sovente tentati di dimenticare:
(1) Democrazia non significa che la maggioranza ha ragione. Significa che la maggioranza ha il diritto di governare.
(2) Democrazia non significa pertanto che la minoranza ha torto. Significa che, mentre rispetta il governo della maggioranza, essa si esprime a voce alta ogni volta che pensa che la maggioranza abbia torto (o addirittura faccia cose contrarie alla legge, alla morale e ai principi stessi della democrazia), e deve farlo sempre e con la massima energia perché questo è il mandato che ha ricevuto dai cittadini.
Quando la maggioranza sostiene di aver sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia.
Umberto Eco

Condivido in pieno questa dichiarazione, pacata e nello stesso tempo ferma e chiara.
Spero in un grande successo della manifestazione



sabato 5 luglio 2008

La COSTITUZIONE

La nostra Costituzione ha appena compiuto 60 anni, ma non li dimostra.
Pochi la conoscono, ne abbiamo magari una conoscenza parziale o imprecisa.
Tra le iniziative di questo blog, pubblicherò periodicamente un articolo, partendo dal numero 1, aggiungendo dei semplici commenti personali e confidando nel vostro aiuto per approfondire e discutere. Anche su come modificarla, se serve. Ma comunque, principalmente, per conoscerla meglio.



Pur non essendo un esperto, mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione un articolo per volta, dedicandovi un post ogni tanto (li troverete tutti col tag "costituzione"), con qualche breve commento. Senza presunzione di fare degli interventi da costituzionalista, ma da semplice cittadino pensante, che espone il proprio punto di vista. Per tutti sara’ poi possibile aggiungere commenti e riflessioni.
Per conoscere meglio la nostra Costituzione, per capire insieme che su di essa si fondano le ragioni del nostro vivere civile, per imparare ad amarla.

Di seguito, i links ai vari articoli. 
E' possibile anche estrarli tutti semplicemente cliccando sul tag "Costituzione".


PRINCIPI FONDAMENTALI
- Art. 2:   I Diritti inviolabili
- Art. 3:   Dell'Uguaglianza
- Art. 4:   Ancora il Lavoro
- Art. 8:   Le altre Religioni
- Art. 12Il Tricolore
PARTE PRIMA. DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI
Titolo I. Rapporti civili
- Art. 14Il Domicilio
- Art. 17: Libertà di riunione
- Art. 18: Libertà di associazione

- Art. 19: Libertà di professione religiosa
- Art. 20: Le associazioni religiose

- Art. 21: Libertà di stampa
- Art. 22: Nessuna privazione per motivi politici

- Art. 23: Nessuna costrizione personale
- Art. 24: Il diritto all'azione legale

- Art. 25: Solo la Legge stabilisce pene e limitazioni
- Art. 26: L'estradizione

- Art. 27: No alla pena di morte
- Art. 28: La Responsabilità Civile dello Stato