domenica 27 dicembre 2009

Azione di governo e valori cristiani

Bene ha fatto il presidente berlusconi a ricordare al Papa (in un messaggio privato, subito diffuso dall'ANSA), che l'azione di governo e' stata sempre improntata ai valori del cristianesimo.
Infatti non se n'era accorto nessuno.

Ora pero' mi viene spontaneo chiedermi: quali, tra i provvedimenti degli ultimi mesi, e' il piu' allineato con tali valori? forse lo scudo fiscale, che ripulisce i capitali neri sottratti alla giusta tassazione?
forse la legge che istituisce il reato di immigrazione clandestina e punisce una persona solo per il suo "essere" straniero?
Forse il lodo Alfano, che stabilisce la disuguaglianza di alcune persone di fronte alla legge?
O forse le generose signorine che hanno frequentato la casa dell'imperatore: erano li' per il catechismo?

Forse il cristianesimo in cui sono cresciuto io, ed in cui credo, non è la stessa religione a cui si riferiva berlusconi. Credo sia l'unica spiegazione possibile.



giovedì 24 dicembre 2009

Un augurio per il nuovo anno


A tutti quelli che passeranno di qui, oggi, domani e nei prossimi giorni.
A chi ci passa regolarmente, tutti i giorni.
A chi ci passa di rado o per caso.
Ed anche a chi non ci passa mai (e quindi non sa cosa perde!):
il mio augurio di buon Natale e Felice anno 2010.

Auguro a tutti, per questo Natale e per l'anno nuovo, di sperimentare la Pace, quella con la "P" maiuscola. La Pace e' come un grande albero, chiede tempo per crescere, ha bisogno di sostentamento e di protezione, all'inizio. Ma poi ritorna quello che ha ricevuto con grande abbondanza.
La Pace e' un grande albero che affonda le sue radici nella Giustizia e senza di questa non e' possibile nemmeno la prima.
Percio', se vogliamo la Pace, dobbiamo costruire la Giustizia, dobbiamo fare in modo che essa diventi la norma, l'unica possibilità, il nostro obiettivo.

Non c'è Pace senza Giustizia e, tanto o poco, la Giustizia dipende anche da noi, da ciascuno di noi.
Per il 2010 auguro a tutti, ma proprio a tutti, di dare il meglio di sè per costruire la Giustizia.
E sarà Pace per gli uomini di buona volontà ...



martedì 22 dicembre 2009

La Costituzione: ARTICOLO 11 - Il ripudio della guerra

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo


Questo articolo si potrebbe intitolare: della guerra e dell’ONU.
Su entrambi i fronti, la strada fatta e’ moltissima, ma spesso viene da pensare che siamo sempre al punto di partenza: le guerre continuano (alcune vedono anche la nostra partecipazione, in un modo o nell’altro), l’ONU e’ quasi sempre impotente, almeno quando sono direttamente coinvolti i grandi della Terra.

Il rifiuto della guerra per risolvere le controversie tra i popoli deve diventare principio fondamentale per la politica estera del nostro paese: non solo non si deve partecipare, ma vanno condannate chiaramente anche le guerre degli altri, anche se sono nostri amici, come si diceva qualche tempo fa, senza se e senza ma.

Purtroppo, sappiamo tutti che non e’ cosi’. L’organizzazione principale per risolvere le controversie internazionali, inoltre, l’ONU, e’ spesso ostaggio dei veti incrociati dei grandi, che ne svuotano la funzione e il significato.
Sembrava che gli anni 90 ci stessero incamminando verso un mondo piu’ ragionevole, meno guerrafondaio. L’inizio del nuovo millennio, invece, e le cronache di questi ultimi mesi lo confermano molto chiaramente, ci sta riportando indietro di decenni, sembra che niente sia cambiato.


lunedì 21 dicembre 2009

Nell'ottava dell'aggressione

Ricorreva ieri l'ottava dall'aggressione a Berlusconi.
E' stata una settimana molto significativa, per capire come vanno le cose qui da noi.

Primo. La gestione mediatica dell'evento ha sortito gli effetti attesi: la popolarità del premier aumenta (Repubblica gli da' 4 punti in piu'), Di Pietro cade (-6 punti), Governo e gli altri partiti sostanzialmente stabili. Quindi, le trombe di regime hanno fatto il loro dovere: Cicchitto, Minzolini, Fede, l'odio, l'amore, il mandante morale, ... Era atteso, niente di eclatante, anzi, personalmente mi aspettavo anche di più.

Secondo. Nella settimana appena conclusa, si e' votata la finanziaria alla Camera: voto di fiducia n. 27, nessuna discussione, deputati strettamente nelle mani dell'esecutivo, alla faccia della "libertà" così abbondantemente sbandierata. Un altro provvedimento allegato alla finanziaria: lo scudo fiscale rinnovato fino ad aprile del prossimo anno, forse non tutti avevano fatto in tempo a lavare i loro capitali sporchi, oppure qualche rata delle entrate illecite di qualcuno scadeva a Natale e non si voleva perderla. Di cosa ci meravigliamo? nel paese che ha inventato le indulgenze plenarie a pagamento, lo scudo tremontiano e' peccatuccio veniale.

Terzo. E' stata questa anche la settimana del summit di Copenhagen, per un accordo che potesse salvare il pianeta da ben peggiori disastri ecologici. Fallimento quasi completo, per la sfuggente volontà a fare qualcosa di concreto da parte dei paesi piu' ricchi. L'Europa ha brillato per la sua vacuità, forse facendo la gioia dei detrattori del Trattato di Lisbona. Ma tra gli europei, ha brillato ancor piu' l'insignificanza della partecipazione italiana, anzi sono quasi convinto che non ci sia andato nessuno del nostro governo, comunque l'effetto e' stato quello.
Mi piace pero' sottolineare come la copertura mediatica delle nostre TV sia stata quanto mai assente e fuorviante: se si e' parlato dell'evento, è stato solo per far vedere i manifestanti che protestavano e che combattevano con la polizia. Come a dire: i soliti comunisti che si preoccupano di stronzate. Ma quale riscaldamento del pianeta, quali emissioni di gas serra: noi qui avevamo ben altro (re) Sole malato, questo è un reale problema per la sicurezza ed il futuro dei cittadini italiani. E come spesso accade, ci sono cascati tutti, anche giornali e personaggi da cui ci aspetteremmo di più.

Mi auguro che il freddo di questi giorni ottenga un duplice effetto: da un lato raffreddi i bollenti spiriti di qualche scriteriato parlamentare che usa le parole come un souvenir del Duomo, dall'altro che qualche mammut baffuto si trovi così a suo agio in questo clima glaciale, da chiedere l'ibernazione perenne.

Non ci resta che sperare.

martedì 15 dicembre 2009

sabato 12 dicembre 2009

La classifica dei capi di governo europei - Eurotribune


Il quotidiano economico francese "La Tribune" ha pubblicato la classifica 2009 dei capi di governo europei.
La classifica e' stilata da un gruppo di giornalisti (sono elencati in fondo all'articolo citato) delle principali testate ed agenzie di news europee (c'e' un solo italiano nel gruppo, Lorenzo Consoli, di ApCom), sulla base di 4 criteri: capacità di leadership, spirito di gruppo, sincerità dell'impegno europeo e risposta alle grandi sfide dell'anno (clima, trattato di Lisbona, mercato interno ed uscita di crisi).

Ebbene, il vincitore, quest'anno, e' risultato il primo ministro svedese, Fredrik Reinfeldt, quasi sconosciuto 6 mesi fa, ora, con la presidenza dell'Unione Europea dal prossimo luglio, destinato a ricoprire un ruolo determinante.
Il francese Sarkosy, primo l'anno scorso, e' precipitato al nono posto, mentre Gordon Brown, terzo nel 2008, ora è addirittura 21°.

Al secondo posto sale il primo ministro lussemburghese, Jean-Claude Junker, mentre Angela Merkel e' terza. Poi via via tutti gli altri.

Scommetto che vi chiederete come si e' classificato il nostro. A suo favore, c'e' da dire che non ha perso posizioni, e' rimasto stabile come l'anno scorso. Forse solo perche' ... e' sempre all'ultimo posto. Pensate che prima di lui vengono lo spagnolo Zapatero (ottavo - chissà come brucia al nostro), il greco Papandreu (22°, forse per le finanze allo sbando e le violenze quotidiane per le strade di Atene), perfino il rumeno Basescu (26°). E poi lo sloveno Pahor (e chi l'ha mai sentito?), l'Estonia, la Lituania, l'Ungheria, ... tutti prima di Berlusconi.

Questo la dice lunga sulla credibilità europea di cui gode il caro Silvio.
Ma si sa, questi giornalisti non sono altro che una banda di comunisti ...




Minzolini: un metodo infallibile per capire chi mente e chi dice la verità

Chi stasera ha visto il TG1 (io non lo faccio piu' da tempo) ha potuto assistere all'ennesimo esempio di mala-informazione: Minzolini, direttore del TG1, nominato in quella posizione dall'imperatore, ha sciorinato una tesi che qualunque persona, dotata di media intelligenza, capisce essere sballata.
Quando parlava Spatuzza, venedi' scorso, accusando Berlusconi e Dell'Utri, era tutto falso, perche' Spatuzza e' un pluriomicida stragista mafioso pseudo pentito. Oggi, invece, Filippo Graviano, mafioso, incercerato, nonchè capo di Spatuzza e tuttora capo dell'organizzazione mafiosa, anche se in carcere, e' un galantuomo, perchè ha smentito Spatuzza, ha detto che non ha mai avuto a che fare o conosciuto Berlusconi e Dell'Utri: lui si, dice la verità.

Minzolini, se tu hai venduto la tua intelligenza al signor B., pensi che sia lo stesso per tutti gli italiani? perche' uno dovrebbe credere che quello che dici è vero? ma non ti vergogni ad offenderci con simili volgarità? quando avrai il pudore di dimetterti e di andare a zappare la terra, unico lavoro alla tua altezza?
Minzolini, vattene e smettila di sperperare i nostri soldi con il tuo telegiornale venduto al potere.

Vergogna! vergogna! vergogna!

Per chi lo stomaco di riverlo, puo' trovare tutto qui.



mercoledì 9 dicembre 2009

Pippo e Paperino, oppio dei popoli

La cosa sarebbe sfuggita ai piu', ma quando Aldo Grasso l'ha ipotizzata sul Corriere di oggi (9 dicembre), molti hanno fatto mente locale: perchè venerdi scorso la consueta puntata di "L'era glaciale", condotta da Daria Bignardi, non e' andata in onda alla solita ora (le 23 - su RAI DUE), ma e' iniziata a mezzanotte, preceduta da 50 minuti di cartoni animati di Pippo e Paperino? le spiegazioni della RAI sono generiche e inutili, parlano di problemi tecnici. Sara'.
Fatto sta che, andando a vedere chi c'era come ospite di Daria, si scopre una Fiorella Mannoia che, apertamente provocata dalla conduttrice, non si trattiene dall'affermare che il governo attuale e' brutto e non lo voterebbe mai. Piuttosto voterebbe per Fini, se facesse quello che molti si aspettano da lui.
Si sa che a pensar male si fa peccato, ma si indovina, viene spontaneo ipotizzare un tentativo di ritardare e nascondere le critiche all'imperatore, soprattutto quando queste vengono da persone intelligenti e con un certo seguito.

Un'altro fatto che invece non e' proprio sfuggito alla mia amica Manuela, che vive in Florida e si tiene in contatto con l'Italia e con quello che avviene qui proprio guardando i programmi di RAI INTERNATIONAL (ora RAI ITALIA), trasmessi in tutto il mondo ed anche laggiu'. Un unico canale, tra l'altro a pagamento (10 dollari al mese, mi pare) che trasmette a tutte le ore, pescando i programmi principalmente da due soli palinsesti della RAI (RAI1 e RAI2, quasi niente RAI3, tolto "Un posto al sole"). Inoltre, "Porta a Porta", "Don Matteo", il "Medico in famiglia" o il telegiornale di RAI UNO vanno sempre in onda all'ora di cena (americana, attorno alle 18), mentre Ballaro', Report o Anno Zero sono previsti nel palinsesto (ad orari quasi normali), ma poi vengono costantemente rimandati e spostati: la puntata di Ballaro' di settimana scorsa e' stata trasmessa alle due del pomeriggio, Anno Zero a notte fonda, Report mai ...
Basta andare qui per vedere come non venga mai previsto alcun programma di RAI 3, le notizie sono solo TG1 e TG2, Anno Zero e' programmato per venerdi alle 14 (ora della costa est degli USA) e via di seguito.
Il tutto comunque con una AVVERTENZA: i programmi indicati sono suscettibili di variazioni. Vi consigliamo pertanto di controllare giorno per giorno gli orari definitivi. Modo elegante per dire: se qualcosa salta, ve l'avevamo detto.

Angeletti, segretario della UIL, ospite di Ballaro' nella puntata di ieri sera (martedi' 8), ad un certo punto ha detto: non e' vero che la gente vota Berlusconi perche' i media nascondono le opposizioni e fanno solo vedere le cose positive, la gente lo sostiene e lo sceglie perchè vede cio' che il governo fa, la gente vuole "il fare", ama i governi che fanno molto per il loro paese.

Anche Angeletti avra' guardato Pippo e Paperino l'altra sera, preferendoli alla Bignardi?


martedì 8 dicembre 2009

La Costituzione: ARTICOLO 10 - I nostri diritti sono i diritti di tutti

L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici. (*)


La difesa dei diritti fondamentali della persona si allarga, con questo articolo, a tutti gli individui, superando i confini della nostra nazione e guardando a tutto il mondo.

Non puo’ non colpire la modernita’ e l’attualita’ di questo articolo, pensando a quanto sta succedendo in questi mesi nel nostro paese, soprattutto in riferimento al nuovo reato, di "condizione" e non di "azione", come il reato di "clandestinità".

Se assieme alle “liberta’ democratiche” ci mettiamo anche il diritto a non morir di fame, il diritto ad una vita minimamente dignitosa, il diritto al lavoro, ne viene fuori che un paese ricco e sprecone come il nostro non puo’ chiudere la porta in faccia a chi sta infinitamente peggio di noi.

Se c’e’ una “emergenza immigrazione”, e’ semplicemente perche’ c’e’ una emergenza poverta’, una emergenza liberta’, una emergenza sottosviluppo in troppi paesi di questo nostro ingiusto pianeta.

NOTE:

(*) La legge costituzionale 21 giugno 1967, n. 1, ha disposto che l’ultimo comma dell’art. 10 e l’ultimo comma dell’art. 26 della Costituzione non si applicano ai delitti di genocidio.


venerdì 4 dicembre 2009

Nucleare: tre incidenti in un mese


Naturalmente non se parla in tv o sui giornali italiani (se non qualche trafiletto in decima pagina), ma nell'ultimo mese le centrali atomiche in giro per il mondo hanno avuto un bel po' di problemi: nessun disastro, niente morti o feriti, ma il rischio è sempre dietro l'angolo.

Ecco i dettagli.

7 novembre 2009 - Tricastin (Francia - 250 km da Torino): Le operazioni di manutenzione al reattore numero 2 della centrale nucleare di Tricastin, nel sud della Francia, sono state sospese in seguito a un incidente avvenuto durante la ricarica di una parte delle barre di uranio: lo ha annunciato il gruppo Edf in un comunicato. Qui maggiori dettagli. A Tricastin si era verificato a luglio del 2008 un incidente ben piu' grave, con spargimento di uranio radioattivo nelle acque del fiume Rodano, tanto che erano state vietate tutte le attivita' che usavano quell'acqua (pesca, irrigazione, ...).

21 novembre 2009 - Three Mile Island (USA - Pennsylvania): l'allarme per una fuga radioattiva durante un'operazione di manutenzione e' scattato sabato 21 novembre, alle 4 del pomeriggio, nel fabbricato che contiene il reattore n.1, operato da Exelon Nuclear. Il reattore n.1 era fermo dal 26 ottobre, per rifornimento di combustibile e sostituzione del generatore di vapore. Qui i dettagli. 25 addetti all'impianto sono stati sottoposti a controlli e accertamenti, solo uno sembra aver ricevuto una dose di radiazioni di 16 millirem, molto inferiore ai 2000 millirem massimi ricevibili in un anno (secondo gli standard di Exelon Nuclear). Three Mile Island fu teatro del piu' grave incidente nucleare in territorio americano, con la parziale fusione del reattore n.2, nel 1979, che da allora non fu piu' rimesso in servizio.

1 dicembre 2009 - Cruas (nella foto - Francia - sempre 250 km da Torino): il reattore n.4 dell'impianto di Cruas, gestito da EDF, si e' automaticamente spento per un problema all'impianto di raffreddamento, dovuto probabilmente ai detriti trasportati dal fiume Rodano dopo il nubifragio che si era abbattuto sulla zona. I detriti hanno parzialmente impedito l'accesso dell'acqua dal fiume, usata per il raffreddamento, facendo scattare l'allarme e l'automatico spegnimento del reattore. Non c'e' stata nessuna fuga di materiale radioattivo. Qui ulteriori dettagli.

Indubbiamente sono stati tutti incidenti gestiti, forse, correttamente e che non hanno provocato danni irreparabili. Pero' cio' non toglie che questa tecnologia, per quanto si cerchi di prevedere ogni possibile evento e situazione, ha sempre una certa dose di casualità e di imprevedibilità. E ogni incidente nucleare ha delle conseguenze pesanti sulla popolazione e sull'ambiente circostante, che dura per millenni. Vale la pena rischiare?
Che poi di queste cose in Italia non si parli, non si venga informati, dimostra quanto i media nostrani siano manipolati e strumentalizzati.
Per fortuna c'e' la rete.



mercoledì 2 dicembre 2009

Se questo è un Nobel


Il nobel per la pace attribuito al presidente Obama aveva fatto discutere: gliel'hanno dato per i meriti passati o per quelli futuri? in effetti, pur dopo le nobili intenzioni più volte proclamate in campagna elettorale e nei primi discorsi pubblici da Presidente, non sembrava ci fossero reali azioni, concrete decisioni che giustificassero il premio.
Anche se la speranza e' sempre dura a morire e le aspettative erano moltissime.

Il discorso di ieri, in cui Obama comunica la sua decisione di inviare altri 30 mila soldati in Afganistan, e' stato percio' una specie di doccia fredda, anche se diffusamente attesa e preannunciata.

A questo punto, pur capendo molte delle ragioni addotte dal Presidente americano, la delusione e' forte e il pensiero "sono tutti uguali" non e', purtroppo, fuori luogo.

Le speranze che la gente riponeva in Obama sono molto ben espresse in questa lettera aperta che Michael Moore, regista e fiero oppositore di George W. Bush, nonche' aperto sostenitore di Obama in campagna elettorale. La lettera e' stata scritta due giorni fa, cioè prima del discorso di Obama, percio' cerca ancora di convincere il presidente a rinunciare a questa sua infelice decisione. Purtroppo, sappiamo com'è finita e avremo presto modo di capire se aveva ragione Moore.

Il punto per me più azzeccato e' quando Moore dice: "con questo annuncio [di aumentare le truppe] lei farà la peggiore cosa possibile: distruggere i sogni e le speranze che milioni di persone avevano riposto in lei. Con questo discorso lei trasformerà una moltitudine di giovani che è stata la spina dorsale della sua campagna elettorale, in una moltitudine di cinici disillusi. Lei rendera' vera una paura che loro avevano sempre avuto: che i politici, in fondo, sono tutti uguali. Per favore, non faccia questo".

E conclude: "Basta! Basta! Basta! per amore delle vite dei soldati americani e dei civili afgani, basta. Per amore della sua presidenza, della speranza e del futuro del nostro Paese, basta. Per amor di Dio, basta."

La lettera di Moore non e' bastata e Obama ha deciso e annunciato di mandare 30 mila soldati in più, chiedendone altri anche agli alleati NATO (e quindi anche all'Italia).

Non e' questo ciò che ci aspettavano da un premio Nobel per la Pace. Non e' questo ciò che ci aspettiamo dal nostro governo.


lunedì 30 novembre 2009

Lettera di un padre al figlio che si laurea

Non posso non segnalarvi questa lettera (pubblicata da Repubblica), scritta da un padre (non uno qualunque, al momento è Direttore generale della Luiss) al proprio figlio che si sta per laureare. Avevo gia' scritto qualcosa di simile qualche settimana fa (la trovi qui), per cui e' un tema che sento molto.
Siamo disfattisti? siamo anti-italiani? non so. Ditemelo voi.
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Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.

Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l'idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai.
Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.

Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E' anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l'Alitalia non si metta in testa di fare l'azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell'orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d'altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l'unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.

Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po', non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato - per ragioni intuibili - con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per i destini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all'infinito, annoiandoti e deprimendomi.

Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell'estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni.

Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.

Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze.

Preparati comunque a soffrire.

Con affetto,
tuo padre

sabato 28 novembre 2009

Sono giorni difficili: scrivo per non dimenticare

Stiamo vivendo giorni cruciali, difficili e assurdi, stanno succedendo cose che forse un giorno ricorderemo come importanti, decisive, anche ora non sappiamo perche' o da quale parte ci troveremo dopo, se saremo felici o distrutti.
Scrivo solo qualche nota, per fissare la memoria, per non dimenticare, senza la pretesa di dire qualcosa di speciale o di nuovo.

1. Circa due mesi fa Berlusconi aveva ironizzato sul fatto che alcuni magistrati stessero riaprendo vecchie inchieste degli anni 1993-94. Fu un po' un sasso nello stagno, nessuno ne aveva parlato, l'ha tirato fuori lui, e' sembrato quasi un mettere le mani avanti.

2. Un mese e mezzo fa la Corte Costituzionale ha bocciato il lodo Alfano.

3. Quindici giorni fa, sempre il nostro presidente ha passato 3 o 4 giorni senza farsi vedere: nessuna dichiarazione, nessuna intervista, nessuna telefonata ai talk-show in prima serata, nessuna inaugurazione di casette all'Aquila. Assolutamente insolito, improbabile. Erano i giorni della caduta del muro a Berlino, del convegno della FAO ... niente, profilo basso, sembrava preoccupato o forse bastonato.

4. Da qualche giorno girano voci di un possibile avviso di garanzia per Berlusconi per consorso esterno in associazione mafiosa, tra l'altro a lanciarlo per primo e' stato proprio il suo quotidiano, Il Giornale.

5. Ieri, 26 novembre, Berlusconi parla di "clima da guerra civile", di crescente aria di intolleranza, di tentativo di sovvertire il volere popolare da parte della magistratura.

6. Oggi, 27 novembre, Napolitano indice una conferenza stampa (cosa peraltro mai vista) in cui avverte la magistratura di non oltrepassare i suoi compiti, avverte tutti che un governo rimane al suo posto finche' ha una maggioranza parlamentare, votata dal popolo, che lo sostiene. Chiede ai poteri costituzionali di fare "uno sforzo di autocontrollo nelle dichiarazioni pubbliche". Parole sibilline, valutate da ogni parte in maniera "pro domo sua".

7. Nel frattempo, l'aria si fa sempre piu' pesante, la contrapposizione tra favorevoli e contrari a Berlusconi sempre piu' netta. Il No Berlusconi Day (fissato per il 5 dicembre) continua a raccogliere adepti, mentre l'altra parte copia e vuole organizzare il Si Berlusconi Day, stesso giorno e stessa città (Roma). Per fortuna non se ne sente piu' parlare, ma magari stanno lavorando nell'ombra. In ogni caso sarebbe una follia.

L'incertezza e' totale: arriverà veramente questo avviso di garanzia, sempre piu' chiacchierato e atteso? e se si, cosa succederà dopo? ci sarà la polizia per le strade, come il giorno del no al lodo Alfano? Tutti gli elementi citati sopra potrebbero essere spiegati proprio da un evento di questo tipo, un avviso di garanzia per associazione mafiosa, c'è chi dice che sia gia' arrivato, ora si sta solo cercando il modo di farlo sapere al paese, o forse di nasconderlo ...

Intanto migliaia di lavoratori protestano nelle piazze, dormono nelle azienda occupate, ogni sera un gruppo nuovo.
Sono giorni pesanti, di incertezza. Non sappiamo cosa succederà domani.
Spero solo di aver sbagliato tutto.


martedì 24 novembre 2009

1000 piazze per ... non farsi vedere


Il PD ha lanciato la sua iniziativa di Natale: 1000 piazze per l'alternativa.
Finalmente. Anche loro sono arrivati al dunque.
Peccato che in quel week end la gente sara' gia' indaffarata per i pochi regali di Natale e forse non si accorgera' nemmeno del banchetto PD nell'angolo della piazza.

Il PD voleva smarcarsi dal No B Day (NBD) del 5 dicembre, voleva fare da solo: "Nessuno ci puo' dare lezioni di antiberlusconismo" aveva detto Bersani a Di Pietro che lo invitava a partecipare il giorno 5 al NBD. E cosi' si sono inventati il loro appuntamento, la loro giornata, per "occuparsi di quello di cui parlano le famiglie la sera a tavola" dice Enrico Letta. Ma dove cena Letta? e con chi? le famiglie la sera a tavola parlano del Grande Fratello, oppure parlano del NBD, al limine ne parlano male. Molte senz'altro parlano di Berlusconi, chi a favore, chi no.

Ma tant'è, loro sabato 11 e domenica 12 si occuperanno dei problemi degli italiani. Lo spero vivamente, perche' finora di proposte non ne ho ancora sentite. Chissa' che almeno parlandone per due giorni qualcosa di buono esca.

Bersani deve essere afono, non si sente piu' parlare. Anche il lancio delle 1000 piazze per l'alternativa l'ha fatto la Bindi. Basta andare sul sito del PD e leggere la prima pagina: di Bersani neanche l'ombra, se non nella celebrazione delle primarie (ma non sono finite un mese e mezzo fa?), mentre l'iniziativa delle 1000 piazze e' promossa da Bindi (presidente) e Letta. Poi, null'altro.

Ma non e' che 'sto partito, a forza di volersi smarcare, sta giocando su un altro campo? o forse un'altra partita? o magari un altro gioco?

Ehi, ragazzi, ci siete? siete connessi? la festa e' qui !!


lunedì 23 novembre 2009

L'acqua privata? allora ce la compriamo noi !

Rilancio un'idea del mio amico Roberto (Kuda): il governo vuole far entrare i privati nel capitale delle municipalizzate che gestiscono l'acqua? eccoci, i privati siamo noi. Popolo di sinistra, partiti di sinistra, raccoglitori di firme pro-referendum, tutti quelli che non condividono questo provvedimento che sta per diventare legge, si impegnano, con un minimo esborso economico, a partecipare ad una società che si compra la quota minima per garantire le sopravvivenza delle società di gestione, esercitando cosi' un doppio controllo sulla gestione, come proprietari e come cittadini.
E' una buona idea, magari non semplice da realizzare, ma si puo' approfondire e lavorarci.

Giusto per informazione, il comune di Parigi ha deciso di fare marcia indietro sul contratto di gestione dell'acqua cittadina e di chiudere il rapporto con le grandi società che la gestivano fino a quest'anno (Veolia e Suez): dal primo gennaio 2010 la gestione ritornerà in una società pubblica (leggi qui i dettagli - in francese, oppure qui - in italiano)


domenica 22 novembre 2009

Report e lo strapotere dei partiti: che fare?

Preannunciando l'inizio di Report, questa sera, Fabio Fazio ha detto: "una delle poche trasmissioni per cui paghiamo volentieri il canone RAI".
Niente di piu' giusto: la puntata di Report di stasera e' stata illuminante e istruttiva. Ha messo in fila concetti e fatti, in gran parte noti, dando un quadro, a mio avviso, estremamente preoccupante del deficit di democrazia di cui soffre il nostro Paese.

Il tema della serata era il potere ed il bilanciamento tra i poteri, come espressione e garanzia della democrazia. Ricapitolo i tre punti critici principali, quelli per cui nel nostro Paese la democrazia e' in gravissimo pericolo, rimandandovi possibilmente alle registrazioni, se avete perso la puntata.

1. La legge elettorale: i cittadini sono stati privati della possibilita' di scegliere le persone, di esprimere la preferenza. Quindi, gli elettori scelgono il partito, mentre il partito sceglie chi sara' eletto e chi no. di conseguenza, ogni eletto, depuitato o senatore che sia, deve ringraziare non tanto gli elettori, quanto il capo del suo partito, il solo che lo ha scelto effettivamente.

2. le continue richieste di fiducia: ogni discussione, ogni modifica, ogni emendamento viene eliminato, quando il governo chiede la fiducia su un provvedimento, una proposta di legge. Il voto diventa palese, quindi, essendo ogni deputato e senatore tenuto al guinzaglio dal suo capo-partito, non c'e' modo di votare in maniera difforme da quanto chiesto dal partito, cioe' dal governo. In questo modo, il governo si sostituisce al parlamento, determinando quali sono le leggi da votare e come devono essere fatte, frutto quasi sempre di accordi fatti in altre sedi tra i partiti di maggioranza.

3. Il Parlamento, ed in particolare l'opposizione, hanno perso quindi la loro funzione: l'ordine del giorno lo decide la maggioranza, le leggi devono avere la copertura finanziaria, che viene garantita solo per i progetti di legge del governo, non si puo' discutere nel merito dei provvedimenti legislativi, perche' ogni modifica viene impedita dalla richiesta di fiducia. Quindi, l'opposizione non ha modo di fare alcuna proposta di legge, in quanto regolarmente respinta dalla maggioranza. In Parlamento arriva solo cio' che viene deciso dal governo (infatti, l'80% delle leggi approvate sono di iniziativa governativa), inoltre, vengono fatti passare provvedimenti eterogenei, fatti di articoli che non c'entrano niente uno con l'altro: solo come esempi recenti, la privatizzazione dell'acqua (non necessariamente urgente) e' stata messa col decreto di attuazione delle norme europee (magari piu' urgente); il reato di clandestinita' (che avrebbe meritato discussione e ragionamenti specifici) infilato nel decreto sicurezza. E cosi' via.

Ma vi pare che funzioni una democrazia fatta cosi'? quella che viene sbandierata come l'investitura popolare per questo governo, in realta' non e' stata altro che un assegno in bianco, fiducia ottenuta carpendo la buona fede, anzi direi meglio, la dabbenaggine del popolo, infinocchiato dai martellamenti ad arte dei mezzi di comunicazione principali, saldamente nelle mani di Berlusconi.

A questo punto, che fare? in realtà le modifiche da apportare al sistema mi sembrano evidenti, ma il problema e': come richiederle? come attuarle? il problema in realta' e' lo strapotere dei partiti, che non si piegheranno certo al volere o al bene dei cittadini.
Ma una soluzione la dobbiamo trovare, e in fretta, prima che il nostro Paese venga travolto dalla sete di potere di chi lo governa.

venerdì 20 novembre 2009

Processi brevi: solo 1% sara' bloccato


Se fossero vere le previsioni del ministro Alfano, secondo cui solo l'1% dei processi verra' cancellato dalla nuova legge che limita a sei anni la durata dei processi, credo che si dovrebbero trarre due conclusioni molto semplici:

  • la legge sarebbe sostanzialmente inutile, perche' vuol dire che gia' ora i processi, almeno per i reati previsti dalla riforma, durano meno di 6 anni, escluso al massimo proprio quell'1%
  • ancora di piu' sarebbe evidente che la riforma e' fatta per fermare i processi di Berlusconi, tra i pochi a cadere entro quell'1% bloccato. Se non fosse così, cosa la fanno a fare?
Mi pare un autogol, caro Angelino.

mercoledì 18 novembre 2009

La Costituzione: ARTICOLO 9 - Il Patrimonio della Nazione

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

E’ interessante sottolineare come venga riconosciuto, tra i diritti fondamentali su cui si basa la Repubblica e la convivenza dei cittadini, anche lo sviluppo scientifico e la tutela del patrimonio storico, artistico e paesaggistico.
Significa riconoscere alla ricerca, alla tutela dei patrimonio, allo stesso paesaggio, un valore inderogabile, tanto da costituire una ricchezza che e’ di tutti e garantisce la sopravvivenza e lo sviluppo dell’intera nazione.

Quanti di noi percepiscono come tale il patrimonio che abbiamo ricevuto dai nostri predecessori? o i panorami che in ogni angolo del nostro paese ci riempiono di serenita’, di ammirazione, anche di orgoglio?
Lo dovremmo tenere sempre bene in mente, quando deturpiano le nostre citta’ buttando a terra cartacce, pacchetti di sigarette vuoti, lattine o sacchetti di plastica, pubblicita’ o bottiglie di birra. Quando progettiamo nuovi insediamenti edilizi al di fuori di ogni buonsenso, quando stravolgiamo con il nostro intervento quello che la Natura ha creato in millenni, quando scarichiamo nei nostri fiumi o mari ogni sorta di veleno o di rifiuto.
Se ciascun cittadino tiene pulito il marciapiede davanti alla sua casa, tutta la citta’ sara’ pulita.

Proprio rifacendomi a questo articolo, che salvaguarda il paesaggio come una ricchezza fondamentale del Paese, vorrei lanciare una proposta, una campagna: togliamo la pubblicità dalle nostre strade. La selva di cartelli pubblicitari che popola i cigli delle nostre strade deturpa il paesaggio del nostro paese. Non solo le dolci e verdi vallate delle colline toscane o siciliane o venete. O i lungo-lago alpini o del centro Italia. Anche la campagna lombarda fa parte del paesaggio, anche le stradine che conducono alle migliaia di paesini dispersi in ogni regione, anche le circonvallazioni delle nostre città, abbruttite (non solo per questo, in verità) dai cartelli servaggi che le circondano.
Basta girare un po' negli altri paesi per accorgersi di quando migliori l'ambiente senza cartelli: basta collegarsi a Google Maps e poi lanciare "Street view", un eccezionale strumento che vi fa vedere come sono le strade all'estero. Andate in Inghilterra e girate, vedrete la differenza.
Quanto prima lancero' ufficialmente la campagna con un post dedicato

Bambini affamati e cani senza coda

Devo ammettere che mi e' particolarmente difficile scrivere qualcosa, stasera.
Non perchè manchino gli spunti o il materiale, ma solo perchè lo sconforto ha ormai raggiunto un livello quasi insormontabile.
Ma non vi sentite anche voi vittime di continua ingiustizia?
Non passa giorno che il nostro governo non ci prenda a schiaffi, non si prenda beffe di noi, cittadini di questo Paese.

Solo per restare nelle ultime settimane: non bastava introdurre lo scudo fiscale, che regala l'immunità ad evasori e trafficanti.
Non bastava la proposta di cancellare la stragrande maggioranza dei processi, mandando a casa completamente perdonati i ladri e i delinquenti e sbeffeggiando le vittime di quei reati, che non potranno mai piu' ottenere giustizia.
Poi la finanziaria, con tutte le sue contraddizioni e i provvedimenti improvvisati, come fossero estratti a caso dal cappello del mago.
Ora la questione dell'acqua privata, strappata al Parlamento e blindata con la richiesta di fiducia, impedendo qualsiasi dibattito.

Io mi metto nei panni di un giovane, un ragazzo o una ragazza che si affaccia in questi anni al panorama politico, pieno di speranze e di ideali: che cosa puo' pensare, che sentimenti potrà nutrire verso un modo di fare politica basato sull'interesse personale spudorato e la menzogna fatta unica regola di convivenza?
Berlusconi e il suo governo, con il loro comportamento, con le leggi che hanno fatto e stanno facendo, hanno la grave responsabilità di aver rubato la speranza alle nuove generazioni di questo Paese, di aver tarpato le loro ali, di avergli impedito di credere nella possibilità di realizzare un mondo piu' giusto, piu' onesto.

Un Parlamento che dedica mezz'ora al convegno della FAO e ai gravi problemi della nutrizione e della fame del mondo, mentre sbatte via due giorni di discussione sulla coda dei cani, senza riuscire nemmeno a trovare un accordo, ma che Parlamento e'? quali valori, quali priorità comunica ai suoi cittadini?

Penso siate d'accordo con me che la desolazione sia totale e che etica e giustizia abbiano ceduto definitivamente il passo all'imbroglio, alla stupidità ed alla sopraffazione.


sabato 14 novembre 2009

Pubblico l'appello di Roberto Saviano al presidente del consiglio


Condivido in pieno l'appello di Roberto Saviano a Berlusconi. Per questo l'ho firmato (qui) e per questo lo pubblico.
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SIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.

Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.

Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E' una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.

ROBERTO SAVIANO


venerdì 13 novembre 2009

Povero Cristo!

Riporto integralmente una lettera di Paolo Farinella, prete.
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I giornali del giorno 5 novembre 2009, riportano la foto di Berlusconi che tiene in mano un Crocifisso, abbastanza grande. Le cronache dicono che glielo abbia dato il prete di Fossa, nell’ambito della consegna delle case. Se c’è una immagine blasfema è appunto questa: colui che ha varato una legge incivile contro i «cristi immigrati», che parla di «difesa dei valori cristiani». Un prete che consegna il crocifisso a Berlusconi è uno spergiuro come e peggio di lui. Povero Cristo! Difeso da una massa di ladroni che non solo lo beffeggiano, ma lo crocifiggono di nuovo con la benedizione del Vaticano, che per bocca del suo esimio segretario di Stato, ringrazia il governo per il ricorso che presenterà alla Corte di appello di Strasburgo.

Possiamo dire che c’è una nuova «Compagnia di Gesù» fatta di corrotti, di corruttori, di ladri, di evasori, di mafiosi, di alti prelati còrrei di blasfemìa e di indecenza, di atei opportunisti, di cultori di valori e radic(ch)i(o) cristiani … chi prepara la croce, chi le fune, chi i chiodi, chi le spine, chi l’aceto … e i sommi sacerdoti a fare spettacolo ad applaudire. Intanto sul «povero Cristo» di nome Stefano Cucchi, morto per mancanza di «nutrizione e idratazione», da nessuno è venuta una parola di condanna verso i colpevoli di omicidio, nemmeno dai monsignori che hanno gridato «assassino» al papà di Eluana Englaro.

Povero Cristo, difeso dai preti come suppellettile e raccoglitore di polvere nei luoghi pubblici e da tutti dimenticato come Uomo-Dio che accoglie tutti e dichiara che sono beati i poveri, i miti, coloro che piangono, i costruttori di pace, i perseguitati, gli affamati! Povero Cristo, difeso dagli adoratori del dio Po e di Odino che ne fanno un segno di civiltà, mentre lasciano morire di fame e di freddo poveri sventurati in cerca di uno scampolo di vita. Povero Cristo, difeso dalla “ministra” Gelmini che trasforma il Crocifisso in un pezzo di tradizione “de noantri”, esattamente come la pizza, il pecorino, i tortellini. Povero Cristo, difeso da Bertone che lo mette sullo stesso piano delle zucche traforate.

Povero Cristo! Gli tocca ringraziare la Corte di Strasburgo, l’unica che si sia alzata in piedi per difenderlo dagli insulti di chi fa finta di onorarlo. Signore, pietà!

Guardando a quel Cristo che è il senso della mia vita di uomo e di prete, ho la netta sensazione che dalla sua comoda posizione di inchiodato alla croce, dica: Beati voi, difensori d’ufficio... beati voi che ho i piedi inchiodati, perché se fossi libero, un calcio ben assestato non ve lo leverebbe nessuno.


mercoledì 11 novembre 2009

La Costituzione: ARTICOLO 8 - Le altre religioni

Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere di fronte alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Continuando con i principi fondamentali, dopo l’articolo dedicato alla religione cattolica, trattata in maniera un po’ speciale, ci si occupa ora di tutte le altre religioni, che sono naturalmente altrettanto rispettate (almeno nella Costituzione).
Se una religione vuole in qualche modo regolare i propri rapporti con lo Stato, deve essere stilato un opportuno accordo, che diventa, di fatto, legge.

Penso che spesso si confondono i termini della questione, si mischiano i concetti e si tirano conclusioni affrettate. Penso che, grazie a correnti di pensiero minoritarie, ma, in questo momento, chiassose e determinanti per il governo del nostro paese, si confondano parole come "religione" e "cultura", attribuendogli, sinteticamente, lo stesso significato.
Di conseguenza, il Crocifisso a scuola e' una questione culturale, la preghiera islamica del venerdi in viale Jenner (a Milano) e' una questione di circolazione stradale e di ordine pubblico.
Uno Stato laico, come a parole si professa il nostro, dovrebbe, proprio per questo, garantire il diritto inalienabile delle persone a professare liberamente la religione scelta, nel più totale rispetto di quella degli altri. Cosa che, vedendo gli avvenimenti recenti, non mi pare cosi' realizzata.

Difendere la Costituzione vuol dire anche essere coerenti nella difesa dei diritti di chiunque, anche di chi ha idee o comportamenti diversi dalla maggioranza. Naturalmente nel rispetto dell’ “ordinamento giuridico italiano”.


La Costituzione: ARTICOLO 7 - Lo Stato e la Chiesa cattolica

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

L’assemblea costituente sentì l’esigenza di inserire un articolo specifico, tra i principi fondamentali, per regolare i rapporti, ad alto livello, tra Stato e Chiesa Cattolica. I rapporti con le altre religioni, diverse dalla cattolica, invece, sono regolati nell'articolo successivo, l'8.

Gia’ nell’articolo 3 si é stabilito che tutti gli uomini e tutti i cittadini sono uguali, indipendentemente dalla religione professata e lo Stato deve favorire questa uguaglianza. Il fatto di dedicare due articoli distinti per la religione cattolica e per le altre, suona come una diversità, un trattamento specifico per le persone in un caso e nell'altro.
Io credo che questa diversità di trattamento andrebbe eliminata.

In questo articolo poi si vogliono stabilire dei confini, mettere dei paletti all'azione sia dello Stato che della chiesa: "ciascuno nel proprio ordine", Stato e Chiesa devono essere indipendenti e sovrani. Esistono due mondi, separati e indipendenti, e ciascuno, nel suo, si autodetermina.

Non sono certo che questo sia proprio vero ai nostri giorni. E’ evidente che i cattolici rappresentano una parte significativa dell’elettorato (anche se, secondo me, sovrastimata). Di conseguenza la corsa ad accapparrarsi il loro favore e’ sempre aperta. Si cerca percio’, spesso, di accattivarsi i favori della Chiesa in nome di un consenso politico, con ogni mezzo. Ugualmente, da parte della Chiesa spesso si cerca di dare dei segnali piu’ o meno espliciti a favore di una parte o di un’altra, a volte senz'altro in buona fede, oppure per convenienza o per quieto vivere.

Quanto pesa, per un governo, il consenso dei cattolici ? quanto pesa, per la Chiesa, la convenienza (anche economica!) che governi una parte o un’altra ?

Conclusione: Stato e Chiesa sono forse meno indipendenti (e sovrani) di quanto non auspicassero i nostri padri fondatori.

Vorrei che la Chiesa continuasse a predicare i valori evangelici con forza e sincerita’, vorrei che denunciasse le storture del nostro mondo, con piu’ coraggio e coerenza. Vorrei che tanti preti o religiosi o semplici cristiani non si sentissero poco sostenuti da una gerarchia piu’ attenta ad equilibri interni o, peggio ancora, esterni, piuttosto che ad annunciare “la lieta novella” ai poveri, ai deseredati, agli emarginati: se anche il sale diventa insipido, chi dara’ sapore alla nostra vita ?


martedì 10 novembre 2009

La casta affila gli artigli ...

Che il PDL difenda il suo deputato, sottosegretario e ora anche candidato alla presidenza della Campania, Cosentino, mi pare prevedibile, anche se non mi piace affatto e non lo condivido.
Io vorrei che le indagini andassero a fondo (anche se penso l'abbiano gia' fatto a sufficienza per trarre le conclusioni che sono state tratte) e dicessero con chiarezza se Cosentino e' colluso con la camorra oppure no.
Non hanno forse diritto, i cittadini della Campania, di sapere che tipo di persona sia Cosentino, se è pulito o se è compromesso con la malavita, prima di considerarne l'elezione alla massima carica regionale? A me sembrerebbe indispensabile, nel dubbio non lo voterei. Quindi il comportamento del PDL mi sembra autolesionista.

Dicevo pero' all'inizio: che il PDL si schieri a difesa di un suo onorevole, e' comprensibile, ma che il direttore del TG1, dalla platea pubblica del "suo" telegiornale, auspichi il ritorno dell'immunita' parlamentare mi sembra veramente un atto degno non tanto della famosa "casta", ma di una vera e propria associazione a delinquere.

Un giornalista che ami la verità e che non sia prezzolato da qualcuno non puo' fare un'affermazione del genere. Tanto meno la puo' fare il direttore di una testata giornalistica pubblica, pagata cioè da tutti noi.
Io non voglio le sue opinioni, io voglio le notizie.
Evidentemente e' partita l'ennesima campagna di orientamento dell'opinione pubblica, per dare un sostegno popolare a questa idea: i politici sono perseguitati dai giudici e dai PM comunisti, percio' e' giusto che si difendano.

Stamattina alla radio sentivo un'intervista a Malan (deputato PDL) e Berselli (senatore PDL): il primo raccontava di aver presentato, gia' nel 2003, una proposta di legge per la reintroduzione dell'immunita' parlamentare. Il secondo, presidente della 2° commissione permanente (Giustizia), annunciava di avere pronto un disegno di legge, che verra' presentato a giorni, per estendere le protezioni giudiziarie oggi vigenti per i consiglieri regionali (equivalenti all'immunita' parlamentare) anche ai consiglieri provinciali e comunali.

E continuiamo a chiamarla semplicemente "CASTA" ?


lunedì 9 novembre 2009

La beffa del 5 per mille: è già sparito anche dal modello 730


Nella prima bozza del modello 730, pubblicata in questi giorni sul sito dell'Agenzia delle Entrate, e' evidente quanto già scritto su questo blog qualche giorno fa: il 5 per mille e' sparito.

Nella terza pagina del modello, come si vede nella foto qui a fianco (cliccare sopra per ingrandire), non c'e' piu' il riquadro per la scelta del destinatario del 5 per mille, pero', misteri della nostra finanza, il riferimento rimane nel titolo in alto e nelle istruzioni appena sotto ai dati del contribuente.

Dove sta l'errore?

venerdì 6 novembre 2009

9 Novembre 1989: un muro e' caduto


Stiamo vedendo e rivedendo in questi giorni i filmati di quella notte, in cui il popolo tedesco ha preso in mano il suo destino ed ha cambiato la storia dell'Europa intera.
Vedendo quei volti euforici, follemente felici, increduli, io provo una specie di invidia. Sono convinto che quelle persone, giovani o anziane, uomini, donne e bambini, abbiamo vissuto un momento di gioia cosi' intenso, come difficilmente possa accadere ad un essere umano nella sua storia.

Ma la gioia di quelle persone, cosi' intensa e indimenticabile, non puo' essere ancora completa e definitiva per l'esistenza, in vari luoghi del mondo, di altri muri e di altre divisioni. Non possiamo scordarcele: il muro tra Israele e Palestina, il confine tra le due Koree, tutti i confini caldi tra stati in tutti i continenti.
Ora, penso che sia una responsabilità nostra, di noi europei, che abbiamo vissuto la sofferenza di quella divisione e la gioia della sua eliminazione, intraprendere tutte le azioni, esercitare tutte le pressioni, percorrere tutte le strade necessarie per l'abbattimento di quelle barriere e per la soluzione dei problemi che le hanno generate.
Nessuno potrà dirsi libero fino a quando un solo uomo, una donna, un bambino non potranno esprimere in pieno tutta la loro libertà.


giovedì 5 novembre 2009

L'Aquila: Giornalisti strattonati e allontanati


Quando si parla di libertà di informazione, non si vuole dire che un giornale, sotto la sua propria responsabilità, non possa dire quello che vuole, ma che succedono cose come quelle descritte da un giornale dell'Aquila (di cui tra l'altro non ho trovato traccia nella stampa nazionale):

L'Aquila, 4 nov - La giornata del Premier Silvio Berlusconi all'Aquila si è conclusa con un episodio decisamente increscioso: A Sant'Elia alcuni cronisti sono stati strattonati e spintonati dalle forze dell'ordine su indicazioni del responsabile immagine del Premier.
Nella confusione che e' seguita le forze dell'ordine hanno respinto i giornalisti allontanandoli dal premier che intendevano seguire come sempre. Alcuni di loro sono stati perfino fermati e identificati. Un brutto finale per una giornata caratterizzata da eventi di interesse per la popolazione terremotata, per la citta' e il suo patrimonio culturale.

Avendo notizia dell'evento l'associazione stampa parlamentare ha diffuso la seguente nota:

"L'Associazione stampa parlamentare protesta con forza contro l'inaccettabile comportamento tenuto oggi in Abruzzo dallo staff del presidente del Consiglio e, in particolare, dal responsabile della sua immagine. Alcuni colleghi al seguito del presidente del Consiglio sono stati spintonati e allontanati con la forza mentre cercavano di svolgere il loro lavoro. Con l'occasione, vogliamo ribadire che i giornalisti hanno il diritto-dovere di informare, in condizioni di autonomia e serenita'.
Ogni ostacolo posto all'esercizio quotidiano del diritto di cronaca va respinto fermamente e deve essere considerato come una lesione alla liberta' di stampa. Invitiamo pertanto il presidente del Consiglio a intervenire per rimuovere gli ostacoli che impediscono ai giornalisti di svolgere il loro lavoro".


Di solito il premier, nelle sue scorribande, si fa accompagnare da un solo cameraman, magari di una agenzia secondaria, che poi diffonde le immagini filtrate e pre-visionate.

Uno dei motivi per cui siamo al 49-esimo posto della classifica di Reporters sans Frontieres per la libertà di stampa


martedì 3 novembre 2009

Salta il 5 per mille: addio al non-profit

La Camera ha bocciato il 28 ottobre scorso un emendamento (del PD) alla Finanziaria 2010 che reintroduceva il meccanismo del 5 per mille, strumento indispensabile per la sopravvivenza di tante associazioni e gruppi non-profit.
PDL e Lega insieme hanno bocciato la proposta, perche' non c'e' la copertura. Ora migliaia di associazioni di volontariato, di ricerca, del terzo settore non potranno piu' contare su questo contributo che era quasi l'unico a tenerle in vita.

Il 5 per mille era stato voluto nel 2005 dallo stesso Tremonti, che ora forse non lo ritiene piu' utile o indispensabile. Era una delle unihe 3 leggi intelligenti del governo Berlusconi (assieme alla legge contro il fumo ed i punti sulla patente).

19 milioni di contribuenti italiani avevano scelto una associazione o un ente no-profit e avevano ad esso destinato la propria quota di 5 per mille. Ci sono stati sempre notevolissimi problemi nell'assegnazione e nei calcoli relativi, tanto che non sono ancora stati distribuiti i contributi (in parte) del 2007 e di tutto il 2008. Pero' molte associazioni continuavano a vivere ed a prestare la loro preziosa opera proprio grazie a questo contributo.

Ora, grazie a Tremonti, al PdL ed alla Lega, tutto questo finira'

Un'altra intelligente operazione di questo lungimirante governo.



giovedì 29 ottobre 2009

La nuova Europa e' quasi realtà


L'Europa dei 27 e' ad un passo dal completamento.
Il mese di ottobre è stato un mese importante: la Polonia ha ratificato il Trattato di Lisbona il giorno 13, l'Irlanda, dopo il referendum del 16, che ha approvato l'adesione, ha ufficialmente firmato il Trattato il giorno 23. Ora tutti gli stati hanno detto SI e quindi l'approvazione e' completa.

Purtroppo manca ancora una (apparentemente) piccola formalità: la firma dello strumento di ratifica da parte del Presidente della Repubblica Ceca, nonostante il Parlamento abbia già votato a favore. E' una specie di melina, per cercare di introdurre una piccola variante all'appendice relativa ai diritti fondamentali: si vuole inserire una clausola a favore della Repubblica Ceca per evitare richieste di rimborso da parte dei tedeschi Sudeti, cacciati dal territorio della Cecoslovacchia alla fine della guerra, previa confisca di tutti i loro beni. I Cechi, quindi, vogliono esser sicuri di non dover risarcire un giorno questa gente, dopo avergli fatto un torto evidente.
Sembra che la questione si stia risolvendo, grazie all'infaticabile mediazione del Presidente di turno, lo svedese Reinfeldt. Ma anche questo non sembra l'ultimo ostacolo: manca ancora un pronunciamento della Corte Costituzionale ceca (ma sempre loro?), invocata da alcuni parlamentari particolarmente avversi al Trattato. Anche per questo, comunque, dovrebbe essere questione di giorni.
Poi, forse, finalmente, partira' questo nuovo progetto, a lungo sognato dai Padri fondatori, altrettanto a lungo osteggiato da chi vede nell'Europa unita un ostacolo alla sovranità dei singoli paesi.

Io vedo molto favorevolmente questo risultato, che va nella direzione dell'apertura e dell'integrazione, unica strada per un mondo più sicuro, più giusto, più umano. Vent'anni fa è stato abbattuto il muro di Berlino, simbolo della divisione e della contrapposizione. L'adozione definitiva del Trattato sarà un altro passo fondamentale in questa direzione. Speriamo che qualche politico, piccolo e miope, in nome di qualche banale pretesa localista, non faccia saltare tutto. Si assumerebbe una responsabilità grave nei confronti della Storia.



mercoledì 28 ottobre 2009

La Marcia mondiale per la pace e la non-violenza sta per arrivare in Italia


Questione di giorni, ormai, poi anche l'Italia sara' raggiunta dalla Marcia Mondiale per la Pace e la Non Violenza. Partita il 2 ottobre dalla Nuova Zelanda, l'arrivo e' previsto per il 7 Novembre, a Trieste, poi si sposterà l'8 ad Aviano e Vicenza, il 10 Milano, Torino, Genova, il 12 Roma.
Naturalmente, come tutte le cose scomode e la maggior parte di quelle intelligenti, qui da noi non se ne parla affatto: io non ho sentito , nè visto alcuna notizia, sui giornali, alla radio, nè, tanto meno, in tivu.
Per fortuna c'è la rete.

Potete trovare qui tutti i riferimenti e gli appuntamenti previsti in Italia.
Sul sito della Marcia Mondiale invece ci sono le ragioni dell'iniziativa, le adesioni, il percorso completo e molto altro ancora.



martedì 27 ottobre 2009

La Costituzione: ARTICOLO 6 - Le minoranze linguistiche

La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.


Il diritto ad utilizzare la propria lingua madre, anche se diversa da quella ufficiale dello Stato, viene inserito tra i principi fondamentali dei cittadini.
Possono esserci vari spunti di discussione su questo argomento: che cosa e’ ‘lingua’ rispetto a ‘dialetto’, oppure cosa significa ‘minoranza linguistica’ rispetto al fenomeno dell’immigrazione.
Ho poi l’impressione che a volte le minoranze linguistiche vengano percepite come “gruppi di cittadini privilegiati”, quasi piu’ tutelati degli altri. Da qui la tendenza di alcune aree del paese a voler rientrare in questa definizione, quasi per poter godere di maggiori diritti. Ma e’ veramente cosi’ ?

lunedì 26 ottobre 2009

Primarie del PD: e' finita!


Ragazzi, è finita. Le primarie sono concluse.
Chi ha vinto ha vinto, chi ha perso ha perso. Scordiamoci il passato e ricominciamo.
Ma proprio qui sta il punto: e adesso, che succede?
Ha vinto Bersani. Brava persona, nessun dubbio. Ma io l'associo ad una impostazione del partito "ortodossa", convenzionale, vetusta. Si contano gli iscritti, si contano le tessere. Decisioni rigorosamente prese per via gerarchica, livello dopo livello: i direttivi, i comitati provinciali, il comitato centrale.
Non sono convinto che sia quello che serve al Paese, forse andra' bene per l'attuale maggioranza. Avere una opposizione prevedibile e ortodossa e' piu' facile, non hai sorprese, capisci in anticipo le mosse. Ma ci serve questo?
Io continuo a sperare che non sara' cosi', ma ho l'impressione che non solo Bersani e' cosi', ma il popolo delle primarie che l'ha votato e' cosi, vuole questo. Spero di sbagliarmi.

Franceschini ha ammesso la sconfitta molto prima che fosse certa: animo nobile. Ha mantenuto in vita il partito dopo le batoste elettorali di quest'anno e dopo le dimissioni di Veltroni. Ha salvato la bandiera. Onore al capitano che lascia. Con lui forse, il partito avrebbe potuto essere un po' piu' giovanile, agile, a volte imprevedibile. Ma il popolo delle primarie non ha apprezzato i suoi
sforzi e ha deciso di mandarlo a casa.

Marino: che dire su Marino? Troppo avanti per questo partito, troppo deciso, troppo laico, forse. E non solo in contrapposizione alla corrente cattolica, ma anche per i militanti che credono, appunto, nel partito apparato, nel programma scolpito nel marmo, appeso in sede sotto la foto di Stalin, di Togliatti e di Berlinguer. Marino e' stato un marziano, un extraterrestre in queste primarie. Il suo 15% pero' non basta a controbilanciare l'altra parte, quella "centralista".

Dopo queste primarie, che partito e' il PD ?
Obiettivamente, si e' fatto di tutto per superare il dualismo ex-DS, ex-Margherita. I notabili del PD si sono schierati uniformemente tra i due principali contendenti: Bersani aveva D'Alema e la Bindi, Bassolino e Bachelet, Monaco e Pollastrini. Per Franceschini c'era Rutelli e Fassino, Serracchiani e Sassoli. Insomma, gli ex di una parte e dell'altra accuratamente distribuiti tra i due cadidati. Non bisognava dare l'impressione di una spaccatura verticale, altrimenti sarebbe stato un disastro. E su questo, tutto sommato, hanno vinto.
Secondo punto: la partecipazione. Circa tre milioni di partecipanti e' un buon numero, anche se non sono stati raggiunti i 3.4 milioni delle primarie di Veltroni. Quindi un calo c'e' stato, ma poiche' e' stato contenuto, si canta vittoria. Io, nel loro panni, un piccolo allarme lo lancerei: quanto meno, e' una tendenza che va invertita, perche' e' comunque un segnale di disaffezione o almeno di aspettative piu' chiare. Una risposta ci deve essere.

Ora, aspettiamo il PD alle prossime prove, in Parlamento e nei discorsi politici, vedremo che tipo di opposizione vorra' e sapra' fare, se riuscira' a recuperare quel consenso popolare e ad ascoltare i possibili alleati per rimettere insieme una seria alternativa, che riesca a denunciare ed a frenare la deriva personalistica e velatamente autoritaria del governo berlusconiano.
Se alla grande prova di democrazia di ieri seguiranno i fatti, noi non faremo mancare il nostro supporto.



giovedì 22 ottobre 2009

Aboliamo le province? Si, domani. Forse. Anzi, no.


Il 13 ottobre è stato veramente un giorno nero per la nostra Camera dei Deputati.
Dopo la bocciatura della legge contro l'omofobia, per presunta incostituzionalità, la seduta n.231 è proseguita con la discussione della questione sospensiva del DDL n.1990, che porta il titolo: "Modifiche agli articoli 114, 117, 118, 119, 120 e 133 della Costituzione, in materia di soppressione delle province".

Su proposta dell'on.Donadi (IDV) ed altri, è finalmente arrivata in aula questa proposta, reale, concreta, di soppressione delle province, per manifesta inutilità, con un risparmio di almeno una decina di miliardi di Euro, mediante una modifica della costituzione laddove ne prevede l'esistenza.
Sembrava una strada in discesa: sia PDL che PD, in campagna elettorale, l'avevano promesso e sbandierato. Peccato che, una volta eletti, questi signori abbiano cambiato idea.
Così tutti si affrettano a dire: si, ma noi parlavamo delle province delle aree metropolitane. Oppure: noi siamo favorevoli, ma bisogna parlarne in maniera più organica.
Ancora una volta, quindi, le idee cambiano a seconda del contesto. Addirittura il relatore della proposta (Donato Bruno - PDL) in commissione, che generalmente presenta il provvedimento e lo difende, fa un intervento contrario e ne chiede il ritiro. Ufficialmente perchè vuole rimandare la questione al disegno di legge delle autonomie, che un giorno o l'altro arriverà in aula.

Seguono tutte le dichiarazioni di voto, ben motivate. PDL è contrario all'abolizione e voterà a favore della sospensiva. Lo stesso la Lega Nord. Il PD non perde l'occasione per dimostrare ancora una volta la sua indecisione: e' contro l'abolizione indiscriminata della porvince, ma voterà lo stesso contro la sospensiva, per onorare l'opposizione (che nobiltà!).
Restano IDV e UDC, che ci tengono alla loro coerenza e, come avevano detto in campagna elettorale, continuano a volere l'abolizione.

Si vota: la Camera approva (la sospensiva). Quindi il provvedimento viene affossato.
Risultato della votazione:
Presenti: 516, votanti: 514, astenuti: 2
Maggioranza: 258
Favorevoli: 261, Contrari: 253.

Ancora una volta, per 4 o 5 voti il provvedimento proposto dalla minoranza non passa.

Dimenticavo: non tutti i deputati erano presenti.
Mancavano: 27 (+35 in missione) del PDL, 22 (+6 in missione) del PD, 4 (+1 in missione) di IDV, 1 dell'UDC, 2 (+7 in missione) della Lega.
Ancora una volta le assenze nelle fila dell'opposizione sono determinanti per fermare una riforma che i cittadini continuano ad attendere. Mi sa che alle prossime scadenze elettorali, anche tanti cittadini saranno "in missione" ...
PS: qui trovate nomi e cognomi di chi ha votato e chi no



mercoledì 21 ottobre 2009

Posto fisso: forse Tremonti pensava al suo


Certo, perchè, da quanto riportano le cronache, pare che il clima fra Tremonti ed il capo sia quanto mai bollente: non c'è più il feeling di una volta e forse anche il fido economista si sta preparando al "dopo".
Sembra proprio, infatti, che la posizione espressa dal ministro Tremonti sia in qualche modo condivisa, o almeno apprezzata, in certe aree del centro-destra, oltre che, ovviamente, in ampie zone del sindacato e della sinistra. Berlusconi quindi è stato costretto a condividere pubblicamente le idee del suo ministro per non lasciarli troppa corda e prevenire l'accerchiamento.

Non sappiamo se le cose stiamo veramente così. Di sicuro, il nervosismo nella destra è molto alto e ci si sta, giorno dopo giorno, avvicinando alla resa dei conti. Staremo a vedere.

Sul tema specifico del posto fisso o flessibile, sono convinto anch'io che non si può più tornare indietro. I tempi in cui l'unico modo di assumere era quello "a tempo indeterminato" credo siano definitivamente conclusi.
Questo non vuol dire che mi vada bene come stanno andando le cose ora. Un conto è la flessibilità, un conto la più totale precarietà. Si deve andare, più velocemente possibile, verso un sistema in cui chi accetta il rischio di un lavoro precario, venga opportunamente pagato. Non come ora, dove il datore di lavoro ha un vantaggio esplicito e notevole nell'assumere in maniera flessibile (in termini economici e di flessibilità della forza lavoro), mentre il lavoratore ne paga tutte le conseguenze (in termini economici e di precarietà).
Quindi: mi vuoi assumere in maniera temporanea? mi paghi (molto) di più di un assunto a tempo indeterminato. Poi sarò eventualmente io a scegliere se mi conviene di più un posto sicuro, pagato meno, o un posto a rischio, ma ben retribuito. Oppure, dal punto di vista dell'imprenditore: voglio la flessibità della mia manodopera? Beh, mi costa di più. Voglio risprmiare? Assumo a tempo indeterminato.

Tra l'altro è così nei principali paesi europei: in Inghilterra, o nella vicina Svizzera, posso essere licenziato dall'oggi al domani, ma guadagno il doppio di un equivalente lavoratore a posto fisso.
E' così semplice!!



sabato 17 ottobre 2009

La Costituzione: ARTICOLO 5 - Autonomie e decentramento

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.

Pur nella sua unicita’ e indivisibilita’, che vengono qui ribadite, lo Stato deve promuovere autonomie locali e decentramento amministrativo, stabiliti e regolati per legge. Quindi non l'indipendenza (della Padania) o la secessione, ma il decentramento dei servizi, per migliorarne la fruibilità da parte dei cittadini e l'efficienza.


giovedì 15 ottobre 2009

Divide et impera


Lo dicevano gia' i Romani: se vuoi governare tranquillo, fa in modo che i tuoi nemici siano divisi.

Oggi si e' compiuto un passo drammaticamente importante, storico, in questa direzione. La firma separata del contratto dei metalmeccanici, separata per quanto riguarda i sindacati: UILM e FIM-CISL hanno firmato, gli altri (FIOM, della CGIL) e UGL (anche se per motivi diversi) no, e' un eclatante esempio di come il detto dei nostri antenati latini sia sempre attuale.

Non voglio entrare nel merito del contenuto dell'accordo, se 112 Euro siano tanti o pochi (solo come riferimento, a gennaio 2008 - il contratto precedente - erano stati concessi 127 Euro), ma il fatto che per la prima volta da trent'anni il sindacato dei metalmeccanici si e' presentato spaccato alla controparte.
E' un grande successo per il governo, infatti tutti i suoi ministri brindano e si lasciano andare alle lodi piu' esagerate. Dice Sacconi - Ministro del Welfare: "La sottoscrizione del contratto dei metalmeccanici in tempi brevi e con rilevanti contenuti di welfare conferma la positività del nuovo modello contrattuale e la semplificazione delle relazioni industriali che grazie ad esso si sta realizzando. Le nuove regole infatti tolgono al contratto nazionale quell'improprio carico di significati - anche di carattere ideologico - facendone un momento importante ma inserito in un continuo contesto di interazione tra le parti sociali nella dimensione dei territori e delle aziende". Che, riletto, significa: senza i comunisti il mondo e' migliore.

Se i sindacati firmatari fossero seri (ma sappiamo che non lo sono, altrimenti non si sarebbero comportati cosi'), l'accordo dovrebbe ora essere sottoposto al referendum dei lavoratori, come avvenne due anni fa per il precedente contratto. Se venisse bocciato, sarebbe una bocciatura per il modello "separatista" del trio Berlusconi-Bonanni-Angeletti. Che il minuto successivo dovrebbero andarsene, per aver dilapidato un capitale (l'unità sindacale, appunto) di valore inestimabile.
L'accordo potrebbe anche essere approvato dai lavoratori, nel qual caso se ne dovrebbe andare Epifani, che dimostrerebbe di non aver capito che il paese sta andando, purtroppo, da tutt'altra parte.

In ogni caso, un accordo come questo non puo' passare nella piu' totale indifferenza, come se niente fosse, come sta avvenendo.
In ultimo, per chi ancora non lo conoscesse, andate a rileggervi il malaugurato "Piano di rinascita democratica" (pagina 14, si ritrovano quasi le parole di Sacconi), redatto in tempi non sospetti - era il 1976 - dal capo piduista Licio Gelli: un altro risultato positivo per Berlusconi, tessera P2 n.1816




martedì 13 ottobre 2009

Celestina: da "portaborse" a eroe nazionale


Questo post è dedicato a Celestina, ex (immagino) "portaborse" dell'onorevole Carlucci (PdL).
Il giudice Michele Forziati ha stabilito con la sua sentenza che la suddetta Celestina svolgeva compiti di "segretaria particolare" (dal 2004 al 2006) e quindi i rimborsi in nero ricevuti dall'onorevole Carlucci, oltre ad essere in nero, appunto, erano anche inadeguati. Percio', l'onorevole in questione dovrà rimborsare alla sua assitente ben 10,170.39 Euro, piu' interessi.

Naturalmente non posso prendermela solo con il PdL, visto che i portaborse registrati sono solo 194, su un totale, apparente, di 500 e passa (erano 57 nel 2007). Quindi piu' di 300 sono tuttora "collaboratori a titolo non oneroso", praticamente pagati in nero.

Quindi, Celestina, che ha avuto il coraggio di rivolgersi al giudice, deve giustamente diventare l'eroina della battaglia alla Casta, ai furboni del "predico bene e razzolo male", distribuiti, credo, uniformemente in tutti i partiti.

Onore a Celestina. La migliore portaborse degli ultimi 150 anni.



domenica 11 ottobre 2009

Il ritorno del Barbarossa


Chissà se il grande ministro Brunetta apprezzerà finalmente la produzione cinematografica nostrana, anzi, padana.
Esce infatti in questi giorni il Kolossal (?) "Barbarossa", ricostruzione cinematografica delle gesta di Alberto da Giussano alla guida della Lega Lombarda (quella storica, 1200 d.c. circa), contro il Barbarossa.
Produttore quasi esclusivo: mamma RAI (cioè il nostro canone), che c'ha investito 30 milioni di Euro.
Non ho visto il film (lo vedremo tra poco in TV), ma ho cercato e trovato in rete qualche recensione (su siti generalmente molto apprezzati e competenti) di chi l'ha visto. Ed il risultato è: Braveheart in salsa padana, per la serie: il più brutto film della mia vita.

Non esprimo giudizi al buio, ma vi invito a leggere qui e qui.
Se questa e' la destra che avanza, possiamo star tranquilli, non ne fara' molta di strada.

Ah, dimentico: correva voce che anche lo stesso Bossi avesse preso parte al film. La voce e' realtà: ecco il fotogramma (niente di piu', fortunatamente) che prova la sua partecipazione. Avrebbe potuto mancare?



mercoledì 7 ottobre 2009

Il Lodo Alfano e' contro la Costituzione

La notizia e' appena stata data e non conosciamo ancora i dettagli. Dalle informazioni avute dall'ANSA, comunque, le ragioni dell'anticostituzionalità sono legate all'articolo 3 (tutti sono uguali davanti alla legge) ed all'articolo 138 (una modifica di questo tipo richiede una legge costituzionale, non una legge ordinaria).

Ora io non chiedo le dimissioni di Berlusconi (anche se, se fosse una persona seria, le darebbe spontaneamente), pero' non posso non esprimere la mia soddisfazione, se non altro per il fatto che non sentiremo il nano cantare vittoria ai quattro venti, assieme a tutti i suoi lacche'.

Naturalmente gridera' al golpe, ma a questo ci siamo abituati.



martedì 6 ottobre 2009

La Costituzione: ARTICOLO 4 - Ancora il Lavoro

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilita’ e la propria scelta, una attivita’ o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della societa’.

Dopo l’enunciazione dell’uguaglianza tra tutti i cittadini, nell’articolo precedente, qui ancora si torna sul diritto / dovere del lavoro, precisando meglio anche che cosa significasse il “fondata sul lavoro” del primo articolo. Su 4 articoli visti finora, ben 3 si occupano di lavoro.
In poche righe viene enunciato un principio fondamentale che vale per ogni singolo cittadino e per lo Stato nel suo insieme: quest’ultimo deve creare le condizioni per permettere a ciascuno di esprimersi secondo le proprie capacita’, ma nel contempo, ciascuno deve (sottolineo: deve) contribuire al benessere complessivo, materiale o spirituale che sia, con il proprio apporto, con il proprio lavoro.
Come gia’ detto nel commento all’articolo 1, lo scopo dello Stato e’ garantire il lavoro, da cui, con il contributo di tutti, arrivera’ il progresso materiale o spirituale di tutti.
Potremmo dire: lo Stato siamo tutti noi e proprio a noi spetta il compito di migliorare la vita di ciascuno.
L’obiettivo dello Stato, quindi, non e’ l’arricchimento dei cittadini, ma bensi consentire e garantire l’esercizio di un diritto fondamentale che produce, come effetto, vorrei dire secondario, il benessere materiale e spirituale dei suoi cittadini.