martedì 29 luglio 2008

Legge Elettorale e referendum (passati e futuri)

Timidamente, sottolineo, timidamente si riprende a parlare di Legge Elettorale. Si avvicinano le elezioni europee (primavera 2009) quindi bisogna cominciare a parlare di come dovremo votare.

La faccenda preoccupante e’ che le proposte che si sentono avanzare sono proprio le peggiori (anche se dopo l’ultima tornata elettorale non ci si poteva aspettare di piu’): sistema proporzionale, sbarramento, liste bloccate.

Il referendum del 1993 stravinto a grande maggioranza a favore del maggioritario, e’ stato ormai completamente dimenticato. Ma sono anche totalmente inascoltate le proposte contenute nel referendum su cui saremo chiamati ad esprimerci l’anno prossimo (abrogazione parziale della legge del 2005, il “porcellum”) e cioe’ l’eliminazione del concetto di “coalizione” (con il premio di maggioranza assegnato alla singola lista, punto peraltro di fatto gia’ “superato” dai risultati delle ultime elezioni) e, soprattutto, eliminazione delle candidature “multiple” (lo stesso candidato si puo’ ora presentare un piu’ collegi, dando di fatto ai partiti il potere di decidere chi viene eletto e chi no).

Di fatto, si tratta dell’ennesima zampata della “casta” per aumentare e perpetuare il suo potere. Zampata che, a mio modesto avviso, dovrebbe vedere una risposta netta e decisa delle persone ragionevoli ancora presenti in questo paese (e non sono poche).

I punti irrinunciabili per una nuova legge elettorale (da applicare in primis alle prossime elezioni europee), sono per me i seguenti:

  • reintroduzione della preferenza (unica): no alle liste bloccate
  • eliminazioni delle candidature multiple: un candidato si puo’ presentare in un solo collegio
Senza queste due regole fondamentali, ogni legge elettorale e’ completamente inaccettabile.
Anzi, vorrei lanciare una proposta, che spero venga discussa e condivisa dal popolo della rete (e magari anche oltre): disertiamo in massa le urne per il Parlamento europeo, se non verranno introdotti questi due principi nella legge elettorale (che senz’altro verra’ modificata da qui a primavera prossima).
Mi piacerebbe anche (ma mi rendo conto che sto sognando) che il PD si facesse interprete di questa istanza e diventasse un punto qualificante della sua azione politica.




lunedì 28 luglio 2008

Un'altra mazzata per i precari


L’emendamento inserito nella Finanziaria, in via di preparazione in Parlamento, che riguarda i precari, e’ un’ennesima prova che al peggio non c’e’ limite.

Questa in sintesi, la questione: finora un lavoratore titolare di un contratto a termine, come dipendente effettivo o come finto autonomo (è il caso dei lavoratori a progetto), il quale riteneva che il contratto medesimo fosse viziato da qualche irregolarità (la durata, i contenuti per niente “autonomi”, …), poteva far ricorso al giudice del lavoro.
Se quest´ultimo stabiliva che il contratto era effettivamente irregolare, una condizione che sicuramente sussiste, tra gli altri, proprio per decine di migliaia di lavoratori a progetto, poteva imporre all´impresa di trasformare il rapporto di lavoro precario in un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Ora non più. Il governo, con l’emendamento di cui si diceva, intende togliere al giudice simile facoltà: l´impresa colta in fallo è tenuta al massimo a versare al lavoratore alcune mensilità di stipendio (massimo 6), a titolo di indennizzo. Né ha l´obbligo di rinnovare nemmeno il contratto a termine.

Confindustria plaude all’iniziativa: “e’ la direzione giusta“. Peccato che per migliaia di lavoratori precari, che per anni si sono visti rinnovare un contratto atipico, sottopagato, in deroga non solo a quanto stabilito dalla legge, ma anche ad ogni Giustizia sociale che deriva dal buonsenso, questa norma voglia dire la fine di ogni minima speranza di inserimento stabile in un mondo del lavoro che diventa sempre piu’ una giungla, dove il piu’ forte ha sempre ragione.

Mi auguro due cose.
Primo: che la norma venga eliminata dalla Finanziaria in discussione, ristabilendo un minimo di Giustizia per chi rappresenta sempre la parte piu’ debole del rapporto di lavoro.
Secondo: che almeno qualcuno dei precari che 4 mesi fa hanno votato questa maggioranza, dia segni di pentimento, aprendo finalmente gli occhi sulla vera anima di questo governo. Mi piacerebbe avere qualche contributo nei commenti proprio da qualcuno di loro. Oppure la questione non vi interessa ?


venerdì 25 luglio 2008

Obama vs. Berlusconi: 2 - 0

Le news di ieri sera e di stamattina mettono in prima pagina i due discorsi a cui abbiamo assistito ieri: quello del candidato democratico alla presidenza USA, in viaggio a Berlino (Germania), e quello del nostro Berlusconi, pronto per partire alla volta di Arcore (Brianza).

Il primo di fronte a piu’ di centomila persone, per il secondo il solito gruppetto di giornalisti, testimoni affezionati (a volte pagati, in quanto suoi dipendenti) delle esternazioni del nostro.

Non puo’ non colpire il dislivello che divide i due oratori (non sto parlando del rialzo nelle scarpe): per il primo (Obama) la liberta’ e la democrazia hanno portato all’abbattimento dei muri, in primis quello di Berlino. Per Silvio, la democrazia e’ migliore se attorno ai leaders si alzano nuovi muri, sbarramenti che devono proteggere la loro liberta’ (di governare): il Lodo Alfano e’ “il minimo” che possiamo fare (chissa’ quando arrivera’ “il massimo” !).

Obana parla all’Europa, dicendo: “uniamoci per salvare il pianeta“, Silvio parla ai suoi parlamentari e dice: “finalmente avro’ il sabato libero da impegni giudiziari”.

Il candidato Presidente dice: “la mia e’ una storia americana, mio nonno faceva il cuoco per gli inglesi”; il presidente a vita (Silvio) dice: “chi mi rimborsera’ i soldi e il tempo spesi per la storia spagnola (Telecinco)?”

Decisamente, 1 a 0 per Obama.

Nel suo viaggio europeo (ma con l’occhio ai sondaggi americani), il candidato Obama non inserisce l’Italia: solo Berlino, Parigi, Londra. Troppo compromettente farsi fotografare a fianco di Silvio ? o magari in una foto di gruppo con Bossi e Carfagna ? Quantomeno, inutile, se non dannoso.

Decisamente: autorete di Silvio (2 a 0 per Obama).


giovedì 17 luglio 2008

Un altro passo verso il baratro

Un’altra mazzata sulla classe politica del nostro Paese: Del Turco, governatore dell’Abruzzo, membro della Direzione nazionale del PD, finisce in galera con altri suoi colleghi e amici. Accusato da un supertestimone, proprietario di varie cliniche private, che subissato di richieste di tangenti, scoppia e racconta tutto.
E’ l’inizio di tangentopoli 2 - il ritorno ? forse si. Oppure finira’ tutto, come accade spesso, in una bolla di sapone. Un po’ di scuse e si ricomincia.

Ma il problema rimane: questa classe politica (destra o sinistra, non c’e’ differenza, purtroppo, anche se non voglio far di ogni erba un fascio) e’ completamente compromessa. Chi puo’ ancora aver fiducia nei politici di questo paese ?

Anzi, il problema e’ molto piu’ esteso: non solo la classe politica, ma una parte (quanto grande ?) della classe dirigente di questo paese (medici, professionisti, costruttori, industriali, sportivi, …) e’ marcia, e’ ormai cosi’ assuefatta alla tangente, al clientelismo, alla pratica mafiosa, che tutto diventa normale. Anzi: forse e’ cosi una parte (quanto grande ?) di noi italiani, in generale.

Chi ci salvera’ da questa situazione sempre piu’ grave, sempre piu’ estesa, sempre piu’ marcia ? forse il populismo un tanto al chilo del capo del governo, principe dei “bauscia” gretti e arrivisti della bassa brianza ? forse il “politically correct” di Uolter, stratega del nuovo, basato su fondamenta marce ed esauste (vedi Del Turco) ? forse i “vaffa” del grillo parlante ? o gli sbraiti del Tonino nazionale ?

Io non ho una risposta a questa domanda, ho paura che nessuno ce l’abbia. E nemmeno vedo vie d’uscita a breve, indolori e all’insegna del “rinnovamento della politica italiana”. Il nostro e’ un paese alla frutta: a volte ho il terrore che solo una rivoluzione, solo una guerra civile potranno effettivamente cambiare le cose. Un sollevamento di popolo, cruento, violento, ma purificatore. E chi restera’, forse, avra capito la lezione.



venerdì 11 luglio 2008

Un altro incidente nucleare, questa volta in Francia


Un altro incidente in una centrale nucleare, questa volta in Francia, a Tricastin, vicino ad Avignone (non piu’ di 250 km da Torino).
Martedi scorso, durante il lavaggio di una cisterna, parte dei 30 metri cubi d’acqua, contenente 12 grammi di uranio per litro, era accidentalmente finita in due fiumi vicini. Divieto di attività nautiche, bagno e pesca lungo il Gauffiere e l’Auzon, blocco della distribuzione di acqua potabile e dei prelievi privati dai due fiumi, oltre che dell’irrigazione dei campi nelle aree interessate dalla fuoriuscita.

Subito, le autorita’ francesi hanno minimizzato l’accaduto, diffondendo notizie rassicuranti, mentre tutte le associazioni ecologiste chiedono maggiori dettagli e misure oggettive sull’accaduto (ad esempio: cosa vuol dire “12 grammi per litro” ? quanta radioattivita’ contengono 12 grammi per litro?)

E’ di oggi invece la notizia che l’Autorita’ per la Sicurezza Nucleare francese ha chiesto in mattinata a Socatri, società satellite del colosso energetico Areva, proprietario della centrale, di “sospendere l’attività del suo sito di trattamento delle scorie nella centrale nucleare di Tricastin” e di prendere “misure immediate di messa in sicurezza“.

Ci stanno nascondendo qualcosa ?

Ovviamente, nessuna notizia e’ stata diffusa qui da noi, occupati come eravano a discutere di Guzzanti, Carfagna e Grillo.


lunedì 7 luglio 2008

L’adesione di Umberto Eco alla manifestazione dell’8 luglio

Mi pare degna di nota la dichiarazione di Umberto Eco nell’aderire alla manifestazione dell’8 luglio contro le leggi canaglia. Dice Umberto Eco:

A Furio Colombo, Paolo Flores d’Arcais, Pancho Pardi
2 luglio 2008
Cari Amici,
mentre esprimo la mia solidarietà per la vostra manifestazione, vorrei che essa servisse a ricordare a tutti due punti che si è sovente tentati di dimenticare:
(1) Democrazia non significa che la maggioranza ha ragione. Significa che la maggioranza ha il diritto di governare.
(2) Democrazia non significa pertanto che la minoranza ha torto. Significa che, mentre rispetta il governo della maggioranza, essa si esprime a voce alta ogni volta che pensa che la maggioranza abbia torto (o addirittura faccia cose contrarie alla legge, alla morale e ai principi stessi della democrazia), e deve farlo sempre e con la massima energia perché questo è il mandato che ha ricevuto dai cittadini.
Quando la maggioranza sostiene di aver sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia.
Umberto Eco

Condivido in pieno questa dichiarazione, pacata e nello stesso tempo ferma e chiara.
Spero in un grande successo della manifestazione



sabato 5 luglio 2008

La COSTITUZIONE

La nostra Costituzione ha appena compiuto 60 anni, ma non li dimostra.
Pochi la conoscono, ne abbiamo magari una conoscenza parziale o imprecisa.
Tra le iniziative di questo blog, pubblicherò periodicamente un articolo, partendo dal numero 1, aggiungendo dei semplici commenti personali e confidando nel vostro aiuto per approfondire e discutere. Anche su come modificarla, se serve. Ma comunque, principalmente, per conoscerla meglio.



Pur non essendo un esperto, mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione un articolo per volta, dedicandovi un post ogni tanto (li troverete tutti col tag "costituzione"), con qualche breve commento. Senza presunzione di fare degli interventi da costituzionalista, ma da semplice cittadino pensante, che espone il proprio punto di vista. Per tutti sara’ poi possibile aggiungere commenti e riflessioni.
Per conoscere meglio la nostra Costituzione, per capire insieme che su di essa si fondano le ragioni del nostro vivere civile, per imparare ad amarla.

Di seguito, i links ai vari articoli. 
E' possibile anche estrarli tutti semplicemente cliccando sul tag "Costituzione".


PRINCIPI FONDAMENTALI
- Art. 2:   I Diritti inviolabili
- Art. 3:   Dell'Uguaglianza
- Art. 4:   Ancora il Lavoro
- Art. 8:   Le altre Religioni
- Art. 12Il Tricolore
PARTE PRIMA. DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI
Titolo I. Rapporti civili
- Art. 14Il Domicilio
- Art. 17: Libertà di riunione
- Art. 18: Libertà di associazione

- Art. 19: Libertà di professione religiosa
- Art. 20: Le associazioni religiose

- Art. 21: Libertà di stampa
- Art. 22: Nessuna privazione per motivi politici

- Art. 23: Nessuna costrizione personale
- Art. 24: Il diritto all'azione legale

- Art. 25: Solo la Legge stabilisce pene e limitazioni
- Art. 26: L'estradizione

- Art. 27: No alla pena di morte
- Art. 28: La Responsabilità Civile dello Stato



giovedì 3 luglio 2008

Una lezione dall'oriente

Una storia che quasi non ci si crede, se non fosse stata documentata e raccontata da diversi quotidiani, sia italiani (La Repubblica e il Corriere della Sera) che stranieri (The Guardian).
Ecco cosa ha scritto ieri The Guardian (la traduzione e’ mia, ma potete trovare l’originale qui)

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“Poche iniziali incise sul muro di uno dei piu’ famosi monumenti di Firenze mettono in moto una caccia al colpevole dall’altra parte del mondo - e mettono in evidenza l’enorme differenza culturale tra Italia e Giappone.
I media italiani hanno raccontato ieri - con meraviglia, incredulita’ e ammirazione - il caso capitato ad alcuni turisti giapponesi che hanno lasciato i loro nomi incisi sulle pietre della terrazza panoramica della cattedrale fiorentina.
Cosi tanti italiani e turisti di altri paesi fanno altrettanto, al punto che, come afferma Paolo Bianchi, un custode della cattedrale, “ci sono nostri addetti il cui unico scopo ogni giorno e’ quello di cancellare dai muri cuori infranti, dichiarazioni d’amore e ‘ricordi di viaggio’“.
Nel paese dove il primo ministro, Silvio Berlusconi, e’ occupato a procurarsi l’immunita’ giudiziaria, nessuno si sogna di fare qualcosa per questa storia.
Ma quando un turista giapponese fotografa, sul muro della cattedrale di Firenze, una serie di graffiti fatti nella sua stessa lingua, si scatena quella che ‘La Repubblica’ definisce “una caccia all’uomo“, con tanto di appelli diffusi in tutti i maggiori quotidiani, televisioni e Internet Forum giapponesi.

Una ragazza, che aveva lasciato le proprie iniziali e il nome della sua universita’ (Gifu), e’ stata subito rintracciata. Lei, con due suoi colleghi, e’ stata sospesa per due mesi dalla scuola e potrebbe essere gia’ tornata a Firenze per rimuovere il suo graffito. L’Universita’ di Gifu si e’ offerta di pagare il danno alla diocesi fiorentina, che pero’ ha gentilmente rifiutato.

Ma una sorte ancora piu’ severa potrebbe attendere tre studenti della Kyoto Sangyo University che hanno confessato la loro colpa imbrattando le pareti di marmo che sostengono il capolavoro di Brunelleschi: potrebbero essere definitivamente espulsi.

Domenica, un altro colpevole e’ stato scovato - un insegnante di 30 anni della Mito - che visito’ Firenze nello scorso gennaio: e’ stato gia’ allontanato dal ruolo di allenatore della locale squadra di baseball e ora rischia anche di perdere il posto di insegnante.

Il ‘Corriere della Sera’, che ha dedicato a questa storia un pezzo in prima pagina, ha intervistato un esperto di cultura giapponese, Gian Carlo Calza che, cercando di spiegare la severita’ di simili reazioni, dice ”gli studenti, ma soprattutto il docente hanno fatto perdere la faccia al loro paese all’estero. Essi hanno offeso chi gli dava ospitalita’ - cioe’ a dire l’Italia - e questo, per la loro mentalita’, e’ inaccettabile“.

Come scusa, l’insegnante, intervistato da una TV giapponese, dice, con gli occhi bassi: “avevo sentito che scrivere il tuo nome su quelle pareti avrebbe portato felicita’ “.
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Fin qui il “The Guardian”. Aggiungo due semplici considerazioni:
1. Si dovesse applicare qui da noi lo stesso metodo, non lavorerebbe piu’ nessuno.
2. E’ proprio vero che ognuno ha i governanti che si merita …