lunedì 28 marzo 2011

Punizione divina?

Stanno avvenendo cose strane in questo Paese. Molto strane. Al punto che mi chiedo, una volta di piu', se tutto cio' sia serio o se stiamo precipitando non già nel ridicolo (quello l'abbiamo già raggiunto e superato), ma nel grottesco.

L'uomo piu' imputato dell'universo, pretenderebbe di trasformare un processo in un derby: squadra del cuore contro resto del mondo. E' capitato oggi a Milano.

Il Paese piu' indeciso del mondo, che l'altro ieri stava con Gheddafi, ieri con la Francia, oggi contro la Francia, domani chissà, resta escluso dalla video conferenza preparatoria della riunione tra tutti i paesi che partecipano alle azioni contro la Libia: quando si fa sul serio, i giullari non servono.

Abbiamo un presidente del consiglio che prima va in giro per il mondo a reclamizzare le nostre segretarie come le piu' belle del mondo, per attirare investimenti, e quando questi investimenti arrivano, fa una legge per bloccarli.

Forum, una trasmissione delle reti Mediaset, cerca di mettere una stampella al disastroso risultato della ricostruzione all'Aquila, invitando una "sedicente" commerciante aquilana, che dice che tutto funziona e la città è rinata. Smascherata nel giro di 12 ore.

In Germania, invece, il nostro presidente del consiglio viene usato nello spot per far pagare il canone televisivo ai tedeschi. Della serie: se non pagate, diventate come loro. "Una democrazia è forte quando ha media liberi". Qualche secolo fa, un simile affronto sarebbe valso una dichiarazione di guerra.

A capo (vice presidente, per la verità) della maggiore organizzazione scientifica nazionale, il CNR, c'è un creazionista, uno che nega la teoria evoluzionista darwiniana (e organizza pure un congresso per ribadirlo) e che afferma, in una intervista a Radio Maria, che il terremoto giapponese è una punizione di Dio (a proposito, andate al link e sottoscrivete la petizione per chiederne le dimissioni: è il minimo che possiamo fare).


E questo è solo la sintesi dell'ultima settimana: ma cosa abbiamo fatto di male per meritarci una simile sciagura? sarà anche questa una punizione di Dio ?

venerdì 18 marzo 2011

Come neve al sole ...

Dopo i tragici avvenimenti giapponesi, che ancora forse non ci hanno mostrato tutto il male che puo' essere causato dall'energia nucleare, anche l'Italia si accoda alla schiera di quanti, in tutto il mondo, sospendono o rimettono in discussione i piani di sviluppo degli impianti nucleari.
Ha iniziato il sottosegretario Saglia, presente alla seduta finale delle commissioni VIII e X che dovevano esaminare lo schema di Decreto Legislativo n.333 relativo alla procedura di scelta dei siti degli impianti: ha cominciato a dire che solo le Regioni che condivideranno la scelta nucleare ospiteranno gli impianti. che equivale a dire nessuna, stante la situazione attuale.
Concetto ribadito oggi dal ministro Romani. In serata anche una dichiarazione di Veronesi, presidente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sembra rimettere in discussione il modello di sviluppo scelto per il rientro nell'era atomica.
In ultimo, anche il ministro dell'Ambiente, Prestigiacomo, si lascia scappare una confidenza subito catturata dall'agenzia Dire: "dobbiamo fermarci, non possiamo rischiare di perdere le elezioni sul nucleare".
Per un motivo o per l'altro, quindi, pare proprio che anche il nostro governo ci stia ripensando. Le motivazioni non sono molto nobili, ma questo non ci stupisce, vista la caratura della nostra classe politica. In ogni caso, quello che conta in questo momento, è il risultato: fermare questa folle corsa verso un modo di sfruttare l'energia dell'atomo che ancora non riusciamo a controllare nel modo dovuto, in piena sicurezza e senza creare problemi piu' grandi di quelli che si vogliono risolvere.

Ora restiamo a vedere se questa intenzione del governo si concretizzerà in azioni certe e chiare o non diventerà solo un modo per far passare un po' di tempo sperando che la gente se ne dimentichi.

L'emergenza quindi non è ancora finita e dobbiamo continuare a parlarne ed a mobilitarci, anche in vista del referendum del prossimo giugno: un plebiscito per il SI sarebbe la vera pietra tombale sulle centrali atomiche, e speriamo questa volta sia per sempre.

lunedì 14 marzo 2011

Fukushima: allarme ancora alto

Non siamo ancora fuori dall'emergenza per quanto riguarda l'impianto nucleare di Fukushima, duramente colpito dal terremoto, che ha sconvolto il Giappone, e dal successivo tsunami. Anzi, la situazione si sta facendo di ora in ora piu' incerta e pericolosa.
Il contenitore del reattore 1 è esploso sabato mattina, a causa dell'idrogeno prodotto dalle reazioni incontrollate avvenute all'interno del nucleo, surriscaldato dall'avaria all'impianto di raffreddamento.
Oggi è esploso il contenitore del reattore 3, per cause analoghe (vedi foto).
La temperatura delle barre di combustibile nucleare continua a salire, in mancanza del liquido di raffreddamento ed anche il pompaggio di acqua marina per abbassare la temperatura non ha ancora portato ai risultati sperati. In particolare, sembra che all'interno del reattore n.2 il combustibile nucleare abbia già iniziato il processo di fusione.
Una nuvola di vapori radioattivi si sta spostando verso sud, risparmiando per ora la città di Tokio, situata a soli 270 km di distanza.
Intanto, in tutto il mondo le reazioni  a questo disastro sono di tipo diverso. Alcuni stati continuano a confermare i loro programmi nucleari, affermando che è impossibile il ripetersi di una serie di eventi sfortunati come quelli avvenuti in Giappone. Tra questi paesi c'è la Turchia, la Russia (11 centrali in costruzione) e, malauguratamente, anche l'Italia (8 centrali programmate).
Altri, invece, hanno già sospeso, in attesa di ulteriori accertamenti, il cammino per la costruzione di nuove centrali. Uno di questi paesi è la Svizzera.
Anche la Francia mette in dubbio la completezza delle informazioni fin qui rilasciate dalle autorità giapponesi, supponendo la situazione sia molto piu' grave di quanto non venga detto.

Aggiornamento delle ore 18:00: anche la Germania dichiara di non voler proseguire sulla strada del prolungamento del servizio delle centrali piu' vecchie: saranno spente secondo i piani originali.

sabato 12 marzo 2011

Fukushima: ad un passo dalla catastrofe

Fukushima: sarà probabilmente un nome che ricorderemo e che entrerà nelle discussioni sul nucleare che ci capiterà di fare tra non molto, appena si entrerà nel vivo del referendum di giugno.
Fukushima è una località giapponese, colpita dal terribile sisma del 11 marzo (8.9 della scala Richter). In questa località, c'è un impianto nucleare, anzi, ben 6 reattori (mentre altri due sono in progettazione).
I reattori piu' recenti (dal 4 al 6) erano fortunatamente spenti per manutenzione, mentre i piu datati (il n.1 è del 1971, il n.2 del 1974, il n.3 del 1976) erano in servizio e al momento della scossa è automaticamente scattato il processo di spegnimento automatico. Naturalmente, in condizioni "normali", tutto avrebbe dovuto andare per il meglio, ma con un terremoto cosi' violento puo' sempre capitare l'imponderabile: un guasto alle linee elettriche ha compromesso la funzionalità dell'impianto di raffreddamento, che percio' non ha funzionato come dovuto. L'improvviso riscaldamento del nucleo è stato percio' inevitabile ed è scattata l'allerta nazionale, con l'evacuazione dei residenti nel raggio di 10 km dall'impianto. Si sta pensando ad uno "scarico controllato" di vapore acqueo (potenzialmente radioattivo) per rimettere in sicurezza l'impianto di raffreddamento.
Io mi auguro che non succeda nulla di piu' grave, che la situazione si risolva e si possa concentrarsi sui già enormi danni del terremoto e del successivo tsunami.
Ma vorrei anche che questa fosse un'occasione per noi, che siamo ancora in tempo, per renderci conto della pericolosità intrinseca della tecnologia nucleare e per cercare vie alternative, che esistono e sono molto piu' sicure e percorribili.
Naturalmente, qui da noi, già stasera le grancasse della propaganda governativa erano su tutti i canali TV a dire che il nucleare è sicuro, che a Fukushima si tratta di un impianto vecchio, che qui non ci saranno terremoti cosi' violenti.
Mi permetto di darvi un consiglio: al prossimo referendum del 12 giugno, votate SI. Giusto per evitare che tra qualche anno non tocchi a noi dichiarare l'allerta nazionale.

martedì 8 marzo 2011

Eravamo cinque amici al bar ...

Cosi' cantavano i 5 membri dell'Agenzia per la Sicurezza Nucleare, nominati dal Governo, dal Ministero dell'Ambiente e dal Ministero dello Sviluppo Economico, con la benedizione del Decreto di nomina del Presidente della Repubblica. Purtroppo pero' la foga delle nomine ha fatto scordare qualche dettaglio, come cercare una sede,  un ufficio in cui riunirsi, quindi i primi incontri si fanno al bar, attorno al tavolino come 5 amici qualsiasi.
Peccato che in quelle riunioni si metta nero su bianco (no, non è un latte macchiato) il percorso che l'Agenzia dovrà indicare e controllare per giungere alla rinascita nucleare del nostro Paese.
E' lo stesso Veronesi, presidente dell'Agenzia da poco nominato, a rivelarlo direttamente dal forum del nucleare italiano, dove potremo seguire passo passo tutti gli avvenimenti che riguardano questo infausto ritorno.
Ma chi sono i 5 personaggi che avranno in mano tutte le procedure, le verifiche, i pareri e i controlli sul percorso, per molti aspetti accellerato, che ci condurrà alle centrali atomiche ?
Umberto Veronesi è il Presidente, dicevamo: noto oncologo (e accanito fumatore), presumo esperto di tecniche di indagine di medicina nucleare. Questo deve essere bastato per farlo nominare al ruolo piu' importante dell'era atomica italiana. Ma dubito che conosca le differenze tra un reattore EPR, PWR o BWR. Speriamo si legga almeno Wikipedia.
Le idee molto chiare non le deve avere, visto che a fine febbraio in un'intervista al Corriere disse che "ci sono centinaia di centrali in costruzione al mondo". Peccato che le centrali in costruzioni siano solo 62 (fonte: IAEA), di cui oltre la metà in Cina (27) e in Russia (11), paesi universalmente noti per la libertà di pensiero.
Il secondo amico al bar è Stefano Dambruoso, magistrato e scrittore: forse sarà quello che verbalizzerà le riunioni, perchè per il resto non ne capisco le competenze. Da magistrato si è occupato di indagini di mafia, di anarchici insurrezionalisti, di terrorismo islamico. E questo la dice lunga sui rischi che correremo.
Poi abbiamo Stefano Laporta, vice prefetto e direttore dell'ISPRA, l'Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale. Prima di questo incarico, era Capo di Gabinetto al Ministero delle Pari Opportunità, un'esperienza che mi pare francamente un tantino sprecata.
C'è poi Maurizio Cumo, accademico e scienziato, docente di ingegneria nucleare presso l'università La Sapienza. Finalmente qualcuno che forse ne capisce.
L'ultimo è Marco Ricotti, professore ordinario di Impianti nucleari presso il Politecnico di Milano. E siamo a due. Su cinque.
Non so cosa riusciranno a tirar fuori, ma almeno sono in numero perfetto per giocare a briscola chiamata, gioco che a Milano si chiama "il due": spesso il destino delle cose si capisce dai numeri!

lunedì 7 marzo 2011

Il nucleare in Italia: a che punto siamo

Ho cercato di raccogliere in una singola pagina del mio blog tutti gli steps e gli adempimenti che, in base alle leggi vigenti, dovranno essere seguiti per arrivare alla definizione dei siti ed alla costruzione degli impianti.
Per essere informati e per conoscere meglio quello su cui saremo chiamati ad esprimerci nel prossimo giugno con il referendum sul nucleare.
La pagina è linkata in cima al mio blog, ma potete arrivarci anche da qui.
Cerchero' di tenerla aggiornata e di completarla, giorno per giorno, per sapere costantemente dove siamo e quale sarà il passo successivo.
Buona lettura!