giovedì 29 ottobre 2009

La nuova Europa e' quasi realtà


L'Europa dei 27 e' ad un passo dal completamento.
Il mese di ottobre è stato un mese importante: la Polonia ha ratificato il Trattato di Lisbona il giorno 13, l'Irlanda, dopo il referendum del 16, che ha approvato l'adesione, ha ufficialmente firmato il Trattato il giorno 23. Ora tutti gli stati hanno detto SI e quindi l'approvazione e' completa.

Purtroppo manca ancora una (apparentemente) piccola formalità: la firma dello strumento di ratifica da parte del Presidente della Repubblica Ceca, nonostante il Parlamento abbia già votato a favore. E' una specie di melina, per cercare di introdurre una piccola variante all'appendice relativa ai diritti fondamentali: si vuole inserire una clausola a favore della Repubblica Ceca per evitare richieste di rimborso da parte dei tedeschi Sudeti, cacciati dal territorio della Cecoslovacchia alla fine della guerra, previa confisca di tutti i loro beni. I Cechi, quindi, vogliono esser sicuri di non dover risarcire un giorno questa gente, dopo avergli fatto un torto evidente.
Sembra che la questione si stia risolvendo, grazie all'infaticabile mediazione del Presidente di turno, lo svedese Reinfeldt. Ma anche questo non sembra l'ultimo ostacolo: manca ancora un pronunciamento della Corte Costituzionale ceca (ma sempre loro?), invocata da alcuni parlamentari particolarmente avversi al Trattato. Anche per questo, comunque, dovrebbe essere questione di giorni.
Poi, forse, finalmente, partira' questo nuovo progetto, a lungo sognato dai Padri fondatori, altrettanto a lungo osteggiato da chi vede nell'Europa unita un ostacolo alla sovranità dei singoli paesi.

Io vedo molto favorevolmente questo risultato, che va nella direzione dell'apertura e dell'integrazione, unica strada per un mondo più sicuro, più giusto, più umano. Vent'anni fa è stato abbattuto il muro di Berlino, simbolo della divisione e della contrapposizione. L'adozione definitiva del Trattato sarà un altro passo fondamentale in questa direzione. Speriamo che qualche politico, piccolo e miope, in nome di qualche banale pretesa localista, non faccia saltare tutto. Si assumerebbe una responsabilità grave nei confronti della Storia.



mercoledì 28 ottobre 2009

La Marcia mondiale per la pace e la non-violenza sta per arrivare in Italia


Questione di giorni, ormai, poi anche l'Italia sara' raggiunta dalla Marcia Mondiale per la Pace e la Non Violenza. Partita il 2 ottobre dalla Nuova Zelanda, l'arrivo e' previsto per il 7 Novembre, a Trieste, poi si sposterà l'8 ad Aviano e Vicenza, il 10 Milano, Torino, Genova, il 12 Roma.
Naturalmente, come tutte le cose scomode e la maggior parte di quelle intelligenti, qui da noi non se ne parla affatto: io non ho sentito , nè visto alcuna notizia, sui giornali, alla radio, nè, tanto meno, in tivu.
Per fortuna c'è la rete.

Potete trovare qui tutti i riferimenti e gli appuntamenti previsti in Italia.
Sul sito della Marcia Mondiale invece ci sono le ragioni dell'iniziativa, le adesioni, il percorso completo e molto altro ancora.



martedì 27 ottobre 2009

La Costituzione: ARTICOLO 6 - Le minoranze linguistiche

La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.


Il diritto ad utilizzare la propria lingua madre, anche se diversa da quella ufficiale dello Stato, viene inserito tra i principi fondamentali dei cittadini.
Possono esserci vari spunti di discussione su questo argomento: che cosa e’ ‘lingua’ rispetto a ‘dialetto’, oppure cosa significa ‘minoranza linguistica’ rispetto al fenomeno dell’immigrazione.
Ho poi l’impressione che a volte le minoranze linguistiche vengano percepite come “gruppi di cittadini privilegiati”, quasi piu’ tutelati degli altri. Da qui la tendenza di alcune aree del paese a voler rientrare in questa definizione, quasi per poter godere di maggiori diritti. Ma e’ veramente cosi’ ?

lunedì 26 ottobre 2009

Primarie del PD: e' finita!


Ragazzi, è finita. Le primarie sono concluse.
Chi ha vinto ha vinto, chi ha perso ha perso. Scordiamoci il passato e ricominciamo.
Ma proprio qui sta il punto: e adesso, che succede?
Ha vinto Bersani. Brava persona, nessun dubbio. Ma io l'associo ad una impostazione del partito "ortodossa", convenzionale, vetusta. Si contano gli iscritti, si contano le tessere. Decisioni rigorosamente prese per via gerarchica, livello dopo livello: i direttivi, i comitati provinciali, il comitato centrale.
Non sono convinto che sia quello che serve al Paese, forse andra' bene per l'attuale maggioranza. Avere una opposizione prevedibile e ortodossa e' piu' facile, non hai sorprese, capisci in anticipo le mosse. Ma ci serve questo?
Io continuo a sperare che non sara' cosi', ma ho l'impressione che non solo Bersani e' cosi', ma il popolo delle primarie che l'ha votato e' cosi, vuole questo. Spero di sbagliarmi.

Franceschini ha ammesso la sconfitta molto prima che fosse certa: animo nobile. Ha mantenuto in vita il partito dopo le batoste elettorali di quest'anno e dopo le dimissioni di Veltroni. Ha salvato la bandiera. Onore al capitano che lascia. Con lui forse, il partito avrebbe potuto essere un po' piu' giovanile, agile, a volte imprevedibile. Ma il popolo delle primarie non ha apprezzato i suoi
sforzi e ha deciso di mandarlo a casa.

Marino: che dire su Marino? Troppo avanti per questo partito, troppo deciso, troppo laico, forse. E non solo in contrapposizione alla corrente cattolica, ma anche per i militanti che credono, appunto, nel partito apparato, nel programma scolpito nel marmo, appeso in sede sotto la foto di Stalin, di Togliatti e di Berlinguer. Marino e' stato un marziano, un extraterrestre in queste primarie. Il suo 15% pero' non basta a controbilanciare l'altra parte, quella "centralista".

Dopo queste primarie, che partito e' il PD ?
Obiettivamente, si e' fatto di tutto per superare il dualismo ex-DS, ex-Margherita. I notabili del PD si sono schierati uniformemente tra i due principali contendenti: Bersani aveva D'Alema e la Bindi, Bassolino e Bachelet, Monaco e Pollastrini. Per Franceschini c'era Rutelli e Fassino, Serracchiani e Sassoli. Insomma, gli ex di una parte e dell'altra accuratamente distribuiti tra i due cadidati. Non bisognava dare l'impressione di una spaccatura verticale, altrimenti sarebbe stato un disastro. E su questo, tutto sommato, hanno vinto.
Secondo punto: la partecipazione. Circa tre milioni di partecipanti e' un buon numero, anche se non sono stati raggiunti i 3.4 milioni delle primarie di Veltroni. Quindi un calo c'e' stato, ma poiche' e' stato contenuto, si canta vittoria. Io, nel loro panni, un piccolo allarme lo lancerei: quanto meno, e' una tendenza che va invertita, perche' e' comunque un segnale di disaffezione o almeno di aspettative piu' chiare. Una risposta ci deve essere.

Ora, aspettiamo il PD alle prossime prove, in Parlamento e nei discorsi politici, vedremo che tipo di opposizione vorra' e sapra' fare, se riuscira' a recuperare quel consenso popolare e ad ascoltare i possibili alleati per rimettere insieme una seria alternativa, che riesca a denunciare ed a frenare la deriva personalistica e velatamente autoritaria del governo berlusconiano.
Se alla grande prova di democrazia di ieri seguiranno i fatti, noi non faremo mancare il nostro supporto.



giovedì 22 ottobre 2009

Aboliamo le province? Si, domani. Forse. Anzi, no.


Il 13 ottobre è stato veramente un giorno nero per la nostra Camera dei Deputati.
Dopo la bocciatura della legge contro l'omofobia, per presunta incostituzionalità, la seduta n.231 è proseguita con la discussione della questione sospensiva del DDL n.1990, che porta il titolo: "Modifiche agli articoli 114, 117, 118, 119, 120 e 133 della Costituzione, in materia di soppressione delle province".

Su proposta dell'on.Donadi (IDV) ed altri, è finalmente arrivata in aula questa proposta, reale, concreta, di soppressione delle province, per manifesta inutilità, con un risparmio di almeno una decina di miliardi di Euro, mediante una modifica della costituzione laddove ne prevede l'esistenza.
Sembrava una strada in discesa: sia PDL che PD, in campagna elettorale, l'avevano promesso e sbandierato. Peccato che, una volta eletti, questi signori abbiano cambiato idea.
Così tutti si affrettano a dire: si, ma noi parlavamo delle province delle aree metropolitane. Oppure: noi siamo favorevoli, ma bisogna parlarne in maniera più organica.
Ancora una volta, quindi, le idee cambiano a seconda del contesto. Addirittura il relatore della proposta (Donato Bruno - PDL) in commissione, che generalmente presenta il provvedimento e lo difende, fa un intervento contrario e ne chiede il ritiro. Ufficialmente perchè vuole rimandare la questione al disegno di legge delle autonomie, che un giorno o l'altro arriverà in aula.

Seguono tutte le dichiarazioni di voto, ben motivate. PDL è contrario all'abolizione e voterà a favore della sospensiva. Lo stesso la Lega Nord. Il PD non perde l'occasione per dimostrare ancora una volta la sua indecisione: e' contro l'abolizione indiscriminata della porvince, ma voterà lo stesso contro la sospensiva, per onorare l'opposizione (che nobiltà!).
Restano IDV e UDC, che ci tengono alla loro coerenza e, come avevano detto in campagna elettorale, continuano a volere l'abolizione.

Si vota: la Camera approva (la sospensiva). Quindi il provvedimento viene affossato.
Risultato della votazione:
Presenti: 516, votanti: 514, astenuti: 2
Maggioranza: 258
Favorevoli: 261, Contrari: 253.

Ancora una volta, per 4 o 5 voti il provvedimento proposto dalla minoranza non passa.

Dimenticavo: non tutti i deputati erano presenti.
Mancavano: 27 (+35 in missione) del PDL, 22 (+6 in missione) del PD, 4 (+1 in missione) di IDV, 1 dell'UDC, 2 (+7 in missione) della Lega.
Ancora una volta le assenze nelle fila dell'opposizione sono determinanti per fermare una riforma che i cittadini continuano ad attendere. Mi sa che alle prossime scadenze elettorali, anche tanti cittadini saranno "in missione" ...
PS: qui trovate nomi e cognomi di chi ha votato e chi no



mercoledì 21 ottobre 2009

Posto fisso: forse Tremonti pensava al suo


Certo, perchè, da quanto riportano le cronache, pare che il clima fra Tremonti ed il capo sia quanto mai bollente: non c'è più il feeling di una volta e forse anche il fido economista si sta preparando al "dopo".
Sembra proprio, infatti, che la posizione espressa dal ministro Tremonti sia in qualche modo condivisa, o almeno apprezzata, in certe aree del centro-destra, oltre che, ovviamente, in ampie zone del sindacato e della sinistra. Berlusconi quindi è stato costretto a condividere pubblicamente le idee del suo ministro per non lasciarli troppa corda e prevenire l'accerchiamento.

Non sappiamo se le cose stiamo veramente così. Di sicuro, il nervosismo nella destra è molto alto e ci si sta, giorno dopo giorno, avvicinando alla resa dei conti. Staremo a vedere.

Sul tema specifico del posto fisso o flessibile, sono convinto anch'io che non si può più tornare indietro. I tempi in cui l'unico modo di assumere era quello "a tempo indeterminato" credo siano definitivamente conclusi.
Questo non vuol dire che mi vada bene come stanno andando le cose ora. Un conto è la flessibilità, un conto la più totale precarietà. Si deve andare, più velocemente possibile, verso un sistema in cui chi accetta il rischio di un lavoro precario, venga opportunamente pagato. Non come ora, dove il datore di lavoro ha un vantaggio esplicito e notevole nell'assumere in maniera flessibile (in termini economici e di flessibilità della forza lavoro), mentre il lavoratore ne paga tutte le conseguenze (in termini economici e di precarietà).
Quindi: mi vuoi assumere in maniera temporanea? mi paghi (molto) di più di un assunto a tempo indeterminato. Poi sarò eventualmente io a scegliere se mi conviene di più un posto sicuro, pagato meno, o un posto a rischio, ma ben retribuito. Oppure, dal punto di vista dell'imprenditore: voglio la flessibità della mia manodopera? Beh, mi costa di più. Voglio risprmiare? Assumo a tempo indeterminato.

Tra l'altro è così nei principali paesi europei: in Inghilterra, o nella vicina Svizzera, posso essere licenziato dall'oggi al domani, ma guadagno il doppio di un equivalente lavoratore a posto fisso.
E' così semplice!!



sabato 17 ottobre 2009

La Costituzione: ARTICOLO 5 - Autonomie e decentramento

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.

Pur nella sua unicita’ e indivisibilita’, che vengono qui ribadite, lo Stato deve promuovere autonomie locali e decentramento amministrativo, stabiliti e regolati per legge. Quindi non l'indipendenza (della Padania) o la secessione, ma il decentramento dei servizi, per migliorarne la fruibilità da parte dei cittadini e l'efficienza.


giovedì 15 ottobre 2009

Divide et impera


Lo dicevano gia' i Romani: se vuoi governare tranquillo, fa in modo che i tuoi nemici siano divisi.

Oggi si e' compiuto un passo drammaticamente importante, storico, in questa direzione. La firma separata del contratto dei metalmeccanici, separata per quanto riguarda i sindacati: UILM e FIM-CISL hanno firmato, gli altri (FIOM, della CGIL) e UGL (anche se per motivi diversi) no, e' un eclatante esempio di come il detto dei nostri antenati latini sia sempre attuale.

Non voglio entrare nel merito del contenuto dell'accordo, se 112 Euro siano tanti o pochi (solo come riferimento, a gennaio 2008 - il contratto precedente - erano stati concessi 127 Euro), ma il fatto che per la prima volta da trent'anni il sindacato dei metalmeccanici si e' presentato spaccato alla controparte.
E' un grande successo per il governo, infatti tutti i suoi ministri brindano e si lasciano andare alle lodi piu' esagerate. Dice Sacconi - Ministro del Welfare: "La sottoscrizione del contratto dei metalmeccanici in tempi brevi e con rilevanti contenuti di welfare conferma la positività del nuovo modello contrattuale e la semplificazione delle relazioni industriali che grazie ad esso si sta realizzando. Le nuove regole infatti tolgono al contratto nazionale quell'improprio carico di significati - anche di carattere ideologico - facendone un momento importante ma inserito in un continuo contesto di interazione tra le parti sociali nella dimensione dei territori e delle aziende". Che, riletto, significa: senza i comunisti il mondo e' migliore.

Se i sindacati firmatari fossero seri (ma sappiamo che non lo sono, altrimenti non si sarebbero comportati cosi'), l'accordo dovrebbe ora essere sottoposto al referendum dei lavoratori, come avvenne due anni fa per il precedente contratto. Se venisse bocciato, sarebbe una bocciatura per il modello "separatista" del trio Berlusconi-Bonanni-Angeletti. Che il minuto successivo dovrebbero andarsene, per aver dilapidato un capitale (l'unità sindacale, appunto) di valore inestimabile.
L'accordo potrebbe anche essere approvato dai lavoratori, nel qual caso se ne dovrebbe andare Epifani, che dimostrerebbe di non aver capito che il paese sta andando, purtroppo, da tutt'altra parte.

In ogni caso, un accordo come questo non puo' passare nella piu' totale indifferenza, come se niente fosse, come sta avvenendo.
In ultimo, per chi ancora non lo conoscesse, andate a rileggervi il malaugurato "Piano di rinascita democratica" (pagina 14, si ritrovano quasi le parole di Sacconi), redatto in tempi non sospetti - era il 1976 - dal capo piduista Licio Gelli: un altro risultato positivo per Berlusconi, tessera P2 n.1816




martedì 13 ottobre 2009

Celestina: da "portaborse" a eroe nazionale


Questo post è dedicato a Celestina, ex (immagino) "portaborse" dell'onorevole Carlucci (PdL).
Il giudice Michele Forziati ha stabilito con la sua sentenza che la suddetta Celestina svolgeva compiti di "segretaria particolare" (dal 2004 al 2006) e quindi i rimborsi in nero ricevuti dall'onorevole Carlucci, oltre ad essere in nero, appunto, erano anche inadeguati. Percio', l'onorevole in questione dovrà rimborsare alla sua assitente ben 10,170.39 Euro, piu' interessi.

Naturalmente non posso prendermela solo con il PdL, visto che i portaborse registrati sono solo 194, su un totale, apparente, di 500 e passa (erano 57 nel 2007). Quindi piu' di 300 sono tuttora "collaboratori a titolo non oneroso", praticamente pagati in nero.

Quindi, Celestina, che ha avuto il coraggio di rivolgersi al giudice, deve giustamente diventare l'eroina della battaglia alla Casta, ai furboni del "predico bene e razzolo male", distribuiti, credo, uniformemente in tutti i partiti.

Onore a Celestina. La migliore portaborse degli ultimi 150 anni.



domenica 11 ottobre 2009

Il ritorno del Barbarossa


Chissà se il grande ministro Brunetta apprezzerà finalmente la produzione cinematografica nostrana, anzi, padana.
Esce infatti in questi giorni il Kolossal (?) "Barbarossa", ricostruzione cinematografica delle gesta di Alberto da Giussano alla guida della Lega Lombarda (quella storica, 1200 d.c. circa), contro il Barbarossa.
Produttore quasi esclusivo: mamma RAI (cioè il nostro canone), che c'ha investito 30 milioni di Euro.
Non ho visto il film (lo vedremo tra poco in TV), ma ho cercato e trovato in rete qualche recensione (su siti generalmente molto apprezzati e competenti) di chi l'ha visto. Ed il risultato è: Braveheart in salsa padana, per la serie: il più brutto film della mia vita.

Non esprimo giudizi al buio, ma vi invito a leggere qui e qui.
Se questa e' la destra che avanza, possiamo star tranquilli, non ne fara' molta di strada.

Ah, dimentico: correva voce che anche lo stesso Bossi avesse preso parte al film. La voce e' realtà: ecco il fotogramma (niente di piu', fortunatamente) che prova la sua partecipazione. Avrebbe potuto mancare?



mercoledì 7 ottobre 2009

Il Lodo Alfano e' contro la Costituzione

La notizia e' appena stata data e non conosciamo ancora i dettagli. Dalle informazioni avute dall'ANSA, comunque, le ragioni dell'anticostituzionalità sono legate all'articolo 3 (tutti sono uguali davanti alla legge) ed all'articolo 138 (una modifica di questo tipo richiede una legge costituzionale, non una legge ordinaria).

Ora io non chiedo le dimissioni di Berlusconi (anche se, se fosse una persona seria, le darebbe spontaneamente), pero' non posso non esprimere la mia soddisfazione, se non altro per il fatto che non sentiremo il nano cantare vittoria ai quattro venti, assieme a tutti i suoi lacche'.

Naturalmente gridera' al golpe, ma a questo ci siamo abituati.



martedì 6 ottobre 2009

La Costituzione: ARTICOLO 4 - Ancora il Lavoro

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilita’ e la propria scelta, una attivita’ o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della societa’.

Dopo l’enunciazione dell’uguaglianza tra tutti i cittadini, nell’articolo precedente, qui ancora si torna sul diritto / dovere del lavoro, precisando meglio anche che cosa significasse il “fondata sul lavoro” del primo articolo. Su 4 articoli visti finora, ben 3 si occupano di lavoro.
In poche righe viene enunciato un principio fondamentale che vale per ogni singolo cittadino e per lo Stato nel suo insieme: quest’ultimo deve creare le condizioni per permettere a ciascuno di esprimersi secondo le proprie capacita’, ma nel contempo, ciascuno deve (sottolineo: deve) contribuire al benessere complessivo, materiale o spirituale che sia, con il proprio apporto, con il proprio lavoro.
Come gia’ detto nel commento all’articolo 1, lo scopo dello Stato e’ garantire il lavoro, da cui, con il contributo di tutti, arrivera’ il progresso materiale o spirituale di tutti.
Potremmo dire: lo Stato siamo tutti noi e proprio a noi spetta il compito di migliorare la vita di ciascuno.
L’obiettivo dello Stato, quindi, non e’ l’arricchimento dei cittadini, ma bensi consentire e garantire l’esercizio di un diritto fondamentale che produce, come effetto, vorrei dire secondario, il benessere materiale e spirituale dei suoi cittadini.