venerdì 26 settembre 2008

L'opposizione in Italia? e' Famiglia Cristiana

Nel suo ultimo numero, in edicola in questi giorni (n.39), Famiglia Cristiana torna a lanciare bordate al Governo (e qualcuna anche all’opposizione, a dir il vero).
Sembra proprio che la funzione di mantenere sveglia la coscienza critica di questo nostro povero paese sia ormai solo il settimanale dei Paolini.


Nel primo, viene attaccata duramente la promessa legge elettorale (definita “porcata numero due”) che ancora si fara’ con liste bloccate, cioe’ senza preferenza: “L’interrogativo se sia in atto un processo degenerativo della democrazia anche in Italia è serio. I regimi formalmente democratici, ma parzialmente svuotati della loro capacità rappresentativa, sono ormai una semi-democrazia.

Il secondo si occupa di Alitalia: anziche rincorrersi sul terreno del “e’ merito mio”, “no, e’ merito mio” (ammesso che merito ci sia), sarebbe meglio analizzare perche’ siamo arrivati a questo punto critico: “in questa vicenda tutti hanno sbagliato almeno qualcosa, sarebbe una prova di serietà se soprattutto le persone sulle quali incombono i maggiori doveri rinunciassero al gioco della caccia al capro espiatorio“.

E’ comunque sintomatico che ormai solo il settimanale cattolico si possa permettere di esprimere pubblicamente pareri diversi da quelli imperanti, dalla propaganda del governo e dal silenzio dell’opposizione.

Ma anche questo ultimo canale di opposizione sta cadendo nell’oblio: a parte i (per fortuna numerosi) abbonati, chi potra’ conoscere queste posizioni chiare e coraggiose ? TV e giornali, questa volta, si sono ben guardati dal parlarne, come avvenne un mese fa.

Non resta che la rete, non rimaniamo che noi: commentiamo e pubblicizziamo, finche’ si puo’. Ma non ho dubbi che tra un po’ anche questo mezzo verra’ riformato.
E sara’ la fine.



martedì 23 settembre 2008

Una lezione di stile

Olmert, Primo Ministro di Israele, si e’ dimesso a causa delle accuse, secondo lui infondate, che gli sono state rivolte. Per potersi difendere pienamente, senza “intimorire” i giudici per la sua carica (come lui stesso ha voluto precisare), ha pensato che era meglio dimettersi, piuttosto che rischiare di compromettere l’immagine dell’intero paese.

Alcuni passaggi del suo discorso, tenuto il 30 luglio 2008 davanti alla nazione:

“I want to make one thing clear: I am proud to be a citizen of a country in which a prime minister can be investigated like any other citizen. It is the duty of the police to investigate. It is the duty of the State Prosecutor’s Office to instruct the police, and I have nothing against them for that. The prime minister is not above the law, but neither is he beneath it.”

(la mia traduzione: “voglio dire una cosa con chiarezza: io sono orgoglioso di essere un cittadino di un paese dove il primo ministro puo’ essere sottoposto ad un’inchiesta, come qualsiasi altro cittadino. E’ dovere della polizia investigare. E’ dovere della Procura investigare per mezzo della polizia e io non ho niente contro di loro per questo. Il Primo Ministro non e’ al di sopra della legge, ma nemmeno puo’ esserne calpestato”)

“Now the moment has come for me to make a decision. I am not doing this out of a sense that I cannot fulfill my duties. I believe, with all my being, in my ability to continue fulfilling my mission, as I believe my own honesty and innocence. But the current campaign of abuse, even by honest people who truly care about the state and its image, raises a question that I do not want to and cannot evade. What is more important? My private justice, or the public good? My private justice is very important to me. The infringement of my family’s privacy pains me exceedingly. In the choice between the considerations of my status and ability to struggle for my justice, and the considerations of the good of the state, the latter are more important!!!”

(la mia traduzione: “ora e’ arrivato il momento per me di prendere una decisione. Non lo sto facendo perche’ non mi sento in grado di svolgere il mio compito, ma perche’ credo nella mia onesta’ e nella mia innocenza. Pero’ l’attuale campagna diffamatoria, anche se da parte di gente onesta che in buona fede si preoccupa dello Stato e della sua immagine, fa sorgere una domanda che io non voglio e non posso eludere: che cosa e’ piu’ importante? la mia giustizia privata o il bene pubblico? la mia giustizia privata e’ molto importante per me. Il coinvolgimento della privacy della mia famiglia mi addolora grandemente. La scelta tra la considerazione del mio stato, la possibilita’ di battermi per la giustizia e il bene dello stato, quest’ultimo e’ per me molto piu’ importante!!!”)

Non so voi, ma a me il pensiero e’ subito andato ai fatti di casa nostra: stesso contesto, altra soluzione.
Staremo a vedere se magari non sara’ Israele a prendere spunto da noi: chissa come si dice “lodo Alfano” in lingua ebraica …

(fonte: Haaretz.com - quotidiano israeliano -




mercoledì 17 settembre 2008

Vogliamo le PREFERENZE !!

Mi scuso se torno ancora su un argomento che ho gia’ toccato in passato: la legge elettorale.

I partiti di opposizione, molto ma molto timidamente, cominciano a farsi sentire: si devono reintrodurre le preferenze.
Per me e’ una espressione della democrazia che e’ irrinunciabile: se non c’e’ la possibilita’ di scegliere almeno la persona, anche se all’interno di una lista preparata da un partito (per migliorare questo si puo’ provvedere piu’ avanti), non ha senso andare a votare.

Voglio rilanciare l’iniziativa, cui avevo gia’ accennato in passato, e che mi piacerebbe girasse nel popolo di Web 2.0 e diventasse la rivendicazione del popolo della rete: senza la preferenza non andiamo a votare per le Europee (la prossima primavera). Nel caso possiamo aprire una sottoscrizione e fare un banner da mettere nei nostri siti e pubblicizzare al massimo.

Che ne dite ? si puo’ fare ? attendo i vostri commenti. Numerosi.



lunedì 15 settembre 2008

Abdul, ucciso per aver rubato dei dolci


Un altro omicidio insensato. Un altro delitto causato dall’intolleranza di chi considera il colore della pelle come metro di giudizio.
Abdul era di Cernusco sul Naviglio, la mia citta’, dove molti lo conoscevano.
Pubblichiamo una delle molte mail che questa mattina stanno girando, da una nostra amica che conosceva Abdul da tempo. E’ una testimoianza a caldo, di chi e’ incredulo e sconfortato per quello che sta succedendo, sempre piu’ frequentemente, nel nostro paese. Una testimonianza che interpreta in pieno i sentimenti di tutti noi.

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Appena ho letto i giornali in Internet, stamattina, un tuffo al cuore per la notizia del ragazzo prima in coma, e poi morto per le ferite al capo. Due italiani, padre e figlio, lo hanno ucciso a sprangate accusandolo di aver rubato dolci al loro bar. Ho pensato subito al ragazzino che avevo conosciuto.
Era proprio lui, Abdul Guiebre, cittadino cernuschese, originario del Burkina Faso.
L’ho conosciuto quando, preadolescente, frequentava il CAG”Friends”. E l’ho rivisto tante volte in giro per la città. “Come va , Abdul?” Sorridente con i suoi occhi espressivi, a volte ironici. Non era un ragazzo facile, generoso e insofferente nello stesso tempo. Un ragazzo che stava cercando la sua strada, e non è mai semplice per chi è immigrato, trapiantato in una cultura così diversa da quella di origine.
In fondo noi sappiamo ben poco delle difficoltà che gli stranieri vivono nel loro intimo, siamo così pieni di noi stessi da credere di avergli dato il massimo delle possibilità . Che cosa vogliono di più?
Io dico che è orrendo anche solo pensare di ammazzare una persona per un furto. E mi turba profondamente immaginare la violenza bestiale di un uomo ( ma è ancora uomo?) nel calare una spranga di ferro su un ragazzo che potrebbe essere suo figlio. Ma in più quel ragazzo è nero, e si merita anche parolacce e insulti razzisti prima di essere fatto fuori.
Sarà la polizia a chiarire la dinamica dell’accaduto.Ma non posso accettare che un furto, se davvero lo è stato, possa giustificare un simile odio.
In quale società viviamo? Non la riconosco, non mi riconosco in chi ritiene giusto uccidere per salvare la sua proprietà ( e in questo caso ben misero il bottino del ladro!).
Sono convinta che ad armare le mani insensate dell’uccisore italiano sia stato anche il clima sociale, culturale che si respira in Italia contro gli immigrati. E l’attuale politica del governo Berlusconi rafforza gli atteggiamenti di intolleranza. Ci dicono che gli stranieri vengono da noi per derubarci, del lavoro, dei soldi,della cultura.Ci fanno pensare che la maggior parte di loro sono delinquenti. All’inizio molti non concordano con questo sentire, ma poi il martellamento della TV e dei giornali è tale che ci si comincia a credere e dalla diffidenza si passa alla paura e dalla paura si può arrivare all’odio, come in questo caso.
Caro Abdul, compiango i tuoi anni troppo brevi. Nessuno doveva permettersi di toglierti , con la vita, ogni speranza. Perdona la disumanità di chi lo ha fatto. Perdona anche la vigliaccheria e il perbenismo di tutti noi se staremo solo a guardare.

Ernestina


giovedì 11 settembre 2008

La Terra dei Fuochi, ovvero: quello che la TV non ci racconta

Ci associamo volentieri alla campagna di re-informazione, lanciata dal sito http://www.laterradeifuochi.it/ e poi richiamata anche da MicroMega, segnalataci dal nostro amico Matteo di Teo News.

In sostanza: il trionfalismo di Berlusconi per aver risolto il problema della spazzatura di Napoli, abbondantemente amplificato da tutte le TV (unica eccezione: un servizio sul TG3 del 2 settembre) e da tutti i giornali, e’ una bufala.
Il problema della spazzatura non e’ stato risolto, e’ solo stato allontanato da Napoli: ci sono decine di roghi che continuano ad ardere nelle campagne attorno alla citta’ (ma lontano abbastanza da non essere visibili dalle telecamere che documentano il premier spazzino con sorriso a 94 denti) dove la spazzatura abbandonata continua a creare i problemi di prima.

Chiediamo ai nostri visitatori che ci leggono da Napoli e dintorni di confermarci queste notizie, di comunicare a tutto il popolo della rete com’e’ la situazione VERAMENTE.

Ancora una volta, comunque, abbiamo la prova di quanto sia potente il mezzo televisivo e i media stampati, quando sono pilotati da forze che non amano la liberta’ ed il rispetto, ma vogliono solo perpetuare il loro dominio sulla societa’ intera.

Ancora una volta, la rete puo’ diventare uno strumento di libera informazione, di liberta’ e di democrazia. Grazie a Matteo che ci ha fatto questa segnalazione e grazie a tutti quelli che vorranno fare ulteriore pubblicita’ a questa iniziativa.

Potete inserire il banner nel vostro blog, lo trovate nel sito di La Terra dei Fuochi.


lunedì 8 settembre 2008

Tangentopoli, una storia del secolo scorso

E’ appena terminata su RAI 3 la trasmissione “Blu Notte”, che quest’oggi si e’ occupata di Tangentopoli: la cronistoria della rivoluzione che, nel giro di due anni, dal 1992 al 1993, ha cambiato QUASI del tutto il panorama della politica italiana.
Confesso che molti dettagli li avevo dimenticati, ma a risentirli tornano immediatamente alla memoria volti, nomi, avvenimenti, suicidi.

Non voglio qui dibattere se si e’ trattato di una rivoluzione giusta o sbagliata, o in parte giusta e in parte sbagliata. Su questo ho la mia idea, ma ora non e’ quello su cui vi chiedo di riflettere.

Quello che mi ha colpito stasera, quello che mi pare cosi’ lontano e diverso dalla situazione dei nostri giorni, e’ questo: Tangentopoli, nel 1992, aveva messo in moto un movimento popolare che la sosteneva: la gente, la gente comune come noi, allora, si e’ fatta sentire. Manifestazioni a Milano, a Roma, attorno ai palazzi di giustizia, nelle piazze, davanti ai simboli del potere politico. Famosa, piu’ di tutte le altre, la pioggia di monetine sulle teste e sulle auto di Craxi e dei suoi sfortunati accompagnatori.

Mi ha colpito come lo sdegno popolare si era riversato nelle piazze, dando forza ed energia al tentativo dei magistrati di capire quello che era successo e di ristabilire la Giustizia, quella con la G maiuscola.

E mi ha colpito soprattutto perche’ l’avevo scordato, ormai assuefatto ai comportamenti dei nostri giorni, dove praticamente nessuno si indegna, si scandalizza piu’ per le emergenze che continuano ancora oggi, che non sono (mai) finite, anzi.

Oggi, a distanza di 16 anni, la “pax romana” si e’ finalmente concretizzata. L’imperatore e’ stabilmente in sella, il popolo sa che di lui si puo’ fidare, perche’ lui se ne intende di imperi, ne ha gia’ costruiti piu’ di uno. Percio’, basta preoccuparsi, pensiamo a divertirci.
E giu’ veline, miss-italia, olimpiadi, campionato.

E’ il duemilaotto. E tutto va bene. Dormite in pace.



giovedì 4 settembre 2008

Sopravvivere ... a progetto

La societa’ per cui lavoro, dopo otto (ripeto: otto!) anni di rinnovi semestrali o annuali, non ha piu’ rinnovato il contratto ad alcune segretarie con contratto interinale, di fatto cacciandole.
E’ stato un dramma per noi (col posto fisso), che abbiamo lavorato gomito a gomito per tutto questo tempo, figurasi per loro: chi ha il mutuo da pagare (aperto con la garanzia dei genitori), chi un figlio ed un marito con stipendio normale (l’ultima settimana del mese si metteranno a dieta, che fa sempre bene), chi, pur da sola, deve comunque sbarcare il lunario. Tutte, comunque, con l’angoscia di cosa succedera’ loro da lunedi’ prossimo.

Da giovani, credevamo che la qualita’ della vita non potesse che migliorare, che il mondo fosse destinato a distribuire benessere a tutti, che la Giustizia non potesse che estendersi a tutti, un po’ alla volta. Insomma, che al passare del tempo non potessimo che stare meglio, tutti. Abbiamo sempre pensato che l’intera societa’ fosse incamminata verso il miglioramento e che indietro ormai non si tornava piu’.

E’ duro accorgersi che tutto cio’ non e’ vero, che se qualcuno sta meglio, c’e’ sempre qualcuno che sta peggio.
E’ questo lo sviluppo? e’ questo il benessere? finche’ continueremo a misurare la qualita’ della nostra vita con il PIL, con gli utili per azione, con i fatturati, continueremo a chiudere gli occhi sui disastri che questi numeri comportano.
E continueranno ad esserci altre ‘Marta’, altre ‘Antonella’, altre ‘Francesca’ che nel loro ultimo giorno di lavoro torneranno a casa piangendo.

Sara’ il caso di cambiare, prima che sia troppo tardi, per non doverci piu’ vergognare del mondo che abbiamo costruito.