martedì 29 settembre 2009

Per meditare, una perla di saggezza

Ho trovato sul sito web di Giovanni Bachelet, deputato del PD, una citazione che mi sembra quanto mai attuale e che voglio condividere con voi:

La pena che i buoni devono scontare per l'indifferenza alla cosa pubblica è quella di essere governati dai malvagi.
(Platone, Apologia di Socrate)

Credo che meriti qualche riflessione



lunedì 28 settembre 2009

Così va l'economia ai nostri giorni ...

Storiella divertente, ma esplicativa:

E' agosto sulle spiagge del Mar Nero. Sta piovendo e la città è totalmente deserta.
Sono tempi duri e tutti hanno debiti e vivono a credito.
Improvvisamente arriva in città un ricco turista.
Entra nell'unico albergo, lascia una banconota da 100 euro sul bancone della reception e va a vedere le stanze di sopra per sceglierne una.
Il proprietario dell'albergo prende i 100 euro e corre a pagare il suo debito col macellaio.
Il macellaio prende i 100 euro e corre a pagare il suo debito con l'allevatore di maiali.
L'allevatore di maiali prende i 100 euro e corre a pagare il suo debito col suo fornitore di mangime e carburante.
Il fornitore di mangime e carburante prende i 100 euro e corre a pagare il suo debito con la prostituta della città, che in questi tempi difficili gli fornisce i suoi servizi a credito.
La prostituta prende i 100 euro e corre all'albergo a pagare il proprietario per le camere che le fornisce a credito quando porta i suoi clienti.
Il proprietario dell'albergo prende i 100 euro e li posa sul bancone della reception in modo che il turista non sospetti nulla.
In quel momento, dopo avere ispezionato le stanze, viene giù il turista, riprende i suoi 100 euro e, dopo avere detto che non gli piacciono le stanze, lascia la città.
Nessuno ha guadagnato nulla.
Comunque, l'intera città non ha più debiti e guarda al futuro con ottimismo.

E' questo il modo in cui si fanno gli affari, oggigiorno



domenica 27 settembre 2009

La Costituzione: ARTICOLO 3 - Dell'Uguaglianza

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.


L’articolo 3 stabilisce l’uguaglianza tra tutti i cittadini e la necessita’ che lo Stato si prodighi per garantirla. Da pochi anni e’ stato istituito anche un ministero per la pari opportunita’, che pero’ mi pare sia spesso polarizzato sulla questione uomo / donna. Sono molti altri invece gli aspetti di uguaglianza che vanno salvaguardati, o meglio, favoriti: si pensi semplicemente alla divisione “ricchi / poveri”. Siamo sicuri che tutti abbiano accesso agli stessi servizi, le stesse opportunita’? (scuola, sanita’, …).


Fa pensare poi l’ultima frase, secondo cui lo Stato deve rimuovere gli ostacoli che impediscono ”l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese“: ancora si parla di “lavoratori” come di coloro che costituiscono lo scheletro portante del paese, ancora il lavoro come diritto dei cittadini e nel contempo dovere di contribuire alla costruzione della societa’.


Aggiungo, solo per dovere di cronaca, che questo e' il famoso articolo 3 su cui basano i maggiori dubbi sulla costituzionalità del famoso "Lodo Alfano". Personalmente, da incompetente, mi sembra che esistano tutti i presupposti per decretarne la fine, proprio perche' l'articolo parla chiaro: tutti sono uguali davanti alla legge, indipendentemente dal ruolo che svolgono e dalle condizioni sociali in cui si trovano.

Poi, pero', non tocchera' a me pronunciarmi, staremo a vedere. E incrociamo le dita.

sabato 26 settembre 2009

Parlamento mafioso ? PD contro IDV

Di Pietro ha esternato nuovamente, con parole pesanti. Come richiede una situazione pesante.
Prontamente, le istituzioni sono scattate, facendo quadrato e gridando all'untore.

Ma siamo seri: se il parlamento legifera difendendo i delinquenti, allora non si capisce quale sia il rispetto che si deve al parlamento, alle istituzioni. E' un parlamento che si mette allo stesso livello dei delinquenti.
In questo, il temine usato da Di Pietro magari è eccessivo: mafioso vuol dire che con la minaccia, col ricatto, con la violenza si costringe qualcuno a favorire qualcun altro, a pagare per ottenere quello che gli spetta, a comportarsi in maniera compiacente con chi comanda, non secondo le leggi.
Nel nostro caso la cosa è molto più semplice, terra-terra: si concede l'assoluzione a chi ha commesso truffe, si cancellano con un colpo di spugna gli imbrogli commessi ai danni dei soci, dei clienti, dei dipendenti, dello stato, di tutti i cittadini.
Quindi, e' un parlamento che difende i ladri. Punto.

Quello che però mi sorprende di più, che continua a deludermi (anche se dovrei essermi ormai abituato), è il solito atteggiamento del PD: anziche' rincarare la dose, al limite raddrizzando il tiro troppo forte di IDV, si smarcano subito, prendendo le distanze da Di Pietro: parole che attentano alle istituzioni democratiche.
Ma è mai possibile che il PD non si renda conto di cosa si aspetta la gente onesta dalle istituzioni, dai partiti? non ricordano piu' che proprio il primo atto legislativo del governo Prodi, l'indulto, e' stato quello che ha cominciato a minare la credibilita' del centro-sinistra?
Continuo a stupirmi di questa miopia del PD, della sua incapacità di prendere posizioni chiare, di schierarsi. Non si puo' avere il piede in due scarpe, dire e non dire (vedi l'intervento di D'Alema di qualche giorno fa), sempre indeciso sulla posizione che gli conviene di più.

Non andremo mai da nessuna parte, finche' il maggior partito di opposizione non comincerà a fare opposizione. A meno che, tra un po', non ceda il primato a qualcun altro ... a questo punto non posso che augurarmelo.

giovedì 24 settembre 2009

La Costituzione: ARTICOLO 2 - I diritti inviolabili

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita’, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta’ politica, economica e sociale

In qualche modo la Costituzione riconosce e fa propria una legge che sta al di sopra di tutte le leggi e delle stesse nazioni, la potremmo definire una ‘legge naturale’, che stabilisce dei diritti fondamentali, inalienabili, per l’essere umano.
Da notare il carattere “personalistico” (lo stato riconosce la persona, la sfera personale e’ inviolabile) e “pluralistico” (lo stato riconosce le forme di aggregazione sociale nelle quali si esprime la personalita’ umana). Nel contempo vengono riconosciuti dei doveri inderogabili, validi per tutti, non solo per i cittadini dello stato, di solidarieta’: politica, economica, sociale.

Mi viene da pensare ai fatti, alle decisioni, ai decreti legge degli ultimi mesi: siamo sicuri che siano in linea con questa enunciazione di principi ? o ci stiamo dimenticando qualcuno? pensiamoci proprio in relazione alle parole usate nell’articolo 2: inviolabili, inderogabili.


Berlusconi perde consensi, ma non tra i cattolici


Quella che vedete qui sopra e' una delle risposte ad un sondaggio ISPO di pochi giorni fa (21 settembre), commissionato dal Corriere (potete leggerlo tutto qui).
Devo dire che mi ha sorpreso, non poco. E in maniera negativa.

La media nazionale dei giudizi positivi su Berlusconi e' passata dal 52% di settembre 2008 al 45% attuale, quindi una media italiana di 7 punti percentuali persi.
Ora, correlando questo dato con la pratica religiosa cattolica, ne viene fuori un quadro interessante.

I laici, cioe' chi non frequenta per niente la chiesa, sono perfettamente nella media: meno 7%.
I cattolici sporadici, quelli che vanno in chiesa ogni tanto, quelli che potrebbero anche essere praticanti, ma non sentono l'obbligo del precetto, forse lo mettono in discussione e sono abituati, probabilmente, a porsi molte domande, beh, tra questi Berlusconi perde ben 9% di fiducia.
Ma la vera sorpresa e' per l'ultima categoria, i praticanti assidui. Solo il 2% di questi ha cambiato idea sul Berlusca dopo gli scandali di questi mesi. Proprio quelli che dovrebbero pretendere la condotta morale piu' irreprensibile e corretta, sono quelli che piu' di tutti chiudono un occhio, o forse lo strizzano pure, al presidente nano.

Penso che questo risultato dovrebbe essere un vero allarme rosso per le gerarchie ecclesiastiche, altro che leggi permissive, ora di religione o Dino Boffo. Questo significa che (la maggior parte dei) i cattolici praticanti non sono abituati ad analizzare i fatti, a farsi un'idea propria, a mettere in discussione le loro sicurezze. Non li paragonerei alle pecorelle del gregge del Signore, ma piu' a pecoroni incapaci di scegliere e discernere: quello che dice l'autorita' e' vero e giusto. Per definizione.

Non so se le gerarchie ecclesiastiche si siano preoccupate, forse questo comportamento e' proprio quello che vogliono.
Io, invece, mi preoccupo, come dicevo all'inizio. Mi preoccupo perche' anch'io mi colloco nella terza fascia (i cattolici praticanti), ma faccio parte del 43% che mancava un anno fa e del 45% che manca oggi per fare 100% (cioe' quelli che la fiducia in Berlusconi non ce l'hanno mai avuta).
Io penso che un cattolico dovrebbe essere il primo a chiedersi le cose, a farsi un'idea propria dei fatti del mondo, a non stancarsi mai di informarsi e ragionare, il primo a pretendere coerenza, giustizia e onesta' da chi lo governa, valori che dovrebbero caratterizzare il suo stile di vita.

Non e' questa, sembra, la realta' dei nostri giorni, ma spero di sbagliarmi.


La Costituzione: ARTICOLO 1 - La sovranità del popolo ed il lavoro

L’Italia e’ una Repubblica fondata sul Lavoro.
La Sovranità appartiene al Popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Questo e’ il primo articolo. Due le cose importanti, da dire subito, nel primo articolo: la sovranita’ del popolo ed il Lavoro.
Qualcuno, nella recente campagna elettorale, qualcuno che ora e’ diventato ministro, diceva: anziche’ “sul lavoro” dovremmo dire “sulla ricchezza”. Il messaggio che c’era sotto e’: non e’ importante lavorare, ma piuttosto “arricchirsi”, in un modo o nell’altro, con la minor fatica possibile.
Un tempo il mito era il lavoro sicuro, poi, in anni piu’ recenti, semplicemente il lavoro (almeno precario), ora e’ far soldi, anche senza lavorare. Basti pensare a tutti quei lavori che noi non vogliamo fare piu’, che lasciamo fare agli immigrati.
I padri fondatori hanno voluto indicare il Lavoro come valore fondante di una societa’, di un paese.
La vera ricchezza di una comunita’ sta nella capacita’ dei suoi membri di costruire, di svolgere un servizio, di attivarsi per migliorare le condizioni di vita proprie e degli altri.

Siamo sicuri che questi principi siano condivisi dagli italiani, o almeno dalla maggior parte di essi ? e dai giovani ? cosa pensano i giovani di questi aspetti, su cosa vogliono fondare il loro futuro ? I nostri padri avevano “fame” (in senso molto lato), hanno sgobbato e hanno fatto rinascere questo paese. Cosa riusciremo a fare noi ? e i nostri figli ?

mercoledì 23 settembre 2009

Scudo fiscale: anche la Lega difende i furfanti

Ho gia' scritto il mio pensiero sullo scudo fiscale: una ingiustizia di stato, anzi, di regime.

Non bastava solo far rientrare i soldi di chi li aveva portati fuori contravvenendo alle regole sui movimenti di valuta, ora si concede anche l'immunita' a chi ha esportato capitali compiendo il reato di falso in bilancio ed altri reati societari e tributari. Reati punibili PENALMENTE.
Questa e' una vera amnistia per tutti i furfanti che dopo aver violato la legge e verosimilmente truffato soci, azionisti, creditori e dipendenti, ora passano per salvatori dello stato, perche' con il loro 5% di tassa laveranno tutte le colpe e contribuiranno alla copertura della Finanziaria 2010.

Mi chiedo dove siano i leghisti, in questa occasione, sempre pronti ad alzare la voce (e i fucili) contro Roma ladrona. Evidentemente adesso questa norma fa comodo ai loro beceri elettori, veneti o lombardi che siano (io sono veneto ed abito in Lombardia, quindi so di cosa sto parlando) e se ne guardano bene dal mettersi contro.

Il disegno leghista, come sempre, mette insieme populismo di campagna e opportunismo. Ma un simile progetto ha le gambe corte, perche' uniformare al basso la cultura del Paese, alla lunga produce solo divisioni e caos.
Il pensiero debole della Lega si basa sulla cultura da osteria, sull'ignoranza provinciale travestita da tradizione, sul ragionamento del popolino, concentrato su quello che mangera' stasera, sulla sua pancia, privo di ogni visione del futuro, incapace di pensare a domani, di progettare in grande.
Se questa ignoranza distribuita prevale sull'intelligenza, la societa' regredisce, anziche' svilupparsi e crescere. E' come se tutta l'umanita' facesse un passo indietro nel suo cammino verso l'eccellenza.

Mi auguro che la maggioranza degli italiani, che ancora fortunatamente dimostra qualche barlume di intelligenza, si renda conto della situazione e riesca a porvi rimedio.

martedì 22 settembre 2009

A Milano: PDL contro PDL


Un'altra grana per Berlusconi, come se non ne avesse gia' abbastanza.

Ligresti, forse illuso durante la campagna elettorale da Podestà (allora candidato PDL, ora presidente della provincia di Milano), chiede il commissariamento del comune (sempre di Milano - sindaco la Moratti) perche' alcune sue aree edificabili verrebbero ridimensionate dal nuovo Piano di Gestione del Territorio (PGT) della Moratti.

Come gia' in passato tra Albertini e la Colli, si rinnova lo scontro tra i poteri lombardi, la provincia ed il comune, anche se nelle mani dello stesso partito. La Moratti, presentandosi come paladina del verde in citta', dei parchi pubblici, del parco sud con le sue cascine tanto care ai leghisti, non accetta l'intromissione del collega di partito, presidente della provincia.
Quest'ultimo forse si era dimostrato possibilista verso il pluri-palazzinaro Ligresti, facendogli intendere, durante la campagna elettorale, che si sarebbe trovata una soluzione per sbloccare i suoi progetti. All'insaputa della Moratti, che, spalleggiata del fido assessore Masseroli (di Comunione e Liberazione), ora si oppone alle modifiche richieste al "suo" PGT. Come se non bastasse, si arrabbia pure Albertini, che non e' disposto a passare per lo "sregolato", come sembra sottintendere l'attuale sindaco.
Di questi giorni anche il giallo della microspia, rinvenuta nell'ufficio del city-manager, il primo collaboratore della Moratti. Chi puo' averla messa? Gli interessi che girano in quell'ufficio sono tali e tanti (dal nuovo PGT all'Expo 2015), che sara' difficile trovare velocemente una risposta.

Insomma una bella patata bollente per il nano di Arcore, che tra l'altro ha grandi affari e inciuci da mille parti con l'amico Ligresti (da CAI-Alitalia in giu') e non vorra' certo mettersi contro.

Ora il comune potrebbe finire commissariato, rendendo vani gli intrallazzi e le strizzatine d'occhio della Moratti ai ciellini, ai leghisti e a quant'altro le servira', tra poco, per sostenere la sua ricandidatura alla poltrona cittadina.

E questa sarebbe una sconfitta non tanto per lei, o per l'intero PDL (il partito del "fare" ... o il Partito Del "Litigare"?), ma soprattutto per Milano e per i milanesi, ancora una volta calpestati dagli interessi forti, della politica romana e delle lobbies dei costruttori.


venerdì 11 settembre 2009

Rinnovi contrattuali: la moda della partecipazione agli utili ... ed ai rischi

Comincia a farsi strada, sia a livello politico e governativo, sia a livello sindacale, l'idea di legare le retribuzioni dei dipendendti, o almeno gli aumenti contrattuali, a forme di partecipazione agli utili aziendali.
In altri termini, anziche' concedere aumenti di stipendio per contratto, validi per tutta una categoria (ad esempio, i metalmeccanici), trasformare in tutto o in parte l'incremento retributivo in azioni o in diritti di opzione sulle azioni della societa' di appartenenza.
Il tutto, accompagnato da sgravi fiscali e/o contributivi, validi per il lavoratore e per il datore di lavoro (di fatto a carico della fiscalita' generale, quindi di tutti i cittadini).

La proposta viene da Tremonti, subito seguito entusiasticamente da Sacconi, che addirittura promette una legge per fine anno. Con un vincolo, pero', per non scontentare gli industriali: "far partecipare i lavoratori agli utili, non alla gestione".
Aperture quasi euforiche sono subito venute anche da una parte dei sindacati, UIL e UGL, mentre la CISL chiede di contare anche nella gestione e la CGIL rimane molto critica.

La questione e' in effetti ancora molto confusa e bisognera' attendere la proposta di legge del Governo prima di poter giudicare compiutamente. Per ora esiste solo una proposta di legge del Sen. Ichino, che ha cercato di redigere un testo "bipartizan".

Il tema e' comunque molto delicato e discutibile.
Se da un lato e' infatti condivisile agganciare una parte della retribuzione dei lavoratori ai risultati dell'azienda, ad una produttivita' misurabile, e' dall'altro lato incomprensibile liquidare questa quota, che gli spetta, con delle azioni, quindi con una partecipazione al capitale di rischio, per di piu' senza poter in alcun modo partecipare o esprimere un parere sulla gestione dell'azienda. Il dipendente vedrebbe il suo lavoro retribuito con qualche cosa che potrebbe avere un certo valore oggi, la meta' domani, valere zero dopodomani. Mi pare un "raddoppio" del rischio per i lavoratori: se per caso l'azienda fosse in difficolta', potrebbero sia perdere il posto di lavoro, sia veder azzerato il valore dei titoli con cui la loro attivita' e' stata (parzialmente) retribuita.

Ci sono poi una serie di implicazioni che meriterebbero qualche ulteriore approfondimento.

Prima tra tutte: la co-gestione. Se i lavoratori partecipano agli utili (nel bene nel male) devono in qualche modo anche poter conoscere, valutare e discutere le linee industriali e finanziarie, le scelte aziendali che determinano i risultati. Altrimenti, che senso ha? Su questo punto, la proposta Ichino lascia piena liberta' (ci puo' essere o meno), mentre Confindustria ha una chiusura assoluta.

I benifici fiscali: a cosa servono? forse solo per invogliare a scegliere questa modalita' di retribuzione, a cui verrebbero limitati e condizionati, a spese di tutti i cittadini, anche di chi non c'entra. Ma, messa cosi', suona come il solito specchietto per allodole, utile solo ad attirare nella trappola e consentire di spennarti senza troppo soffrire.

I benefici contributivi - pensionistici: anche qui, di chi e' il vantaggio? sempre in attesa di maggiori dettagli, sembrerebbe che la retribuzione sotto forma di utili sarebbe esente da contributi, ma pure non conterebbe per i calcoli pensionistici. Quindi, alla fine, ci guadagnerebbe solo il datore di lavoro; oppure potrebbero contare per la pensione, ma i relativi costi sarebbero ancora una volta a carico della collettivita' intera. Per poi dire: le pensioni costano troppo, cambiamo le regole (in peggio, come sempre).

Ultimo, ma non meno importante: se il lavoratore sciopera, sciopera contro se stesso ? anche questo e' un aspetto interessante ...

martedì 8 settembre 2009

Il prezzo della "pax romana"


L'ha detto Berlusconi, l'hanno scritto i suoi giornali, lo dicono anche i giornali "contro": la pace ritrovata (o da ritrovare) tra Berlusconi e la Chiesa ha un prezzo: la legge sul testamento biologico.
Pare che la legge vada in discussione alla Camera addirittura settimana prossima. Con lo stesso testo approvato al Senato (una porcata, degna di chi l'ha presentata).

La cosa mi fa incazzare non poco, come cittadino e come cattolico.

Come cittadino, perche' non si possono fare leggi con secondi fini, con scopi diversi da quello che e' l'oggetto della legge stessa. Forse questo governo e questo parlamento sono abituati a fare leggi "ad personam", per obiettivi limitati e "altri". E quindi anche in questo caso, non si sorprendono: il capo comanda, il capo ha un problema, tutti obbediscono e danno una mano a risolverlo.
Cosi' il Vaticano otterra' la legge che vuole e i rapporti col nano torneranno distesi e fruttiferi. Naturalmente, gli chiederanno anche di non farsi piu' beccare in pubblico con le minorenni o con le signorine a pagamento, ma questo non sara' un problema, c'e' gia' arrivato da solo.

Ma ancora di piu' la cosa mi fa incazzare come cattolico, e ancora continuo a sperare che lo scambio non si verifichi. Veramente la Chiesa puo' rivedere il suo giudizio ed il suo atteggiamento sul nano, timidamente e finalmente espresso da alcuni suoi esponenti particolarmente attenti e illuminati (ops, scusate il termine!), per cosi' poco?

Lo so, sono un cattocomunista (a dir la verita', spesso ne vado fiero), categoria particolarmente invisa al nano, e quindi, forse, certe finezze della diplomazia vatican-democristiana mi sfuggono, non sono alla mia portata.

Nonostante questo, continuo a sperare in una Chiesa che non agisce sulla base di convenienze di bottega, di calcoli opportunistici di breve termine, ma solo nel nome dei principi evangelici predicati, cosi' semplici, cosi' attuali, cosi' dimenticati.
Continuo a sperare in una politica a servizio dei cittadini, non dei pochi che governano, una politica onesta e trasparente.
Continuo a sperare in un'opposizione unita, sicura, con le idee chiare ed una proposta concreta e unitaria, capace di raccogliere consensi anche da quelle frange del centro destra che cominciano a smarcarsi dalla linea imposta dal capo, senza drammi e senza stracciarsi le vesti.
Continuo a sperare in un Paese diverso.

Ma si sa: chi vive sperando ...

sabato 5 settembre 2009

Se potessi me ne andrei

E' passato molto tempo, quasi due mesi, dall'ultimo post.
Non e' stata colpa delle ferie, o dell'impossibilità a collegarmi, o della mancanza di tempo.
E' solo perchè lo scoramento è forte, delusione e senso di impotenza sono alle stelle.

Mi riferisco naturalmente agli avvenimenti della sfera politica e sociale del nostro Paese. Gli ultimi mesi sono stati un crescendo di eventi nefasti: dopo la vittoria del PDL, il lodo Alfano, le leggi sulla sicurezza, sull'immigrazione, la riforma Gelmini, i provvedimenti anticrisi, le Elezioni Europee e amministrative, il referendum elettorale, papi, gli outing leghisti, le minacce alla libertà di informazione. Sempre piu' questo è il Paese di "nani e ballerine", come diceva Guccini. Nani non di statura (anche ...), ma soprattutto di livello morale, di statura culturale. E ballerine, vogliose di mostrare tette e chiappe, carne fresca per il mercato mediatico.

Non è Berlusconi che mi fa ribrezzo (come propone un gruppo su FB), e' l'Italia che non mi piace più, l'Italia che vota e sostiene questi partiti di governo, l'Italia che passa il suo tempo davanti al televisore, bevendosi tutto come oro colato, l'Italia che vota Lega perchè così gli immigrati spariscono, l'Italia che non accetta i diversi, i Rom, i neri, i gay e li vorrebbe eliminare.

Se potessi me ne andrei da questo Paese: basta, via, che ci faccio con questa gente?
So per certo che questo scoramento è comune a tanti, persone intelligenti, istruite, che hanno nutrito grandi speranze di cambiamento: speranze riposte nei partiti di opposizione (per un rinnovamento soprattutto dei metodi e dei processi decisionali interni), nell'esito del referendum (come unica possibilità di iniziare una nuova stagione di riforme), nella Chiesa, con una presa di posizione forte e chiara a favore della giustizia e dell'etica politica.
Niente di tutto questo, ogni speranza si è spenta nel giro di qualche settimana.
Quindi non fara' differenza che vinca Franceschini o Bersani, che Grillo fondi il suo Movimento di Liberazione o meno, che Bagnasco difenda Boffo o attacchi Feltri. Non cambierà nulla, si continuerà a scivolare verso il fondo, ammesso che non l'abbiamo già raggiunto.

Forse, in qualche palazzo della capitale, o in qualche villa marina o brianzola, qualcuno sta brindando al successo: la rinascita democratica è fatta, mission accomplished: grande uomo quel Gelli, aveva visto giusto.