martedì 27 settembre 2016

Referendum Costituzionale: 0. Le premesse

Andiamo al referendum perché i Sì in Parlamento non sono bastati.
La Costituzione deve essere di tutti. Altrimenti non potrà essere strumento di unità, ma solo l'ennesima causa di divisione. Ecco perché i Costituenti hanno previsto che le sue modifiche non potessero essere fatte da un solo partito e neppure dalla sola maggioranza parlamentare. Le leggi di revisione costituzionale devono essere approvate dai due terzi dei parlamentari e, se ciò non è possibile, rimesse alla decisione ultima dei i cittadini. Dire no, in questo caso, è dire "Non potete farlo senza di me. Voglio decidere anch'io".

Non si tratta di dire Sì o No ad un Governo e alle sue politiche.
Un voto sulla Costituzione non è un voto su un Governo o, peggio ancora, su una persona. Perché mentre i Governi passano e il carisma dei leader prima o poi finisce, la Costituzione resta, a dare forma e continuità ad un sistema politico sociale in continuo cambiamento. Se si trasforma il voto in un plebiscito, invece, si svaluta la Costituzione e si chiede ai cittadini un vero e proprio atto di fede. Dire no, in questo caso, è dire "Non forzate la mia mano".

Dire No in questo referendum, per poter dire Sì ogni giorno.
La riforma della Costituzione che siamo chiamati ad approvare o a respingere risponde ad una chiara logica di accentramento del potere. Suggerendo che sia solo occasione di spreco e di cattiva politica, la riforma svaluta definitivamente il ruolo del Parlamento, facendone un burattino nelle mani della falsa maggioranza creata dall'Italicum. Garantisce al Governo il sostegno scontato di una Camera composta - ancora una volta - soprattutto di nominati. Consegna ad un solo partito, potenzialmente minoritario nel Paese, sia il potere legislativo sia quello Esecutivo, indebolendo i contropoteri previsti dalla Costituzione o svuotandone di fatto la portata. Si riprende molti dei poteri affidati alle Regioni e, rimandando al futuro il potenziamento effettivo degli strumenti di democrazia diretta, crea nuovi ostacoli a quelli già esistenti. Se questo è il cambiamento a cui dovremmo dire Sì, farlo rischia di toglierci il potere di prendere, domani, una qualunque posizione. Dire no, in questo caso, è dire:
"Un solo sì non mi basta! Al referendum costituzionale io voto NO"

Tutti i testi pubblicati sono a cura di: Gisella Bottoli, Lorenzo Spadacini, Marco Podetta, Alessandra Cerruti, Francesca Paruzzo e Diletta Pamelin

Un blog di ... sana e robusta COSTITUZIONE

Il blog riprende vita, almeno per un po'.
Ci aspetta un referendum costituzionale, un appuntamento importante per il futuro nostro e del Paese.
La Costituzione è sempre stata al centro dell'attenzione di questo blog. Perciò adesso non posso non contribuire, con il mio modesto punto di vista, ad aiutare altri, spero molti, a chiarirsi le idee, ad approfondire la conoscenza delle modifiche proposte, ad arrivare, come me, a votare NO.
Pubblicherò, a cominciare da ora e nelle prossime 10 settimane che ci separano dal voto del 4 dicembre, alcuni articoli che ho trovato in un opuscolo informativo, a cura di www.iovotono.it e di www.libertaegiustizia.it, scritto per spiegare le ragioni del NO, confutando punto per punto le tesi di chi questa revisione ha voluto, spesso propagandandole con argomenti non fondati, se non addirittura falsi.
Vi invito fin da ora a commentare i post, a dire la vostra, a chiedere spiegazioni se qualcosa non fosse chiaro. E a chi condivide le mie tesi, chiedo di condividere questi scritti con altri, per dare massima diffusione alle ragioni del NO.
Tutti i testi pubblicati sono a cura di: Gisella Bottoli, Lorenzo Spadacini, Marco Podetta, Alessandra Cerruti, Francesca Paruzzo e Diletta Pamelin.