venerdì 31 ottobre 2008

Chi si rivede? Gelli, la quadratura del cerchio

Speravamo tutti che avesse definitivamente abbandonato i suoi disegni, invece eccolo riaffiorare con una sua trasmissione televisiva, da lunedi prossimo, su Odeon TV.

Presentandola, ha fatto qualche dichiarazione (da Repubblica.it):

“L’unico che può andare avanti è Silvio Berlusconi”. Lo ha detto — riferendosi al ‘piano di rinascita democratica’ — l’ex gran maestro della loggia P2, Licio Gelli, nel corso della trasmissione ‘Venerabile Italia’, presentata oggi a Firenze e che andrà in onda su Odeon Tv a partire da lunedì prossimo. Berlusconi, secondo Gelli, può portare avanti questo progetto “non perché era iscritto alla P2, ma perché ha la tempra del grande uomo, che ha saputo fare, anche se ora dimostra un pò di debolezza, perché non si avvale della maggioranza parlamentare che ha. Non condivido il Governo Berlusconi — ha poi proseguito l’ex gran maestro — perché se uno ha la maggioranza deve usarla, senza interessarsi della minoranza.

Ci sono provvedimenti che non vengono presi perché sono impopolari e invece andrebbero presi. Bisogna affondare il bisturi o non si può guarire il malato‘. Riferendosi poi a quale forza politica, secondo lui, abbia messo in pratica il piano di rilancio democratico, Gelli ha aggiunto: ”tutti si sono abbeverati, tutti ne hanno preso spunto. Ma i partiti veri non esistono piu’, non c’è più destra o sinistra. A sinistra ci sono quindici frange e la destra non esiste. Se dovesse morire Berlusconi, cosa che non gli auguro perché la morte non si augura a nessuno, Forza Italia non potrebbe andare avanti perché non ha una struttura partitica“.

Ora sembra proprio che siamo arrivati alla quadratura del cerchio, ogni cosa al suo posto.

Buona fortuna a tutti

lunedì 27 ottobre 2008

Prestigiacomo: la persona sbagliata nel posto sbagliato

Segnalo una notizia ANSA di ieri:

(ANSA) - BARI, 26 OTT - Polemiche ha suscitato la decisione del ministro Prestigiacomo, di sostituire i tecnici che avrebbero dovuto decidere sull’Ilva di Taranto. I tecnici dovevano stabilire se concedere l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Per Legambiente e’ un ‘ulteriore favore’ all’azienda e ricorda la corposa documentazione inviata da tante associazioni. Ermete Realacci annuncia per domani una interrogazione parlamentare. Contestazioni da Bonelli (Verdi) e dalla Uilm-Uil.

La presenza di diossina negli scarichi dell’Ilva di Taranto e’ certa per qualcuno, impossibile per altri. Cosa c’e’ di meglio che far controllare ai tecnici dell’ARPA, dedicati proprio a queste attivita’ ? ma forse la conclusione a cui stavano arrivando questi tecnici non piaceva a qualcuno (famiglia Riva, proprietaria dell’Ilva?) che si e’ rivolto al ministro, che ha pensato bene di cambiare i tecnici. Cosi’ di sicuro la diossina non ci sara’.

Peccato pero’ che i tassi di diffusione di neoplasie da diossina, a Taranto, sono molto maggiori che in altre parti della Puglia e dell’Italia.

Pero’ aggiornare gli impianti per evitare scarichi nocivi, costa e in questo momento “l’Italia non puo’ sopportare tali costi, per star dietro a tutte le normative richieste dalle leggi europee e dal trattato di Kyoto”.

Se aggiungiamo che il proprietario dell’Ilva, Riva appunto, fa parte della cordata CAI, per l’acquisto di Alitalia, si capisce come i suoi soldi al momento servano per altro, non puo’ certo spendere per eliminare la diossina … e cosi’ il Ministro gli da’ una mano.

Un altro tassello del grande disegno va a posto, con buona pace del popolo dormiente …



lunedì 20 ottobre 2008

PD: un disastro annunciato

L’intervista di Veltroni, ieri sera, a “Che tempo che fa”, ha dimostrato in tutta chiarezza quanto il PD stia soffrendo per la pressione che gli arriva da Italia dei Valori. Al punto da sconfessare pubblicamente l’ex alleato accusandolo di ”essere molto lontano dall’alfabeto della cultura democratica del centro-sinistra“.

Sono parole esagerate, troppo forti, che dimostrano quanto grave sia la crisi in cui sta precipitando il PD.
Per tentare di salvare il salvabile, Veltroni fa delle affermazioni che non fanno altro che peggiorare ancora di piu’ la situazione. E l’errore di Veltroni sta nel non capire che i problemi del suo partito non arrivano da Di Pietro, non arrivano dall’esterno, ma piuttosto vengono dal suo stesso partito, dai suoi elettori, che in gran parte non vi si riconoscono piu’.

E’ poi sintomatica l’uscita di pochi minuti fa di Parisi, che sembra prendere le distanze dal disastro in cui Veltroni sta portando il suo partito.

A questo punto, io penso che prenda quota, sempre piu’, la possibilita’ che nasca una nuova formazione, qualcosa molto simile a quanto auspicato da Paolo Flores D’Arcais sulla sua rivista “Micro Mega“, e cioe’ una specie di Lista Civica d’Italia, con il coinvolgimento anche di Di Pietro, progetto che si sta aggregando e sta crescendo attorno alla necessita’ di fare un’opposizione piu’ seria, piu’ decisa, verso questo governo che, a forza di decreti e di colpi di mano, sta di fatto mettendo in discussione le stesse basi democratiche della nostra repubblica.

E’ un progetto arduo e rischioso, ma la buona volonta’ di molte persone, intellettuali o semplici cittadini, e’ la migliore garanzia del successo, o quanto meno della necessita’ di un simile tentativo.
Io auspico che ci sia l’adesione a questo progetto di chi non si sente piu’ rappresentato dal PD, che ha imboccato una strada che nessuno poteva nemmeno immaginare solo un anno fa, quando tutti abbiamo partecipato alle primarie, con grande speranza e rinnovato entusiasmo.
Sara’ poi naturale il coinvolgimento di Di Pietro, che piu’ volte ha gia’ espresso la necessita’ di svincolare il suo movimento, l’Italia dei Valori, dalla sua persona e di farne un soggetto politico moderno, riformista e compiutamente democratico.

Inoltre, mi piace lanciare da questo blog l’invito a Parisi, che ormai ha i giorni contati nel PD, dopo l’uscita di oggi, di aderire al progetto di Paolo Flores, e di contribuire, con la sua esperienza, la sua autorevolezza, le sue idee, alla crescita ed al successo di questo nuovo movimento. Prima che sia troppo tardi.



mercoledì 15 ottobre 2008

Scrivi al governo per una rivoluzione energetica pulita

Vi segnalo una petizione promossa da Greenpeace a favore di una rivoluzione energetica per il nostro paese.


Ecco il testo della petizione:

È necessaria una rivoluzione energetica basata sulla progressiva riduzione dell’uso dei combustibili fossili, a partire dal carbone, e dallo sviluppo delle alternative veramente pulite: efficienza e fonti rinnovabili. Le scriviamo per chiederle di:

1. introdurre una moratoria per nuove centrali a carbone
2. presentare un serio piano per l’efficienza energetica per conseguire l’obiettivo europeo al 2020
3. sviluppare le fonti rinnovabili come richiesto dagli obiettivi europei al 2020
4. abbandonare l’idea di un ritorno al nucleare in Italia.

Le ragioni di questa nostra posizione sono semplici:

Il carbone è la prima singola fonte del riscaldamento globale: circa un terzo delle emissioni mondiali di CO2 si devono alla sua combustione. Agli attuali tassi di sviluppo, le emissioni del carbone sono destinate ad aumentare del 60% al 2030. Se così fosse, non avremo alcuna speranza di fermare la folle corsa del Pianeta verso una crisi climatica irreversibile.

L’efficienza energetica è senza dubbio la più conveniente e ampiamente disponibile delle opzioni amiche del clima e un obiettivo del 20 per cento è tecnicamente fattibile ed economicamente conveniente. Per i soli usi elettrici è possibile tagliare i consumi in Italia per 100 miliardi di kWh/anno al 2020 con benefici economici netti di 65 miliardi di euro e occupazionali nell’ordine dei 60.000 posti di lavoro.

Le fonti rinnovabili, oltre a tagliare le emissioni, consentono anche di ridurre le importazioni energetiche. Nel solo settore elettrico, i 50 miliardi di kWh/anno aggiuntivi al 2020 taglierebbero le emissioni per 25 milioni di tonnellate e permetterebbero un risparmio annuale di 10 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti, pari a un risparmio stimato delle importazioni di petrolio di 7,6 miliardi di euro.

Non accettiamo il ricorso al nucleare proposto dal governo. È una tecnologia costosa e rischiosa, che non ha risolto nessuno dei problemi che da sempre ha posto: dai rischi di incidente grave alla gestione delle scorie, dalla proliferazione nucleare alla limitatezza della risorsa Uranio. Il piano nucleare del governo energeticamente è solo un terzo del potenziale di efficienza e fonti rinnovabili.

La costruzione di nuove centrali nucleari e impianti a carbone è contro la politica energetica dell’Unione europea, che ci chiede di promuovere rinnovabili ed efficienza con obiettivi vincolanti al 2020. L’attuale strategia energetica del governo è dunque contro Kyoto (sia per la prima fase che ha termine al 2012, che per gli obiettivi di medio termine al 2020), contro l’Ue e contro l’interesse dei contribuenti italiani, su cui ricadranno le sanzioni per l’inadempienza del nostro Paese agli accordi internazionali.

Anche il Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, ha ribadito che “conseguire la copertura del 20% del fabbisogno energetico europeo con le fonti rinnovabili significherà più di un milione di posti di lavoro al 2020. Per questo oggi è più importante che mai andare avanti con il pacchetto clima/energia, non a dispetto della crisi finanziaria, ma proprio a causa di questa crisi.”

sabato 11 ottobre 2008

11 ottobre

E’ di queste ultime ore la notizia dell’intensificarsi della caccia ai cristiani nel nord dell’Irak, nella zona di Mosul. Sei mesi fa era stato ucciso il vescovo caldeo di Mosul, Faraj Rahho e da allora e’ stata una escalation di violenze, di persecuzioni e di omicidi.
In India da mesi e’ ormai in corso una sorta di pulizia etnica nei confronti dei cristiani, ne sono ormai stati uccisi a decine, bruciate le Chiese e le loro case.

Perche’ questa ondata di violenze nei loro confronti? i cristiani, soprattutto nelle zone dove sono in forte minoranza, sono generalmente poco appariscenti e mansueti, non cercano lo scontro e non hanno nessun braccio armato. Forse, la predicazione della pace, della non violenza, dell’uguaglianza di tutti davanti a Dio, da’ fastidio a qualcuno, a qualche potere forte locale, a chi vuole mantenere lo stato di tensione e non vuole cercare la riconciliazione.

Oggi e’ l’11 di ottobre. E’ l’anniversario dell’apertura dal Concilio Vaticano II. Forse per i piu’ non e’ una data per niente significativa. Quella stessa sera, 11 ottobre 1962, l’allora papa Giovanni XXIII tenne il famoso “discorso della luna“: “questa sera, tornando a casa, troverete i vostri bambini. Fate una carezza ai vostri bambini e dite: questa e’ la carezza del papa ...”. Forse qualcuno se ne ricorda … Accarezzare qualcuno vuol dire avererlo a cuore, prendersi cura di lui, amarlo. Farlo nei confronti di un bambino, vuol dire prendersi cura di chi ha piu’ bisogno di noi.

Allora io ero un bambino, ma quel discorso, visto e rivisto anche in seguito, ascoltato piu’ volte, e’ rimasto come un punto fermo, un riferimento, una pietra miliare fondamentale della mia vita. Credo che l’aspirazione alla Pace, alla non violenza, il rispetto per le persone, anche l’impegno politico di questi anni, discenda da allora.
Quel giorno iniziava appunto il Concilio, che segno’ una svolta impressionante nella Chiesa di allora, una presa di coscienza “delle condizioni dell’uomo nel mondo contemporaneo” (da Gaudium et Spes”). Il Concilio porto’ delle riflessioni cosi’ moderne e attuali che spesso causo’ non pochi problemi all’interno della stessa Chiesa Romana. Pensandoci bene, sono convinto che quell’evento pose le basi di quanto successe da li’ a poco: il maggio francese, il “68″, anticipandone molte delle istanze e delle intuizioni.

Senz’altro la Chiesa, anche in epoca contemporanea, non sempre si e’ comportata come avrebbe dovuto. E’ innegabile pero’ che il messaggio che ha sempre cercato di diffondere, e parlo soprattutto nel periodo post-concilio, messaggio cosi’ ben sintetizzato nelle parole di Giovanni XXIII, sia stato fondamentalamente di pace, di fratellanza, di uguaglianza, di liberta’, di amore per il prossimo, per i piu’ poveri.

Per questo le violenze di questi mesi, soprattutto in paesi dove la poverta’ e’ particolarmente diffusa e grave, non trovano spiegazione. Forse questo amore per l’uomo, di qualsiasi colore, o razza, o casta, e’ scomodo per molti, per chi non vuole ammettere che nessuno puo’ imporsi sugli altri, tantomeno con la violenza, tantomeno in nome della religione.

Mi auguro che questo nostro povero mondo ritrovi almeno un po’ di quel buonsenso, di quella serenita’ che, nonostante tutto, gli ha consentito di sopravvivere fino ad oggi, di progredire, di migliorare. Perche’ come sappiamo bene, il lavoro non e’ ancora finito.


venerdì 10 ottobre 2008

Un'altra Italia, un'altra opposizione


Di seguito il mio articolo, scritto ai tempi di Piazza Pulita, pubblicato sul sito di MicroMega, nel nuovo forum politico.
Potete trovare qui tutti gli interventi e l’intero dibattito sul tema “Lista civica per le europee”.

Piazza Pulita: Costruiamo la rete delle reti delle realtà civiche
Devo dire che ho letto con rinnovata speranza l’intervento di Paolo Flores D’Arcais per il lancio di una lista civica per le elezioni europee.
Io da molto tempo coltivo questa speranza: che tutte le realtà “civiche”, presenti e operanti nel territorio, nelle amministrazioni comunali o provinciali, e schierate da una stessa parte, il centro-sinistra, possano coordinarsi, mobilitando la base che già le sostiene, per dare corpo e gambe ad una formazione nazionale che si ispira ai principi di una lista civica: democrazia più diretta, vicinanza ai problemi dei cittadini, ascolto della base, nessuna imposizione “romana”.
Premetto che già vivo e opero in una realtà di questo tipo, facendo parte di una lista civica (anzi, ne sono al momento presidente e portavoce) della mia città (cintura milanese) che un anno fa ha dato il suo contributo essenziale a vincere le elezioni, col suo 11%, in totale controtendenza rispetto al globale spostamento a destra dell’elettorato e dopo decenni di amministrazioni di centro o di destra.
Ho seguito con trepidazione e partecipazione la nascita del PD e le sue primarie, cercando anche di costiture una lista che pero’ non ha avuto nessuno spazio, visto il meccanismo di aggancio ai candidati previsto dal regolamento: appena chiarito questo piccolo dettaglio, ho abbandonato ogni speranza di rinnovamento e di “rinascita” di un modo di far politica finalmente diverso, onesto, che non mette al primo posto gli interessi propri o del partito, ma la qualità di vita della maggior numero di cittadini possibile, il famigerato “bene comune”.
La delusione è stata grande. Pero’ l’intuizione che da quel tentativo non poteva nascere niente di nuovo si è dimostrata azzeccata ed è, aihmè, tristemente confermata da cio che sta avvenendo al PD, giorno dopo giorno. Una strda, a mio avviso, destinata al fallimento, salvo un deciso, quanto improbabile, cambiamento di rotta.
La stessa speranza e trepidazione ho poi sperimentato per la Lista Civica Nazionale. Altro tentativo finito male, anche se alcune persone, a voi note, sono state aggregate alle liste di IDV e sono state elette. Pero’ sostanzialmente non si è riusciti a dar vita a quel collegamento, a quella rete di esperienze concrete che vive e lavora sul territorio.
Anche alla luce di questi sfortunati tentativi, con altri amici che condividono questo stesso modo di sentire, abbiamo dato vita al nostro Comitato Piazza Pulita, che vuole rendersi utile portando la sua piccola goccia, poche semplici azioni concrete, con riflessioni, iniziative, segnalazioni, idee che aiutino a migliorare il mondo in cui viviamo. Partendo dal basso.
Io sono sempre stato di questa idea: non serve un soggetto politico nuovo, un altro partito. Dobbiamo solo riuscire a coordinare, a collegare insieme centinaia, migliaia di realtà civiche che esistono già, che conoscono magari uno per uno i loro elettori, che sono capaci di mobilitare in poco tempo migliaia di persone, con le mailing list, il porta a porta, le telefonate. E’ tutto un mondo che opera e si muove già, che porta a casa risultati concreti ogni giorno e, sono convinto, che fa politica per passione e senza guadagnarci nemmeno un euro bucato. E’ questo mondo poco appariscente che sta tenendo in piedi il tessuto civile di questo paese, che sta tenendo accesa la fiammella della speranza, che resiste giorno per giorno al berlusconismo dilante e contagioso.
E’ per questo che ho visto con grande sollievo e rinata speranza questa proposta di Paolo, di far ripartire il tentativo di una lista civica per le europee. E’ ovvio che non sarà una passeggiata, non sarà nemmeno facile vincere le resistenze di una parte della sinistra che vede in questo tentativo un segno di debolezza di questa parte politica, convinti di dover cambiare le cose “dall’interno”.
Io quindi voglio provarci ancora, perchè sono convinto che le forze necessarie, nel nostro paese, ci sono: tanti giovani delusi dai tentativi fatti, ma non ancora rassegnati, tante persone che da anni fanno politica, a livello locale, avendo come bandiera solo l’onestà e l’interesse di tutti. E vogliono provarci ancora.
Si tratta solo di coordinamento e di comunicazione, di trovare quei canali che possono far arrivare questo messaggio a quante più persone possibile. E per questo dobbiamo essere capaci di mobilitare e coinvolgere le realtà civiche esistenti. Costruire “la rete di reti”. Io do’ la mia personale disponibilità a lavorare in questo senso, a contribuire per la nascita di questo coordinamento, a partecipare a questa esperienza che credo sia improcrastinabile se veramente abbiamo a cuore il futuro del nostro paese.Vi ringrazio per l’attenzione
Cordiali saluti

Fabio Battagion
www.piazza-pulita.org

giovedì 9 ottobre 2008

Non è mai troppo tardi

Credo di non aver mai condiviso nulla di quanto ha detto e fatto Paolo Guzzanti negli ultimi anni.
Gli va pero’ dato atto che questa volta la lealta’ alla sua coscienza l’ha portato a prendere una posizione chiara e coraggiosa.
Riporto qui solo poche frasi dal suo blog, sperando che la cosa non finisca qui, ma venga in qualche modo ripresa anche fuori dalla rete e diventi di dominio pubblico.
E’ finalmente una voce che, partendo dalla sua stessa parte, dice come e’ veramente Berlusconi.
Noi, in realta’, lo sapevamo gia’.

[dal blog di Paolo Guzzanti] Ieri sera ho ascoltato da Berlusconi parole terribili e inaccettabili che non avrei mai voluto ascoltare. Ma poiche’ invece le ho udite, non posso e non voglio fingere di non essere stato testimone e ho dunque il dovere che hanno tutti coloro che assistono ad un misfatto: chiamare a rapporto la propria coscienza e metterla al corrente del conflitto.
Dichiaro dunque da ieri notte una insuperabile crisi di coscienza: la mia coscienza e’ la sola entita’ cui io debba essere fedele.
Con i leaders politici si e’ leali, non fedeli. E io lealmente dico che di questa storia ne ho abbastanza. Cio’ che ho trovato piu’ grave, inaccettabile e nauseante è stato il tono con cui Berlusconi ha ripetuto a megafono le storie della propaganda russa, dicendo che “bisognava andare a “prendere quello la’, quel SADDAM”, intendendo il presidente Saakashvili .
Berlusconi ha riconfermato più volte in modo imbarazzante, anche perché sempre sorridente e faceto trattando una questione di una gravità morale gigantesca, la sua amicizia con Putin ed ha detto che il suo amico Putin, che deve essere un omonimo di quello che comanda a Mosca, non ne poteva più di udire i racconti strazianti di madri schiacciate dai carri armati (georgiani), donne violentate (dai georgiani) poveri soldati uccisi (russi) e così - quando ce vo’ ce vo’ - ad un certo punto anche un sant’uomo come lui ha perso la pazienza e ha fatto ciò che ha fatto Hitler con la Polonia.
Anche Hitler era seccatissimo con i polacchi: i polacchi nel 1939 erano uno strazio, sempre a manifestare sentimenti antidedeschi, a provocare incidenti di frontiera, per cui alla fine anche quell’altro sant’uomo di Hitler (bisogna pur capirlo) perse la pazienza e invase, spalleggiato dal suo compagno di merende Stalin che invase dall’altra parte.

Forse qualcosa si muove, anche da quella parte


martedì 7 ottobre 2008

Tremonti: Robin Hood o sceriffo di Nottingham ?

Che i media, totalmente nelle mani del capo del governo, distorcano o limitino l’informazione, e’ un fatto ormai assodato. Chi ha visto la trasmissione “Anno Zero” di tre settimane fa, dedicata ad Alitalia, ha avuto modo di constatarlo di persona.

Vorrei pero’ segnalare un altro esempio un po’ piu’ nascosto, di cui quasi nessuno ha parlato. Solo l’Espresso, in una sua uscita di luglio, ha citato l’argomento.

La recente manovra finanziaria, approvata a meta’ luglio, se ben analizzata, fa vedere come l’immagine del ministro Tremonti, novello Robin Hood, sia semplicemente costruita da stampa e TV, dicendo alcune cose, ma tacendone altre: in realta’ sono molto piu’ numerosi i provvedimenti, contenuti nel DPEF o in decreti emanati in giugno e luglio di quest’anno, che rendono il nostro molto piu’ simile all’ingordo e cattivo Sceriffo di Nottingham.

Ecco alcuni dettagli, per far capire da che parte stia mandando l’acqua il ministro.

Grandi strombazzamenti per la Robin Tax, 2 miliardi di gettito a carico delle aziende petrolifere (che comunque li stanno gia’ trasferendo pari pari ai consumatori). Silenzio assoluto sulla proroga fino a fine anno della famigerata “Cip6″, quella quota che tutti paghiamo sulla bolletta elettrica a favore di “energie rinnovabili e assimilabili” (assimilabili vuol dire: anche quelle non rinnovabili): un regalo di 3 miliardi di Euro a favore di Saras (famiglia Moratti), Erg (famiglia Garrone), Edison e altri, che quella quota intascano da decenni.

Tutti ricordiamo la tanto pubblicizzata “tessera annonaria” per i vecchietti nulla-tenenti, ma poi neanche a parlarne di sgravi per i lavoratori dipendenti. Oppure, con l’inflazione programmata al 1.7% nel prossimo triennio, come verra’ recuperata nei contratti di lavoro l’inflazione reale al 3.8% ? Fra tre anni, tessera per tutti.

Il nostro ministro amava farsi riprendere, nei mesi scorsi, con la scatola dei pelati Cirio sulla scrivania, per far capire che lui aveva sempre in mente la questione, a difesa dei poveri investitori truffati da Cirio e Parmalat. Ma nel contempo rimanda all’anno prossimo la “Class action”, azione legale collettiva che sola potrebbe difendere gruppi di persone colpite dalla stessa truffa.

Nessuno parla poi delle norme anti-evasione, istituite da Visco, e diligentemente cancellate da Tremonti: il registro clienti - fornitori non e’ piu’ obbligatorio, il limite per pagamenti in contanti alzato da 5 mila a 12 mila Euro, non piu’ obbligatorio il conto corrente dell’attivita’ professionale separato da quello personale, non piu’ obbligatoria la scritta “non trasferibile”, con tanto di codice fiscale del traente, sugli assegni bancari, e cosi’ via. Evasori di ogni ordine e grado, commercialisti dalla fantasia fertile, professionisti dal braccino corto, ringraziano, ma sotto voce.

Veniamo agli enti locali: cancellata l’ICI, unica tassa veramente federalista. Sostituita, ma solo a parole, da contributi romani (i leghisti dove sono?). I comuni, intanto, riducono i servizi per bilanciare le minori entrate.
C’era una norma, introdotta dalla legge Merloni, anni 90, che stabiliva un contributo del 2% a favore di quei professionisti, dipendenti degli stessi enti locali, che avessero progettato le opere pubbliche internamente, anziche’ pagare il 10% a professonisti esterni. A favore di un risparmio dell’8% dei costi dell’opera. La Finanziaria 2009 mantiene questo 2%, ma solo una parte di esso diventa incentivo per i professionisti interni che progettano (lo 0.5%), il restante 1.5% deve essere versato alle casse dello stato (i leghisti dove sono?).

Altra chicca, sempre per gli enti locali: dopo i roboanti piani casa della campagna elettorale berlusconiana, una leggina nuova nuova stabilisce che i comuni possono vendere le case popolari agli inquilini, ma il prezzo non sara’ quello di mercato, bensi’ un prezzo basato sul canone di affitto. Come dire: buoni tutti a fare il bolscevico con i soldi degli altri.

La lista potrebbe continuare (allarme sicurezza, ma taglio degli organici per polizia e guardia di finanza, taglio della spesa sanitaria per le regioni in rosso, ma proposta di eliminare il ticket su radiografie e affini, quelle su cui c’e’ il margine maggiore a favore delle cliniche private convenzionate, taglio del 22% delle spese per la Giustizia, ma riforma delle cause civili in modo che possano essere risolte, da chi se lo puo’ permettere, in modo extragiudiziale).

Lo sceriffo di Nottingham, nella favola di Robin Hood, fa una brutta fine.
Ma, si sa, solo nelle favole tutto finisce col “felici e contenti”.
La realta’ e’ tutta un’altra storia.

venerdì 3 ottobre 2008

Un autorevole appello contro le liste bloccate

Vi segnalo un articolo, pubblicato da ‘La Stampa’ di qualche giorno fa, a firma di Giovanni Guzzetta, presidente del comitato per il referendum elettorale.

Io l’ho trovato un contributo lucido e intelligente e vi invito a leggerlo. Ovviamente non mi aspetto che sortisca risultati di sorta, visti gli interlocutori.