domenica 4 dicembre 2011

Nuovo governo, stessa pioggia (di tasse)


Monti
L'avvento di Monti, anche se foriero di non ben definiti sacrifici, ci aveva per molti aspetti fatto un immenso piacere. Il professore milanese aveva sostituito il governo peggiore di tutta la nostra storia democratica, quel Berlusconi contro cui si era accanita molta della nostra denuncia, della nostra migliore e vitale energia.
E quando ormai pareva che non ci sarebbe stata alternativa al nano di Arcore per almeno ancora un anno e mezzo, ecco che un tornado finanziario-speculativo, tanto grave quanto improvviso, aveva costretto il sultano brianzolo a dimettersi, lasciando la scena al professore bocconiano.
Senz'altro questa sostituzione improvvisa e quasi insperata ci ha inebriato, al punto che in poche settimane Monti è diventato il salvatore della Patria, l'uomo da tutti agognato e da tutti adulato.
Ma, come nei migliori sogni, il risveglio è spesso traumatico e la realtà, temporaneamente dimenticata per far posto alle aspettative ed alla speranza, si ripresenta improvvisamente con la sua impietosa durezza.
E cosi', oggi conosciamo la tanto attesa "manovra": bastonate a chi ha una pensione e a chi ancora la sta aspettando, bastonate a chi possiede almeno una casa, a chi ha sempre denunciato i propri redditi, al punto da superare certe soglie, aumento dell'IVA (e quindi a carico di tutti noi), tagli agli enti locali (e quindi a tutti noi).
La domanda, a questo punto, come si dice sorge spontanea: che cosa è cambiato rispetto a prima? in che cosa questo governo si sta differenziando dal precedente (e dai precedenti)? Occorrevano i bocconiani per aumentare l'IVA? o per tagliare le pensioni? non si poteva finalmente dare quel segnale di cambiamento di rotta, di novità di approccio che tanti di noi si aspettavano da questi signori?
Nulla che riguardi i costi della politica, le sacche di privilegio, l'evasione fiscale, gli sprechi di denaro pubblico, le spese folli per armamenti inutili. E anche la tanto annunciata "equità" sembra aver lasciato il posto alla piu' semplice "continuità". Forse non abbiamo ancora tutti i dettagli, ma la strada scelta pare essere sempre la stessa: far pagare i soliti noti, docili e onesti pagatori di sempre, facili da raggiungere, sicuri, rassegnati.
Ora la palla passa ai partiti. Sarà interessante capire cosa farà la sinistra: accolto Monti come il salvatore della patria, ora dovrà decidere come schierarsi: appoggiarlo, rischiando di perdere consensi tra i suoi sostenitori delusi e demoralizzati? sfiduciarlo, passando per quelli che minacciano la stabilità dell'Europa, dell'Euro, dei mercati ? non sarà una scelta facile.
Io ritengo irrinunciabili tre cose:
1. dire forte e chiaro a Monti ed all'intero Paese che questa è una manovra ingiusta e stracotta, nella tradizione dei peggiori governi che l'hanno preceduto;
2. dire forti e chiare quali sono le proprie contro-proposte: un elenco preciso e dettagliato, con tanto di cifre e previsioni, dei provvedimenti che garantirebbero maggiore equità e lo stesso gettito, non nello stile del governo ombra di veltroniana memoria (talmente ombra che non l'ha visto nessuno), ma con chiarezza e concretezza quanto un vero governo dovrebbe avere;
3. fatti i primi due passi (il primo facile, il secondo molto piu' difficile), credo che verrebbe naturale assumersi la responsabilità di votare contro questo provvedimento, costi quello che costi, perchè esistono altre strade, percorribili da subito, che portano agli stessi risultati economici rispettando la giustizia sociale.Solo cosi' i partiti della sinistra si possono veramente presentare (anche per le prossime elezioni che si avvicinano) come concreta forza di governo, capace di scelte e comportamenti all'altezza della situazione. Ma ci vuole coraggio e determinazione: ne saranno capaci?
PS del 6 Dicembre: i dettagli della manovra, ormai noti completamente, hanno per fortuna smentito alcune delle affermazioni qui sopra, come l'IRPEF (che non c'è) o l'extra tassazione dello scudo (di cui non si sapeva) o l'eliminazione delle Giunte provinciali. Rimane il fatto che due terzi della manovra è fatta di tasse, solo un terzo di riduzione di spesa, peraltro in gran parte a carico degli enti locali. Da apprezzare l'auto riduzione del proprio stipendio, da parte del Governo e la partecipazione emotiva ai sacrifici per tutti. Il giudizio a questo punto rimane sospeso, in attesa di riforme piu' strutturali (che necessariamente richiedono tempo) per ottimizzare la macchina statale e renderla piu' efficiente ed economica.
Continua il balletto dei partiti, che ancora una volta dimostrano la loro inconsistenza ideologica, sempre e solo alla ricerca della convenienza immediata, di piccolo cabotaggio. Ma pagherà, questa volta?

mercoledì 5 ottobre 2011

La Costituzione: ARTICOLO 21 - Libertà di espressione


Bavaglio_4_01
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro si intende revocato e privo d'ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

mercoledì 6 aprile 2011

Junk Politik


Rifiuti
Junk Politic. Politica spazzatura. E' solo questa la definizione che mi viene in mente oggi.
Quello che sta avvenendo in questi giorni, dentro e fuori le aule del nostro Parlamento, è spazzatura politica.Junk Politic è un Parlamento che dedica tutto il suo tempo, le sue energie per deliberare leggi destinate solo a salvare il culo di uno, causando un sacco di disastri a tutti gli altri. E' Junk Politic chi applaude in maniera provocatoria l'oratore di turno. E' Junk Politic chi manda a quel paese il presidente della Camera, che lo richiama. Sono Junk Politic quei 314 deputati che con il loro voto stabiliscono per legge che Ruby è nipote di Mubarak. Honoris causa, forse.
E' Junk Politic fare marketing politico, anzichè governare. Sulla pelle degli Aquilani, dei Lampedusani, dei Napoletani. Degli Italiani.
E' Junk Politic il governo, che interrompe le proprie sedute per recarsi a votare, per non far mancare la maggioranza. Soprattutto dopo che per anni non si è fatto vedere in aula, nemmeno quando veniva chiamato per spiegare avvenimenti e decisioni al Paese intero.
E' Junk Politic tentare di stravolgere la Costituzione con proposte di modifica immonde, come l'eliminazione della norma transitoria che vieta la ricostituzione del partito fascista (norma peraltro già piu' volte disattesa), o l'articolo 41 che regola la responsabilità d'impresa, o gli innumerevoli tentativi di snaturare l'articolo 3 (la legge è uguale per tutti), o il 21 (libertà di stampa).
E' Junk Politic un ministro dell'Interno che chiama "emergenza clandestini" lo sbarco di poche migliaia di persone in fuga dalla guerra e dalla povertà. O il capo del governo che definisce lo stesso esodo "uno tsunami umano", poche settimane dopo il vero tsunami che ha distrutto e messo in ginocchio il Giappone.
E' Junk Politic volere ad ogni costo il processo breve, dimenticando che ogni reato ha non solo un presunto colpevole, ma soprattutto una vittima certa.
E' Junk Politic anche un'opposizione che continua a sollevare distinguo su ogni cosa, a voler mettere puntini sulle "i" e anche altrove, a non schierarsi, senza se e senza ma, contro i grossolani errori o le non-scelte di questo governo, a favore di una nuova legge elettorale, a favore di una legge contro i conflitti di interesse, una legge che protegga i giovani dalla precarietà, gli anziani dalla povertà, tutti dalla corruzione e dalle mafie.
E' un elenco che potrebbe continuare, ma temo che continueremmo solo a ripetere cose dette e ridette. Quasi sempre inutilmente.
Ma se credete, potete aggiungere qui sotto cio' che vuol dire, per voi, Junk Politic





lunedì 4 aprile 2011

Ber Lusken: messaggio audio n.24


Responsabili
Questa volta è toccato alla platea del gruppo dei responsabili, neo terza gamba della maggioranza, ascoltare in diretta l'audio messaggio numero 24.
Come di consueto, i contenuti dipendono dal destinatario e quindi il grande filosofo ha parlato di accoglienza a Lampedusa (e Calderoli gli ha subito replicato: li accolga a casa sua - ora che ce l'ha), di riforma costituzionale dello Stato (il Parlamento cambia quello che il governo propone - e questo non va bene), di impegno alle prossime amministrative e, argomento che non manca mai, di magistratura deviata e comunista.

L'occasione, come detto, era quella di una assemblea dei Responsabili, il gruppo parlamentare che raccoglie transfughi da vari partiti, dove non si sentivano, evidentemente, abbastanza remunerati. Ora, con il loro decisivo sostegno alla maggioranza, possono aspirare a ricompense ben piu' significative: ministeri, vice-ministeri, sottosegretariati e via di questo passo. Oltre, naturalmente, alla ricandidatura alle prossime elezioni. Questo gruppo comprende personalità eminenti, da Scilipoti e Razzi (fu IDV), a Calearo e Cesario (fu PD), Romano, Pionati e Ruvolo (fu UDC), piu' una schiera di altri modelli di fedeltà (usciti dal PDL, alcuni passati da FLI) che potete trovare qui.

In questa legislatura, B. è finalmente riuscito, dopo tanto lavoro, a distillare una classe politica prona alle sue volontà, piegata ai suoi privati interessi, incapace di resistere ai suoi richiami tintinnanti.
Tutti quelli che, negli anni, gli sono stati vicini, ma senza vendergli completamente l'anima, se ne sono andati. O sono stati scacciati. Vi ricordate Martino? oppure Urbani? Dotti ? Pisanu? e via via per arrivare a Fini: tutti allontanati perchè avevano ancora un briciolo di dignità.
Così, prima nel suo partito - complice il "porcellum", la legge elettorale che mette nelle mani di una sola persona la scelta dei condidati - poi anche nei partiti altrui (uomini e donne senza morale e senza dignità si trovano ovunque, evidentemente), ha messo insieme la piu' grande accozzaglia di servitori, di esseri privi di ogni senso etico, di mercenari della politica, disposti a tutto pur di intascare qualche favore, qualche poltrona o forse, peggio, qualche migliaio di Euro.

Cosi', la platea di quelli che mostrano di divertirsi con le sue patetiche barzellette si è allargata ed è ora piedestallo alle sue gesta paranoiche.
Ma un uomo di così ampie vedute, dovrebbe saperlo: a costruire sulla melma, prima o poi, si scivola.



venerdì 1 aprile 2011

La moratoria nucleare è ufficiale


Centrale_nucleare
Secondo quanto riportato da Televideo RAI, che cita l'ANSA come fonte, ieri il Presidente Napolitano ha firmato il Decreto del Consiglio dei Ministri che stabilisce una moratoria di un anno per la definizione dei siti dove ospitare le centrali nucleari nel nostro Paese.
Questo comporta un congelamento di tutto il processo che vuole riportare in Italia la produzione di energia atomica.
E' una doppia buona notizia: primo perchè tutto si ferma almeno per un anno. Secondo, perchè questo atto del Consiglio dei Ministri vale per 60 giorni e dovrà, entro tale termine, pena la decadenza, essere discusso ed approvato dal Parlamento. Cio' vuol dire che a pochi giorni dal Referendum abrogativo del nucleare del 12 giugno si aprirà anche in Parlamento (potrete seguire qui il suo percorso) una discussione su questo tema e sarà un'occasione in piu' per ragionare, parlare, informare e convincere i cittadini italiani ad esprimersi con la partecipazione al voto.
Rimane aperta e senza risposta, comunque, la questione di un serio piano energetico nazionale: questa moratoria, se da un lato allontana per un po' l'inizio della nuova era atomica italiana, dall'altro lato introduce un ulteriore ritardo nella ricerca delle fonti energetiche necessarie per il Paese: questo governo non si sta occupando dei veri problemi nazionali, evita semplicemente di prendere posizioni chiare su questioni che diventeranno vitali nel breve futuro e che rischiano di portarci al fallimento.Un'ultima nota: un'altra buona notizia "collaterale" è che lo stesso documento firmato da Napolitano non contiene il  nuovo aumento a 60 del numero dei consiglieri (e a 15 per gli assessori) per le città con piu' di un milione di abitanti. La norma era stata varata dal Governo principalmente per accogliere le richieste di Alemanno - in evidente difficoltà nel gestire tutte le pretese dei suoi traballanti sostenitori entro il numero di 48 - ma aveva trovato la contrarietà del Quirinale.

lunedì 28 marzo 2011

Punizione divina?

Stanno avvenendo cose strane in questo Paese. Molto strane. Al punto che mi chiedo, una volta di piu', se tutto cio' sia serio o se stiamo precipitando non già nel ridicolo (quello l'abbiamo già raggiunto e superato), ma nel grottesco.

L'uomo piu' imputato dell'universo, pretenderebbe di trasformare un processo in un derby: squadra del cuore contro resto del mondo. E' capitato oggi a Milano.

Il Paese piu' indeciso del mondo, che l'altro ieri stava con Gheddafi, ieri con la Francia, oggi contro la Francia, domani chissà, resta escluso dalla video conferenza preparatoria della riunione tra tutti i paesi che partecipano alle azioni contro la Libia: quando si fa sul serio, i giullari non servono.

Abbiamo un presidente del consiglio che prima va in giro per il mondo a reclamizzare le nostre segretarie come le piu' belle del mondo, per attirare investimenti, e quando questi investimenti arrivano, fa una legge per bloccarli.

Forum, una trasmissione delle reti Mediaset, cerca di mettere una stampella al disastroso risultato della ricostruzione all'Aquila, invitando una "sedicente" commerciante aquilana, che dice che tutto funziona e la città è rinata. Smascherata nel giro di 12 ore.

In Germania, invece, il nostro presidente del consiglio viene usato nello spot per far pagare il canone televisivo ai tedeschi. Della serie: se non pagate, diventate come loro. "Una democrazia è forte quando ha media liberi". Qualche secolo fa, un simile affronto sarebbe valso una dichiarazione di guerra.

A capo (vice presidente, per la verità) della maggiore organizzazione scientifica nazionale, il CNR, c'è un creazionista, uno che nega la teoria evoluzionista darwiniana (e organizza pure un congresso per ribadirlo) e che afferma, in una intervista a Radio Maria, che il terremoto giapponese è una punizione di Dio (a proposito, andate al link e sottoscrivete la petizione per chiederne le dimissioni: è il minimo che possiamo fare).


E questo è solo la sintesi dell'ultima settimana: ma cosa abbiamo fatto di male per meritarci una simile sciagura? sarà anche questa una punizione di Dio ?

venerdì 18 marzo 2011

Come neve al sole ...

Dopo i tragici avvenimenti giapponesi, che ancora forse non ci hanno mostrato tutto il male che puo' essere causato dall'energia nucleare, anche l'Italia si accoda alla schiera di quanti, in tutto il mondo, sospendono o rimettono in discussione i piani di sviluppo degli impianti nucleari.
Ha iniziato il sottosegretario Saglia, presente alla seduta finale delle commissioni VIII e X che dovevano esaminare lo schema di Decreto Legislativo n.333 relativo alla procedura di scelta dei siti degli impianti: ha cominciato a dire che solo le Regioni che condivideranno la scelta nucleare ospiteranno gli impianti. che equivale a dire nessuna, stante la situazione attuale.
Concetto ribadito oggi dal ministro Romani. In serata anche una dichiarazione di Veronesi, presidente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sembra rimettere in discussione il modello di sviluppo scelto per il rientro nell'era atomica.
In ultimo, anche il ministro dell'Ambiente, Prestigiacomo, si lascia scappare una confidenza subito catturata dall'agenzia Dire: "dobbiamo fermarci, non possiamo rischiare di perdere le elezioni sul nucleare".
Per un motivo o per l'altro, quindi, pare proprio che anche il nostro governo ci stia ripensando. Le motivazioni non sono molto nobili, ma questo non ci stupisce, vista la caratura della nostra classe politica. In ogni caso, quello che conta in questo momento, è il risultato: fermare questa folle corsa verso un modo di sfruttare l'energia dell'atomo che ancora non riusciamo a controllare nel modo dovuto, in piena sicurezza e senza creare problemi piu' grandi di quelli che si vogliono risolvere.

Ora restiamo a vedere se questa intenzione del governo si concretizzerà in azioni certe e chiare o non diventerà solo un modo per far passare un po' di tempo sperando che la gente se ne dimentichi.

L'emergenza quindi non è ancora finita e dobbiamo continuare a parlarne ed a mobilitarci, anche in vista del referendum del prossimo giugno: un plebiscito per il SI sarebbe la vera pietra tombale sulle centrali atomiche, e speriamo questa volta sia per sempre.

lunedì 14 marzo 2011

Fukushima: allarme ancora alto

Non siamo ancora fuori dall'emergenza per quanto riguarda l'impianto nucleare di Fukushima, duramente colpito dal terremoto, che ha sconvolto il Giappone, e dal successivo tsunami. Anzi, la situazione si sta facendo di ora in ora piu' incerta e pericolosa.
Il contenitore del reattore 1 è esploso sabato mattina, a causa dell'idrogeno prodotto dalle reazioni incontrollate avvenute all'interno del nucleo, surriscaldato dall'avaria all'impianto di raffreddamento.
Oggi è esploso il contenitore del reattore 3, per cause analoghe (vedi foto).
La temperatura delle barre di combustibile nucleare continua a salire, in mancanza del liquido di raffreddamento ed anche il pompaggio di acqua marina per abbassare la temperatura non ha ancora portato ai risultati sperati. In particolare, sembra che all'interno del reattore n.2 il combustibile nucleare abbia già iniziato il processo di fusione.
Una nuvola di vapori radioattivi si sta spostando verso sud, risparmiando per ora la città di Tokio, situata a soli 270 km di distanza.
Intanto, in tutto il mondo le reazioni  a questo disastro sono di tipo diverso. Alcuni stati continuano a confermare i loro programmi nucleari, affermando che è impossibile il ripetersi di una serie di eventi sfortunati come quelli avvenuti in Giappone. Tra questi paesi c'è la Turchia, la Russia (11 centrali in costruzione) e, malauguratamente, anche l'Italia (8 centrali programmate).
Altri, invece, hanno già sospeso, in attesa di ulteriori accertamenti, il cammino per la costruzione di nuove centrali. Uno di questi paesi è la Svizzera.
Anche la Francia mette in dubbio la completezza delle informazioni fin qui rilasciate dalle autorità giapponesi, supponendo la situazione sia molto piu' grave di quanto non venga detto.

Aggiornamento delle ore 18:00: anche la Germania dichiara di non voler proseguire sulla strada del prolungamento del servizio delle centrali piu' vecchie: saranno spente secondo i piani originali.

sabato 12 marzo 2011

Fukushima: ad un passo dalla catastrofe

Fukushima: sarà probabilmente un nome che ricorderemo e che entrerà nelle discussioni sul nucleare che ci capiterà di fare tra non molto, appena si entrerà nel vivo del referendum di giugno.
Fukushima è una località giapponese, colpita dal terribile sisma del 11 marzo (8.9 della scala Richter). In questa località, c'è un impianto nucleare, anzi, ben 6 reattori (mentre altri due sono in progettazione).
I reattori piu' recenti (dal 4 al 6) erano fortunatamente spenti per manutenzione, mentre i piu datati (il n.1 è del 1971, il n.2 del 1974, il n.3 del 1976) erano in servizio e al momento della scossa è automaticamente scattato il processo di spegnimento automatico. Naturalmente, in condizioni "normali", tutto avrebbe dovuto andare per il meglio, ma con un terremoto cosi' violento puo' sempre capitare l'imponderabile: un guasto alle linee elettriche ha compromesso la funzionalità dell'impianto di raffreddamento, che percio' non ha funzionato come dovuto. L'improvviso riscaldamento del nucleo è stato percio' inevitabile ed è scattata l'allerta nazionale, con l'evacuazione dei residenti nel raggio di 10 km dall'impianto. Si sta pensando ad uno "scarico controllato" di vapore acqueo (potenzialmente radioattivo) per rimettere in sicurezza l'impianto di raffreddamento.
Io mi auguro che non succeda nulla di piu' grave, che la situazione si risolva e si possa concentrarsi sui già enormi danni del terremoto e del successivo tsunami.
Ma vorrei anche che questa fosse un'occasione per noi, che siamo ancora in tempo, per renderci conto della pericolosità intrinseca della tecnologia nucleare e per cercare vie alternative, che esistono e sono molto piu' sicure e percorribili.
Naturalmente, qui da noi, già stasera le grancasse della propaganda governativa erano su tutti i canali TV a dire che il nucleare è sicuro, che a Fukushima si tratta di un impianto vecchio, che qui non ci saranno terremoti cosi' violenti.
Mi permetto di darvi un consiglio: al prossimo referendum del 12 giugno, votate SI. Giusto per evitare che tra qualche anno non tocchi a noi dichiarare l'allerta nazionale.

martedì 8 marzo 2011

Eravamo cinque amici al bar ...

Cosi' cantavano i 5 membri dell'Agenzia per la Sicurezza Nucleare, nominati dal Governo, dal Ministero dell'Ambiente e dal Ministero dello Sviluppo Economico, con la benedizione del Decreto di nomina del Presidente della Repubblica. Purtroppo pero' la foga delle nomine ha fatto scordare qualche dettaglio, come cercare una sede,  un ufficio in cui riunirsi, quindi i primi incontri si fanno al bar, attorno al tavolino come 5 amici qualsiasi.
Peccato che in quelle riunioni si metta nero su bianco (no, non è un latte macchiato) il percorso che l'Agenzia dovrà indicare e controllare per giungere alla rinascita nucleare del nostro Paese.
E' lo stesso Veronesi, presidente dell'Agenzia da poco nominato, a rivelarlo direttamente dal forum del nucleare italiano, dove potremo seguire passo passo tutti gli avvenimenti che riguardano questo infausto ritorno.
Ma chi sono i 5 personaggi che avranno in mano tutte le procedure, le verifiche, i pareri e i controlli sul percorso, per molti aspetti accellerato, che ci condurrà alle centrali atomiche ?
Umberto Veronesi è il Presidente, dicevamo: noto oncologo (e accanito fumatore), presumo esperto di tecniche di indagine di medicina nucleare. Questo deve essere bastato per farlo nominare al ruolo piu' importante dell'era atomica italiana. Ma dubito che conosca le differenze tra un reattore EPR, PWR o BWR. Speriamo si legga almeno Wikipedia.
Le idee molto chiare non le deve avere, visto che a fine febbraio in un'intervista al Corriere disse che "ci sono centinaia di centrali in costruzione al mondo". Peccato che le centrali in costruzioni siano solo 62 (fonte: IAEA), di cui oltre la metà in Cina (27) e in Russia (11), paesi universalmente noti per la libertà di pensiero.
Il secondo amico al bar è Stefano Dambruoso, magistrato e scrittore: forse sarà quello che verbalizzerà le riunioni, perchè per il resto non ne capisco le competenze. Da magistrato si è occupato di indagini di mafia, di anarchici insurrezionalisti, di terrorismo islamico. E questo la dice lunga sui rischi che correremo.
Poi abbiamo Stefano Laporta, vice prefetto e direttore dell'ISPRA, l'Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale. Prima di questo incarico, era Capo di Gabinetto al Ministero delle Pari Opportunità, un'esperienza che mi pare francamente un tantino sprecata.
C'è poi Maurizio Cumo, accademico e scienziato, docente di ingegneria nucleare presso l'università La Sapienza. Finalmente qualcuno che forse ne capisce.
L'ultimo è Marco Ricotti, professore ordinario di Impianti nucleari presso il Politecnico di Milano. E siamo a due. Su cinque.
Non so cosa riusciranno a tirar fuori, ma almeno sono in numero perfetto per giocare a briscola chiamata, gioco che a Milano si chiama "il due": spesso il destino delle cose si capisce dai numeri!

lunedì 7 marzo 2011

Il nucleare in Italia: a che punto siamo

Ho cercato di raccogliere in una singola pagina del mio blog tutti gli steps e gli adempimenti che, in base alle leggi vigenti, dovranno essere seguiti per arrivare alla definizione dei siti ed alla costruzione degli impianti.
Per essere informati e per conoscere meglio quello su cui saremo chiamati ad esprimerci nel prossimo giugno con il referendum sul nucleare.
La pagina è linkata in cima al mio blog, ma potete arrivarci anche da qui.
Cerchero' di tenerla aggiornata e di completarla, giorno per giorno, per sapere costantemente dove siamo e quale sarà il passo successivo.
Buona lettura!

lunedì 21 febbraio 2011

L'Italia e i suoi Fratelli ...


Credo che almeno mezza Italia abbia assistito al monologo di Benigni l'altra sera, al festival di Sanremo.
Anch'io l'ho fatto e non nego che la performance è stata notevole: Benigni è istrionico e accattivante e quel suo canticchiare l'inno di Mameli, a bassa voce, a luci soffuse, è stato, quasi, ripeto, quasi, commovente.
Ma c'era qualcosa in quei concetti che non mi piaceva, ho sentito delle posizioni, dei concetti che pensavo non appartenessero al popolo di sinistra, al pubblico che generalmente assiste entusiasta alle performance di Benigni.
Percio' mi sono subito collegato a Internet e in Facebook ho subito scritto il mio pensiero: "Benigni sa sempre attirarci con interventi ora divertenti, ora dotti, sempre emozionanti. E forse il particolare momento che viviamo ci porta a considerarci un po' dei novelli carbonari che tramano e combattono per una nuova libertà.
Ma mi chiedo: c'è da vantarsi ad essere italiani? non voglio dire che l'Italia in questo momento non ci merita (anche se è vero), ma ci si puo' vantare di "possedere una nazionalità" ? ci si puo' vantare di essere nati in un determinato preciso punto del pianeta? o non dovremmo piuttosto vantarci, semplicemente, di "esserci", solo in quanto persone vive, individualmente uniche? io sono orgoglioso dei risultati che sono riuscito ad ottenere io, o con l'aiuto di chi mi ha voluto bene, risultati grandi o piccoli che siano, ma non mi sento orgoglioso di essere nato a 300 kilometri da dove è nato Dante o Leonardo, non è un mio merito, è stata solo una fortuita coincidenza ... io la penso cosi'
Benigni è un grande e lo invidio anche un po', ma tutto questo patriottismo io non lo capisco".

Quella sera FB era piena zeppa di commenti entusistici su quanto avevamo appena visto a Sanremo, tutti, destra sinistra e centro (salvo qualche leghista, forse), si sperticavano nelle lodi del ritrovato patriottismo, nell'entusiastica celebrazione della bellezza di essere italiani, dell'orgoglio di essere conterranei di personaggi che hanno conquistato il mondo, con l'arte, con l'ingegno o con la spada.
Francamente ero esterefatto: l'ultima volta che si è sentito il panegirico di Scipione l'Africano, in Italia, credo fu quando il duce annuncio' l'inizio dell'impero italiano, con l'invasione dell'Eritrea e della Somalia. Correva l'anno 1935, XIII dell'era fascista.
Giovedi scorso il coro era unanime, perfino il mio sindaco, buon ragazzo dell'oratorio, twittava al mondo la sua commozione.
Francamente, ero senza parole.
Nessuno si esprimeva a sostegno delle mie tesi, che potete trovare molto argomentate nei commenti seguiti alla mia nota su FB. 
Ma finalmente, stasera, scopro che qualcun altro, molto piu' autorevole di me, ha espresso i suoi dubbi sui concetti espressi da Benigni e la cosa, francamente, mi ha risollevato: che abbia anche lui (come Bersani settimana scorsa!) preso spunto dalle mie note? so che non è vero, ma ... non si sa mai

martedì 15 febbraio 2011

Bersani apre alla Lega

Chi dice "io l'avevo detto", passa sempre un po' per antipatico e saccente, pero' ... io l'avevo detto.
L'apertura di Bersani alla Lega per parlare, ed eventualmente approvare, il federalismo è , a mio parere, una mossa possibile per riuscire a scalzare B. dal suo scranno, a cui invece lui continua a rimanere abbarbicato.
Come dicevo in quel post, la mia proposta era di "costituire un governo a termine con lo scopo preciso di approvare il federalismo ed una nuova legge elettorale. Fatto questo, ognuno per la sua strada e si torni a votare".
Oggi, con la novità del rinvio a giudizio (immediato) per Berlusconi credo che per la Lega la proposta possa essere l'unica via di scampo, per non rimanere schiacciata da un peso troppo grande da sopportare, anche per loro.
Il momento comunque è molto delicato ed anche rischioso. Vedremo se e come ne usciremo.
Per ora, con i dovuti distinguo, condivido la proposta di Bersani.
In ogni caso è una piccola soddisfazione: forse Bersani legge il mio blog?

martedì 8 febbraio 2011

Se non ora, quando?

Pubblico l'appello alla mobilitazione delle donne italiane per Domenica 13 febbraio, in tutte le città d'Italia.

"In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani.
Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che – va ricordato nel 150esimo dell’unità d’Italia – hanno costruito la nazione democratica.
Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.
Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici.
Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la convivenza sociale e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione.
Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza.
Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni.
Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale.
Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando? è il tempo di dimostrare amicizia verso le donne.
L’APPUNTAMENTO E’ PER IL 13 FEBBRAIO IN OGNI CITTA’ ITALIANA"


A Milano la manifestazione si terrà in Piazza Castello, alle 14:30

venerdì 4 febbraio 2011

Legge elettorale: la vogliamo cambiare si o no?

Mettiamo in chiaro una cosa: quando Berlusconi dice che non se ne va perchè la maggioranza degli italiani lo ha votato, dice un'emerita ... bugia.
Infatti, nel 2008, quando gli aventi diritto al voto in Italia erano 47 milioni 126 mila, il suo partito ha avuto 13 milioni 629 mila voti, pari a circa il 29%, cioè meno di 3 italiani su 10 lo hanno votato.
Se poi guardiamo alle elezioni successive, quelle del 2009 per il Parlamento europeo, a fronte di 50 milioni e 410 mila aventi diritto, ha raccolto solo 10 milioni e 807 mila voti, con una percentuale del 21.4%, quindi circa 2 italiani su 10 (vuol dire, grossolanamente, che 1 italiano su 10, in un anno, lo ha abbandonato).
Berlusconi si trova al governo del nostro Paese e con la maggioranza assoluta del Parlamento che lo sostiene (anche se per un voto soltanto) semplicemente grazie ad una legge elettorale, fatta da PDL e Lega nel 2006, che definire "porcellum", come ha fatto Calderoli, è un eufemismo.
Tre sono i motivi principali per cui tale legge deve essere cancellata e modificata prima possibile e credo siano ormai piu' che risaputi.
Primo: le liste bloccate. Il cittadino viene privato del diritto di votare direttamente i suoi rappresentanti, puo' soltanto mettere una croce sul simbolo di un partito, al quale viene demandata la scelta delle persone da eleggere, secondo una lista prefissata.
Secondo: il premio di maggioranza. Il partito o la coalizione che ha anche un solo voto piu' degli altri, prende tutto, si aggiudica la maggioranza assoluta dei seggi.
Terzo: il Senato regionale. Mentre i Deputati vengono scelti a livello nazionale (cioè in base ai voti ottenuti dal partito a livello nazionale), per il Senato vale la conta dei voti regione per regione, e quindi gli eletti vengono scelti su base regionale (una sottospecie di federalismo, cui evidentemente la Lega, come sempre preda di strabismo geografico, teneva molto). In seguito a questa modalità, se si andasse a votare oggi, con le previsoni che danno i sondaggi e supponendo che i contendenti siano i tre "poli" del momento (centro-sinistra, centro-destra, centro), nessuno dei tre avrebbe la maggioranza del Senato, facendoci precipitare nella piu' totale ingovernabilità.
A questo punto, credo che la domanda sia molto semplice: perchè nessuno dei partiti di opposizione presenta in Parlamento una proposta per la modifica dell'attuale legge elettorale? perchè non si comincia a parlare di questo tema? capisco che trovare un accordo sul sistema elettorale è praticamente impossibile, ogni partito ha la sua soluzione, ma una politica dei "piccoli passi" non potrebbe cominciare a dare l'impressione di fare qualcosa di utile per il Paese? ad esempio, la semplice introduzione della preferenza (unica) restituirebbe ai cittadini la possibilità di scegliere il proprio rappresentante, seppur all'interno di una lista proposta dal partito. Questo renderebbe gli eletti piu' attenti agli interessi dei cittadini, piuttosto che a quelli del capo partito che li ha nominati, contribuendo a restituire un barlume di moralità al carozzone della politica.
Sarebbe poi opportuno ridurre il premio di maggioranza, oppure vincolarlo al raggiungimento di una percentuale minima o di un distacco notevole dagli avversari. Magari a scapito della governabilità, si riconoscerebbe maggior peso ad una "minoranza qualificata", in grado di contrastare efficacemente eventuali colpi di mano della maggioranza.
Insomma, come già espresso piu' volte su questo blog, la mia speranza è che i leader dell'opposizione (e penso soprattutto a Bersani ed al PD) tirino fuori un po' di coraggio e comincino a fare qualcosa di concreto per il Paese.
Purtroppo, credo che anche su questo argomento, la mia speranza andrà irrimediabilmente delusa.

venerdì 28 gennaio 2011

Una proposta per la rinascita: primarie subito

Si è fatta ormai strada l'idea, giusta o sbagliata, che Berlusconi rimane al suo posto perchè non esiste una seria alternativa.
Bene. Allora la soluzione per togliercelo di mezzo è semplice: costruiamo un'alternativa.
Mi rivolgo al PD, maggior partito di opposizione, che dovrebbe guidare questa iniziativa.
Il tutto è molto semplice. Primo: dismettere quell'aria da primo della classe che non giova a nessuno, in politica, tantomeno ad un partito che vuol essere popolare e progressista.
Secondo: aprire un tavolo, invitando tutti quelli che ci stanno, dai comunisti piu' estremi, al Movimento 5 Stelle, a Vendola, IDV, Casini e Fini: chi accetta, partecipa, gli altri che vadano al diavolo.
Terzo: il tavolo serve a stilare una lista dei punti programmatici, pochi, chiari, sintetici: 5 punti per le emergenze (lavoro, istituzioni - legge elettorale, finanze, ...), 5 punti per riforme piu' a largo respiro (Scuola, ricerca e università, diritti sociali, liberalizzazioni, ...), senza tanti fronzoli o ragionamenti cervellotici, una paginetta è piu' che sufficiente.
Quarto: si sceglie un leader, anzi, i cittadini scelgono un leader attraverso le primarie, chicchessia, chi vince vince (possibilmente senza comprare i voti, come a Napoli) e soprattutto senza recriminazioni postume.

Basta, il gioco è fatto. Il leader sarà il leader di coalizione e comincerà a lavorare, assieme ai suoi sostenitori, per costruire l'alternativa, per precisare meglio i contenuti dei punti programmatici, per farsi vedere ed apprezzare dalla gente, stando in mezzo alla gente, parlando con le persone normali, la gente qualsiasi.
E ci si prepara alle votazioni, che siano subito, tra un anno o tra due.
Solo cosi' comincerà a passare il messaggio che esiste un'alternativa, che qualcuno sta dicendo cose diverse da quelle del regime, che si sta lavorando per un Paese migliore, finalmente restituito alla normalità.
Non ci vuole nulla, solo due o tre settimane per mettere in moto il tutto e tra un paio di mesi potremmo già sapere chi ci porterà fuori dalle secche.
Questo è un appello disperato: fatelo, vi scongiuro, fatelo subito. Prima che sia troppo tardi.

giovedì 20 gennaio 2011

CL e il desiderio perduto

Navigando qua e la', ho trovato una chicca che non posso non condividere, sperando magari anche di aprire un po' di dibattito sul tema.
Lo spunto viene dal sito del periodico Tracce, organo ufficiale di Comunione e Liberazione, dove ho trovato un interessante contributo, il cosidetto "volantino" del mese di dicembre.
Vi si fa un'analisi della crisi attuale del nostro Paese (applicabile forse anche in ambito piu' esteso) e la diagnosi finale è questa: " ...la crisi è sì sociale, economica e politica, ma è soprattutto antropologica perché riguarda la concezione stessa della persona, della natura del suo desiderio, del suo rapporto con la realtà...".
Si cita anche una ricerca del Censis, che ammonisce:"«Tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare una società troppo appagata e appiattita»", ed indica la direzione in cui ricercare una soluzione: "Ma chi o che cosa può ridestare il desiderio? È questo il problema culturale della nostra epoca. Con esso sono costretti a misurarsi tutti coloro che hanno qualcosa da dire per uscire della crisi: partiti, associazioni, sindacati, insegnanti.... Come? Attraverso la presenza di persone che documentano un’umanità diversa in tutti i campi della vita sociale: scuola e università, lavoro e imprenditoria, fino alla politica e all’impegno nelle istituzioni. Persone che non si sentono condannate alla delusione e allo sconcerto, ma vivono all’altezza dei loro desideri perché riconoscono presente la risposta.".
Quindi, usciremo dalla crisi che ci attanaglia, sempre secondo la rivista cicellina, solamente ad una condizione, cioè se: "decidiamo di essere veramente ragionevoli sottomettendo la ragione all’esperienza, se cioè, liberandoci da ogni presunzione ideologica, siamo disponibili a riconoscere qualcosa che nella realtà già funziona. Sostenere chi, nella vita sociale e politica, non si è rassegnato a una misura ridotta del proprio desiderio e per questo lavora e costruisce mosso da una passione per l’uomo, è il primo contributo che possiamo dare al bene di tutti.".
Mi si è illuminato il cervello: ecco le ragioni antropologiche ed escatologiche che giustificano il supporto a Silvio, che CL non gli hai fatto mancare, e la spiegazione del suo duraturo successo: il suo spropositato desiderio. Anche se con una piccola differenza: lui, la passione, ce l'ha per le donne ...


mercoledì 19 gennaio 2011

Chi ci libererà dal berlusconismo?

Mi spiace un po' iniziare l'anno nuovo, scrivere il primo post del 2011, parlando di questa faccenda. Certo, potrei astenermi, ho resistito finora, potrei resistere ancora. Ma ci sono un paio di aspetti che non ho ancora letto in giro e che vorrei condividere con i miei lettori.
Primo. Non è vero che nel nostro Paese non ci si indigna piu', molti sono indignati, in questi giorni, fortunatamente, e io sono tra questi, anche a costo di essere tacciato di moralismo. Magari ci si fa l'abitudine, all'indignazione, si inflaziona un po' questo sentimento, perchè capita di viverlo quasi ogni giorno, negli ultimi anni, ma quello che molti provano dopo le notizie che riempiono giornali, web e televisione, supera di gran lunga i livelli passati.
La cosa grave, eventualmente, è che non ci si indigna abbastanza o, in altri termini, che non abbastanza persone si indignano. Tant'è vero che è opinione comune, basta parlare un po' con le persone in giro, che se si dovesse andare alle elezioni ora, B.vincerebbe ancora. E' evidente, infatti, che molta gente è ammaliata dalle gesta del viscido nano, lo invidia, lo considera un modello da imitare, da ammirare, da idolatrare.
Non voglio qui ragionare sul perchè questo stia avvenendo, anche se qualche idea ce l'ho. Do' pero' come dato di fatto che una buona parte degli elettori italiani non riesce piu' a dare un giudizio equilibrato, indipendente, staccato sulla condotta del personaggio in questione e continua a prediligerlo come suo governante preferito, nonostante le malefatte di cui viene accusato.
Dando quindi per assodato il fatto che molti cittadini sono ormai preda di ipnosi collettiva e quindi incapaci di reagire, mi chiedo come possa invece rimanere inerme, silenziosa, quando non apertamente favorevole a B. tutta quella parte di Paese che solitamente si definisce come "intellighenzia", quelli che detengono il potere reale e che determinano, con le loro scelte e i loro suggerimenti subliminali, le loro pressioni nascoste, la vera direzione in cui va l'intera nazione. Mi riferisco, per parlare chiaramente, ai meta-poteri forti: la Chiesa cattolica, innanzitutto, con tutte le sue ramificazioni, sette e sotto sette, come Comunione e Liberazione, l'Azione Cattolica, l'Opus Dei e via discorrendo. In secondo luogo, gli industriali, gli imprenditori, grandi o piccoli che siano, quelli che piu' ci guadagnerebbero da un governo che sa governare e da una nazione riconosciuta universalmente nel novero dei Paesi normali. Infine, il mondo della Finanza, il potere economico, quello che normalmente chiede stabilità e certezza e non puo' sopportare un continuo andirivieni di crisi, traballamenti e mozioni di sfiducia.
Ebbene, tutti questi, per i propri principi (mi riferisco ad esempio a CL) o per convenienza (come nel caso delle forze economiche) dovrebbero togliere ogni appoggio, togliere l'ossigeno ad un personaggio privo di ogni principio etico e dedito solo all'auto esaltazione, che ogni giorno mette a repentaglio non tanto la sua dignità, ma quella di un intero Paese.
Solo oggi, dopo ormai quasi una settimana dall'inizio della storia, l'Avvenire e Famiglia Cristiana hanno cominciato a prendere le distanze, anche se con parole molto misurate. Da CL, invece, temo non ci sarà nessuna reazione, troppo intenti a coltivare i loro ipocriti traffici protetti dal potere, anche se eticamente deprecabile (ma, si sa, il fine giustifica i mezzi). Conosco un industriale, di rilevanza nazionale, che da un po' di tempo si fa negare quando Berlusconi lo cerca al telefono, ma non è ancora abbastanza. Servono parole chiare, pubbliche ed inequivocabili, che facciano riaprire gli occhi a chi si è assopito e indichino chiaramente la strada per uscire da questa tragica situazione.
Infine, una proposta, che magari sembrerà spregiudicata, ma quando la situazione lo richiede, è indispensabile anche un po' di coraggio. Le opposizioni parlamentari comincino a contattare la Lega e ad offrire loro un'alternativa: togliere l'appoggio al governo Berlusconi in cambio dell'approvazione dell'ormai stantio federalismo fiscale. Gli si faccia la proposta: far cadere il nano e costituire un governo a termine con lo scopo preciso di approvare il federalismo ed una nuova legge elettorale. Fatto questo, ognuno per la sua strada e si torni a votare. Se la Lega è questo che vuole, questo puo' avere, anche in fretta. Credo che una scelta del genere potrebbe essere compresa anche dai piu' fanatici militanti del Carroccio, che da tempo sopportano l'alleanza col puttaniere incallito in cambio di una promessa federalista, peraltro mai concretizzata.
Sarebbe un atto di coraggio di una classe politica ormai completamente compromessa e incapace di tirarci fuori dalle secche del berlusconismo.