Timidamente, sottolineo, timidamente si riprende a parlare di Legge Elettorale. Si avvicinano le elezioni europee (primavera 2009) quindi bisogna cominciare a parlare di come dovremo votare.
La faccenda preoccupante e’ che le proposte che si sentono avanzare sono proprio le peggiori (anche se dopo l’ultima tornata elettorale non ci si poteva aspettare di piu’): sistema proporzionale, sbarramento, liste bloccate.
Il referendum del 1993 stravinto a grande maggioranza a favore del maggioritario, e’ stato ormai completamente dimenticato. Ma sono anche totalmente inascoltate le proposte contenute nel referendum su cui saremo chiamati ad esprimerci l’anno prossimo (abrogazione parziale della legge del 2005, il “porcellum”) e cioe’ l’eliminazione del concetto di “coalizione” (con il premio di maggioranza assegnato alla singola lista, punto peraltro di fatto gia’ “superato” dai risultati delle ultime elezioni) e, soprattutto, eliminazione delle candidature “multiple” (lo stesso candidato si puo’ ora presentare un piu’ collegi, dando di fatto ai partiti il potere di decidere chi viene eletto e chi no).
Di fatto, si tratta dell’ennesima zampata della “casta” per aumentare e perpetuare il suo potere. Zampata che, a mio modesto avviso, dovrebbe vedere una risposta netta e decisa delle persone ragionevoli ancora presenti in questo paese (e non sono poche).
I punti irrinunciabili per una nuova legge elettorale (da applicare in primis alle prossime elezioni europee), sono per me i seguenti:
- reintroduzione della preferenza (unica): no alle liste bloccate
- eliminazioni delle candidature multiple: un candidato si puo’ presentare in un solo collegio
Senza queste due regole fondamentali, ogni legge elettorale e’ completamente inaccettabile.
Anzi, vorrei lanciare una proposta, che spero venga discussa e condivisa dal popolo della rete (e magari anche oltre): disertiamo in massa le urne per il Parlamento europeo, se non verranno introdotti questi due principi nella legge elettorale (che senz’altro verra’ modificata da qui a primavera prossima).
Mi piacerebbe anche (ma mi rendo conto che sto sognando) che il PD si facesse interprete di questa istanza e diventasse un punto qualificante della sua azione politica.
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