mercoledì 22 dicembre 2010

Fallimento conclamato

La Politica che si arrabatta per sopravvivere, facendo lo slalom tra votazioni alla Vanna Marchi, leggi "ad personam" vere o annunciate, esternazioni para-fasciste di qualche nostalgico d'altri tempi e manovre serpeggianti che ottengono il solo effetto di confondere gli amici, piu' che gli avversari.
Intanto il Paese va da un'altra parte, scende in piazza anche sfidando le manganellate e chiede a gran voce ascolto, solidarietà e futuro.
Ormai è fin troppo evidente che questi partiti, questi politici non hanno nè capacità, nè interesse a capire ciò che sta succedendo nel Paese. E' un fallimento conclamato.
Rinunciate, andate via, la vostra stagione è finita. C'avete provato, ci state provando da decenni, ma non ci siete riusciti. Avete fallito.
Oppure ravvedetevi, chiedete scusa a chi vi ha pagato lo stipendio finora e uscite dai vostri palazzi dorati per capire cosa sta succedendo, per parlare con la gente, per ascoltare i consigli da chi lavora, studia, lotta tutti i giorni per un'Italia migliore.

venerdì 17 dicembre 2010

Il PD al bivio

Ho come l'impressione che l'intervista di oggi su Repubblica al segretario del PD, Bersani, possa diventare una specie di pietra miliare, vorrei quasi dire 'tombale', nel processo di disgregazione di quel partito.
La fiducia ottenuta per soli tre voti dal premier Berlusconi sta cominciando a produrre i suoi infausti frutti. Ancora una volta lo scaltro nano manda in confusione l'opposizione, che si mostra quindi in tutta la sua debolezza.
Io credo che quello che serve al Paese, oggi, non sia un'alleanza in grado di battere o "di andare oltre" Berlusconi. Non serve nemmeno, credo, continuare a blaterare dei pur gravi problemi del Paese, della crisi economica, della disoccupazione, senza poter fare nulla di concreto.
Quello che manca oggi è la credibilità. L'intera classe politica italiana ha completamente perso la sua credibilità, ammesso che ne abbia mai avuta, naturalmente.
Il PD, anzi, il suo segretario, dovrebbe capire una cosa fondamentale: il mondo è cambiato e le cose non funzionano piu' come una volta. Percio', non si vince sommando i voti del PD con quelli del terzo polo solo perchè la loro somma oggi è superiore ai numeri di Berlusconi. Perchè, oggi, gli elettori scelgono la proposta che percepiscono come la piu' credibile, oppure possono anche non votare.
Perciò, volere a tutti i costi un'alleanza col centro, serve solo a demoralizzare una volta di piu' i suoi potenziali elettori, col rischio di perderne una buona parte. Chi voleva andare al centro c'è già andato, come Rutelli, la Binetti e i loro fedelissimi.
Secondo punto: le primarie. Bersani dice che le primarie provocano divisioni. Io sono convinto che toglierle provocherebbe un disastro molto piu' grave, perchè al momento sono l'unico, piccolo strumento con cui i cittadini partecipano alla scelta dei loro rappresentanti, l'unico contatto tra la politica e la gente. Il PD finora è stato l'unico partito cosi' coraggioso da utilizzarle, anche se con qualche dubbio, ma eliminarle lo farebbe ripiombare in quell'area di distacco e di inarrivabile e antipatico privilegio che già caratterizza tutti gli altri partiti.
Certo, forse l'esito delle primarie potrebbe premiare qualcun altro, Vendola ad esempio. E' un rischio da correre. Sarebbe forse meglio scoprire direttamente alle elezioni che Bersani le ha perse comunque ? Se gli elettori del centro sinistra preferiscono Vendola, lo votano alle primarie come alle elezioni. Di questo Bersani se ne deve fare una ragione.
Mi permetto infine di dare qualche altro piccolo consiglio ai dirigenti del PD.
Spendete un pomeriggio alla settimana a leggere i blog ed i commenti dei vostri potenziali elettori in Facebook: avreste modo di sapere, in anticipo, che aria tira dalle parti del centro sinistra.
Date una ripulita alle fila del partito, applicando qualche regola che il vostro statuto non ha voluto implementare fino in fondo: due mandati e poi si torna a casa, no agli inquisiti, via le primedonne con idee traballanti (alla Calearo, per intendersi), scegliete piuttosto qualche semplice militante, anche ad occhi chiusi, sarebbe sempre meglio di certa gente.
Poi magari fate in modo che i soldi dei cittadini non vadano nelle tasche dei partiti, come un referendum di qualche anno fa aveva chiesto. Dimezzatevi lo stipendio, ve ne resterebbero piu' dei precari e degli operari che tirano la fine del mese comunque, anche se con qualche sacrificio. Insomma, rendetevi credibili non per quello che dite, ma per quello che fate (mi sembra un principio cosi' ovvio che mi vergogno perfino a scriverlo).
Se farete cosi' vedrete che saranno gli altri a cercarvi, a chiedervi le alleanze, a votare per voi.
Solo se sarete disposti a "perdere" qualcosa, forse, finalmente vincerete. E, assieme a voi, vinceremo anche tutti noi ed il nostro Paese. Per favore.

martedì 14 dicembre 2010

Anche Veltroni e Di Pietro dovrebbero dare le dimissioni

E' facile, in momenti come questo, farsi prendere dallo scoramento.
Molti, forse tutti noi, ci aspettavamo che la data odierna, 14 dicembre, segnasse la fine dell'era berlusconiana, conseguenza e nello stesso tempo causa del marciume che invade l'Italia in questi ultimi tempi. Lo speravamo, anche se avevamo quasi il timore di ammetterlo.
Ed infatti, non è successo. Dopo la diaspora dei finiani, la contro-diaspora dei finiani pentiti, che di fatto hanno riportato in bilico la conta.

Ma la vera goccia, che ha fatto traboccare il famoso vaso, sono stati i tre "transfughi" che, abbandonando le fila di quella che era, ad inizio legislatura, l'opposizione, hanno determinato la vittoria, pur risicata, dei "fiduciosi". Sto parlando di Calearo e Cesario (ex-PD) e di Scilipoti, eletto nelle fila dipietriste. Auto definendosi "movimento di responsabilità", hanno votato la fiducia a Berlusconi e si sono fiondati (cosi' dicono le cronache) nell'ufficio del premier subito dopo il voto. Per incassare il premio, probabilmente.
Non voglio spendere piu' di tante parole su tali figuri, in fin dei conti mercenari e prezzolati sono sempre esistiti e anche costoro non finiranno certo nei testi di storia come eroi del ventunesimo secolo.
Vorrei invece soffermarmi un attimo su qualcun altro, su chi ha scelto questi personaggi, li ha inseriti in lista, in una posizione tale da garantirne l'elezione. Mi riferisco a Veltroni, segretario del PD nel 2008, che ha personalmente candidato Calearo come capo lista nel nord-est e Cesario in Campania, e a Di Pietro, che ha scelto e approvato il nome di Scilipoti.

Loro sono i veri responsabili, loro sono le acute menti che hanno saputo valutare la coerenza, la convinzione, le potenzialità di questi uomini probi, loro hanno avuto l'intuito di consegnare un seggio parlamentare, la rappresentanza di decine di migliaia di cittadini onesti e in buonafede a personaggi dal profilo alto e dalla incrollabile coerenza. Grazie anche ad una legge elettorale che mette tutta la responsibilità della scelta dei parlamentari nelle mani dei segretari di partito, sottraendola ai cittadini elettori.

Ebbene, io credo che Veltroni e Di Pietro dovrebbero dare una spiegazione, dovrebbero giustificare le loro scelte e ammettere i loro errori politici, dimostrando che, almeno loro, sono uomini degni di essere chiamati tali. Nell'unico modo possibile: rassegnando le dimissioni e sparendo dalla scena pubblica per sempre.
Non si puo' sempre incolpare Berlusconi di tutti i mali, anche l'insipienza e gli errori di chi sta dall'altra parte sono almeno corresponsabili del fallimento della Politica e dell'Etica nel nostro Paese.
Siate seri, chiedete scusa e andatevene. Per il nostro bene e per il vostro.