L'altalena delle borse e delle quotazioni dell'Euro di questi ultimi giorni, fanno vedere con chiarezza quanto sia debole e indifeso il sistema finanziario europeo.
Le scorribande degli speculatori mondiali hanno provocato profonde perdite e repentini guadagni con percentuali assolutamente inusuali, almeno in anni recenti. E senz'altro alcuni - pochi - avranno intascato rendite enormi, a danno del solito "parco buoi", i non addetti ai lavori, che come sempre si accollano le perdite.
Una domanda viene però spontanea in queste condizioni: ma i nostri politici, quelli che governano e prendono le decisioni di politica monetaria, finanziaria ed economica, sono all'altezza delle situazione ?
Una risposta precisa è forse impossibile, solo il tempo (e i risultati delle scelte di questi giorni, visibili solo tra molti mesi) potrà dire se le azioni e le decisioni prese sono quelle giuste. Nel frattempo, non ci resta che fare qualche considerazione, molto semplice, da non addetti ai lavori.
Primo: è evidente una mancanza di "governance" unitaria, di una posizione univoca e, in qualche modo, al di sopra delle parti, per la gestione delle questioni economiche in Europa. A parte la Banca Centrale Europea, unico organo comunitario di qualche peso, la politica finanziaria, fiscale e monetaria è nelle mani di ciascun singolo stato, che la interpreta e la definisce in base alle proprie, locali e limitate, esigenze, molto spesso dettate da banali, quanto miopi, considerazioni elettorali (cioè, vincere le elezioni).
Va da se' che questa situazione mostra tutta la sua debolezza nell'affrontare in maniera adeguata la situazione: una moneta, adottata da 16 paesi europei, ognuno dei quali agisce e si muove per proprio conto, diventa inevitabilmente bersaglio degli speculatori, essendo intrinsecamente incapace di porre in essere politiche e difese condivise e immediate, quando necessario.
In conclusione: l'adozione di una moneta unica avrebbe richiesto, fin da subito, una "governance" al di sopra delle parti, naturalmente espressione delle esigenze e dei governi di tutti i paesi, ma sostanzialmente autonoma nel muoversi e nell'agire quotidiano. Un'autorità di gestione, agile e autorevole, in grado di determinare gli indirizzi di natura finanziaria, economica e di tutto quanto connesso (quindi fino alla materia tributaria e fiscale), indispensabile se vogliamo tendere alla vera e sostanziale unità economica dell'Europa, unica possibilità per dare solidità alla moneta comune.
Il secondo punto, è piu' legato a come stanno andando oggi le cose ed alle scelte concrete dei politici del momento: siamo sicuri che gli attuali capi dei governi europei (con relativi ministri economici) sappiano il fatto loro? basta prendere ad esempio la Grecia: negli ultimi anni, i governanti locali hanno falsificato i numeri di bilancio dello stato, con la complicità di importanti società di rating, facendo vedere la situazione molto meno grave di quanto non fosse. Ma vi pare possibile? Ora, per colpa di un gruppo di persone senza scrupoli, anche se eletti dal popolo, non solo gli abitanti di quel paese, ma anche tutti noi, cittadini europei, paghiamo delle conseguenze pesanti e forse non del tutto ancora chiare.
Ma anche rimanendo in casa nostra, quali competenze puo' avere un governo con a capo una persona che ha costruito la sua fortuna prima costruendo palazzi, poi con il business delle TV, peraltro nate e cresciute in base a leggi ingiuste e improvvisate, frutto di clientelismi e, magari, anche di corruzione? Quali studi ha fatto Berlusconi? cosa ne sa di Macro-Economia e di Economia Politica ? mentre lui faceva lo "chansonnier" sulle navi da crociera, gli statisti della sua generazione si facevano il mazzo all'università.
E il ministro dell'economia? lui almeno è laureato (anche se in Giurisprudenza), ma ha sempre fatto il consulente tributario, oltre ad insegnare all'Università ed essere stato il pupillo economico di De Michelis ...
Provate a leggervi il curriculum di Timothy Geithner, suo corrispondente nell'amministrazione Obama. Giusto per capire la differenza ...
Per affrontare momenti cosi' critici e determinanti per la qualità della vita di tutti noi e per il futuro dei nostri figli, servirebbero persone in grado di raccogliere, degnamente, la fiducia dei cittadini, persone preparate e sicuramente interessate, prima di tutto, al bene del proprio paese. Non saltimbanchi, nani o illusionisti, sempre pronti a proteggere prima i loro affari e mai gli altri, provincialotti arricchiti, mezze tacche da operetta, gente che non solo non conosce le leggi dell'economia mondiale, ma nemmeno sa usare a dovere i congiuntivi.
In mano a questa gente, il futuro dell'Europa intera non puo' essere che preoccupante e incerto.
Forse è ormai tempo che ce ne rendiamo conto e cominciamo a fare qualcosa.
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