giovedì 3 luglio 2008

Una lezione dall'oriente

Una storia che quasi non ci si crede, se non fosse stata documentata e raccontata da diversi quotidiani, sia italiani (La Repubblica e il Corriere della Sera) che stranieri (The Guardian).
Ecco cosa ha scritto ieri The Guardian (la traduzione e’ mia, ma potete trovare l’originale qui)

===================
“Poche iniziali incise sul muro di uno dei piu’ famosi monumenti di Firenze mettono in moto una caccia al colpevole dall’altra parte del mondo - e mettono in evidenza l’enorme differenza culturale tra Italia e Giappone.
I media italiani hanno raccontato ieri - con meraviglia, incredulita’ e ammirazione - il caso capitato ad alcuni turisti giapponesi che hanno lasciato i loro nomi incisi sulle pietre della terrazza panoramica della cattedrale fiorentina.
Cosi tanti italiani e turisti di altri paesi fanno altrettanto, al punto che, come afferma Paolo Bianchi, un custode della cattedrale, “ci sono nostri addetti il cui unico scopo ogni giorno e’ quello di cancellare dai muri cuori infranti, dichiarazioni d’amore e ‘ricordi di viaggio’“.
Nel paese dove il primo ministro, Silvio Berlusconi, e’ occupato a procurarsi l’immunita’ giudiziaria, nessuno si sogna di fare qualcosa per questa storia.
Ma quando un turista giapponese fotografa, sul muro della cattedrale di Firenze, una serie di graffiti fatti nella sua stessa lingua, si scatena quella che ‘La Repubblica’ definisce “una caccia all’uomo“, con tanto di appelli diffusi in tutti i maggiori quotidiani, televisioni e Internet Forum giapponesi.

Una ragazza, che aveva lasciato le proprie iniziali e il nome della sua universita’ (Gifu), e’ stata subito rintracciata. Lei, con due suoi colleghi, e’ stata sospesa per due mesi dalla scuola e potrebbe essere gia’ tornata a Firenze per rimuovere il suo graffito. L’Universita’ di Gifu si e’ offerta di pagare il danno alla diocesi fiorentina, che pero’ ha gentilmente rifiutato.

Ma una sorte ancora piu’ severa potrebbe attendere tre studenti della Kyoto Sangyo University che hanno confessato la loro colpa imbrattando le pareti di marmo che sostengono il capolavoro di Brunelleschi: potrebbero essere definitivamente espulsi.

Domenica, un altro colpevole e’ stato scovato - un insegnante di 30 anni della Mito - che visito’ Firenze nello scorso gennaio: e’ stato gia’ allontanato dal ruolo di allenatore della locale squadra di baseball e ora rischia anche di perdere il posto di insegnante.

Il ‘Corriere della Sera’, che ha dedicato a questa storia un pezzo in prima pagina, ha intervistato un esperto di cultura giapponese, Gian Carlo Calza che, cercando di spiegare la severita’ di simili reazioni, dice ”gli studenti, ma soprattutto il docente hanno fatto perdere la faccia al loro paese all’estero. Essi hanno offeso chi gli dava ospitalita’ - cioe’ a dire l’Italia - e questo, per la loro mentalita’, e’ inaccettabile“.

Come scusa, l’insegnante, intervistato da una TV giapponese, dice, con gli occhi bassi: “avevo sentito che scrivere il tuo nome su quelle pareti avrebbe portato felicita’ “.
======================

Fin qui il “The Guardian”. Aggiungo due semplici considerazioni:
1. Si dovesse applicare qui da noi lo stesso metodo, non lavorerebbe piu’ nessuno.
2. E’ proprio vero che ognuno ha i governanti che si merita …




2 commenti:

Anonimo ha detto...

Infatti all’estero ci considerano dei pessimi turisti. Mi dispiace che nessuno abbia lasciato un commento, ma mi auguro che moltissimi lo abbiano letto (12 fino a questo momento?). Ma non mi illudo, siamo un popolo di merda. Guarda chi ci ha governato e chi ci governa… e noi continuiamo a votare.

Anonimo ha detto...

è esattamente l’opposto della cultura e modo di fare all’italiana. Questi sono segnali al resto del popolo, ora tutti i turisti giaponesi prima di fare una cosa simile, s’informeranno sulle conseguenze. Comunque si capisce che l’hanno fatto in buona fede e copiando quello che hanno visto fare agli altri.
Propongo di mandare una richiesta all’università, chiedendo di applicare qualche sanzione, magari qualche ora di servizio civile (pulizia dei muri, strade…), ma di evitare di licenziare una persona, che magari poi si trova in difficoltà per un errore si, ma fatto in buona fede.

Che ne dite??
Youssef