martedì 13 gennaio 2009

La crisi del PD è veramente irreversibile?

Vi segnalo un interessante articolo a firma Gianfranco Brunelli, apparso di recente sul quindicinale “Il Regno“, rivista di attualita’ e documenti delle Edizioni Dehoniane. Tanto per chiarire, la rivista e’ ritenuta molto vicina all’area prodiana del PD ed in qualche modo, ne e’ anche la voce ufficiosa.

L’articolo, dal titolo “PD, procede la crisi“, lamenta il fallimento dell’esperienza del PD, “avviato al declino“, perche’ e’ un “partito privo di identita’ culturale e di progetto politico“. L’insuccesso alle elezioni abruzzesi mostra infatti che l’elettorato del PD lo sta ormai abbandonando, perche’ non riesce a coglierne la novita’, l’identita’ specifica. Come dice Brunelli: “un partito senza passato e senza futuro, che vive solo del presente dei suoi dirigenti, della dialettica del loro potere personale“.

Aprire a Casini, come leader dei cattolici (dopo aver isolato al proprio interno gli stessi cattolici democratici), interloquire con Bossi per guadagnare qualche carattere federalista (il PD del Nord), mettersi al tavolo con Berlusconi sulla giustizia (le larghe intese) “non costituisce di per se’ alcuna identita’ “.

Ma la carenza piu’ grave all’interno del PD e’ la totale mancanza di democrazia: criticare Berlusconi per la sua gestione del PdL e di fatto comportarsi nello stesso modo, mina alla base la credibilita’ del leader. La domanda di partecipazione espressa dal popolo delle primarie, quel 14 ottobre del 2007, e’ andata completamente dispersa, l’appellativo “democratico” non si e’ concretizzato in alcun modo. La costituzione del nuovo partito si e’ rivelata essenzialmente come l’ultimo passo della transizione PCI - PDS - DS, ultimo atto della storia post-comunista. Niente a che vedere con una vera e nuova formazione democratico-riformista, come era nelle aspettative di molti di quelli che sono andati a votare quel giorno.
Nessuno dei grandi temi del paese e’ stato mai discusso e votato da alcun organismo interno e nessuna linea politica e’ emersa dalle riunioni della costituente, espressa dal voto delle primarie. Brunelli afferma addirittura che “la questione morale che oggi emerge anche nel PD ha nel deficit di democrazia interna la propria radice” (per la gestione dei ‘cacicchi’ locali).

Percio’ il PD e’ destinato ad un ruolo sempre piu’ marginale, non potendosi proporre ne’ come credibile alternativa all’attuale maggioranza, ne’ come propositore di soluzioni ai gravi problemi che attanagliano oggi il paese.

Se questo articolo in qualche modo rappresenta il pensiero di Prodi e dei suoi piu’ vicini collaboratori, tra poco assisteremo a qualche manovra dentro, e magari fuori, al PD.
Sinceramente, me lo auguro.

L’articolo completo lo trovate qui.

Nessun commento: