Dopo una giornata al calor bianco, con esternazioni ormai esplicite di reciproco disprezzo, è di questa sera la notizia che Fini tende la mano a Berlusconi e gli propone una tregua: calmiamo le nostre tifoserie e manteniamo l'impegno con gli elettori.
Segno di forza o di debolezza? propendo per la seconda: Fini, politico troppo intelligente per farsi mettere nell'angolo, evidentemente non ha in mano le carte giuste per portare fino in fondo la partita. Fini ha una duplice esigenza, prima di rompere il patto con l'imperatore: innanzi tutto, non essere quello che fa cadere il governo, non puo' assumersi la responsabilità di essere additato come la causa del disastro, della fine del PDL e del governo - verrebbe inchiodato alle sue responsabilità da tutta la macchina della propaganda berlusconiana e sarebbe fatto fuori in pochi istanti.
Secondo, e piu' importante motivo, prima di presentarsi come nuovo partito diviso dal PDL, deve riorganizzare la sua base, deve conoscere su chi puo' contare, non tanto in parlamento, quanto sul territorio, nelle città e nei paesi dove in caso di nuove elezioni si svolgerà la battaglia elettorale, sia per la scelta dei candidati, sia per la raccolta delle firme che per la campagna elettorale.
Percio', finchè non sarà pronto, Fini se ne guarderà bene dal mandare tutto a monte, e in ogni caso, deve puntare a farsi buttar fuori piuttosto che andarsene sbattendo la porta (e facendo crollare la casa).
Percio', per ora, io credo che Fini non sia altro che un fuoco di paglia, una guerra interna al PDL per giocarsi leadership e candidature per la prossima scadenza elettorale, ma senza una reale e precisa volontà di rinnovare e moralizzare la politica in Italia.
Berlusconi, dall'altro lato, avrebbe tutto l'interesse ad accelerare l'espulsione dell'infedele, proprio per il motivo opposto, per non concedergli il tempo di organizzarsi. Ma sa altrettanto bene che senza di lui e con una Lega Nord arrabbiata per non essere riuscita a portare a casa alcun risultato concreto sul fronte del federalismo, la sua carriera politica sarebbe praticamente e definitivamente conclusa. Ed allora, potrebbero finalmente iniziare tutti i processi che lo vedono imputato e sarebbe la fine.
La partita quindi non si risolverà nel modo che, credo, tutti noi speriamo, con la caduta del cavaliere. Piuttosto io penso ci sarà una convivenza sotto lo stesso tetto, almeno per un altro anno, tra scaramucce e riappacificazioni, in una lotta interna la cui unica vittima sarà, com'è ovvio, l'intero Paese.
Spero di sbagliarmi, ma, si sa, tra varie ipotesi equiprobabili, si verifica sempre la piu' sfavorevole.
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