lunedì 16 giugno 2008

Dopo il NO irlandese al Trattato di Lisbona


L’Irlanda ha detto NO al Trattato di Lisbona, in pratica un no al faticoso cammino che ci dovrebbe portare, in un tempo piu’ o meno lungo, ad un’Europa, anche politicamente, unita.
Nel coro di pareri dispiaciuti e preoccupati, proveniente da praticamente ogni stato europeo, Italia compresa, stona la solita voce contraria della Lega Nord. Ma alla Lega riservero’ un post dedicato nei prossimi giorni.

Aggiungo qui alcune considerazioni circa la Comunita’ Europea.
Un’Europa unita’ e piu’ forte non puo’ che far del bene all’attuale situazione politica del mondo intero.
Si pensi semplicemente al fatto che la EU e’ il piu’ grande gruppo di paesi (quasi mezzo miliardo di abitanti) che ha completamente e spero definitivamente messo al bando la pena di morte. L’Europa ha una attenzione ed un rispetto per i diritti umani che non esiste in alcun altro paese importante, nemmeno della cosiddetta area “occidentale”. Lo stesso avviene per il rispetto dell’Ambiente (anche se su questo ci sono alcune pecore nere all’interno della stessa Unione) e per l’attenzione verso fonti di produzione di energia in forma rinnovabile.
In sintesi, un’Europa unita potrebbe essere una significativa garanzia per la pace, per il miglioramento, per la stessa sopravvivenza del nostro pianeta, da contrapporre da un
lato alla miopia degli Stati Uniti, dall’altro alla cecita’ delle tigri asiatiche.

Francia, Germania, Regno Unito (meglio tacere sugli altri) non avrebbero mai da soli lo stesso peso internazionale che potrebbero avere all’interno di una grande unione che comprende 27 paesi che si muovono come uno solo.

Vorrei quindi che il percorso dell’unita’ non venisse interrotto a causa del voto irlandese. Vorrei che i governanti europei, quelli che ci credono, continuassero a guardare avanti, a immaginare ed a farci vedere un’Europa piu’ giusta, piu’ pulita, piu’ sicura di quella che vediamo oggi con i nostri occhi.
Vorrei che si smettesse di arroccarsi attorno al proprio campanile, in nome di tradizioni vecchie, ormai insignificanti, completamente incompatibili con lo stato attuale delle cose.

E’ un sogno ? forse. Ma il migliore modo per smettere di sognare e’ realizzare i sogni.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Giusto il discorso sull’Europa e sul peso che potrebbe avere su scala mondiale ma non ti dice nulla il fatto che DOVE IL POPOLO HA POTUTO ESPRIMERSI HA VOTATO CONTRO? NON CI SARA’ QUALCOSA DA RIVEDERE NELL’EUROPA COSI’ COME SI DELINEA? Magari pensare un po’ meno ai capitali (e a chi li detiene) e di più alla gente comune?
Tony

Fabio ha detto...

Caro Tony, sono d’accordo con te al 100%. Pero’ e’ proprio quello che mi aspetto da governanti all’altezza della situazione. L’Europa unita e’ sempre stata intesa, specialmente da Francia, UK e un po’ anche da noi, come una minaccia agli interessi personali, una sorta di limitazione dell’autonomia del singolo stato.
Quello che ci serve e’ un salto di qualita’, guardare lontano, immaginare come sara’ il mondo tra cent’anni (ammesso che abbia senso) elavorare per una cosa nuova, migliore di quella che abbiamo e immaginiamo adesso. Tanto per non fare nomi, non ci servono politici miopi o cechi alla Calderoli, rimpiango gli statisti veri, quelli che hanno fondato l’Europa moderna, alla De Gaulle, De Gasperi, Adenauer. Gente con una visione del futuro, gente con sufficiente carisma per trascinare il popolo, che, si sa, pensa di piu’ alla propria pancia che al proprio futuro.
Lo so che e’ una specie di utopia, ma non per questo meno auspicabile.
Grazie per il tuo intervento e torna a trovarci
Ciao

Anonimo ha detto...

Sul punto dell’ambiente che oggi l’europa si fa trascinante, e critica sopratutto gli asiatici, non mi trova d’accordo, non che io sia anti ambientalista, tuttaltro, ma è troppo facile oggi fare i moralisti ed i conti in tasca agli altri, quando 70 - 80 anni fa, quando i paesi europei erano emergenti, facevano peggio. Voglio vedere qual’è il popolo che mentre vede la possibilità di sfamare la propria gente e scalare l’egemonia occidentale che dura da un paio di secoli, ci rinuncia solo per rispetto dell’ambiente. Ormai non si può fare nulla, ed il momento adesso è loro, purtroppo per noi e per fortuna loro, come sempre, ma cambiano i ruoli, e neanche tanto.
Youssef