venerdì 17 dicembre 2010

Il PD al bivio

Ho come l'impressione che l'intervista di oggi su Repubblica al segretario del PD, Bersani, possa diventare una specie di pietra miliare, vorrei quasi dire 'tombale', nel processo di disgregazione di quel partito.
La fiducia ottenuta per soli tre voti dal premier Berlusconi sta cominciando a produrre i suoi infausti frutti. Ancora una volta lo scaltro nano manda in confusione l'opposizione, che si mostra quindi in tutta la sua debolezza.
Io credo che quello che serve al Paese, oggi, non sia un'alleanza in grado di battere o "di andare oltre" Berlusconi. Non serve nemmeno, credo, continuare a blaterare dei pur gravi problemi del Paese, della crisi economica, della disoccupazione, senza poter fare nulla di concreto.
Quello che manca oggi è la credibilità. L'intera classe politica italiana ha completamente perso la sua credibilità, ammesso che ne abbia mai avuta, naturalmente.
Il PD, anzi, il suo segretario, dovrebbe capire una cosa fondamentale: il mondo è cambiato e le cose non funzionano piu' come una volta. Percio', non si vince sommando i voti del PD con quelli del terzo polo solo perchè la loro somma oggi è superiore ai numeri di Berlusconi. Perchè, oggi, gli elettori scelgono la proposta che percepiscono come la piu' credibile, oppure possono anche non votare.
Perciò, volere a tutti i costi un'alleanza col centro, serve solo a demoralizzare una volta di piu' i suoi potenziali elettori, col rischio di perderne una buona parte. Chi voleva andare al centro c'è già andato, come Rutelli, la Binetti e i loro fedelissimi.
Secondo punto: le primarie. Bersani dice che le primarie provocano divisioni. Io sono convinto che toglierle provocherebbe un disastro molto piu' grave, perchè al momento sono l'unico, piccolo strumento con cui i cittadini partecipano alla scelta dei loro rappresentanti, l'unico contatto tra la politica e la gente. Il PD finora è stato l'unico partito cosi' coraggioso da utilizzarle, anche se con qualche dubbio, ma eliminarle lo farebbe ripiombare in quell'area di distacco e di inarrivabile e antipatico privilegio che già caratterizza tutti gli altri partiti.
Certo, forse l'esito delle primarie potrebbe premiare qualcun altro, Vendola ad esempio. E' un rischio da correre. Sarebbe forse meglio scoprire direttamente alle elezioni che Bersani le ha perse comunque ? Se gli elettori del centro sinistra preferiscono Vendola, lo votano alle primarie come alle elezioni. Di questo Bersani se ne deve fare una ragione.
Mi permetto infine di dare qualche altro piccolo consiglio ai dirigenti del PD.
Spendete un pomeriggio alla settimana a leggere i blog ed i commenti dei vostri potenziali elettori in Facebook: avreste modo di sapere, in anticipo, che aria tira dalle parti del centro sinistra.
Date una ripulita alle fila del partito, applicando qualche regola che il vostro statuto non ha voluto implementare fino in fondo: due mandati e poi si torna a casa, no agli inquisiti, via le primedonne con idee traballanti (alla Calearo, per intendersi), scegliete piuttosto qualche semplice militante, anche ad occhi chiusi, sarebbe sempre meglio di certa gente.
Poi magari fate in modo che i soldi dei cittadini non vadano nelle tasche dei partiti, come un referendum di qualche anno fa aveva chiesto. Dimezzatevi lo stipendio, ve ne resterebbero piu' dei precari e degli operari che tirano la fine del mese comunque, anche se con qualche sacrificio. Insomma, rendetevi credibili non per quello che dite, ma per quello che fate (mi sembra un principio cosi' ovvio che mi vergogno perfino a scriverlo).
Se farete cosi' vedrete che saranno gli altri a cercarvi, a chiedervi le alleanze, a votare per voi.
Solo se sarete disposti a "perdere" qualcosa, forse, finalmente vincerete. E, assieme a voi, vinceremo anche tutti noi ed il nostro Paese. Per favore.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non c'è nulla da fare caro Fabio e non ti ascolteranno mai (come farebbe poi Bersani a farsi un giro negli States per "approfondire" le affinità culturali con i Democratici di là? e con che soldi pensi se lo sia pagato il giro?). Basta dare un'occhiata al sito del PD di Cernusco per capire quanto siano lontani dalla gente già sul territorio in cui vivono e operano.

Fabio ha detto...

Caro anonimo (ma perchè insisti a non darti un nome?) il vero problema non è il PD di Cernusco, che bene o male conosciamo e se incontri qualcuno di loro per strada ci puoi anche discutere, e magari ci possono anche dare ragione. La cosa grave, invece, è lo scollamento tra il PD di Cernusco (e molte altre sezioni sparse in tutta Italia) ed il partito nazionale, al punto che lassù fanno cose che la base non condivide. O comunque azioni che non riescono a calamitare gli elettori, quelli che non fanno parte degli iscritti del PD. Ho come l'impressione che se Bersani andrà verso Casini e soci, c'andrà da solo, sarà lui di fatto a lasciare il PD, perchè la maggior parte dei potenziali elettori del PD non lo seguiranno. Almeno questo è cio' che vedo io.