Resto convinto che le riforme non siano la cosa più importante che serve a questo Paese in questo momento (vedi il mio post più sotto).
Visto però che si continua a parlarne tanto, dico anch'io la mia.
La prima (e credo anche unica) cosa da riformare, a mio avviso, è la legge elettorale: ridare ai cittadini la possibilità di scegliere il proprio candidato, togliendo questo potere alle segreterie dei partiti, è il primo passo fondamentale. Come effetto collaterale, altrettanto importante, ogni eletto si sentirebbe debitore nei confronti dei suoi elettori, non nei confronti del segretario di partito che l'ha nominato. Forse i parlamentari comincerebbero a pensare almeno un po' al bene cittadini e non solo del partito.
La reintroduzione della preferenza sarebbe quindi il primo passo. In alternativa, forse ancora meglio, si potrebbe arrivare al collegio uninominale col doppio turno: si presenta chi vuole, anche senza tante barriere di raccolta firme o quorum, si vota, i due che arrivano primi vanno al ballottaggio. Questo porterebbe ad una naturale riduzione del numero di partiti, concentrando le scelte sostanzialmente su due schieramenti. Insomma, una specie di maggioritario che consentirebbe una maggiore governabilità e minore dispersione.
Oltre a questa, andrebbe poi riformato il Parlamento: riduzione dei parlamentari, attribuzione di poteri diversi alle due camere, con la fine del bicameralismo perfetto che richiede la doppia approvazione per ogni cosa e introduzione di una forma di senato regionale paritario (ogni regione conta uguale), con specifici poteri.
Basta. Tutto il resto è populismo. Il presidenzialismo è una riforma che servirebbe solo a perpetuare il predominio di una persona che, con l'alibi della elezione diretta da parte dei cittadini, si sentirebbe autorizzato a qualsiasi abuso (ne abbiamo esempi di questo tipo, già ai giorni nostri).
Il bilanciamento dei poteri così com'è oggi, mi pare che vada benissimo, nonostante quello che l'informazione di regime ci vuole far credere: se dei problemi ci sono, sono solo problemi personali di Berlusconi, insofferente verso ogni forma di controllo.
In ogni caso, anche una eventuale elezione diretta del capo dello stato, dovrebbe essere fatta col doppio turno, se proprio si vuole farla, per evitare di farsi governare da uno eletto col 25% dei voti, caso concreto che si potrebbe verificare.
Naturalmente, le ultime dichiarazioni di Berlusconi vanno nella direzione esattamente opposta a quanto appena detto, sia sulla legge elettorale, sia sul presidenzialismo. Questo la dice lunga sulla sua idea di democrazia: sa benissimo che tre persone su quattro, in Italia, non votano per lui e per il suo partito e l'unico modo per vincere e' evitare le coalizioni "contro", come potrebbe verificarsi con il doppio turno.
Mi auguro che l'opposizione sia abbastanza intelligente per: primo, farsi sentire (battete un colpo se ci siete!); secondo, mostrarsi unita e mantenere fissi alcuni paletti fondamentali, senza farsi trascinare in diatribe e divisioni che servirebbero solo a perpetuare lo strapotere di chi sta producendo solo enormi danni a questo Paese.
1 commento:
Importante. Firma e diffondi l'appello a sostegno di Emergency di Gino Strada e dei tre medici italiani rapiti dal governo afgano di Karzai.
Mimmo Guarino
Posta un commento