venerdì 28 gennaio 2011

Una proposta per la rinascita: primarie subito

Si è fatta ormai strada l'idea, giusta o sbagliata, che Berlusconi rimane al suo posto perchè non esiste una seria alternativa.
Bene. Allora la soluzione per togliercelo di mezzo è semplice: costruiamo un'alternativa.
Mi rivolgo al PD, maggior partito di opposizione, che dovrebbe guidare questa iniziativa.
Il tutto è molto semplice. Primo: dismettere quell'aria da primo della classe che non giova a nessuno, in politica, tantomeno ad un partito che vuol essere popolare e progressista.
Secondo: aprire un tavolo, invitando tutti quelli che ci stanno, dai comunisti piu' estremi, al Movimento 5 Stelle, a Vendola, IDV, Casini e Fini: chi accetta, partecipa, gli altri che vadano al diavolo.
Terzo: il tavolo serve a stilare una lista dei punti programmatici, pochi, chiari, sintetici: 5 punti per le emergenze (lavoro, istituzioni - legge elettorale, finanze, ...), 5 punti per riforme piu' a largo respiro (Scuola, ricerca e università, diritti sociali, liberalizzazioni, ...), senza tanti fronzoli o ragionamenti cervellotici, una paginetta è piu' che sufficiente.
Quarto: si sceglie un leader, anzi, i cittadini scelgono un leader attraverso le primarie, chicchessia, chi vince vince (possibilmente senza comprare i voti, come a Napoli) e soprattutto senza recriminazioni postume.

Basta, il gioco è fatto. Il leader sarà il leader di coalizione e comincerà a lavorare, assieme ai suoi sostenitori, per costruire l'alternativa, per precisare meglio i contenuti dei punti programmatici, per farsi vedere ed apprezzare dalla gente, stando in mezzo alla gente, parlando con le persone normali, la gente qualsiasi.
E ci si prepara alle votazioni, che siano subito, tra un anno o tra due.
Solo cosi' comincerà a passare il messaggio che esiste un'alternativa, che qualcuno sta dicendo cose diverse da quelle del regime, che si sta lavorando per un Paese migliore, finalmente restituito alla normalità.
Non ci vuole nulla, solo due o tre settimane per mettere in moto il tutto e tra un paio di mesi potremmo già sapere chi ci porterà fuori dalle secche.
Questo è un appello disperato: fatelo, vi scongiuro, fatelo subito. Prima che sia troppo tardi.

giovedì 20 gennaio 2011

CL e il desiderio perduto

Navigando qua e la', ho trovato una chicca che non posso non condividere, sperando magari anche di aprire un po' di dibattito sul tema.
Lo spunto viene dal sito del periodico Tracce, organo ufficiale di Comunione e Liberazione, dove ho trovato un interessante contributo, il cosidetto "volantino" del mese di dicembre.
Vi si fa un'analisi della crisi attuale del nostro Paese (applicabile forse anche in ambito piu' esteso) e la diagnosi finale è questa: " ...la crisi è sì sociale, economica e politica, ma è soprattutto antropologica perché riguarda la concezione stessa della persona, della natura del suo desiderio, del suo rapporto con la realtà...".
Si cita anche una ricerca del Censis, che ammonisce:"«Tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare una società troppo appagata e appiattita»", ed indica la direzione in cui ricercare una soluzione: "Ma chi o che cosa può ridestare il desiderio? È questo il problema culturale della nostra epoca. Con esso sono costretti a misurarsi tutti coloro che hanno qualcosa da dire per uscire della crisi: partiti, associazioni, sindacati, insegnanti.... Come? Attraverso la presenza di persone che documentano un’umanità diversa in tutti i campi della vita sociale: scuola e università, lavoro e imprenditoria, fino alla politica e all’impegno nelle istituzioni. Persone che non si sentono condannate alla delusione e allo sconcerto, ma vivono all’altezza dei loro desideri perché riconoscono presente la risposta.".
Quindi, usciremo dalla crisi che ci attanaglia, sempre secondo la rivista cicellina, solamente ad una condizione, cioè se: "decidiamo di essere veramente ragionevoli sottomettendo la ragione all’esperienza, se cioè, liberandoci da ogni presunzione ideologica, siamo disponibili a riconoscere qualcosa che nella realtà già funziona. Sostenere chi, nella vita sociale e politica, non si è rassegnato a una misura ridotta del proprio desiderio e per questo lavora e costruisce mosso da una passione per l’uomo, è il primo contributo che possiamo dare al bene di tutti.".
Mi si è illuminato il cervello: ecco le ragioni antropologiche ed escatologiche che giustificano il supporto a Silvio, che CL non gli hai fatto mancare, e la spiegazione del suo duraturo successo: il suo spropositato desiderio. Anche se con una piccola differenza: lui, la passione, ce l'ha per le donne ...


mercoledì 19 gennaio 2011

Chi ci libererà dal berlusconismo?

Mi spiace un po' iniziare l'anno nuovo, scrivere il primo post del 2011, parlando di questa faccenda. Certo, potrei astenermi, ho resistito finora, potrei resistere ancora. Ma ci sono un paio di aspetti che non ho ancora letto in giro e che vorrei condividere con i miei lettori.
Primo. Non è vero che nel nostro Paese non ci si indigna piu', molti sono indignati, in questi giorni, fortunatamente, e io sono tra questi, anche a costo di essere tacciato di moralismo. Magari ci si fa l'abitudine, all'indignazione, si inflaziona un po' questo sentimento, perchè capita di viverlo quasi ogni giorno, negli ultimi anni, ma quello che molti provano dopo le notizie che riempiono giornali, web e televisione, supera di gran lunga i livelli passati.
La cosa grave, eventualmente, è che non ci si indigna abbastanza o, in altri termini, che non abbastanza persone si indignano. Tant'è vero che è opinione comune, basta parlare un po' con le persone in giro, che se si dovesse andare alle elezioni ora, B.vincerebbe ancora. E' evidente, infatti, che molta gente è ammaliata dalle gesta del viscido nano, lo invidia, lo considera un modello da imitare, da ammirare, da idolatrare.
Non voglio qui ragionare sul perchè questo stia avvenendo, anche se qualche idea ce l'ho. Do' pero' come dato di fatto che una buona parte degli elettori italiani non riesce piu' a dare un giudizio equilibrato, indipendente, staccato sulla condotta del personaggio in questione e continua a prediligerlo come suo governante preferito, nonostante le malefatte di cui viene accusato.
Dando quindi per assodato il fatto che molti cittadini sono ormai preda di ipnosi collettiva e quindi incapaci di reagire, mi chiedo come possa invece rimanere inerme, silenziosa, quando non apertamente favorevole a B. tutta quella parte di Paese che solitamente si definisce come "intellighenzia", quelli che detengono il potere reale e che determinano, con le loro scelte e i loro suggerimenti subliminali, le loro pressioni nascoste, la vera direzione in cui va l'intera nazione. Mi riferisco, per parlare chiaramente, ai meta-poteri forti: la Chiesa cattolica, innanzitutto, con tutte le sue ramificazioni, sette e sotto sette, come Comunione e Liberazione, l'Azione Cattolica, l'Opus Dei e via discorrendo. In secondo luogo, gli industriali, gli imprenditori, grandi o piccoli che siano, quelli che piu' ci guadagnerebbero da un governo che sa governare e da una nazione riconosciuta universalmente nel novero dei Paesi normali. Infine, il mondo della Finanza, il potere economico, quello che normalmente chiede stabilità e certezza e non puo' sopportare un continuo andirivieni di crisi, traballamenti e mozioni di sfiducia.
Ebbene, tutti questi, per i propri principi (mi riferisco ad esempio a CL) o per convenienza (come nel caso delle forze economiche) dovrebbero togliere ogni appoggio, togliere l'ossigeno ad un personaggio privo di ogni principio etico e dedito solo all'auto esaltazione, che ogni giorno mette a repentaglio non tanto la sua dignità, ma quella di un intero Paese.
Solo oggi, dopo ormai quasi una settimana dall'inizio della storia, l'Avvenire e Famiglia Cristiana hanno cominciato a prendere le distanze, anche se con parole molto misurate. Da CL, invece, temo non ci sarà nessuna reazione, troppo intenti a coltivare i loro ipocriti traffici protetti dal potere, anche se eticamente deprecabile (ma, si sa, il fine giustifica i mezzi). Conosco un industriale, di rilevanza nazionale, che da un po' di tempo si fa negare quando Berlusconi lo cerca al telefono, ma non è ancora abbastanza. Servono parole chiare, pubbliche ed inequivocabili, che facciano riaprire gli occhi a chi si è assopito e indichino chiaramente la strada per uscire da questa tragica situazione.
Infine, una proposta, che magari sembrerà spregiudicata, ma quando la situazione lo richiede, è indispensabile anche un po' di coraggio. Le opposizioni parlamentari comincino a contattare la Lega e ad offrire loro un'alternativa: togliere l'appoggio al governo Berlusconi in cambio dell'approvazione dell'ormai stantio federalismo fiscale. Gli si faccia la proposta: far cadere il nano e costituire un governo a termine con lo scopo preciso di approvare il federalismo ed una nuova legge elettorale. Fatto questo, ognuno per la sua strada e si torni a votare. Se la Lega è questo che vuole, questo puo' avere, anche in fretta. Credo che una scelta del genere potrebbe essere compresa anche dai piu' fanatici militanti del Carroccio, che da tempo sopportano l'alleanza col puttaniere incallito in cambio di una promessa federalista, peraltro mai concretizzata.
Sarebbe un atto di coraggio di una classe politica ormai completamente compromessa e incapace di tirarci fuori dalle secche del berlusconismo.