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lunedì 14 marzo 2011

Fukushima: allarme ancora alto

Non siamo ancora fuori dall'emergenza per quanto riguarda l'impianto nucleare di Fukushima, duramente colpito dal terremoto, che ha sconvolto il Giappone, e dal successivo tsunami. Anzi, la situazione si sta facendo di ora in ora piu' incerta e pericolosa.
Il contenitore del reattore 1 è esploso sabato mattina, a causa dell'idrogeno prodotto dalle reazioni incontrollate avvenute all'interno del nucleo, surriscaldato dall'avaria all'impianto di raffreddamento.
Oggi è esploso il contenitore del reattore 3, per cause analoghe (vedi foto).
La temperatura delle barre di combustibile nucleare continua a salire, in mancanza del liquido di raffreddamento ed anche il pompaggio di acqua marina per abbassare la temperatura non ha ancora portato ai risultati sperati. In particolare, sembra che all'interno del reattore n.2 il combustibile nucleare abbia già iniziato il processo di fusione.
Una nuvola di vapori radioattivi si sta spostando verso sud, risparmiando per ora la città di Tokio, situata a soli 270 km di distanza.
Intanto, in tutto il mondo le reazioni  a questo disastro sono di tipo diverso. Alcuni stati continuano a confermare i loro programmi nucleari, affermando che è impossibile il ripetersi di una serie di eventi sfortunati come quelli avvenuti in Giappone. Tra questi paesi c'è la Turchia, la Russia (11 centrali in costruzione) e, malauguratamente, anche l'Italia (8 centrali programmate).
Altri, invece, hanno già sospeso, in attesa di ulteriori accertamenti, il cammino per la costruzione di nuove centrali. Uno di questi paesi è la Svizzera.
Anche la Francia mette in dubbio la completezza delle informazioni fin qui rilasciate dalle autorità giapponesi, supponendo la situazione sia molto piu' grave di quanto non venga detto.

Aggiornamento delle ore 18:00: anche la Germania dichiara di non voler proseguire sulla strada del prolungamento del servizio delle centrali piu' vecchie: saranno spente secondo i piani originali.

lunedì 21 febbraio 2011

L'Italia e i suoi Fratelli ...


Credo che almeno mezza Italia abbia assistito al monologo di Benigni l'altra sera, al festival di Sanremo.
Anch'io l'ho fatto e non nego che la performance è stata notevole: Benigni è istrionico e accattivante e quel suo canticchiare l'inno di Mameli, a bassa voce, a luci soffuse, è stato, quasi, ripeto, quasi, commovente.
Ma c'era qualcosa in quei concetti che non mi piaceva, ho sentito delle posizioni, dei concetti che pensavo non appartenessero al popolo di sinistra, al pubblico che generalmente assiste entusiasta alle performance di Benigni.
Percio' mi sono subito collegato a Internet e in Facebook ho subito scritto il mio pensiero: "Benigni sa sempre attirarci con interventi ora divertenti, ora dotti, sempre emozionanti. E forse il particolare momento che viviamo ci porta a considerarci un po' dei novelli carbonari che tramano e combattono per una nuova libertà.
Ma mi chiedo: c'è da vantarsi ad essere italiani? non voglio dire che l'Italia in questo momento non ci merita (anche se è vero), ma ci si puo' vantare di "possedere una nazionalità" ? ci si puo' vantare di essere nati in un determinato preciso punto del pianeta? o non dovremmo piuttosto vantarci, semplicemente, di "esserci", solo in quanto persone vive, individualmente uniche? io sono orgoglioso dei risultati che sono riuscito ad ottenere io, o con l'aiuto di chi mi ha voluto bene, risultati grandi o piccoli che siano, ma non mi sento orgoglioso di essere nato a 300 kilometri da dove è nato Dante o Leonardo, non è un mio merito, è stata solo una fortuita coincidenza ... io la penso cosi'
Benigni è un grande e lo invidio anche un po', ma tutto questo patriottismo io non lo capisco".

Quella sera FB era piena zeppa di commenti entusistici su quanto avevamo appena visto a Sanremo, tutti, destra sinistra e centro (salvo qualche leghista, forse), si sperticavano nelle lodi del ritrovato patriottismo, nell'entusiastica celebrazione della bellezza di essere italiani, dell'orgoglio di essere conterranei di personaggi che hanno conquistato il mondo, con l'arte, con l'ingegno o con la spada.
Francamente ero esterefatto: l'ultima volta che si è sentito il panegirico di Scipione l'Africano, in Italia, credo fu quando il duce annuncio' l'inizio dell'impero italiano, con l'invasione dell'Eritrea e della Somalia. Correva l'anno 1935, XIII dell'era fascista.
Giovedi scorso il coro era unanime, perfino il mio sindaco, buon ragazzo dell'oratorio, twittava al mondo la sua commozione.
Francamente, ero senza parole.
Nessuno si esprimeva a sostegno delle mie tesi, che potete trovare molto argomentate nei commenti seguiti alla mia nota su FB. 
Ma finalmente, stasera, scopro che qualcun altro, molto piu' autorevole di me, ha espresso i suoi dubbi sui concetti espressi da Benigni e la cosa, francamente, mi ha risollevato: che abbia anche lui (come Bersani settimana scorsa!) preso spunto dalle mie note? so che non è vero, ma ... non si sa mai

venerdì 5 novembre 2010

Effetto Dalai Lama

Lo chiamano proprio cosi', effetto Dalai Lama.
Si tratta praticamente delle ripercussioni economiche causate ad uno Stato a seguito di visite o incontri ufficiali dei suoi leaders proprio col Dalai Lama. Ripercussioni economiche che si concretizzano in diminuzione di esportazioni verso la Cina, diminuzioni stimate oltre l'8% nei due anni successivi la visita in questione.
L'effetto è stato studiato e quantificato in una ricerca di A.Fuchs e N.Klann, dell'Università di Gottinga (Germania).
I due studiosi, con una serie di tabelle e ricerche molto circostanziate (l'immagine qui sopra è tratta proprio dal loro studio), dimostrano che ogni qual volta il Dalai Lama è stato ricevuto da autorità governative di un paese, la Cina ha applicato a quel paese delle ritorsioni, sotto forma, in ultima analisi, di diminuzione degli ordini e delle merci importate. Lo studio ha preso in considerazione gli anni dal 1991 al 2008 analizzando visite ed esportazioni in 159 Paesi di tutto il mondo.
In realtà questo danno alle esportazioni è riscontrabile solo da quando Hu Jintao, l'attuale Presidente, è salito al vertice del potere cinese e questo percio' conferma quanto tale effetto sia stato effettivamente pensato e venga attuato dalle autorità cinesi.
Tutto cio' la dice lunga, se ne avessimo ancora bisogno, sul grado di libertà che vige in quel Paese, e non solo relativamente alla libertà ed alla democrazia, ma anche semplicemente a livello di mercato e di economia.

martedì 2 novembre 2010

In California il più grande impianto ad energia solare

Pochi giorni fa (25 ottobre), il Governo americano, nella persona del Segretario agli Interni Ken Salazar, ha posto l'ultima firma sul decreto che autorizza la costruzione di quello che sarà il piu' grande impianto ad energia solare (termico) del mondo. Si tratta di 4 unità di produzione, ciascuna da 250 MW, che sorgeranno a Blythe, in California. Il sito ospiterà percio' un impianto di produzione di energia dal calore del sole della potenza di 1.000 MW, circa la stessa potenza che caratterizza oggi una centrale nucleare. Con qualche piccola differenza: nessun inquinamento radioattivo, niente scorie da riciclare e, soprattutto, ad un costo pari a circa la metà di quello di una centrale nucleare.
Si tratta di solare termico: cioè i raggi del sole vengono concentrati con l'uso di specchi parabolici su di un tubo, in cui scorre uno speciale fluido, che si riscalda ad altissime temperature e viene usato per la produzione di vapore. Questo a sua volta aziona una normale turbina elettrica. Per le particolari caratteristiche di tale fluido, è possibile anche "conservare" questa energia termica in appositi contenitori, trasformandola in energia elettrica in momenti successivi, ad esempio durante la notte, quando il sole non splende, ma la domanda di elettricità rimane alta.
La concessione per la costruzione della centrale solare è ottenuta da Solar Millennium LLC, una joint venture tra due società tedesche: Solar Millennium AG, società specializzata in impianti di questo tipo e Ferrostaal Group, società di progettazione industriale presente in piu' di 60 Paesi nel mondo.L'inizio dei lavori per i primi due generatori è previsto entro la fine del 2010.
La nuova centrale solare sarà in grado di coprire le esigenze di elettricità di quasi 750.000 famiglie americane, circa 2 milioni di persone (pari all'intera popolazione della Calabria, ad esempio), evitando emissioni di CO2 (anidride carbonica) per un milione di tonnellate all'anno.
Notizie di questo tipo, difficilmente si sentono in televisione, qui da noi.

domenica 1 agosto 2010

Scorie nucleari: gli Stati Uniti dicono no all'Italia

EnergySolutions - un nome che è tutto un programma - è una società statunitense, dello Utah. Gestisce, tra le altre cose, i depositi di scorie radioattive nei deserti salati dello stato, nel midwest americano.
E' di circa un anno fa un accordo con le "autorità per la sicurezza nucleare" italiane per importare, appunto dall'Italia, 20.000 tonnellate di scorie radioattive, forse per rendere piu' efficiente il loro business che langue a seguito dei ritardi dei programmi nucleari americani (con tecnologia francese - vedi anche questo mio post): le scorie saranno trasportate in Tennessee, dove la società in questione ha un centro di processamento, poi trasportate nello Utah e seppellite a migliaia di metri sotto terra, al centro di depositi scavati nel sale.
Ma la scelta di importare rifiuti pericolosi dall'estero fa drizzare le antenne a qualcuno, laggiu', perchè la EnergySolutions è già nel mirino delle autorità e degli ambientalisti locali, sospettata di aver contaminato le acque del fiume Colorado, che scorre a poche decine di chilometri da alcuni loro siti di stoccaggio (Moab, ad esempio). Si mette cosi' in moto una protesta a suon di ricorsi e controricorsi: le leggi federali e statali non specificano se le scorie radioattive oggetto del loro business debbano essere solo quelle "domestiche" o anche provenienti dall'estero. Percio' il management dell'azienda vede nell'acquisire rifiuti radioattivi "stranieri" un possibile ampliamento della loro attività.
Naturalmente, in Italia nessuno sa nulla di questi accordi. Evidentemente il governo sta lavorando in gran segreto per dimostrare che le scorie, quelle gia' presenti nel nostro territorio - piu' o meno trascurate - e quelle future, prodotte dagli impianti promessi, non sono un problema, qualcuno se le prenderà (a quale prezzo?).
E invece qualcosa va storto: la EnergySolutions, all'improvviso, evidentemente pressata dalla protesta locale, che rischia di compromettere i suoi buoni rapporti col partito repubblicano che governa lo Utah, decide di bloccare l'affare e comunica al mondo che la cosa non si farà piu', che non importerà piu' le scorie italiane nei suoi depositi. I suoi programmi sono cambiati, non piu' importazione, ma collaborazione con lo stato estero (l'Italia, in questo caso) per la conservazione delle scorie sullo stesso territorio estero: tecnologia ed esperienza in cambio di fatturato, senza inquinare il suolo americano.
Questa è una notizia positivissima per noi, di cui naturalmente qui non si è mai parlato, bandita non solo dai mezzi di propaganda del governo, ma anche dalla stampa che si definisce "libera". Speriamo sia solo una svista.
A questo punto vogliamo sapere cosa si farà delle nostre scorie radioattive: si accetterà la collaborazione della EnergySolutions trovando un sito italiano per lo stoccaggio lasciandone magari la gestione alla società americana oppure si cercherà un altro stato, un po' meno libero, magari, così le notizie non scapperanno, disposto a prendersele senza tante discussioni ?
Ci piacerebbe sapere qualcosa di piu'.
Fonti: l'accordo di un anno fa è qui, il cambio di programma della EnergySolutions è qui.
Notizie sulla EnergySolutions le trovate qui, con dovizia di particolari sui loro siti di stoccaggio e progetti in corso.
E soprattutto, diffondete la notizia: se ne deve finalmente parlare, anche nel nostro Paese.

martedì 6 luglio 2010

Milano rischia di scomparire. Dal Monopoli

Che dire? evidentemente a noi poveri cittadini di quest'Italia bistrattata e decadente, sfuggono quali sono i reali problemi che vanno affrontati per cercare di risalire la china.
E credo noi poveri cittadini non meritiamo, non siamo all'altezza di politici cosi' preparati e solerti, che soli continuano a battersi per il nostro bene.
Il consiglio comunale di Milano, ad esempio, ha ben chiare le priorità degli argomenti, cosa va messo davanti e cosa puo' aspettare. Trovandosi tutti d'accordo, maggioranza e opposizione.
Per questo ieri il consiglio ha presentato una mozione (presentatore Alessandro Fede Pellone - PDL- ma con le firme anche dell'opposizione) che chiede al sindaco Moratti di attivarsi per fare in modo che il nome di Milano compaia nella nuova, prossima edizione del gioco dei Monopoli: non è possibile che una città cosi' fondamentale per la nazione, cosi' importante per l'economia, manchi, non raggiunga quel minimo di consenso che invece altre città italiane, come Chieti o Reggio Calabria, hanno gia' raggiunto.
E' innegabile che questo sia un problema importante, il consiglio comunale ed il sindaco si devono, ovviamente, dare da fare.
Il Piano di Gestione del Territorio (PGT), invece, quello che dovrebbe disegnare la nuova fisionomia della città, documento fondamentale e indispensabile per la trasformazione urbanistica di Milano, quello puo' aspettare, quello lo discuteranno dopo, se resta tempo.
Anche perchè, se Milano non comparirà nei Monopoli, che senso avrebbe occuparsi della città "reale", dei suoi problemi? e poi, per essere bravi amministratori, ci si deve prima esercitare con costruzione di case e alberghi ... e come lo puoi fare in Parco della Vittoria o Vicolo Stretto? lo sanno tutti che non esistono ...

giovedì 24 giugno 2010

Nucleare italiano: quando vince, lo raccontano tutti

Questa volta l'hanno detto pure al giornale radio: la Corte Costituzionale ha respinto il ricorso presentato da 10 regioni (erano 11, ma il Piemonte, dopo la vittoria leghista, si era ritirato) contro la legge 99/2009, quella che attribuisce allo Stato tutti i poteri in termini di rinascita nucleare. Qui i dettagli.
Non sappiamo ancora le motivazioni, saranno pubblicate a breve, ma intanto il primo atto di questa guerra dichiarata da alcune regioni alla nuova partita atomica è a favore del governo.
Non è detta l'ultima parola, già si annunciano i contro-ricorsi.

Nel post precedente, avevo appena segnalato un passo in direzione opposta, quello per cui la stessa Corte Costituzionale aveva stabilito che i capitali privati sono incompatibili con la procedura d'urgenza e di conseguenza lo Stato deve farsi carico della costruzione e dell'esercizio nei soliti termini, quelli impiegati per altre opere di rilevanza nazionale. E visto che soldi pubblici non ce n'è, questo faceva ben sperare. Notizia peraltro non raccontata da nessuno, se non da qualche blogger.

Quello che mi premeva segnalare, al di la' delle sorti del nucleare italiano, che speriamo salti definitivamente, prima o poi, e' il differente trattamento che le notizie ricevono dagli organi di informazione: se sono a favore si dicono, se sono contrarie si tacciono. Purtroppo, potete constatare di persona che il metodo è applicato da tutti,  non solo dai media di proprietà, o controllati, dal governante. Anche molta stampa cosiddetta "di sinistra" (ma sarà poi vero?), tace - colpevolmente - sull'argomento.
Per fortuna, ancora una volta alla rete è delegato il compito di tappare i buchi d'informazione e di contribuire alla diffusione di notizie che altrimenti non si conoscerebbero mai. Almeno finchè dura.

mercoledì 23 giugno 2010

Nucleare italiano: primo stop dalla Corte Costituzionale

Primo stop dalla Corte Costituzionale alla legge 102/2009, conversione in legge del decreto n.78, col quale veniva introdotta la possibilità di ripartire nella corsa al nucleare, con procedure d'urgenza e in totale autonomia da parte del Governo, senza sentire il parere delle Regioni.
Come racconta nei dettagli Alessandro Tauro nel suo blog, la Corte ha ritenuto contrario ai principi costituzionali proprio questo ricorso a procedure d'urgenza, al punto da mettere nelle mani dei privati gli investimenti ed i costi relativi alla costruzione ed alla gestione degli impianti, privando le Regioni di ogni possibilità di controllo, indirizzo, partecipazione alle scelte ed ai pareri relativi.
E' un primo importante stop ad una politica energetica fatta con i piedi, in deroga ad ogni principio di convivenza civile e democratica.
Ora rimaniamo in attesa del colpo definitivo

mercoledì 9 giugno 2010

A trent'anni da Ustica: chi sa, parli

Radio Città del Capo, associata bolognese del Network di Radio Popolare, ha lanciato una campagna per il trentesimo anniversario della strage di Ustica: CHI SA, PARLI.
La campagna sara' lanciata soprattutto in Francia, paese il cui governo è stato sempre il piu' reticente a dare informazioni ed a contribuire alla ricostruzione della verità, con inserzioni sui piu' popolari quotidiani francesi, e con lo scopo di aprire un dibattito ed avere risposte ufficiali dal governo Sarcozy.
L'esplosione che ha abbattuto il DC-9 dell'Itavia, costata la vita a 81 persone, tra uomini, donne e bambini, è ancora avvolta non dal mistero, ma dal segreto. Il segreto di stato sollevato sull'accaduto dai quattro governi che, in un modo o nell'altro, quella notte erano coinvolti negli avvenimenti.
Ora, a distanza di 30 anni, non si pretende di conoscere i colpevoli, ma almeno di conoscere la verità dei fatti, per quanto sia indicibile e imbarazzante.
Quindi, chi sa, parli. Ora.
Per aderire alla campagna cliccare qui.

martedì 26 gennaio 2010

Fuga radioattiva in Germania

Un addetto all'impianto di arricchimento dell'uranio della centrale di Gronau (Germania, al confine con l'Olanda) e' stato ricoverato in ospedale per accertamenti, dopo una fuga radioattiva verificatasi il 22 gennaio 2010 mentre stava lavorando all'impianto. Pare non abbia riportato nessuna grave contaminazione.
Qui il comunicato della Urenco, la società inglese proprietaria dell'impianto.

E' proprio di questi giorni la decisione del governo Merkel di sospendere o almeno ritardare l'abbandono al nucleare, dopo che il passato governo Schroeder, alla fine degli anni 90, aveva deciso di rinunciare a questa tecnologia e di spegnere, a fine vita, le centrali in servizio. L'ultima avrebbe dovuto essere spenta nel 2022.
La Merkel ha (per ora) deciso di ritardare il piano di spegnimento (2 centrali dovevano cessare la produzione quest'anno, mentre invece continueranno a funzionare), almeno fino a quando energie alternative non siano in grado di rimpiazzare la potenza a cui si rinuncia per lo spegnimento di ogni centrale.
Secondo alcuni osservatori, questo e' solo il primo passo per arrivare alla bocciatura definitiva del piano di spegnimento e per ritornare ad investire in nuove centrali nucleari. I Verdi tedeschi, naturalmente, promettono battaglia.

Staremo a vedere quale sara' la decisione finale. Di sicuro, per ora, ci rimane questo ennesimo incidente che fortunatamente non ha avuto conseguenze gravi. In attesa del prossimo.



sabato 12 dicembre 2009

La classifica dei capi di governo europei - Eurotribune


Il quotidiano economico francese "La Tribune" ha pubblicato la classifica 2009 dei capi di governo europei.
La classifica e' stilata da un gruppo di giornalisti (sono elencati in fondo all'articolo citato) delle principali testate ed agenzie di news europee (c'e' un solo italiano nel gruppo, Lorenzo Consoli, di ApCom), sulla base di 4 criteri: capacità di leadership, spirito di gruppo, sincerità dell'impegno europeo e risposta alle grandi sfide dell'anno (clima, trattato di Lisbona, mercato interno ed uscita di crisi).

Ebbene, il vincitore, quest'anno, e' risultato il primo ministro svedese, Fredrik Reinfeldt, quasi sconosciuto 6 mesi fa, ora, con la presidenza dell'Unione Europea dal prossimo luglio, destinato a ricoprire un ruolo determinante.
Il francese Sarkosy, primo l'anno scorso, e' precipitato al nono posto, mentre Gordon Brown, terzo nel 2008, ora è addirittura 21°.

Al secondo posto sale il primo ministro lussemburghese, Jean-Claude Junker, mentre Angela Merkel e' terza. Poi via via tutti gli altri.

Scommetto che vi chiederete come si e' classificato il nostro. A suo favore, c'e' da dire che non ha perso posizioni, e' rimasto stabile come l'anno scorso. Forse solo perche' ... e' sempre all'ultimo posto. Pensate che prima di lui vengono lo spagnolo Zapatero (ottavo - chissà come brucia al nostro), il greco Papandreu (22°, forse per le finanze allo sbando e le violenze quotidiane per le strade di Atene), perfino il rumeno Basescu (26°). E poi lo sloveno Pahor (e chi l'ha mai sentito?), l'Estonia, la Lituania, l'Ungheria, ... tutti prima di Berlusconi.

Questo la dice lunga sulla credibilità europea di cui gode il caro Silvio.
Ma si sa, questi giornalisti non sono altro che una banda di comunisti ...




venerdì 4 dicembre 2009

Nucleare: tre incidenti in un mese


Naturalmente non se parla in tv o sui giornali italiani (se non qualche trafiletto in decima pagina), ma nell'ultimo mese le centrali atomiche in giro per il mondo hanno avuto un bel po' di problemi: nessun disastro, niente morti o feriti, ma il rischio è sempre dietro l'angolo.

Ecco i dettagli.

7 novembre 2009 - Tricastin (Francia - 250 km da Torino): Le operazioni di manutenzione al reattore numero 2 della centrale nucleare di Tricastin, nel sud della Francia, sono state sospese in seguito a un incidente avvenuto durante la ricarica di una parte delle barre di uranio: lo ha annunciato il gruppo Edf in un comunicato. Qui maggiori dettagli. A Tricastin si era verificato a luglio del 2008 un incidente ben piu' grave, con spargimento di uranio radioattivo nelle acque del fiume Rodano, tanto che erano state vietate tutte le attivita' che usavano quell'acqua (pesca, irrigazione, ...).

21 novembre 2009 - Three Mile Island (USA - Pennsylvania): l'allarme per una fuga radioattiva durante un'operazione di manutenzione e' scattato sabato 21 novembre, alle 4 del pomeriggio, nel fabbricato che contiene il reattore n.1, operato da Exelon Nuclear. Il reattore n.1 era fermo dal 26 ottobre, per rifornimento di combustibile e sostituzione del generatore di vapore. Qui i dettagli. 25 addetti all'impianto sono stati sottoposti a controlli e accertamenti, solo uno sembra aver ricevuto una dose di radiazioni di 16 millirem, molto inferiore ai 2000 millirem massimi ricevibili in un anno (secondo gli standard di Exelon Nuclear). Three Mile Island fu teatro del piu' grave incidente nucleare in territorio americano, con la parziale fusione del reattore n.2, nel 1979, che da allora non fu piu' rimesso in servizio.

1 dicembre 2009 - Cruas (nella foto - Francia - sempre 250 km da Torino): il reattore n.4 dell'impianto di Cruas, gestito da EDF, si e' automaticamente spento per un problema all'impianto di raffreddamento, dovuto probabilmente ai detriti trasportati dal fiume Rodano dopo il nubifragio che si era abbattuto sulla zona. I detriti hanno parzialmente impedito l'accesso dell'acqua dal fiume, usata per il raffreddamento, facendo scattare l'allarme e l'automatico spegnimento del reattore. Non c'e' stata nessuna fuga di materiale radioattivo. Qui ulteriori dettagli.

Indubbiamente sono stati tutti incidenti gestiti, forse, correttamente e che non hanno provocato danni irreparabili. Pero' cio' non toglie che questa tecnologia, per quanto si cerchi di prevedere ogni possibile evento e situazione, ha sempre una certa dose di casualità e di imprevedibilità. E ogni incidente nucleare ha delle conseguenze pesanti sulla popolazione e sull'ambiente circostante, che dura per millenni. Vale la pena rischiare?
Che poi di queste cose in Italia non si parli, non si venga informati, dimostra quanto i media nostrani siano manipolati e strumentalizzati.
Per fortuna c'e' la rete.



martedì 3 novembre 2009

Salta il 5 per mille: addio al non-profit

La Camera ha bocciato il 28 ottobre scorso un emendamento (del PD) alla Finanziaria 2010 che reintroduceva il meccanismo del 5 per mille, strumento indispensabile per la sopravvivenza di tante associazioni e gruppi non-profit.
PDL e Lega insieme hanno bocciato la proposta, perche' non c'e' la copertura. Ora migliaia di associazioni di volontariato, di ricerca, del terzo settore non potranno piu' contare su questo contributo che era quasi l'unico a tenerle in vita.

Il 5 per mille era stato voluto nel 2005 dallo stesso Tremonti, che ora forse non lo ritiene piu' utile o indispensabile. Era una delle unihe 3 leggi intelligenti del governo Berlusconi (assieme alla legge contro il fumo ed i punti sulla patente).

19 milioni di contribuenti italiani avevano scelto una associazione o un ente no-profit e avevano ad esso destinato la propria quota di 5 per mille. Ci sono stati sempre notevolissimi problemi nell'assegnazione e nei calcoli relativi, tanto che non sono ancora stati distribuiti i contributi (in parte) del 2007 e di tutto il 2008. Pero' molte associazioni continuavano a vivere ed a prestare la loro preziosa opera proprio grazie a questo contributo.

Ora, grazie a Tremonti, al PdL ed alla Lega, tutto questo finira'

Un'altra intelligente operazione di questo lungimirante governo.