giovedì 1 aprile 2010

3 referendum per l'acqua bene comune

Un comunicato dal Forum Italiano dei movimenti per l'acqua:


31 Marzo 2010 - Sono stati depositati stamattina presso la Corte di Cassazione di Roma i quesiti per i tre referendum che chiedono l’abrogazione di tutte le norme che hanno aperto le porte della gestione dell’acqua ai privati e fatto della risorsa bene comune per eccellenza una merce.
La raccolta delle 500 mila firme necessarie per l’ammissione dei referendum inizierà nel fine settimana del 24-25 aprile, una data simbolo per quella che il Forum dei Movimenti per l’Acqua intende come la Liberazione dell’acqua dalle logiche di profitto.
“Se il governo crede di aver chiuso la partita dovrà ricredersi, – ha detto Marco Bersani dei Forum Movimenti per l’Acqua durante l’affollata conferenza stampa – la coalizione che appoggia i referendum è la più ampia aggregazione formale di movimenti, associazioni laiche e cattoliche, forze politiche e sindacali che si sia mai riunita intorno a un tema simile. Queste forze ci porteranno a raccogliere le firme, approvare i referendum e votare tre sì per l’acqua pubblica”.
Presenti alla conferenza stampa anche Padre Alex Zanotelli e tre dei costituzionalisti che hanno redatto i quesiti referendari: Stefano Rodotà, Gianni Ferrara e Alberto Lucarelli.
“Il mezzo referendario – ha sottolineato Rodotà – è lo strumento per rimettere in moto la politica in questo periodo di grande disaffezione, la raccolta delle firme sarà un grande momento di azione politica collettiva”.
Secondo Alex Zanotelli chi pagherebbe di più dalla privatizzazione dell’acqua sarebbero i poveri, “la nostra vittoria servirà non solo nel panorama italiano ma darà anche una scossa all’Unione Europea. Se Parigi ha ripubblicizzato l’acqua, se nelle Costituzioni di Bolivia e Uruguay l’acqua è definito bene comune non mercificabile, possiamo farcela anche noi”.
A chi chiedeva una risposta al Ministro Ronchi che più volte, anche in questi giorni, ha screditato i promotori dei referendum accusandoli di veicolare messaggi menzogneri sulla sua legge, Marco Bersani ha risposto con una sfida al Ministro: “Scelga lui il luogo e l’ora, noi siamo disponibili ad un confronto, dati alla mano, sugli effetti della suo decreto e dell’apertura ai privati della gestione dell’acqua nel nostro paese”.



4 commenti:

Mimmo Guarino ha detto...

Ciao Fabio
bene, ma bisogna fare informazione a tappeto, mobilitare il paese da subito altrimenti si rischia di perderli o cosa più probabile di non raggiungere il quorum ....

Mimmo

Anonimo ha detto...

a

Anonimo ha detto...

b

Anonimo ha detto...

Ma solo ora vi interessate al bene comune dell'acqua potabile?
L'attuale gestione (guarda caso pubblica) ha significato fino ad ora:
- rete distributiva simile ad un colabrodo
- il 50% dell'acqua immessa in rete dispersa nel territorio (non è forse il sangue della terra?)
- denaro pubblico sperperato come d'abitudine
- quasi totale assenza di investimenti, nonostante i piani approvati
- manager di nomina politica, quasi tutti incompetenti ed incapaci
- tariffe bassissime (le più basse d'Europa), additate poi (dai politici che nominano i manager delle aziende pubbliche) come causa prima dell'impossibilità a trovare risorse finanziarie per investire

E SOLO ORA VI PREOCCUPATE DI COSA SARA' DEL BENE PUBBLICO "ACQUA POTABILE"?
MA PER FAVORE! SE ANDASSIMO AVANTI COSI', L'UNICA RISORSA DISPONIBILE SARA' L'ACQUA PIOVANA.