Questa volta l'hanno detto pure al giornale radio: la Corte Costituzionale ha respinto il ricorso presentato da 10 regioni (erano 11, ma il Piemonte, dopo la vittoria leghista, si era ritirato) contro la legge 99/2009, quella che attribuisce allo Stato tutti i poteri in termini di rinascita nucleare. Qui i dettagli.
Non sappiamo ancora le motivazioni, saranno pubblicate a breve, ma intanto il primo atto di questa guerra dichiarata da alcune regioni alla nuova partita atomica è a favore del governo.
Non è detta l'ultima parola, già si annunciano i contro-ricorsi.
Nel post precedente, avevo appena segnalato un passo in direzione opposta, quello per cui la stessa Corte Costituzionale aveva stabilito che i capitali privati sono incompatibili con la procedura d'urgenza e di conseguenza lo Stato deve farsi carico della costruzione e dell'esercizio nei soliti termini, quelli impiegati per altre opere di rilevanza nazionale. E visto che soldi pubblici non ce n'è, questo faceva ben sperare. Notizia peraltro non raccontata da nessuno, se non da qualche blogger.
Quello che mi premeva segnalare, al di la' delle sorti del nucleare italiano, che speriamo salti definitivamente, prima o poi, e' il differente trattamento che le notizie ricevono dagli organi di informazione: se sono a favore si dicono, se sono contrarie si tacciono. Purtroppo, potete constatare di persona che il metodo è applicato da tutti, non solo dai media di proprietà, o controllati, dal governante. Anche molta stampa cosiddetta "di sinistra" (ma sarà poi vero?), tace - colpevolmente - sull'argomento.
Per fortuna, ancora una volta alla rete è delegato il compito di tappare i buchi d'informazione e di contribuire alla diffusione di notizie che altrimenti non si conoscerebbero mai. Almeno finchè dura.
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