Vedendo quei volti euforici, follemente felici, increduli, io provo una specie di invidia. Sono convinto che quelle persone, giovani o anziane, uomini, donne e bambini, abbiamo vissuto un momento di gioia cosi' intenso, come difficilmente possa accadere ad un essere umano nella sua storia.
Ma la gioia di quelle persone, cosi' intensa e indimenticabile, non puo' essere ancora completa e definitiva per l'esistenza, in vari luoghi del mondo, di altri muri e di altre divisioni. Non possiamo scordarcele: il muro tra Israele e Palestina, il confine tra le due Koree, tutti i confini caldi tra stati in tutti i continenti.
Ora, penso che sia una responsabilità nostra, di noi europei, che abbiamo vissuto la sofferenza di quella divisione e la gioia della sua eliminazione, intraprendere tutte le azioni, esercitare tutte le pressioni, percorrere tutte le strade necessarie per l'abbattimento di quelle barriere e per la soluzione dei problemi che le hanno generate.
Nessuno potrà dirsi libero fino a quando un solo uomo, una donna, un bambino non potranno esprimere in pieno tutta la loro libertà.
3 commenti:
Ricordo quel momento : la gente che usciva da Berlino est e invadeva le strade di Berlino ovest ... come un fiume in piena..
Grande momento emotivamente straordinario ma i muri da abbattere sono quelli della violenza e dell'ignoranza. Quelli fisicamente invisibili ma altrettanto invalicabili se non forse di più.
Giusto, Daniele.
Insomma, ci resta ancora un sacco da fare
Ciao
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