Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere di fronte alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Continuando con i principi fondamentali, dopo l’articolo dedicato alla religione cattolica, trattata in maniera un po’ speciale, ci si occupa ora di tutte le altre religioni, che sono naturalmente altrettanto rispettate (almeno nella Costituzione).
Se una religione vuole in qualche modo regolare i propri rapporti con lo Stato, deve essere stilato un opportuno accordo, che diventa, di fatto, legge.
Penso che spesso si confondono i termini della questione, si mischiano i concetti e si tirano conclusioni affrettate. Penso che, grazie a correnti di pensiero minoritarie, ma, in questo momento, chiassose e determinanti per il governo del nostro paese, si confondano parole come "religione" e "cultura", attribuendogli, sinteticamente, lo stesso significato.
Di conseguenza, il Crocifisso a scuola e' una questione culturale, la preghiera islamica del venerdi in viale Jenner (a Milano) e' una questione di circolazione stradale e di ordine pubblico.
Uno Stato laico, come a parole si professa il nostro, dovrebbe, proprio per questo, garantire il diritto inalienabile delle persone a professare liberamente la religione scelta, nel più totale rispetto di quella degli altri. Cosa che, vedendo gli avvenimenti recenti, non mi pare cosi' realizzata.
Difendere la Costituzione vuol dire anche essere coerenti nella difesa dei diritti di chiunque, anche di chi ha idee o comportamenti diversi dalla maggioranza. Naturalmente nel rispetto dell’ “ordinamento giuridico italiano”.
3 commenti:
Ma secondo me ti sbagli, la costituzione padana non ha un articolo 8 come quello da te citato. E anche l'articolo 7...
Infatti ormai ci sono almeno due costituzioni in Italia (in realt molte di più...): una che è in vigore nel Nord e un'altra che è in vigore nel resto d'Italia. La prima in verità è accettata anche dai seguaci di papi che abitano nel centro sud.
Ciao a presto.
Il crocifisso infatti in un'aula non é una questione culturale. Ed in uno Stato laico non dovrebbero esserci favoritismi e non dovrebbe quindi esserci il crocifisso. Questo se tutte le religioni fossero uguali davanti alla legge...
Condivido pienamente quello che hai scritto. Immagino anche che la libertà di espressione di cui parli si possa riferire anche a chi professa l'atesimo, naturalmente nel rispetto di una civile convivenza.
A questo riguardo voglio ricordarti il comportamento del tuo partito Vivere Cernusco (di cui credo tu sia ancora Vice Presidente) che ha passato sotto vergognoso ufficiale silenzio le dichiarazioni del Sindaco di Cernusco (dichiarazioni incivili e intellettualmente povere) in occasione dell'affisione dei manifesti UAAR.
Forse perchè Vivere Cernusco è nella maggioranza che appoggia l'attuale Sindaco (e infatti non perde occasione per incensare ogni iniziativa della Giunta, l'ultima il parcheggio custudito delle biciclette alla metropolitana)?
Vedi, ci piacerebbe tanto poter incontrare persone con una rettitudine morale seria, che non ci facciano solo la morale e che non ritirino la mano dopo aver lanciato il sasso nello stagno; speriamo nel prossimo giro.
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