Ce n'e' per tutti i gusti e sinceramente non so da che parte cominciare. Dovro' scrivere piu' di un post, per descrivere lo sdegno e lo sconforto che queste notizie mi fanno sentire.
Ma andiamo per ordine.
Su quello che e' successo e sta succedendo a Rosarno (Calabria), vi segnalo questo intervento di Andrea Sarubbi, che mi pare lucido e completo. Quello che ci vuole prima di esprimere giudizi affrettati o opportunisti, come tanti stanno facendo.
Sulle vicende della candidature alle Regionali, non posso che esprimere il rammarico per alcune posizioni che mi sembrano particolarmente deludenti.
In primis, quella dell'UDC, che qualcuno ha chiamato "dei due forni": in una regione sto con la destra, in un'altra con la sinistra, a seconda di chi mi piace di piu' (o di chi mi conviene appoggiare). Qui non e' una questione di Polverini (in Lazio) o di Boccia (in Puglia), qui e' in gioco il quadro politico italiano. In pratica, con questa posizione ambigua, l'UDC vuole riaffermare la sua posizione chiave per far vincere l'uno o l'altro (tutto poi da dimostrare ...), ciao', in altri termini, un salto indietro di quasi 20 anni, al sistema proporzionale. Io la ritengo una sciagura per l'Italia, perche' e' il terreno giusto per far crescere inciuci, ricatti, compromessi al ribasso, insomma, quanto di peggio la prima Repubblica ci ha mostrato. Se l'obiettivo di un partito e' questo, io me ne starei ben lontano.
Ma veniamo al PD. Sia in Puglia che in Lazio, il PD ha dimostrato di non essere capace di tirar fuori un candidato che non fosse gia' "impegnato" con qualche incarico pubblico (Zingaretti, presidente della provincia di Roma, Emiliano sindaco di Bari). Ma che segnale e'? possibile che tra tante persone impegnate in questo partito, probabilmente, mi auguro, anche in gamba e con i titoli necessari, il PD non sia capace di trovare un candidato, se non qualcuno che ha gia' "vinto qualcosa"? come fa un partito cosi' a candidarsi alla guida di un paese allo stremo in mano ad una banda di incapaci come e' l'Italia al momento? da tempo non si vedono segnali positivi dal PD, ma questo comportamento mi sembra segno di una crisi che non si risolvera' tanto facilmente, anzi, per me potrebbe anche portare alla fine del PD.
In piu', l'avversione a Vendola in Puglia (presidente uscente e non mi pare con cattivi risultati), l'indecisione nei confronti della Bonino (personalita' senz'altro capace di far dimenticare le disgrazie del PD in Lazio, dopo Marrazzo, anche se esterna al PD), le altre incertezze in Calabria o in Umbria, insomma, tutto fa pensare a seri problemi di leadership dentro a questo partito, problemi che l'avvento di Bersani non e' ancora riuscito a risolvere. Se le primarie, sicure o minacciate nelle regioni citate, servono solo a togliere la patata bollente dalle mani dei leader e non vengono dalla volontà di dare voce alla gente, applicando il metodo della democrazia, fin dalla base, allora credo che la parabola discendente di questo partito sia appena all'inizio.
Su Penati, candidato in Lombardia, stendo un velo pietoso. D'accordo, la Lombardia e' una regione persa, troppo forte la destra con i suoi intrallazzi ciellini per poter sperare in una vittoria, ma proprio per questo forse era il caso di giocare una carta diversa, cambiare gioco, magari metterci un giovane che potesse raccogliere quelle simpatie da settori che alle ultime elezioni per la provincia di Milano hanno determinato la sconfitta di Penati. Quando la sconfitta è nei cromosomi ...
In ultimo, un accenno a IDV: Di Pietro ha scritto a Bersani, chiedendogli di decidere da che parte stare, prima di intraprendere qualsiasi discussione su alleanze e candidati. Non chiede poltrone, chiede chiarezza e coerenza.
Mi sembra il minimo, in un panorama ormai compromesso da opportunismo e calcolo personale.
All'inizio di ogni nuovo anno, tutti noi, sotto sotto, ci auguriamo che le cose cambino, che si risolvano i vecchi problemi e si possa stare meglio. Invece, puntualmente, non cambia nulla. E se cambia, lo fa in peggio.
Anche questo 2010 mi pare in linea con la tradizione.
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