martedì 13 ottobre 2009

Celestina: da "portaborse" a eroe nazionale


Questo post è dedicato a Celestina, ex (immagino) "portaborse" dell'onorevole Carlucci (PdL).
Il giudice Michele Forziati ha stabilito con la sua sentenza che la suddetta Celestina svolgeva compiti di "segretaria particolare" (dal 2004 al 2006) e quindi i rimborsi in nero ricevuti dall'onorevole Carlucci, oltre ad essere in nero, appunto, erano anche inadeguati. Percio', l'onorevole in questione dovrà rimborsare alla sua assitente ben 10,170.39 Euro, piu' interessi.

Naturalmente non posso prendermela solo con il PdL, visto che i portaborse registrati sono solo 194, su un totale, apparente, di 500 e passa (erano 57 nel 2007). Quindi piu' di 300 sono tuttora "collaboratori a titolo non oneroso", praticamente pagati in nero.

Quindi, Celestina, che ha avuto il coraggio di rivolgersi al giudice, deve giustamente diventare l'eroina della battaglia alla Casta, ai furboni del "predico bene e razzolo male", distribuiti, credo, uniformemente in tutti i partiti.

Onore a Celestina. La migliore portaborse degli ultimi 150 anni.



5 commenti:

aquilasolitaria ha detto...

E mentre si cercano di reperire fondi "scappati" all'estero, mentre si vuole mettere in ordine contributivi(e mi sembra giusto), le badanti. Ecco che chi propone queste misure, fa la cresta sui contributi dei propri collaboratori. Dimmi tu se questo è il modo di governare un paese.
Ciao

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Brava Celestina! Concordo con te. E' da queste cose che si vede quanto sono onesti e quanta voglia hanno molti parlamentari, di cambiare davvero certi andazzi....

Anonimo ha detto...

Bravissima Celestina! Bisogna dare risalto a questa notizia che non ho trovato da altre parti--- Ciao! Grandmere

Ancoparl ha detto...

La sentenza è una pietra miliare
"La sentenza del giudice del
lavoro di Roma Michele Forziati, di cui parla Sergio Rizzo
oggi dalle pagine del Corriere della Sera, che condanna una
deputata in carica del Parlamento italiano e riconosce il
rapporto di lavoro intercorso con la propria
ex-collaboratrice come subordinato inquadrabile con il
'contratto collettivo nazionale dipendenti di studi
professionali' , e' una pietra miliare". Lo afferma in una
nota l'Associazione nazionale collaboratori parlamentari. "La
sentenza infatti - prosegue la nota diramata - e' la prima
del suo genere e assume una rilevanza fondamentale
nell'annosa questione del riconoscimento della professione di
collaboratore parlamentare, laddove identifica chiaramente la
tipologia di lavoro svolto dalla ricorrente e il tipo di
contratto applicabile. La sentenza Forziati evidenzia come la
dove il legislatore non interviene definendo la norma di
carattere generale e in linea con il dettato costituzionale,
il giudice di merito con la sua decisione assume in se il
gravoso onere di scrivere quella stessa norma, colmando il
vuoto legislativo. La sentenza 'Celestina', dal nome della
collaboratrice che ha vinto la causa contro la deputata, ha
inoltre un aspetto molto importante che non deve essere
sottovalutato dalle istituzioni parlamentari italiane".
Infatti, da quanto Ancoparl ha
appreso direttamente dal legale di parte ricorrente -
continua la nota -, il giudice nel valutare il caso di specie
si e' ispirato alla giurisprudenza e alle norme europee in
materia. Ancoparl da sempre sostiene, e lo ha sostenuto anche
negli incontri istituzionali avuti, come anche il Parlamento
italiano debba adottare le norme e le regole statuite dal
Parlamento europeo lo scorso dicembre in materia di
collaboratori parlamentari, che affermano come il
collaboratore di un deputato, fatto salvo il rapporto
fiduciario (ovvero quello che si instaura tra deputato e
collaboratore lavoratore) e' funzionale alla struttura del
Parlamento e strumentale alle attivita' del parlamentare
stesso. Per questo il Parlamento europeo, sulla base delle
norme e della giurisprudenza di merito, ha riconosciuto ai
collaboratori degli eurodeputati un ruolo e uno status
giuridico precisi, determinando nel contempo la loro
equiparazione, anche da un punto di vista contrattuale e
retributivo, agli agenti temporanei, e quindi ne ha sancito
l'assunzione direttamente dall'istituzione parlamentare. Al
di la dell'appartenenza politica della deputata condannata
che non ci interessa essendo Ancoparl apolitica e apartitica,
la sentenza deve spingere rapidamente le istituzioni
parlamentari ad avviare un tavolo di confronto tra le parti
al fine di giungere ad una soluzione condivisa e
condivisibile in merito al riconoscimento professionale dei
collaboratori parlamentari, anche e soprattutto in ossequio
all'articolo 36 della Carta Costituzionale".

Anonimo ha detto...

Grazie, nono è stato falile, perciò grazie. C.