venerdì 9 gennaio 2009

La Cina non è poi così vicina ...


Ho passato due settimane di pace, di silenzio, di serenita’: mi sono allontanato un po’ dall’Italia. Niente notizie RAI o Mediaset, niente governicchio, niente ministri prime-donne, niente nani. La pace.

Sono stato in Cina.

Ho provato emozioni forti: la Grande Muraglia, la Citta’ Proibita, piazza Tiennamen … ho respirato la storia, antica e recente.

Ho colto molte contraddizioni: mentre l’intero popolo cinese e’ ancora orgoglioso per le recenti Olimpiadi, lo stadio di Pechino (il “nido”) e’ chiuso e si sono venduti sedili, lavandini e ogni cosa asportabile e vendibile. Cosi’ per altre due o tre strutture olimpiche che ho visto.
Mentre i giovani, con la loro laurea in mano, passano da una ditta all’altra, guadagnando somme che ai loro padri era impedito anche solo immaginare, i vecchi chiedono l’elemosina agli angoli delle strade.
Mentre la crisi imperversa in tutto il mondo, a Shanghai si costruisce un nuovo piano di palazzo o di grattacielo ogni mezz’ora.
Mentre il pianeta e’ sommerso di paccottiglia “made in China”, i cinesi fanno la fila per comprare scarpe o camicie “made in Italy” (per i “talocchi” tutto il mondo e’ paese).
Mentre tutti esprimono cieca fiducia nel loro leader supremo e nel partito unico, meta’ dei siti Internet del mondo sono censurati, non sono accessibili. Persino questo blog (covo di pericolosi contro-rivoluzionari) non si riesce ad aprire.



Ma quello che colpisce di piu’, e’ l’espressione rassegnata di quasi tutti i cinesi, sia che corrano freneticamente inseguendo il loro sogno di ricchezza, sia che lentamente, col loro grembiule azzurro, contribuiscano a mantenere il decoro e la pulizia delle strade.
Un’espressione in cui traspariscono gli anni di divieti, di persecuzioni, di rieducazioni, di miseria, di fame.

Ma nonostante tutto, mi portero’ sempre nella memoria l’improvvisa soddisfazione di centinaia di giovani, nel veder salire al cielo la loro piccola mongolfiera, una lanterna illuminata, che si aggiungeva alle innumerevoli lucine rosse nella notte di capodanno: anche quest’anno sara’ un anno fortunato !

Non posso che augurarglielo di cuore


2 commenti:

Fabio ha detto...

Commento da Manuela:
Bellissimo pezzo Fabio.
E pensare che mio figlio si e’ convinto di volere andare a visitare la Cina. non tanto perche’ ha visto foto a scuola della muraglia cinese. Ma perche’ ogni volta che si compra qualcosa QUALUNQUE cosa , e’ made in China. Si e’ convinto che deve essere un paese favoloso, pieno di omini piccini piccini che si affannano e corrono dalla mattina alla sera per produrre qualunque cosa che noi usiamo.
Ah la saggezza istintiva dei bambini!

Fabio ha detto...

Grazie Manuela
comunque, tuo figlio c’ha proprio preso: i cinesi sono un po’ piccini e si affannano a correre ed a produrre dalla mattina alla sera (e dalla sera alla mattina): saggezza dei bambini (anzi: dei ragazzini) !!
A me piacerebbe solo che rispettassero un po’ di piu’ le regole, che non cercassero le scorciatoie per arricchirsi. D’altra parte, leggevo proprio ieri su “Centomila punture di spillo” che 130 anni fa, all’inizio del boom industriale americano, Chicago o Philadelphia erano uguali: nessuna attenzione alla salute dei consumatori, l’importante era produrre e vendere, a qualsiasi condizione … corsi e ricorsi della storia !!