Il DLGS 31/2001 (con le successive modificazioni) definisce quali siano e come debbano essere svolti i controlli delle acque destinate al consumo umano, cioe’ le cosiddette acque potabili che escono dai rubinetti delle nostre case. In sintesi, vengono elencate le sostanze da ricercare e controllare nell’acqua destinata al consumo umano, stabilendo i valori massimi di concentrazione per poter definite potabile quell’acqua. I controlli devono essere eseguiti sia dal gestore del sistema idrico (il consorzio o la societa’ distributrice) sia dalla ASL di competenza. I risultati di tali analisi, devono essere comunicati al Ministero della Sanita’.
Fin qui, quanto stabilito dalla legge. Ci sono pero’ alcuni punti oscuri.
Primo: quanto stabilito dalla legge non si applica alle acque minerali e medicinali. Non si capisce perche’ sulle acque minerali non debbano essere obbligatori controlli sul contenuto di sostanze dannose per l’essere umano. Tanto per fare un esempio: ci fosse del cromo esavalente (noto cancerogeno – ricordate il film “Erin Brockovich” con Julia Roberts ?) o dell’atrazina (noto concime usato in agricoltura), pur al di sotto delle soglie stabilite, non e’ obbligatorio segnalarlo.
Secondo: non e’ obbligatorio comunicare agli utenti delle reti di distribuzione cosa contenga l’acqua che stanno bevendo, si debbono fidare che tutti i parametri vengano rispettati, niente di piu’.
Queste due anomalie portano ad una situazione paradossale: le acque minerali usano gli strumenti del marketing per propagandare le proprieta’ curative, piu’ o meno vere, dell’acqua che dovremmo comprare (poco sodio, oligominerale, residuo fisso basso, …), i gestori degli acquedotti rincorrono le acque minerali sullo stesso terreno, pubblicando le “etichette” delle acque distribuite in una forma simile a quelle che troviamo sulle bottiglie di acqua minerale. Col risultato che il consumatore si trova a decidere se utilizzare l’una o comprare l’altra solo in base a 5 o 6 criteri chimico-fisici spesso anche piuttosto oscuri.
Ma cosa c’e’ veramente dentro l’acqua che beviamo ? ci sono sostanze pericolose, sostanze che l’etichetta non ci elenca ? questo non lo sa nessuno.
Anzi, quasi nessuno: abbiamo trovato un comune (Cernusco sul Naviglio - MI) che pubblica sul proprio sito l’elenco dei pozzi che alimentano l’acquedotto con tutti i risultati delle analisi svolte, come stabilito dal DLGS 31/2001, in parte dal CAP Milano (il consorzio che gestisce l’acquedotto) in parte dalla ASL MI-2. Risultato: i cittadini cernuschesi sanno che nell’acqua che sgorga dai loro rubinetti c’e’ una concentrazione di Cromo esavalente (CR VI) che varia da 2 a 33 microgr/litro (soglia massima: 50), di tricloroetilene da 0,02 a 6,58 microgr/litro (soglia massima 10), trialometani da 0,05 a 8 microgr/litro (soglia massima: 30) e cosi’ via. Di conseguenza, i cittadini cernuschesi possono liberamente decidere se continuare a bere la loro acqua oppure no, optando per un’acqua minerale, di cui … non sapranno niente.
Tutto cio’ e’ paradossale.
Aderisci alla petizione Firma e sai cosa bevi
Se saremo in tanti, faremo sentire la nostra voce a chi di dovere per cambiare questa assurda legge.
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