C’aveva gia’ provato Prodi, un anno fa: allora il consiglio dei ministri aveva approvato il “DDL Levi-Prodi” che obbligava tutti i bloggers ad iscriversi al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione, in pratica l’albo dei giornalisti).
La Rete si mobilito’ e il decredo fu fatto decadere.
Ora, a distanza di un anno, riappare in Commissione VII (Cultura) il PDL 1269 (PDL sta per Progetto di Legge, anche se ricorda altre sigle …), che ripropone la regolamentazione dell’editoria, comprendendo anche la rete.
Riporto i punti salienti, con un piccolo commento:
Articolo 2 - Comma 1: Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.
Cio’ significa che ogni blog, anche questo, e’ considerato un prodotto editoriale, quindi rientra nell’ambito della legge.
Articolo 6 - Comma 1: Ai fini della presente legge, per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e alla distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria. L’esercizio dell’attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative.
Questo articolo definisce che chiunque realizza e distribuisce un prodotto editoriale, svolge attivita’ editoriale, anche se non c’e’ scopo di lucro
Articolo 7 - Comma 1: Ai fini della tutela della trasparenza, della concorrenza e del pluralismo nel settore editoriale, tutti i soggetti che esercitano l’attività editoriale sono tenuti all’iscrizione nel Registro degli Operatori di Comunicazione, …
Applicando le definizioni date finora, un blogger dovrebbe iscriversi al ROC
Articolo 8 - Comma 1: L’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet rileva anche ai fini dell’applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa
A colui che e’ responsabile della pubblicazione del prodotto editoriale su Internet, essendo iscritto al ROC, si applica la normativa sulla responsabilita’ connessa ai reati di diffamazione, ecc. ecc. a mezzo stampa. In pratica, se qualcuno, in un commento ad un mio post, diffama qualcun’altro, io ne sono responsabile !!
Articolo 8 - Comma 3: Sono esclusi dall’obbligo dell’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un’organizzazione imprenditoriale del lavoro
Questo e’ il punto chiave: da qui sembra di capire che chi scrive un blog senza avere alle spalle una organizzazione imprenditoriale, non e’ obbligato ad iscriversi al ROC.
Ma che cos’e’ una organizzazione imprenditoriale ? Beppe Grillo ha delle persone che lo aiutano, magari stipendiate, vende dei prodotti, raccoglie della pubblicita’: e’ una organizzazione imprenditoriale ? sembra di si.
Ma se un blog ha dei semplici banner pubblicitari ? si tratta di una “attivita’ pubblicitaria continuativa”, che genera introiti, quindi e’ una attivita’ d’impresa, ma chi fa impresa per la sua attivita’ editoriale deve registrarsi al ROC.
Come vedete, la cosa non e’ chiara, si presta a varie interpretazioni, quindi in se’ molto pericolosa. Inoltre, la proposta di legge e’ in commissione, quindi modificabile e quel piccolo appiglio dell’articolo 8 potrebbe anche sparire. Ricordando poi che un anno fa fu il PD (che nasceva proprio in quei giorni) a proporre questa legge, non credo che possiamo stare troppo tranquilli.
La rete e’ libera, la rete e’ di tutti. Obama ha vinto la sua battaglia grazie alla rete. In Cina e in Russia invece la rete e’ sotto il controllo del governo: a chi vogliamo assomigliare ?
3 commenti:
Commento da Luciano:
Le tue riflessioni sono molto chiare, credo che rispetto alla volta precedente (Prodi) questa proposta di legge faccia una distinzione giusta tra chi (come Grillo) fa soldi come una impresa usando il blog e chi come me ho 3 blog personali con qualche annuncio e nessuno dietro cosa che si potrebbe provare in modo facile e trasparente.
Poi per quanto riguarda la questione dei commenti diffamatori, si puo’ sempre fare in modo che chi lascia un commento si impegna automaticamente ad essere responsabile e rintracciabile (email, IP,…)…oppure eliminando la possibilità di lasciare commenti cosa già possibile.
Commento da XPX:
Ho avuto modo di dire che a me la legge sembra fatta apposta per colpire Grillo. Per i nostri blog personali non credo proprio che basti un adsense per fare un’organizzazione imprenditoriale del lavoro.
Non penso che la politica italiana tutta sia così fessa da ridurre la libertà in Italia al pari dei peggiori totalitarismi mai esistiti.
Almeno lo spero.
Commento da Manuela:
Ai blog, mi sembra di capire, si aggiungerebbero anche i portali, i siti di aste, i mercatini online, e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.
Tranne i siti pedofili, quelli sono registrati all’estero e continuerebbero a funzionare tranquillamente. E poi come verrebbe tecnicamente operato questo “blocco”? Solo sui domini .it? Filtri sui motori di ricerca?
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