Nel suo ultimo numero, in edicola in questi giorni (n.39), Famiglia Cristiana torna a lanciare bordate al Governo (e qualcuna anche all’opposizione, a dir il vero).
Sembra proprio che la funzione di mantenere sveglia la coscienza critica di questo nostro povero paese sia ormai solo il settimanale dei Paolini.
Due gli articoli piu’ forti: Declino e metamorfosi della nostra democrazia e l’editoriale Questo scaricabarile non salvera’ l’Alitalia.
Nel primo, viene attaccata duramente la promessa legge elettorale (definita “porcata numero due”) che ancora si fara’ con liste bloccate, cioe’ senza preferenza: “L’interrogativo se sia in atto un processo degenerativo della democrazia anche in Italia è serio. I regimi formalmente democratici, ma parzialmente svuotati della loro capacità rappresentativa, sono ormai una semi-democrazia.”
Il secondo si occupa di Alitalia: anziche rincorrersi sul terreno del “e’ merito mio”, “no, e’ merito mio” (ammesso che merito ci sia), sarebbe meglio analizzare perche’ siamo arrivati a questo punto critico: “in questa vicenda tutti hanno sbagliato almeno qualcosa, sarebbe una prova di serietà se soprattutto le persone sulle quali incombono i maggiori doveri rinunciassero al gioco della caccia al capro espiatorio“.
E’ comunque sintomatico che ormai solo il settimanale cattolico si possa permettere di esprimere pubblicamente pareri diversi da quelli imperanti, dalla propaganda del governo e dal silenzio dell’opposizione.
Ma anche questo ultimo canale di opposizione sta cadendo nell’oblio: a parte i (per fortuna numerosi) abbonati, chi potra’ conoscere queste posizioni chiare e coraggiose ? TV e giornali, questa volta, si sono ben guardati dal parlarne, come avvenne un mese fa.
Non resta che la rete, non rimaniamo che noi: commentiamo e pubblicizziamo, finche’ si puo’. Ma non ho dubbi che tra un po’ anche questo mezzo verra’ riformato.
E sara’ la fine.
7 commenti:
Commento di Pellescura:
Che pessimismo. Cmq giusto oggi ho fatto una vignetta cattiva contro la chiesa e forse un po’ ingenerosa.
Ma la satira un po’ cattiva dev’essere.
Scusate se vado un pò fuori argomento, ma non di tanto.
Mi serve urgentemente una informazione da parte di chi ne sà di più su questo “lodo Alfano” che riguarda le quattro cariche dello stato.
Forse abbiamo una informazione che fà acqua da tutte le parti o forse sono distratto io, ma non ho capito bene una cosa:
Questo lodo cancella tutti i reati precedenti e futuri la carica???
Perciò dopo una carica si diventa automaticamente onesti beati e santi e mai più condannabili????
Oppure vale giustamente soltanto per il tempo stretto della durata della carica??
Io dormivo sonni tranquilli perchè ero convinto che fosse la seconda ipotesi la più veritiera e la più giusta, ma un amico mi ha fatto venire un dubbio.
Mi serve questa informazione per sapere se vale la votare il referendum promosso da Di Pietro o meno.
Grazie
Elio
Commento di Manuela:
Da quanto ne so io il testo integrale parla solo di sospensione. Il che costituisce comunque a mio modesto giudizio un porcata dalle dimensioni colossali. Alla faccia del Parlamento pulito.
Poi si sa, di sospensione in sospensione le leggi si cambiano, si fanno cambiare, i documenti spariscono, le cancellazioni per decorrenza dei termini si moltiplicano.
A me viene in mente un’altra domanda. Ma se ci leggiamo sull’enciclopedia il significato del termine Democrazia, l’Italia ci rientra ancora? A me vengono forti dubbi. Sveglia Italia!!!
Comunque Elio, ti faccio un copia incolla del ddl che regola i termini della sospensione ed anche del testo di legge .
Ddl Camera 1442 - Disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato
5. La sospensione opera per l’intera durata della carica o della funzione e non è reiterabile, salvo il caso di nuova nomina nel corso della stessa legislatura né si applica in caso di successiva investitura in altra delle cariche o delle funzioni.
Legge il Lodo Alfano, a chi si applica l’immunità
(Legge 124/2008 Gu 23.7.2008)
La legge del Lodo Alfano è stata giudicata incostituzionale da uno dei pm durante il processo Mediaset in corso a Milano il 26 settembre 2008. Il processo è stato sospeso in attesa che si pronunci la Corte costituzionale. La legge, in gazzetta ufficiale dal 23 luglio scorso, prevede l’immunità per le alte cariche dello Stato. Il ddl, già approvato dalla Camera, prevede però alcuni limiti a questa immunità. Tra questi limiti, dopo l’approvazione di un emendamento presentato dal Pd, c’è quello che precisa che l’immunità non si estende in caso di cambio di carica, anche nel corso della stessa legislatura: se il presidente del Consiglio venisse nominato presidente della Repubblica, perciò, il lodo Alfano non gli si applicherebbe più, mentre gli si applicherebbe se succedesse a se stesso a Palazzo Chigi. Ciò deriva dal fatto che la non reiterabilità della sospensione, come si è visto, ha un’unica eccezione: la nuova nomina a presidente del Consiglio nel corso della legislatura.
Continua da commento precedente di Manuela:
Il testo, di un solo articolo, prevede che i processi penali nei confronti dei soggetti che rivestono la qualità di Presidente della Repubblica, di Presidente del Senato della Repubblica, di Presidente della Camera dei deputati e di Presidente del Consiglio dei ministri siano sospesi dalla data di assunzione e fino alla cessazione della carica o della funzione.
La sospensione si applica anche ai processi penali per fatti antecedenti l’assunzione della carica o della funzione. In dettaglio il comma 1 del provvedimento prevede che nei confronti del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio dei ministri, la sospensione riguarda i reati extrafunzionali, dato che i cosiddetti «reati funzionali» rientrano nella disciplina già prevista dalle norme costituzionali, secondo cui il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione; mentre il Presidente del Consiglio dei ministri, per i predetti reati, può essere sottoposto alla giurisdizione ordinaria, dopo la decisione di rinvio a giudizio adottata dal tribunale dei ministri e, in ogni caso, previa autorizzazione della Camera di appartenenza. Il comma 1 prevede, inoltre, che la sospensione del processo opera anche in relazione a fatti commessi anteriormente all’assunzione della carica o della funzione.
Il comma 2 prevede che, in ogni momento, l’imputato può rinunciare alla sospensione, anche attraverso il difensore munito di procura speciale. Questa disposizione esclude l’automatismo della sospensione, tutelando il diritto di difesa dell’imputato, che può volontariamente decidere di affrontare il processo senza doversi dimettere dalla carica ricoperta.
Il comma 3 consente al giudice, qualora ne ricorrano i presupposti, di acquisire, nel processo sospeso, le prove non rinviabili. Si tratta di una norma che, escludendo la paralisi assoluta delle attività processuali, salvaguarda il diritto alla prova e impedisce che la sospensione operi in modo generale e indifferenziato sul processo in corso.
Il comma 4 prevede che, in caso di sospensione del processo, è sospeso anche il corso della prescrizione dei reati in esso contestati, secondo il meccanismo generale previsto dall’articolo 159 del codice penale. La prescrizione riprende il suo corso dal giorno in cui è cessata la causa della sospensione. Il comma 5 prevede che la sospensione opera per l’intera durata della carica o della funzione. La diversa durata delle quattro cariche e la possibilità di una nuova nomina del Presidente del Consiglio dei ministri hanno tuttavia imposto di prevedere, per quest’ultima carica, una limitata eccezione alla regola della non reiterabilità, nel caso del nuovo incarico assunto nella stessa legislatura.
Il comma 6 prevede la possibilità, per la parte civile, di trasferire l’azione in sede civile, in deroga all’articolo 75, comma 3, del codice di procedura penale. Tale deroga non soltanto è compatibile con i princìpi generali - posto che la rinuncia agli atti del giudizio, derivante dal trasferimento dell’azione civile nel processo penale, non preclude la riproposizione della domanda - ma è una scelta costituzionalmente obbligata, secondo quanto indicato dalla Corte costituzionale, nella citata sentenza n. 24 del 2004, al fine di evitare che la posizione della parte subisca gli effetti della sospensione del processo penale. Per apprestare una piena tutela del diritto della parte civile viene, inoltre, previsto che, in caso di riproposizione della domanda in sede civile, la causa debba essere trattata con priorità, attraverso la riduzione del termine per comparire.
Il comma 7 contiene una disposizione transitoria, che estende la sospensione anche ai processi penali già in corso, in ogni fase, stato e grado, alla data di entrata in vigore della legge. Infine, il comma 8 stabilisce che la legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Da grande costituzionalista quale sono (eh!eh!eh!eh! ma li avete letti i miei commenti ai primi 12 articoli della Costituzione?) seconso me il lodo Alfano e’ anticostituzionale, violando l’articolo 3 (i cittadini sono tutti uguali davanti alla Legge).
Percio’, in risposta ad Elio, io non solo firmero’ per il referendum, ma cerchero’ anche di organizzare un banchetto di raccolta nella mia citta’.
Il principio “non disturbare il manovratore” e’ vero sul tram, non puo’ applicarsi ad una democrazia.
Se c’e’ qualche sospetto che il capo dello stato o del governo abbia commesso un furto, una truffa, o qualcosa di peggio, che senso ha che continui a governare ? a rappresentare lo stato? vi invito a rileggere il mio post di qualche giorno fa (Da Istraele una lezione di stile): perche’ dobbiamo essere sempre gli ultimi della classe ? voglio vivere in un paese NORMALE !!!!
Per Pelle:
hai ragione, a volte mi faccio prendere dal pessimismo, ma e’ perche’ vedo le cose diventare sempre piu’ ingarbugliate e la gente sempre meno reattiva. Un mese fa, l’articolo di Famiglia Cristiana dello stesso tenore di questi, aveva sollevato un polverone, ne hanno parlato per tre giorni. Errore !!! tutti sono corsi a leggere il settimanale.
Stavolta, nessuno ha citato l’articolo: cio’ di cui la TV non parla, non esiste. E tutti dormono in pace.
Come dice Manuela: svegliati Italia !!!
ciao
Commento di Elio:
Grazie di tutto amici, ora ho le idee un pochino più chiare. Quindi, se ho capito bene e se non cambiano le cose, questo scudo per le quattro più alte cariche dovrebbe essere solamente temporaneo, applicabile unicamente per lo stretto tempo di una sola carica ad eccezione soltanto di un rinnovo dello stesso mandato.
Il tutto però è in violazione dell’art 3 della nostra costituzione, come dice giustamente Fabio.
“””Da grande costituzionalista quale sono (eh!eh!eh!eh! ma li avete letti i miei commenti ai primi 12 articoli della Costituzione?) secondo me il lodo Alfano e’ anticostituzionale, violando l’articolo 3 (i cittadini sono tutti uguali davanti alla Legge).”””
Giustissimo, ma…
Anche se ci troviamo in disobbedienza alla nostra costituzione, questa protezione applicata alle più alte cariche potrebbe mettere al riparo da qualche colpo di testa da parte di qualche componete della nostra magistratura (alquanto ammalata), utilizzando la complicità malefica di qualche “interessato”, come è già successo più volte. Questo potrebbe essere utile anche per qualsiasi altro colore di un prossimo governo.
Per ora rimango della mia opinione se le cose sono messe così, si vedrà …. Sono però un po’ dubbioso.
Invece di un referendum sul “lodo Alfano” di limitata utilità (solo per le più alte cariche), penso che sarebbe più urgente chiedere a gran voce di riformare la nostra giustizia per tutti, dopodiché tale lodo diventerebbe inutile e basterebbe applicare a puntino la nostra costituzione, o sbaglio??.
Ma ripeto, riformare concretamente la nostra giustizia, in modo che la legge sia veramente uguale per tutti, che chi sbaglia abbia una giusta punizione in tempi rapidi e sia ripristinata finalmente un po’ di legalità e la certezza della pena. E se in futuro la persona a sbagliare sarà il presidente del consiglio o del senato dovrà essere giudicata come tutti gli altri e pagare anche in misura maggiore, perché era suo dovere dare un esempio di onestà a tutti i cittadini. Ora invece è tutto capovolto!!!
Grazie di cuore
Elio
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